TRE GIORNI DI FUOCO

Mercoledì 11 luglio 2007: 188a seduta pubblica
Riforma ordinamento giudiziario

ore 9,15. Esco di casa veloce. Pensavo uscendo di morire dal caldo con ‘sta giacca addosso… In Senato c’è sempre troppo freddo, invece per strada si sta bene.
Hanno tanto parlato della temperatura tremenda che avrebbe fatto quest’estate. Sbagliato.
Nulla più è prevedibile.

Come d’abitudine entro in Aula in anticipo. Poso la borsa, sempre troppo pesante: posta, bozze da correggere  durante i tempi morti, che ce ne sono tanti. Inserisco il tesserino nell’apposito aggeggio  per  il voto elettronico. Mancano 5 minuti all’apertura dell’Aula.
Vuoi un caffè? Sì. Vado alla buvette.
La signorina alla cassa è bellissima sempre, ma oggi di più. Glielo dico. Sorride.
Qui non danno lo scontrino come a Montecitorio e in tutti i bar del mondo. (Ho chiesto il perché, mi è stato risposto: Non è elegante.) Si paga dopo aver consumato. Io pago sempre prima, temo di dimenticarmene: 50 centesimi.
Saluto i camerieri sempre indaffaratissimi a quell’ora. All’inizio mi rispondevano un po’ meravigliati. Ora si sono abituati al mio saluto e mi sorridono.

Di prima mattina, un sorriso fa bene alla… pelle (volevo dire anima, ma mi sembra esagerato).
Vicino a me a bersi il caffè c’è la sen. Rina Gagliardi. La conosco dal tempo della nascita del Manifesto… cioè una vita fa (anni 70, quando “i magnifici 7” - così li avevo soprannominati: Rossanda, Pintor, Magri, Castellina, Maone, Gagliardi, Chi era il settimo? Ah, sì: Valentino Parlato. Erano stati espulsi per forte dissenso con il Pci.
Era una giovane e bravissima compagna-giornalista agli inizi. Ora è tutto di più: e giornalista (che leggo tutti i giorni!) e senatrice e compagna. M’ha fatto un gran piacere  ritrovarla qui.
Scambiamo due parole… ci avviamo all’Aula.

Qualcuno fa un cenno di saluto…
E’ bizzarro, agli inizi noi “nuovi eletti” ci salutavamo sorridendo… poi mi affannavo a salutare i politici noti, quelli che conoscevo da prima e quelli che conoscevo solo per la Tv… ma che raramente mi rispondevano. Mettevo in tasca l’indifferenza e mandavo giù, con dei grandi interrogativi davanti agli occhi. Perché?! – mi domandavo… Che sogno hanno fatto?
Ora, dopo un anno e tre mesi, i nuovi, hanno imparato la lezione. Nessuno saluta più nessuno.
Beh, come sempre non si può generalizzare… Mi saluto bene con almeno una quindicina di senatrici-senatori. In particolare Rosa Calipari, Casson, che stanno alle mie spalle, Furio Colombo, Giannini, Russo Spena, la Rina, Lidia Menapace, Rossi, Turigliatto, Sergio Zavoli, amico di vecchia data, Ripamonti l’amico della commissione  bilancio… Massimo Villone, una gran testa, ancora “compagno” dopo tanti anni di politica!, (s’è rotto il menisco, deve aspettare l’estate per potersi far operare per via dei numeri in Senato!!). Se gli fai una domanda, ti risponde esaurientemente.
Anche  Angius (che mi piace proprio) ti dà retta… Con Salvi ad esempio è inutile parlare. Non ti ascolta. Voglio dire… non ascolta me. Non mi ucciderò.  Invece  il sen. Boccia, che io chiamo “capo” è un po’ un mio amico. E’ lui che ci urla ROSSO-VERDE! E’ un uomo di grande dignità, calmissimo (solo chi gli sta seduto accanto sente i suoi furori in certi momenti difficoltosi o tragici). Molto impegnato nel suo lavoro. Conosce tutte le leggi, i regolamenti. E’ stato il primo a dimostrarmi simpatia e amicizia. Mi dava consigli, mi tirava su il morale: “Tu non devi aver timore di sbagliare, ricordati che qui c’è gente che ne sa molto meno di te.”
Impossibile – pensavo. E come sono contenta quando con un sorriso dice a voce appena appena più alta: su Franca si può contare. Non ha saltato una seduta.
Ma che bellezza!
(Certamente ho scordato qualcuno… chiedo scusa.)

Tornando al saluto: devo dire con certezza che non è che non ti salutino perché sono maleducati… deve essere una qualche regola non scritta… un modo di essere che si è sviluppato lentamente… ti monta dentro senza che te ne accorga… sino a diventare “la normalità”. Roba da Senato.
Tra di loro si salutano eccome!, si sorridono, si abbracciano, li senti vicini (tra di loro), legati. Ma tu non c’entri, sei fuori dal loro raggio visivo. Agli inizi ci restavo proprio male. Ora non ci faccio più caso. Saluto solo chi mi saluta.  Ma non mi sento discriminata, offesa, emarginata. No… anche perché in realtà non lo sono. Non è gente  cattiva. E’ solo lontana.
Ma è giusto. Stanno salvando… reggendo il peso del Paese… sai che mal di testa! Altro che perder tempo in salamelecchi. Bravi. Continuate a lavorare per noi tutti. State pure lontano da me.
Ok.
Ciao, ciao ciao. Mi siedo al mio posto. Arrivano i senatori dell’IDV: Formisano, Caforio, Giambrone con i quali sono in confidenza. Ciao ciao ciao.

Entra il presidente Marini, si accomoda sulla sua poltronciona rossa. Suona la campanella e prega di fare silenzio, inascoltato. Quasi tutti hanno il cellulare all’orecchio.
Viene richiesto il numero legale. OK, ci siamo. Sono presenti anche due senatori a vita, Giulio Andreotti ed Emilio Colombo
Il Presidente avverte che dalle ore 9,39 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.
Il sen. Fernando Rossi fa un intervento sull’atto intimidatorio nei confronti della presidente del comitato «No Dal Molin» (Vicenza), Cinzia Bottene  alla quale lunedì è stato recapitato un proiettile,  (la mia amica Cinzia, la “casalinga” che è salita sul palco dove stava Prodi e gliene ha dette di tutte e di più, ve la ricordate?): "Stante l’atto intimidatorio di cui e` stata oggetto la responsabile del comitato «No Dal Molin» auspico che la Presidenza voglia manifestare la solidarietà dell’Assemblea nonché sollecitare conseguenti iniziative da parte delle autorita` competenti.”
PRESIDENTE. “Di fronte ad atti di intimidazione la Presidenza si fa portatrice dell’unanime riprovazione dell’Assemblea ed esprimo pieno sostegno alle iniziative che si intendano porre in essere dalle autorità competenti."

Inizia una giornata speciale! Dobbiamo esprimerci sul disegno di legge proposto dal ministro Mastella. Deve passare! Dobbiamo liberarci dalla legge Castelli, che non va bene per niente.
Abbiamo da votare 230 emendamenti del governo, dell’opposizione e dell’Unione. E’ prevista chiusura lavori sabato mattina.
Il senatore Di Lello è il relatore di maggioranza. Passa in rassegna tutti gli emendamenti e dà i pareri: contrario, favorevole.
Poi iniziano le votazioni. Giornata delicata. Il solito brusio ci accompagna, ma è più sommesso. Tensione? Sì, certo.
“State attenti! Non sbagliate!” grida Boccia preoccupato.
Da noi, ogni votazione, causa i numeri risicati è in bilico, per di più, dobbiamo prestare molta attenzione e controllo i “pianisti”, ovvero senatori che votano anche per gli assenti allungando la mano, a volte con la complicità di un “palo”, che si alza in piedi in modo da coprire ciò che avviene alle sue spalle…

SI VOTA! Oplà… Ecco, si accendono abbondanti lucette senza padrone!
Iniziano le urla, quasi tutto l’Ulivo è in piedi con le mani tese verso diversi settori dell’opposizione. “Là, guarda là… là!” Di rimando l’opposizione indica,  anche lei urlante, settori nostri: “Là, là…” Volano anche insulti amichevoli, senza ira…
I segretari d’Aula chiamano per nome  i vari senatori coinvolti. E quando il “furbacchione” viene scoperto, apre le braccia come un bimbo trovato con il dito nella marmellata… sorride innocente…
Anche dalla nostra parte sorridono innocenti…
In principio fanno simpatia: ragazzacci - pensi,  e   ridi anche tu, come una coglionciona. In fondo ci vogliamo tutti bene. Ah, ah..(risata).

La storia si ripete… si ripete, si ripete.
Non mi diverto più. Mi sento a disagio, non mi piace per niente… inizio a ragionarci su: ma quanta gente manca oggi? Da noi credo 3 o 4… da loro parecchi. Mi chiedo: quanti denari vengono oggi sottratti al già tragico bilancio dello stato? Quanti dall’inizio della legislatura? E quelle passate?
Sì, perché, sicuramente molti di voi non lo sanno, se la tessera (non quella personale ma una copia della tua che ti fai dare entrando in Aula, valida per un giorno) risulta inserita nella “trappola dei voti”, il titolare è come fosse presente… anche se non vota, così non viene effettuata la trattenuta di 250 euro e 23 centesimi giornalieri.
Che sia un marchingegno per portarsi soldi a casa non c’è dubbio. C’è da ragionarci su. Non è  bene ciò che sta succedendo? No. Che fare?

Il senatore Castelli difende la sua legge con i denti, (nel corso della giornata è intervenuto, 57 volte) tanto da contestare il risultato delle elezioni e offendendo il ruolo dei senatori a vita.
Gli risponde Anna Finocchiaro (la mitica) capogruppo dei DS (vale la pena di leggerlo): “ Signor Presidente, le parole pronunciate in quest' Aula dal senatore Castelli sono le più gravi che possono ascoltarsi da un parlamentare. Egli ha in questo contestato la legittimità di quest'Aula e lo ha fatto sulla base di alcune considerazioni che vorrei sottoporre a rapidissima verifica.
La prima è che quest' Aula è composta da soggetti che sono stati eletti sulla base di brogli elettorali. È un'accusa che conosciamo dall'inizio della legislatura; la conosciamo per quanto riguarda i colleghi che sono stati eletti in questo Paese sul territorio nazionale e la Giunta delle elezioni ha provveduto, con un lavoro attentissimo, a sbugiardare questa menzogna! E più a fondo andremo, più menzogna appariranno! Per quanto concerne i brogli per gli italiani eletti all'estero, è l'Ulivo che chiede formalmente un dibattito pubblico su (…) questa macchinazione che non riguarda né l'Ulivo né la maggioranza; riguarda(…) esattamente tutti voi. Vorrei ancora ricordare ai colleghi che sono così attenti in questa legislatura, che nella scorsa legislatura ben 11 deputati eletti restarono fuori dalla Camera, che mai raggiunse il suo numero perfetto, per un atto di protervia e di arroganza che nella Giunta delle elezioni impedì che 11 eletti sedessero e consentì che un non eletto prendesse il posto per tutta la legislatura del collega Faggiano, che era stato regolarmente eletto, come la Giunta delle elezioni certificò.
Per quanto riguarda il voto del senatore Andreotti, l'argomento è frusto e inutile e (…)assolutamente offensivo della lettera della Costituzione, che dice che il Senato è composto da senatori eletti e da senatori a vita e non opera nessuna distinzione tra le funzioni, le attribuzioni, i poteri e i doveri degli uni e degli altri.” 

Abbiamo votato 114 volte.
Risultato: emendamenti votati: 63: Respinti 52 - Approvati 11
Interventi Castelli 57.
La giornata termina che in cielo ci sono le stelle: ore 21.36
Un po’ stanca, mi avvio verso casa. Mi soffermo un attimo ad osservare il mare di gente seduta attorno alla fontana davanti al Pantheon.  Avrei voglia di chiedere spazio e sedermi con loro e parlare per un po’ il linguaggio di tutti i giorni… mangiarmi un pezzo di pizza, raccontare storie d’amore e sentimenti… riposarmi il cervello. Scaricarmi.
Ma tiro avanti. Vado a letto. Chissà, forse lo farò domani.

 
GIOVEDI’

La notte non l’ho passata bene. Nella testa mi giravano i pianisti… me li sono anche sognati in quel poco che ho dormito. Mi apparivano flash stravaganti… c’erano tutti dentro: l’ingegner Cimoli con i suoi stipendi, il ministro Bersani seguito da popolo urlante… Prodi in maniche di camicia, circondato dai suoi uomini come fossimo in guerra… in Iraq…  pianisti in concerto… e Marini che eroicamente, faceva ritirare tutte le tessere degli assenti-con-retribuzione… i commessi  esaltati, al canto de “la giustizia esiste”  accompagnavano in strada i  pianisti  ammanettati, buttandoli in pasto al pubblico ludibrio di  una folla minacciosa. Bertinotti scendeva da un aereo di linea vestito da operaio… mi ha anche salutato.
Su  tutto questo impossibile film, sentivo la mia voce tuonante: “… Siamo senatori! SENATORI!! Dovremmo essere esempio di onestà per i giovani e anche i vecchi, correttezza… dignità… invece siamo qui, con l’operazione orchestra  a rubare voti e denari allo stato! Siamo tutti complici, anche lei signor presidente! Lei… il più onesto tra pochi… che quando viaggia non usa l’aereo di stato… non solo, ma si paga pure i viaggi quando sono personali. Salviamo presidente la nostra dignità!” e tutti che mi battevano le mani… anche Bertinotti… e Di Pietro abbracciato a Mastella.
Che notte!  Quando mi alzo, sono decisa: farò in Aula l’intervento del mio sogno.

Tutto come ieri mattina. Uscita di casa, caffè, entro in Aula battagliera. Me ne sto appoggiata allo schienale e mi segno il nome di tutti quelli che entrano e si vanno a sedere nei banchi dell’opposizione.
Oh cavolo! Ne mancano solo tre! Sono allibita. Guardo i miei. Ci sono tutti. E il mio bell’intervento?… Lo farò alla prossima occasione. Stiamo certi che ci sarà.
Si parte. Controllo numero legale. Hai voglia! Siamo anche troppi!
Vota rosso-vota verde. Urla, zuffe, risate… Sì, perché anche in giorni come questi si riesce a ridere.
A vedere cosa succede qua dentro, viene il dubbio che il Paese sia nelle mani di giocatori d’azzardo, con  l’insulto facile…
Se poi penso che non stiamo decidendo su una sciocchezza, ma  sul NUOVO ordinamento giudiziario…
L’atmosfera è da subito calda, a metà mattinata arriva il colpo inaspettato: Roberto Manzione (MARGHERITA) presenta un emendamento, il governo chiede che sia bocciato, si va ai voti: ROSSO-ROSSO-ROSSO! VERDE-VERDE-VERDE!  Risultato: 154 ROSSI - 157 VERDI.
Inaspettatamente si va sotto! Il Governo è andato sotto! Panico. Il sen. Manzione, Willer Bordon e Roberto Barbieri tutti di maggioranza, hanno votato con la destra, che dalla contentezza fa volare fogli, giornali, accompagnati da urla allegro-selvaggio. Un senatore dell’opposizione a passi lunghi e ben distesi raggiunge Manzione e gli stringe la mano. Non era Pajetta che ad un certo punto aveva detto all’opposizione: “Con voi abbiamo smesso di parlare nel 45?” I tempi cambiano.
E adesso? In Aula è tutto un brulichio. Seduta sospesa per concedere ai capigruppo di riunirsi. Dai palazzi periferici vengono chiamati tutti i commessi in rinforzo a quelli dell’Aula, c’è una gran frenesia!
La tensione sale. Che sta succedendo?
Mastella, che nella mattinata fischiettava per i corridoi, non fischietta più. E’ serio ed  esce dall’Aula. Iniziano i lanci delle agenzie di stampa con le sue proteste e la minaccia di dimissioni. Dichiara: “Voglio vedere se c'è la maggioranza: san Giulio si festeggia una volta sola all'anno”, ha detto riferendosi al voto determinante di Giulio Andreotti, che ha  salvato la maggioranza dal tracollo  nella la votazione dell'art. 1, (che regola il concorso di accesso in magistratura), passato in Aula con un solo voto di differenza: 152 a 151.
Anche nell’Italia dei valori c’è NERVOSISMO: il capogruppo Nello Formisano  sta al cellulare in continuazione con gli alti vertici del partito. Abbiamo presentato due emendamenti. L’ordine è di portarli avanti, minacciando se non passano o l’astensione o un voto contro il governo. Mi sto innervosendo. Non sono d’accordo per niente. Troppe volte Di Pietro ha fatto fuoco e fiamme…  e poi si  è allineato. “Il momento è assai serio, occorre la massima attenzione. Non vorrei fare errori. Non voglio avere la responsabilità di far cadere il governo” penso e lo dico. Poi tutto rientra: i nostri emendamenti vengono assorbiti da altri. Ok.      

Nel pomeriggio, dopo le sedute di commissione, si torna in Aula dove ci attendono ore in trincea!
Passa un emendamento della maggioranza, Castelli segnala che è sostanzialmente uguale ad uno bocciato in mattinata presentato dalla Lega. E’ il caos! Urla dall’opposizione, adrenalina che sale tra la maggioranza. A questo punto Castelli chiede una riunione della Giunta per il regolamento, per chiarire la motivazione del respingimento del suo emendamento, visto che era quasi uguale a quello nostro.
Aspetta, aspetta, aspetta…
Esito della riunione: passa l'emendamento di maggioranza. Motivazione: la stesura non è uguale. Al momento della votazione la giunta si è spaccata come una mela (5 a 5) e il verdetto è stato preso con il voto determinante di Marini.
M’è venuto mal di testa.
Totale votazioni 38
Emendamenti votati 32
Approvati 6 - respinti 26  
Inteventi Castelli 41

Esco da Palazzo Madama con alcuni colleghi… siamo tutti spossati. Chissà se anche loro arrivano a quest’ora con le caviglie gonfie, il mal di schiena e il cuore pesante?
E’ stata una brutta giornata.
Cerco di farmi coraggio: “Stai facendo una cosa importante! Non vedere tutto nero… c’è anche il rosso… magari nascosto, ma c’è!” – “Smettila  chiacchierona! Sto spendendo del gran tempo… e non ne ho ancora molto. Chiunque potrebbe prendere il mio posto, traendone magari gioia… Ma che ci faccio qui?!” – “Insomma, non sei  mai contenta! Sei senatrice!” – “Sì, ma senza peso alcuno… se non quello del voto. E’ dignitoso? Ehi, parlo con te… perché non rispondi?” La sento borbottare qualcosa poi canta a squarciagola “Compagni avanti il gran partito siam dei lavoratoori…” E’ pazza!

Guardo con invidia i turisti che si “vivono” Roma… Arrivo a casa, sono quasi le dieci, stanca morta, piena di freddo accumulato nel senato-frigo (fuori è estate, dentro, autunno… Ma come parlo? Mi faccio impressione! Che stia diventando un’intellettuale?). Mi infilo bagnomaria nell’acqua calda per un po’… e penso: “Peccato che nessuno abbia suonato il piano oggi… che bel intervento avrei fatto!” poi… rido da sola.
Dario è al mare con Mattea, la nostra nipote e la sua bimba Matilde ed Emanuele… e io sono qui a commiserarmi. Che noiosa!
Su la testa, per dio!
E’ che mi mancano le bella risata in compagnia di amici. Da che sono a Roma sono uscita di sera non più di 5 volte!
Ma dove vado? E con chi?

VENERDI’

Ore 9.30 speriamo che la “guerra” finisca oggi. Mastella è più teso di ieri. Lo capisco. Si sta portando a casa un disegno di legge, e non è poco.
Ostruzionismo dell’opposizione: per ogni singola votazione hanno preso la parola, un intervento dietro l’altro, criticano, insultano… Di tutto pur di prendere tempo. Si chiuderà domattina.
Si vota, si vota, si vota. “State attenti, non sbagliate!” Boccia, Sodano, Russo Spena dirigono e controllano.
Non tolgo nemmeno la mano dai pulsanti. Mi sta venendo il crampo da voto. Ho un momento di stanchezza. Ascolto un po’ assente. Poi riconosco la voce del Senatore D’Ambrosio. Mi sveglio di colpo.
(dal resoconto stenografico) D'AMBROSIO (Ulivo).
"Le argomentazioni sollevate da alcuni senatori dell'opposizione nel corso dell'esame del provvedimento hanno destato in me sentimenti di sofferenza, in particolare l'accusa rivolta dal senatore Fruscio di voler strumentalizzare la commemorazione dell'avvocato Ambrosoli. E' bene ricordare il contributo offerto dalla magistratura indipendente alla salvaguardia del sistema democratico, tra l'altro quando difese il Paese dai pericoli del terrorismo di Stato e del terrorismo rosso." (Proteste dal Gruppo FI, in particolare dai senatori Palma e Bonfrisco, quest'ultima scende nell'emiciclo indirizzando epiteti al senatore D'Ambrosio. Il senatore Bettini rivolge gesti offensivi all'indirizzo della senatrice Bonfrisco. Il Presidente richiama all'ordine i senatori Bonfrisco, per due volte, e Bettini). La reazione alle sue parole conferma il risentimento del centrodestra nei confronti della magistratura. (I senatori della maggioranza si levano in piedi e applaudono prolungatamente).

Questo è il resoconto, purgato… La realtà: D’Ambrosio parla, come al solito pacato e rispettoso (una bella differenza dall’opposizione). Dai banchi della destra partono fischi e insulti. La Senatrice di Forza Italia Cinzia Bonfrisco, dal centro dell’Aula gli urla con le vene del collo che stanno per scoppiare: "Sei un assassino, assassino. Sei un criminale. Oggi è il tuo giorno"… Mi pare che D’Ambrosio impallidisca, ma continua il suo intervento. 
Il Senatore Goffredo Bettini non trova di meglio che fare il gesto “del dito” verso l’opposizione… Un boato in Aula. Di qua, in sostegno a D’Ambrosio, di là  contro il gesto di Bettini.

Comunicati stampa:
(…)GIUSTIZIA: BONFRISCO (FI), NON MI PENTO CONTRO D'AMBROSIO ACCUSA POLITICA =15 ANNI FA POOL SPAZZO' VIA CLASSE DIRIGENTE, CHIEDO SCUSA SE SONO ANCORA VIVA
Roma, 13 lug. (Adnkronos) - "Pentita io? E perche'? L'unica cosa che non dovevo fare era sostare nell'emiciclo e parlare ad alta voce. Di quello, sì, mi scuso con la presidenza". Lo afferma la senatrice di Forza Italia Cinzia Bonfrisco, protagonista in Aula di un incidente che le e' costato un richiamo all'ordine dal vice presidente Milziade Caprili per aver rivolto al senatore Gerardo D'Ambrosio, mentre parlava durante il dibattito sulla riforma dell'ordinamento giudiziario, espressioni come "sei un assassino, oggi e' il tuo giorno"."Ovviamente la mia non e' un'offesa personale ma e' un'accusa politica -dice Bonfrisco- legata a ciò che il pool di Milano ha fatto 15 anni fa, spazzando via un'intera classe dirigente con quello che per me puo' essere paragonato a un vero e proprio colpo di stato. In molti, e anch'io, dovrebbero chiedere scusa a quei magistrati di essere ancora vivi".
E poi, una stoccata al senatore dell'Ulivo Goffredo Bettini, anche lui richiamato dalla presidenza: "Ha alzato il dito medio verso di me... Bella dimostrazione di sensibilita'. E mi dispiace -conclude Bonfrisco- che nessuna delle colleghe della maggioranza abbia detto niente. Se un senatore del mio partito avesse fatto una cosa del genere sarei stata la prima a lanciargli una scarpa".

SEDUTA SOSPESA.
 
Nel pomeriggio, con le presenze si va alla grande, abbiamo anche i senatori a vita: sono presenti Andreotti, Colombo, Levi Montalcini e Scalfaro

Tra gli emendamenti da votare, c’è n’è un secondo a firma del Senatore Manzione. Si vota con un po’ d’agitazione: respinto.
L'opposizione, in segno di protesta abbandona l'Aula.

CASTELLI:  Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLI  Signor Presidente, anche noi abbandoneremo l'Aula. Colleghi, vi lasceremo qui a festeggiare come sul ponte del Titanic, allo stesso modo. Se siete costretti a chiamare delle anziane signore affinché vengano a votare, (…) Lo spettacolo che date al popolo italiano è francamente assai basso. Auguri. Complimenti. Rimanete in quest'Aula, godetevela. Noi vi salutiamo.

L'Aula si svuota. Ci guardiamo intorno increduli e sorridenti. Niente più ostruzionismo, polemiche, critiche, parole-parole-parole.
Si passa alle dichiarazioni di voto, e in men che non si dica, le votazioni terminano. Usciamo alle 18.40.
Domani riposo.
Totale votazioni 60
Emendamenti votati 52
Approvati 3
respinti 49 
Inteventi Castelli 15
Dei 230 emandamenti ne sono stati approvati 20.

Il sole picchia. Attraverso piazza del Pantheon… mi ferma una coppia di milanesi. Gran festa. Ci sediamo sui gradini della fontana. La donna, Annalisa mi ricorda un Natale alla Motta in occupazione: “Eravate con noi, che bel Natale ci avete fatto passare!” Parliamo del momento difficile che il nostro Paese sta attraversando: “Mi raccomando – mi dice l’ex operaia – non fare cadere il governo!” Io?! Ma certo. Tranquilla, tranquilla Annalisa, tranquilla.

 


Commenti

1) il caffè io lo pago 80 centesimi al bar
2) vedo che usi la frase "da noi": il noi sta per il centro sinistra? evviva la coerenza abbasso l'ipocrisia

tanto non rispondi mai a chi contensta la tua mancanza di coerenza stai solo dietro ai tuoi compagnucci che ti esaltano.
poveracci

Cara Franca, in questi giorni, seguendo dai notiziari lo svolgimento dei lavori in Senato, ti ho pensato spesso e mi si è stretto il cuore. Come deve essere stato squallido e triviale sentire insultare persone integerrime come Gerardo D'Ambrosio e Rita Levi Montalcini! Cose così si potrebbero immaginare in un mondo all'incontrario, dove l'onestà, la correttezza, la cultura della legalità diventano motivo per ricevere accuse, insulti e disprezzo, dove la bagarre diventa strumenti usato sistematicaente e senza tanti scrupoli, dove la delegittimazione delle istituzioni è l'arma preferita per creare scompiglio e ostruzione.
Non ti appaia retorica, ma sono certo che quello che hai seminando col tuo modo rivoluzionario di muoverti nella politica, come nella vita, ha fatto nascere nuove piante che daranno frutti dal sapore della tua passione per tutto ciò che vive.

Ho un'amica che non ama che si festeggi il proprio compleanno, ed io mai le farei un torto facendole gli auguri in quella occasione, anche se li pensassi!
Un forte abbraccio

rita levi di montalcino è una di quelle che difende lo status quo scientifco in italia bloccando con la sua spocchia l'evoluzione o almeno un po' di giustizia

ma quanto costano i medicinali in italia!!!!

ho fatto un pò fatica a leggerlo, un pò meno per comprenderlo.
mi sono chiesto, ma capperi che ci fa Franca in mezzo a sta gente.
mi sono risposto, come che ci fa lei è Franca Rame è lì per cantargliene 4.
per sua stessa ammissione ha fatto scena muta.

p.s. sono felice che Franca sogni ancora, peccato che abbia smesso di lottare per realizzarli

peace&love

filippo

franca sono anch' io convinto che fai tutto con onestà intellettuale.

ma la tua entrata in politica è segno di sconfitta!!

avresti potuto essere una grande ispiratrice di idee e di consenso come il beppe grillo stando fuori dalla politica

e ispirare tanti ragazzi al ragionamento politico.

a così no!! non sei coerente

e non rispondendo mai dimostri di non essere in grado di reggere un confronto!

o stipendio da senatrice corrompe