"Un sasso nello stagno"

Franca stamane mi ha accolto dicendo: «Ieri con Dario abbiamo trascorso un magnifico pomeriggio, evento del tutto eccezionale… quel film dovrebbe essere presentato nelle scuole!»

Ieri abbiamo assistito alla proiezione di “Un sasso nello stagno”, un film di Felice Cappa. Si tratta di un film-documentario che attraverso ricostruzioni e spezzoni di filmati Rai, percorre vita e carriera di Gianni Rodari, personaggio che non solo ha imposto una virata in tutta la letteratura infantile, ma che ha modificato la didattica stessa delle scuole elementari, inventando metodi per l’immaginazione.

Ho trovato bellissima questa concezione dell’immaginario (nel film è un argomento centrale) che non è semplice e vigliacca fuga in un mondo dei sogni lontano dalla realtà: Rodari ha spostato l’ambiente delle fiabe nel vivo della città, nel suo tempo, nell’era dei telefoni e della televisione. Questo significa tener conto dei cambiamenti sociali e civili e dei nuovi valori umani.

Lui stesso è stato personaggio vivo e attivo del suo tempo: maestro di scuola sotto regime fascista, poi partigiano durante la guerra e attivista politico in tempo di pace. Aveva ben chiaro il fatto che educare i bambini significa costruire i cittadini del futuro, la società di domani. E nello stesso modo concepiva il senso del proprio lavoro di giornalista, inteso come un cittadino che interpreta e riordina il pensiero della gente, semplificando così la comprensione e la sintesi davanti alle questioni quotidiane.

Era inevitabile l’amicizia con i Fo, che dell’ironia e del fantastico hanno fatto le armi del loro teatro politico: hanno condiviso l’idea dell’arte come destinata non alle elite ma al popolo stesso, l’idea di un linguaggio comprensibile, universale, l’ipotesi possibile di una società non violenta ma profondamente attiva e attivata in prima persona.

Bellissime le scene di repertorio nel docu-film nelle quali Rodari parla con i bambini e i ragazzini, incitandoli ad utilizzare sempre la propria testa, tanto per creare storie (anche in chiave surrealistica) quanto per “leggere” la realtà filtrata da giornali e televisione. Con un ritmo eccezionale, vivace e sempre nitido, il film percorre momenti e pensieri di un personaggio a cavallo di un momento storico fondamentale, che coraggiosamente si impone non come intellettuale chiuso in un mondo di speculazione ma come immaginatore professionista che tenta di smuovere una cultura immobile: un sasso nello stagno, appunto.

Insomma la fantasia, come la concepisce il giornalista-scrittore-partigiano Rodari, è uno strumento eccezionale, potente, contro la repressione del pensiero: la fantasia porta con sé quella libertà incondizionata dell’infanzia, quell’ironia del rovesciamento che costituisce la più grande forma di lotta contro la logica del potere che appiattisce tutto in un grigiore omogeneo.

“Un sasso nello stagno” dovrebbe essere trasmesso in televisione: racconta una storia importante per la formazione di chi deve crescere e affrontare la vita.

Per la stessa ragione Franca diceva che dovrebbe essere presentato a scuola, non solo per i ragazzini, quanto soprattutto per i loro insegnanti. E sarebbe proprio da questi, o da quelli tra loro vivi e politicamente impegnati, che potrebbe iniziare un miglioramento, anche attraverso opere e personaggi che con il proprio lavoro hanno prodotto un vero cambiamento.

 

(il film è distribuito da Rai3 - Rai Trade e prodotto da Fondazione Aida. Lo trovate in dvd qui. )

 

Giselda Palombi

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