PER IL RILANCIO A COSTO ZERO DEL PAESE (Lettera aperta sul Cip6)

Di Francesco Meneguzzo coordinatore tecnico Energia e Innovazione dei Verdi e Jacopo Fo presidente della Libera Università di Alcatraz
XX dicembre 2006

(Aderisci a questa lettera aperta utilizzando lo spazio dei commenti a questa news)
Mentre ci si affannava sulle virgole delle cifre di una manovra Finanziaria in cui, come sempre, gran parte dei flussi di denaro prescindono dalla produzione materiale dei beni, un piccolo gruppo di Senatori, guidato da Loredana De Petris e Tommaso Sodano, riusciva a ottenere quello che era impensabile fino a pochi mesi fa: che fossero finalmente cancellate le illegittime – perché in contrasto con le norme Comunitarie – incentivazioni alla produzione di energia elettrica da fonti che non siano rinnovabili, come le così dette fonti “assimilate”, per esempio i rifiuti non biodegradabili, i bitumi e gli scarti di raffineria, lo stesso gas naturale fossile purché si utilizzi il calore generato nella produzione elettrica (cogenerazione).
Uno scherzo, questo, che non è durato poco: iniziato nel 1992 con la delibera “CIP 6”, fondata sulla Legge 10 del 1991, ha consentito in 15 anni la destinazione di circa 40 miliardi di Euro attualizzati a fonti che niente hanno a che vedere con il sole, il vento, l’acqua, la geotermia, riservando a queste fonti soltanto il 20 per cento circa delle risorse complessive.
Ogni due mesi i cittadini italiani hanno sovvenzionato senza fiatare, per mezzo della bolletta elettrica, gli inceneritori di rifiuti e i gassificatori degli scarti del petrolio, quasi 4 miliardi di Euro nel solo anno 2005: tutto questo, credendo in buona fede di finanziare le fonti rinnovabili!!!
Intanto, dato che funzionava, la truffa si è fatta ancora più raffinata, concedendo all’elettricità prodotta dai rifiuti di plastica e gomma, il così detto CDR o combustibile derivato dai rifiuti, e perfino all’idrogeno prodotto a partire da qualsiasi fonte, petrolio, gas e carbone, l’accesso ai Certificati Verdi, titoli negoziabili che in pratica raddoppiano o perfino triplicano il valore dell’energia elettrica prodotta, mettendo impropriamente in competizione le fonti fossili con le fonti rinnovabili.
Grazie – si fa per dire – a questo lunghissimo scandalo, l’Italia è rimasta al palo con la maggior parte delle nuove fonti rinnovabili, in particolare con quella solare fotovoltaica, che è la più promettente, che in Germania e in Spagna, per non parlare del Giappone, degli Stati Uniti, della Cina, ha già prodotto un’economia diffusa e centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro capillarmente diffusi sul territorio, contribuendo al rispetto del Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici.
Di fronte all’incontrollabile aumento dei prezzi del petrolio e del gas, che soffrono di crisi di approvvigionamento sempre più minacciose, alla minaccia del ritorno in grande stile del carbone, che l’Italia non possiede e che in ogni caso rappresenta la più grave minaccia per la stabilità climatica e ambientale del pianeta, all’improponibile ritorno a un nucleare che non ha risolto uno solo dei suoi problemi, la Legge Finanziaria 2007 poteva offrire una straordinaria occasione, e in parte è stato così: il comma 644-bis e successivi stabiliscono che le incentivazioni, di qualsiasi tipo e salvo deroghe particolarissime, ancora da stabilire, siano destinate alle sole fonti rinnovabili, in accordo con la Direttiva Europea 2001/77/CE (che da anni è stata recepita correttamente dai maggiori Paesi Europei).
L’oscura lobby trasversale dei raffinatori e degli inceneritoristi ha voluto però colpire anche questa volta, e così l’accordo raggiunto tra maggioranza parlamentare al Senato e Governo, di riservare le residue incentivazioni agli impianti alimentati da fonti non rinnovabili “ai soli impianti già realizzati e operativi” si è trasformato, con un colpo di mano pochi minuti prima del deposito della Finanziaria, nella concessione degli incentivi “ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata concretamente la realizzazione”, rimettendo in gioco potenzialmente decine o centinaia di impianti, in maggioranza inceneritori di rifiuti, e ovviamente centinaia di milioni di Euro all’anno!
Di fronte alla clamorosa e coraggiosa protesta dello stesso piccolo gruppo di Senatori e del Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il Governo è stato costretto a tornare sulla questione, impegnandosi a ripristinare la versione originale della norma, ma non subito come con il comma “Fuda” sui reati contabili, piuttosto per mezzo di un emendamento al decreto legge sugli obblighi comunitari, il così detto “decreto mille proroghe” che, emanato il 22 dicembre, dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni.
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, si è impegnato infine a non concedere autorizzazioni all’accesso alle incentivazioni ad alcun impianto alimentato da fonti non rinnovabili, fino al ripristino della norma originaria.

NON C’E’ PIU’ BISOGNO, SE MAI C’E’ STATO, DI FINANZIARE LE ENERGIE SPORCHE, NE’ L’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI: LE TECNOLOGIE DI OGGI CONSENTONO DI PRODURRE TUTTA L’ENERGIA E GESTIRE I RIFIUTI IN MODO EFFICIENTE E SENZA PREGIUDICARE L’AMBIENTE, IL CLIMA E LA SALUTE.

CHIEDIAMO AI PARLAMENTARI TUTTI E AI MEMBRI DEL GOVERNO DI VIGILARE SENZA CONCEDERE SCONTI SUL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI, PER LA SALUTE, L’AMBIENTE, IL LAVORO:
PER IL BENE DELL’ITALIA !!!


Nuovi sprechi...

“L’Italia dei Privilegi” L’Espresso 7 dicembre 2006

Vizi privati

I bilanci aziendali grondano utili e il titolo vola in Borsa? Complimenti ai manager: si meritano un bell’aumento di stipendio. Profitti in calo e quotazioni in ribasso? La musica non cambia: i compensi di amministratori delegati e direttori generali crescono comunque. In Italia, quasi sempre, funziona così.

Le retribuzioni dei massimi dirigenti delle società quotate in Borsa si muovono a senso unico: verso l’alto. Stock option, bonus o incentivi vari corrono a gran velocità se l’azienda fa faville. In caso contrario aumentano più lentamente, ma aumentano comunque.

Prendiamo l’esempio di Mediaset. L’anno scorso il titolo ha perso lo 0,3 per cento e gli utili sono aumentati del 9 per cento. Difficile definirla una performance brillante. Eppure il presidente Fedele Confalonieri ha visto raddoppiare il suo compenso a 4,7 milioni grazie anche a un bonus di 2 milioni.
Telecom Italia, che ha chiuso l’ultimo esercizio con utili di gruppo in aumento del 77 per cento, ha invece deluso in Borsa con un calo del 17,6 per cento tra gennaio e dicembre del 2005. Insomma, per i soci c’è poco da festeggiare, ma i compensi del presidente (dimissionario dal 15 settembre scorso) Marco Tronchetti Provera sono comunque aumentati del 66 per cento: da 3,1 a 5,2 milioni.

Se non bastassero premi e incentivi vari, i manager italiani sono riusciti a cavalcare alla grande anche il gran rialzo di Borsa che dura ormai da quasi tre anni. Come? Grazie alle stock option, cioè le azioni a prezzi di favore assegnate ai manager come forma di retribuzione. Con la riforma fiscale varata dal governo in piena estate questo strumento è diventato molto meno conveniente per i dirigenti, obbligati a inserire nella dichiarazione dei redditi i guadagni derivanti dall’esercizio delle opzioni.

Nel frattempo, però, qualcuno era già passato alla cassa. Ai primi posti nella speciale classifica dei super compensi da stock option troviamo così un paio di banchieri protagonisti di grandi operazioni societarie varate in questi mesi.

Corrado Passera di Banca Intesa, prossima sposa di Sanpaolo Imi, ha guadagnato 9,9 milioni e poi li ha reinvestiti in titoli del suo istituto. Scelta quanto mai azzeccata, visto che dall’inizio del 2006 le quotazioni di Banca Intesa sono cresciute del 25 per cento. Anche Giampiero Auletta Armenise numero uno di Bpu (Banche Popolari Unite) si prepara alla prossima fusione con Banca Lombarda forte di un guadagno extra di 7,5 milioni realizzato nel 2005 grazie alle sue stock option.

Il gran rialzo del listino azionario ha finito per creare anche un altro gruppo di privilegiati. Banchieri, avvocati, consulenti d’immagine e pubblicitari: sono loro i veri vincitori della grande lotteria delle matricole di Borsa. Una febbre da quotazione che ha portato sul listino una ventina di nuove società negli ultimi mesi, coinvolgendo migliaia e migliaia di risparmiatori. Solo che gli investitori si sono presi il rischio di bidoni e ribassi. I banchieri invece guadagnano comunque. Come è puntualmente successo anche per lo sbarco in Borsa della Saras, l’azienda petrolifera della famiglia Moratti.
L’operazione ha fruttato circa 2 miliardi alla famiglia di industriali milanesi. Ai risparmiatori è andata molto peggio, visto che in meno di sei mesi dalla quotazione il titolo ha perso quasi il 30 per cento. Un disastro, ma i banchieri del consorzio di collocamento guidato dalla banca d’affari americana Jp Morgan, affiancata da Caboto (Banca Intesa), hanno comunque incassato la loro provvigione: quasi 40 milioni di euro. A cui vanno aggiunti altri 12
milioni da dividere tra consulenti legali, d’immagine e altri ancora. Mica male per un flop.

Servizi extra



Il 16 dicembre, quando lasceranno i vertici dell’intelligence, avranno già distrutto molti segreti. Qualche carta, invece, la porteranno con sé a futura memoria. Niente di strano: funziona così in tutto il mondo. Emilio Del Mese, Nicolò Pollari e Mario Mori stanno facendo le valigie e si preparano al passaggio di consegne con i loro successori. Ma i conteggi della loro pensione, con relativa buonuscita, sono già pronti.

Così, secondo quanto risulta a “L’espresso”, ai tre illustri pensionandi il governo avrebbe riconosciuto una liquidazione che sfiora quota un milione e 800 mila euro. Una somma che forse farà alzare qualche sopracciglio, ma che sarà certamente stata costruita nel pieno rispetto di leggi e contratti e che, in ogni caso, riguarda tre persone che hanno servito lo Stato ad alto livello per oltre 40 anni. Più anomala l’entità della pensione: ogni mese 31 mila euro lordi. A questo importo- monstre si è arrivati cumulando lo stipendio con l’indennità di funzione, che nei servizi chiamano “indennità di silenzio”. Chi presta servizio al Sisde o al Sismi, infatti, di solito guadagna il doppio rispetto al parigrado che è rimasto in divisa. E l’avanzamento nei servizi è molto discrezionale e rapido.
Quando la barba finta va in pensione, però, non si porta dietro quella ricca indennità: il privilegio dei privilegi riconosciuto solo ai capi. Per il resto, chi fa il militare o il poliziotto, di privilegi veri ne ha pochi. Gli stipendi sono bassi e spesso poco rispettosi dell’alto grado di rischio o di stress. Con il tesserino si può viaggiare gratis sui mezzi pubblici e, spesso, godersi gratis la partita di calcio. Ma definirli privilegi sarebbe un po’ ardito.

La via Nazionale


Non ci sono più gli affitti agevolati negli immobili di proprietà della banca. Né il caro-legna, un sussidio alle spese per il riscaldamento, o la speciale indennità per gli autisti della sede di Venezia, che guidano il motoscafo invece dell’auto blu. Così come sono un ricordo del passato gli straordinari benefici pensionistici di quando si poteva andare a casa con 20 anni di servizio e un assegno che restava ancorato alle retribuzioni. Anche nell’era di Mario Draghi la Banca d’Italia continua però a dispensare un trattamento ultra-privilegiato ai suoi dipendenti. Basta pensare che gli stipendi dei magnifici quattro del Direttorio di palazzo Koch (il governatore, il direttore generale e i due vice) sono segreti. Scavando un po’ si può scoprire che oggi i funzionari generali hanno un lordo annuo di 110 mila euro. Gli oltre 200 direttori di filiale stanno a quota 64 mila; i funzionari di prima a 49 mila e 200. Ma allo stipendio-base si aggiunge una giungla di altre voci che arrotonda la cifra finale. Siccome lavorare stanca, c’è per esempio uno stravagante premio di presenza: chi va in ufficio per almeno 241 giorni in un anno si porta a casa una sorta di quattordicesima: il premio Stachanov. A dicembre c’è la cosiddetta gratifica di bilancio: vale circa 35 mila euro per i funzionari generali; 18 mila per i direttori e oltre 6 mila per i funzionari. Siccome poi la banca ha un suo decoro, i più alti in grado incassano anche un'indennità di rappresentanza, una specie di buono-sarto, che è semestrale, forse per rispettare il cambio di stagione: poco meno di 8.500 euro per i funzionari generali; 4 mila per i direttori; 1.200 per i funzionari.

Partecipazioni interessate



Un vero e proprio Carnevale di privilegi è stato per anni il contratto di lavoro dei dipendenti dell’Alitalia. In un’azienda dove la definizione di giorno di riposo sembrava scritta da Totò & Peppino («Deve avere una durata di almeno 34 ore») e dove i dirigenti riuscivano a farsi infilare nella mazzetta dei giornali i fumetti di Topolino per (si spera) i pupi di casa, alla fine i soldi sono davvero finiti. I piloti hanno così perso via via dei benefit, come il buono-sarto per farsi confezionare la divisa su misura, il diritto all’autista da casa all’aeroporto, o la cosiddetta indennità Bin Laden, istituita dopo l’11 settembre 2001 sulle tratte mediorientali. Sono rimasti, però, i ricchi sconti al personale sui voli: i dipendenti (e i pensionati) hanno diritto ad acquistare (anche per figli e coniugi o conviventi) i biglietti con una riduzione del 90 per cento sulla tariffa piena se rinunciano al diritto di prenotazione.

Altro capolavoro di sindacalismo all’italiana è il contratto dei ferrovieri. Quando un macchinista guida un treno da solo come in tutto il resto del mondo, invece che in coppia secondo la procedura made in Fs, ha diritto a incamerare anche la paga del compagno assente. Tutti i dipendenti dispongono inoltre di una carta di libera circolazione, che consente di viaggiare gratis (con coniugi e figli) su treni regionali, interregionali e Intercity.


sono riuscita a collegarmi!

In questi giorni di “festa” … ho riflettuto molto sull’ultimo articolo pubblicato dal Corriere, che ha aumentato lo sgomento che ho addosso da quando mi trovo qui. Perché? Stiamo spendendo come pazzi (come se nulla fosse cambiato!), e come ho detto altre volte, senza avere i mezzi per far fronte alle spese.
Vi metto qui di seguito le cifre estratte dall’articolo. Voglio che anche voi vi “sgomentiate”, non per rovinarvi “le feste”, ma per avere le idee sempre più chiare di come siamo messi. Vorrei avere il tempo di aggiungere a queste altre cifre astronomiche… le spese militari, gli stipendi di tutti noi, e non ultime quelle del governo Berlusconi.
Qualcuno mi vuole aiutare? Scegliete un articolo qualsiasi dall’indice (comunicate quale, per non fare in due lo stesso lavoro) e seguite il mio sistema.

Il Parlamento, sensato o spendaccione, è sovrano
di Sergio Rizzo
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-750 mila euro per sostituire arredi definiti «non ergonomici”.
-38 milioni affitti
-2.500.000 facchinaggio
-Camera: 360 mila euro bollette acqua
-Senato (compresi misteriosi "approntamenti dei servizi anti-incendio") 400 mila
-consumo, camera e senato: 650 mila metri cubi d’acqua.
-Sottopassaggio da Montecitorio a palazzo Theodoli (5 passi di distanza) su via del Corso. Stanziamento previsto: 5 milioni 220 mila euro (un milione a passo).
-1948 Camera e Senato occupavano 4 edifici
2006 circa 30 edifici.
-ogni volta che un gruppo parlamentare, una commissione o un singolo senatore cambia stanza, costano per "facchinaggio" un milione e 275 mila euro, con un aumento di 45 mila euro rispetto al 2005.
-Appartamenti:
presidente Senato-
presidente Camera
otto vicepresidenti delle due aule parlamentari.
Questori beneficiano di un appartamento e di un ufficio
Ex presidente camera:
Pierferdinando Casini, si è sistemato nel punto più panoramico del palazzo, una specie di superattico extra-lusso.
(ndr. Attenzione: tutti gli ex hanno appartamenti, uffici, compresa la Pivetti. Darò notizie precise)
-palazzo Marini: affitti 32 milioni e 585 mila euro destinati a salire l'anno prossimo di altri 1,3, più manutenzioni ordinarie: 13,5 milioni. (qualche anno fa gli Uffici erano 575)
-Palazzo Madama (più palazzo "Carpegna", "Giustiniani", “Cenci" ad uso gratuito del Demanio) paga canoni affitti 5 milioni e 750 mila -un paio di anni fa ha comprato un paio di proprietà per 21 milioni e 692 mila euro.
-Prodi, appena arrivato a Palazzo Chigi, rimesso a nuovo da Berlusconi si è ritrovato un conto da pagare. Una delibera del Cipe del 29 marzo (dieci giorni prima del voto) che stanzia 69 milioni 668 mila euro per i restauri di alcuni palazzi.
-Tra i quali 10 milioni del palazzetto Largo Toniolo
-18 milioni e 581 mila Piazza della Minerva
-20 milioni e 865 mila euro per la manutenzione straordinaria di Vicolo Valdina...
-dopo che la destra aveva rosicchiato un mucchio di euro perfino dall'8 per mille destinato ai poveri del mondo per tappare tra l'altro un buco Alitalia (vergogna!), la maggioranza di sinistra ha fatto un piano triennale per la Camera che prevede di spendere 2 milioni 520 mila euro per "rinnovamento ascensori" (168 mila euro per ogni palazzo),
6 milioni per "rifacimento impianti di condizionamento", 870 mila euro per "smaltimento dei rifiuti speciali" (ulteriore conferma che Montecitorio c'è talora qualcosa di tossico),
180.000 per "dispositivi di protezione individuale" (cioè? Boh...),
3 milioni e passa per la "riqualificazione degli ambienti delle commissioni parlamentari e del palazzo dei Gruppi"
-750 mila euro per la "sostituzione di arredi non ergonomici".

Ecco, viste così le cifre hanno un peso maggiore, non vi pare? Aspetto i vostri commenti indignati e il vostro aiuto. Ma non possiamo indignarci e basta.
E’ una vita che m’indigno. Dobbiamo pensare in che modo possiamo intervenire affinché, chi sta lassù, si dia una regolata.
Le mie denunce quotidiane, se non danno risultati, sono sterili e fine a sé stesse.
Dobbiamo contarci. Dobbiamo essere in tanti se vogliamo avere un peso. Sono arrivate molte firme. Ma penso occorra un sistema più tangibile. Vi viene un’idea?

Non ho potuto, per ora inserire la sorpresa dei miei auguri. Qui, sono a Salso Maggiore (nuoto dalla mattina alla sera per rifarmi dei 7 mesi passati seduta!!) non ho la possibilità di farlo. Scusatemi.
Prego tutti di scrivere lettere più brevi e di lasciare spazio a tutti. Sono contenta di leggervi, di sentire la vostra amicizia… ma… Penso mi capiate.
Un abbraccio franca


buon anno nuovo!

Ciao! Spero che queste giornate di festa siano trascorse felicemente per tutti.

Franca non è ancora riuscita a reperire un collegamento internet, ma sicuramente nei prossimi giorni tornerà on-line. Per oggi proverò a raccontare com'è successo che sono arrivata a Roma, a svolgere questo lavoro accanto a Franca.

Quando lo scorso settembre ho ricevuto la sua prima inattesa telefonata per una chiacchierata sono stata travolta da un'ondata di adrenalina: Franca Rame, proprio lei, ed il senato, tutto in una volta... Per me, una ragazza appassionata di politica ed ecologia, si è trattato di un tuffo al cuore!

Arrivata a Roma con i miei valigioni carichi di abiti e buoni propositi, ho impiegato qualche tempo per capire cosa mi stava succedendo...

Come prima cosa ho dovuto "alfabetizzarmi" in materia di vita del Senato: l'elenco telefonico dei numeri interni, corrispondenti ai vari uffici e servizi è un romanzo, l'attività dell'aula con i suoi orari e le commissioni, la lunga ricerca dell'ufficio postale per ritirare la posta, l'interminabile trafila di telefonate e fax per ottenere una stampante...



Franca mi ha dato ospitalità a Roma, e quindi oltre al lavoro, condividiamo un sereno dopo-lavoro: tornate a casa la sera, se non si è troppo stanche della giornata si cena al ristorante, raccontando aneddoti divertenti della giornata o del passato, oppure organizzando le attività della settimana. Uno dei manicaretti che lei prepara è la minestra di riso e spinaci...

Spesso però siamo talmente affaticate dalla giornata che basta un piatto di prosciutto con un po’ di pane e poi televisione: telegiornale, un bel filmino...alle volte un bel solitario al computer...

Man mano che questo blog si anima, stiamo migliorando le nostre capacità informatiche. Le poche cose che ho imparato da Carlo Giordano (laureando in legge), il nostro guru informatico, le ho insegnate a Franca che con il computer è molto brava, ma la sera che ha messo da sola la sua prima immagine (attenzione, usando il codice html!) la sua risata di gioia mi ha fatto sobbalzare nel letto!

Quando è possibile, chiedo a Franca di raccontarmi del suo passato, dell'attività politica della sua famiglia, di soccorso rosso, della storia dell'Italia che oggi non si sente più raccontare, ma che pulsa ancora sotto una crosta di indifferenza. E' in questi momenti che mi sento travolta dalla sua forza, la cui grandezza incommensurabile sta nella sua umanità: conoscendola, non si può non percepire la sua tensione verso il prossimo, l'impegno senza risparmi per gli altri, e la necessità di non scendere a compromessi con la sua coscienza. Se quest'ultima dote fosse di tutti i nostri politici, da sinistra a destra, beh... fate voi.

Le ripeto che dovrebbe scrivere la sua storia, non per sè ma per noi, generazioni che abbiamo disimparato a credere negli ideali.

Onorevole Teresa Matteisize=1>
Se dovessi raccontarvi l'episodio che più mi ha segnata in questi tre mesi di lavoro, credo che sceglierei l'incontro con l'Onorevole Teresa Mattei. Questa vecchina dai capelli argentati è una dei membri della Costituente. Da ragazza partecipò alla Resistenza e fu tra le fondatrici dell'UDI. Passeggiando tra i palazzi, ha raccontato di De Nicola, Scalfaro e dell'aria che si respirava quando la Repubblica si costruiva con gli ideali e le aspirazioni.

Tra molte cose, una mi ha colpita: parlando di sprechi di Stato, non ha esitato a dire che il vero spreco italiano è quello dei giovani, a cui oggi non sono concessi un futuro e un progetto, ma soprattutto sono manchevoli del coraggio e del desiderio di osare, perchè hanno imparato ad ubbidire.

La Costituentesize=1>
Queste parole mi hanno tramortita! Avevo davanti a me un membro della Costituente, la più giovane deputata di allora, che con forza incredibile negli occhi velati dall'anzianità, guardava nei miei e diceva: coraggio, dovete osare, credere in voi stessi!Noi siamo stati il futuro dell'Italia che oggi vi consegniamo, e voi cosa consegnerete? Siamo stati noi o siete stati voi a negarvi la possibilità di osare?

Auguro a tutti per un nuovo anno di pace, solidarietà, giustizia e serenità. Con meno guerre, inquinamento, indifferenza e sopraffazione.
Un abbraccio, Carlotta


vado a letto...

eccomi a casa! il senato ha chiuso. riprenderemo i lavori (a meno che non ci siano le commissioni, e io ne avrò) il 22 gennaio.
giovedì ho registrato circa 3 ore per europa7. gran chiacchierata... bello! mi sono divertita. non so quando andranno in onda le puntate. lo comunicherò.
In tutti questi mesi non sono mai stata presente in televisione, per scelta. Non mi interessava andare a raccontare cose qualsiasi sulla mia vita in senato. “ci verrò quando avrò qualcosa di concreto di cui parlare” rispondevo ai numerosi inviti.
Ho accettato di buon grado di partecipare ad anno zero di Santoro. Mi sentivo pronta a raccontare del lavoro svolto.

Sabato: alzata ore 8, finito di fare valigia. Arriva - tramite corriere - il regalo di Jacopo. Mi emoziona sempre l’amore che ha mio figlio per me. Bello! Lo voglio fotografare per farvelo vedere. Carlotta piena di borse e valigie, se ne sta andando. Buona vacanza!
Corro in ufficio. Sbrigo ultime cose. Pensavo di metterci meno tempo. E’ venuto scuro. Le 19! Mamma mia, ho il taxi alle 20. Mi carico di tutti i documenti che devo portare con me. Ci sono anche i regali che ho ricevuto… cadrò per la strada.
taxi. fiumicino. abbracci dai lavoratori alitalia. tutti conoscono il mio intervento all'audizione dell'ingegner cimoli. feliciiiii!
aereo partito in orario!!! linate. dario è lì. “Grazie, caro… perché sei venuto a prendermi così tardi?...” Abbracci, abbracci… com’è che a Milano splende il sole anche se è notte?
Miracoli dell’amore.
Risotto giallo. 2 piatti. Buooono! Mi si chiudono gli occhi. La giornata di oggi e il maxiemendamento m’hanno ammazzata.
il tavolone in soggiorno, è zeppo di regali natalizi… non resisto: saponette, oli, propoli alcolico, miele, olio d’oliva, da una scatola mi chiama un delicato profumo… “ma cos’è?!” una dolcissima corona… (circonferenza 60 cm.) composta da mirto, minuscoli frutti, meline rosate, mirtilli e erbe aromatiche da appendere alla porta… (ma che romantico sei Paolo Collo -Einaudi-… grazieeee!). Questa coroncina si chiama “l’auspico del buon raccolto”. SPERIAMO!
Libri, cioccolatini… panettoni… formaggio grana e aceto balsamico dall’editore Panini… ma che beneeee! Grazie!In una borsettina rossa, nocciole. Sì, nocciole con un bigliettino “nocciole di marta e felice (Cappa), primo racolto!” Capito che amici che abbiamo?!
L’inventore di Slwo food, Carlino Petrini di Bra, nostro carissimo amico da 100 anni, ci ha innondati di pregiato barolo del 98. Peccato essere astemia (mi a anche promesso di inserirmi sul suo sito. che colpo! hanno circa 100 mila navigatori al giorno! “grazie Carlino della tua generosità e dell’aiuto che mi dai”). in tanti ci vogliono bene e si ricordano di noi. Questa sera la vita è bella!

Mi sento in colpa. Non ho avuto tempo da dedicare ai regali. Beh, mi farò perdonare.

Vado a letto, ma non riesco ad addormentarmi… mi rigira nella testa l’articolo che ho pubblicato ieri. Mi alzo, riaccendo il computer, "dova vai franca?... torna a letto..." "vengo subitoooooo..." Lo leggo e rileggo! possibile?!Qualcosa sapevo ma altre mi sono piombate addosso ad agitarmi. Ma come mai continuiamo a spendere come fossimo ricchi, invece abbiamo le pezze al sedere?
Bisogna che trovi il tempo, di riassumere tutti i dati inseriti sino ad ora nel blog, più gli altri che abbiamo raccolto... (aspetto, perché sono difficili da decifrare, stiamo cercando di renderli il più semplice possibile. mica tutti sono come tremonti, no?) e fare il PUNTO.

Mi chiedo cosa possiamo fare? Come possiamo contare? Come possiamo incidere. Chi siamo “noi”? Esistiamo?
No, non dormirò… maledizione, come siamo messi male!

…. NATALE, BASTA BRUTTE NOTIZIE!
FELICITA’ PER TUTTI…
DOMATTINA VI FARO' GLI AUGURI CON TUTTA LA FAMIGLIA...
SORPRESA!
BUONANOTTE!


ma noi, cosa possiamo fare?

SOLO ORA HO IL TEMPO PER INSERIRE QUESTO DAVVERO SCONVOLGENTE ARTICOLO.
SONO QUASI LE 11, ED HO AVUTO UNA GIORNATA PESANTE. NON CE LA FACCIO AD INSERIRE IMMAGINI. LO FARO' DOMATTINA.
SONO PREOCCUPATA. SENTO PIU' CHE MAI IL BISOGNO DI AVERE UN MARE DI GENTE CHE CONDIVIDA LE MIE PREOCCUPAZIONI.





IN GENNAIO ANDRO' DAL NOTAIO PER L'ASSOCIAZIONE.
HO LA FORTUNA DI ESSERE AIUTATA DA UN GRAN PERSONAGGIO, IL PRESIDENTE ELIO LANNUTTI DELL'ADUSBEF, CHE MI E' AMICO, MI CONSIGLIA E PROTEGGE.
HO IN PROGRAMMA DI ORGANIZZARE QUALCOSA DI PROPRIO GROSSO, MA DOBBIAMO ESSERE IN TANTI.
TANTISSIMI.
VADO A LETTO... E VI MANDO UN BACIO.








NOVITA': DOMANI DOVREI AVERE IL MIO LINK SUL SITO DI SLWO FOOD CIRCA 100 MILA NAVIGATORI! (CARLO PETRINI Sì, CHE è GENEROSO! UN GRAN BACIO CARLO
GRAZIE ANCHE A TUTTI I BLOG CHE MI STANNO OSPITANDO!!)






Corriere della Sera
CAMERA E SENATO? NON BASTANO. E I PALAZZI DIVENTARONO TRENTA size=4>
Sergio Rizzo
14 ottobre 2006




IL CASO / L'ultima spesa decisa: 750 mila euro per sostituire arredi definiti «non ergonomici» Affitti per 38 milioni, solo i facchini costano 2 milioni e mezzo.
Non è vero che i politici mangiano: bevono anche. Una sete pazzesca, da impolverati cammellieri del Sahel.




Basti dire che l'anno scorso la Camera ha pagato 360 mila euro di bollette d'acqua. E il Senato (compresi misteriosi "approntamenti dei servizi anti-incendio") 400 mila.








Pari, insieme, a 650 mila metri cubi d'acqua. Come se per ogni giorno di seduta fosse riempita un'enorme piscina olimpionica. Eppure, diranno, si sono tolti il bicchiere di bocca: con un taglio a Montecitorio di circa il 20%. Segno che confidano, meteorologicamente almeno, in un anno meno rovente.

Il risparmio sulla "fonte della vita" è però uno dei pochi, sul fronte delle spese del Palazzo. Il quale, a dispetto delle vacche magre, ha succhiato e continua a succhiare alla generosa mammella delle pubbliche casse con una voracità che, qui e là, grida vendetta. Uno per tutti? Qualche cervellone ha avuto l'idea, forse per sottrarre i committenti alle pernacchie dei passanti, di varare la progettazione e la costruzione di un sottopassaggio per unire Montecitorio a una delle sue numerose dependances, cioè il palazzo Theodoli su via del Corso. Dall'uno all'altro palazzo saranno, a farla grossa, cinque passi. Stanziamento previsto: 5 milioni 220 mila euro. Un milione a passo. Quanto costano oggi i muratori, signora mia...
I bilanci dei palazzi del Palazzo, ecco il punto, sono la prova di come la politica, sia coi governi di destra, sia con quelli di sinistra, abbia continuato in questi anni a divorare soldi alla faccia delle quotidiane denunce di conti in rosso e dei quotidiani appelli ai cittadini perché tirino la cinghia. Per cominciare, questi palazzi del Palazzo, come fossero di mattoni transgenici, continuano a crescere e si moltiplicano e si sdoppiano e dilagano nel centro di Roma. La mappa a fianco dice tutto: Camera e Senato nel 1948, quando il padre e la madre di Rosa Russo Jervolino, ministro l'uno e sottosegretario l'altra, andavano in ufficio in bus, occupavano quattro edifici. Oggi ne hanno una trentina.
Vorremmo essere più precisi ma è impossibile: spesso un palazzo ne ha inglobato un altro e un altro ancora. Così che quello di Vicolo Valdina sono in realtà due, il complesso "Palazzi Marini" sono quattro... Totale? Boh...
Sono talmente tanti che i soli traslochi dall'uno all'altro, ogni volta che un gruppo parlamentare, una commissione o un singolo senatore cambia stanza, costano per "facchinaggio" un milione 275 mila euro, con un aumento di 45 mila euro rispetto al 2005. Perché il 16% in più? Risposta: «Si è dovuta tenere in giusta considerazione la spesa aggiuntiva che si determinerà nel corso dell'anno per le esigenze inevitabili nel corso del cambio di una legislatura». Ovvio. Ma a quel punto subentra un'altra domanda: come mai allora, per facchinaggio e traslochi la Camera, che ha il doppio dei parlamentari, spende meno del Senato (un milione 255mila euro) e soprattutto ha un aumento (+20 mila euro) dimezzato? Non hanno cambiato, lì, legislatura? Misteri. Sui quali non può mettere in naso nessuno. Neppure la Corte dei Conti. Il Parlamento, sensato o spendaccione, è sovrano. Al punto che ogni anno comunica al Tesoro quanto vuole e al Tesoro, anche se la cifra è spropositata, non resta che chiedere amichevolmente un po' di sobrietà. Fine. Né può metter becco la dirigenza amministrativa dei due Palazzi. A decidere sono, di fatto, solo deputati e i senatori nominati dai partiti (con scelte molto oculate) questori di Camera e Senato. Questori cui è riservato non solo un appartamento ciascuno (non un ufficio: un appartamento) per vivere più agiatamente la loro missione, ma anche l'ultima e insindacabile parola su tutto. Al punto che l'ex segretario generale della Camera, Mauro Zampini, si rifiutò per anni di partecipare alle riunioni in cui, di fatto, avrebbe fatto la parte del due di coppe con briscola a spade.
Eppure, le cose sulle quali la pubblica opinione avrebbe diritto di conoscere i dettagli, sono tante. A partire proprio dagli appartamenti privati dati in dotazione, che per consuetudine spettano non solo ai due presidenti (anche se ad esempio Franco Marini non ci ha dormito mai), ma anche agli otto vicepresidenti delle due aule parlamentari. Va da sé che uno, alla lunga, ci si adagia. Al punto di predisporre finché è in carica, come Carlo V predispose nei dettagli i propri funerali, anche la propria sistemazione da ex, come ha fatto ad esempio Pierferdinando Casini, che dopo aver lasciato lo scranno più alto di Montecitorio si è sistemato nel punto più panoramico del palazzo, una specie di superattico extra-lusso.
Dai e dai, però, gli spazi non bastano mai. E così, per uscire dalle ristrettezze dei 575 uffici ripartiti qualche anno fa a palazzo Marini e dei 4.135 metri quadri assegnati allora ai gruppi parlamentari, la Camera ha continuato a espandersi e oggi spende in affitti 32 milioni e 585 mila euro destinati a salire l'anno prossimo di altri 1,3. Una somma enorme, alla quale vanno sommati i soldi spesi per le manutenzioni ordinarie: 13,5 milioni. Quanto al Senato, che riesce a spendere in canoni 5 milioni e 750 mila euro nonostante occupi un sacco di palazzi (dal "Madama" al "Carpegna", dal "Giustiniani"


al "cenci"

- qui ho il mio ufficio, avuti in uso gratuito dal Demanio, era così affamato di metri quadri che un paio di anni fa ha comprato un paio di proprietà, in Largo Toniolo e in via dei Chiavari, per 21 milioni e 692 mila euro.
Un affarone, dicono.

Fatto sta che Prodi, appena arrivato a Palazzo Chigi,
rimesso a nuovo da Berlusconi che aveva affidato un radicale restyling al suo architetto di fiducia Giorgio Pes


align="justify"> ("C'erano mobili di cattiva qualità, ottoni da fiera paesana, stupendi affreschi abbinati con parquet a spina di pesce, lampade di plexiglas, sudiciume, moquette color topo...")
si è ritrovato un conto da pagare. Una delibera del Cipe del 29 marzo (dieci giorni prima del voto) che stanzia 69 milioni 668 mila euro per i restauri di alcuni palazzi. Tra i quali 10 milioni per la ristrutturazione del palazzetto di Largo Toniolo e 18 milioni e 581 mila per quello di Piazza della Minerva e 20 milioni e 865 mila euro per la manutenzione straordinaria di Vicolo Valdina...
Carucci? Ma no, ma no... E poi, se servono davvero, i parlamentari i soldi riescono sempre a trovarli. Al punto che, dopo che la destra aveva rosicchiato un mucchio di euro perfino dall'8 per mille destinato ai poveri del mondo



per tappare tra l'altro un buco del "fondo volo" dei piloti Alitalia (vergogna!), la maggioranza di sinistra ha fatto un piano triennale per la Camera che prevede di spendere 2 milioni 520 mila euro per "rinnovamento ascensori" (168 mila euro per ogni palazzo), 6 milioni per "rifacimento impianti di condizionamento", 870 mila euro per "smaltimento dei rifiuti speciali"

(ulteriore conferma che Montecitorio c'è talora qualcosa di tossico),

180.000 per "dispositivi di protezione individuale" (cioè? Boh...), 3 milioni e passa per la "riqualificazione degli ambienti delle commissioni parlamentari e del palazzo dei Gruppi". Dulcis in fundo: 750 mila euro per la "sostituzione di arredi non ergonomici". Una spesa che in questi tempi di magra, converrete, era assolutamente in-di-spen-sa-bi-le.


FINALMENTE UNA SERATA DI FESTA: BUON NATALE!

Ieri ho passato una bellissima serata! In un hotel di via Veneto, grande cena con tutti i componenti dell’Italia dei Valori, più gli amici di sempre, Nello di Nardo e Claudio Bellotti. Le uniche donne, l’on. Silvana Mura (la tesoriera oltre a altri mille incombenze) e la sottoscritta. Silvana era molto carina, elegante come sempre.

E’ la seconda persona dell’IDV che nel lontanissimo marzo ho conosciuto. E’ nata tra di noi una bella amicizia. Peccato che lei sia a Montecitorio… ci vediamo poco, ma ci sentiamo sempre.
Non ho mai visto Di Pietro tanto felice… regali per tutti. Fantastico.

Eravamo solo tre senatori... Fabio Giambrone...

Quello che io chiamo “il mio capo” il sen. Nello Formisano, mi ha regalato un tenerissimo alberello di corallo, poi sciarpe, cravatte… non hanno scherzato niente!

Mancava solo Beppe Caforio, che mi ha inviato uno scatolone pieno di golosie che mi mangerò con la mia amica Carlotta...
Pranzo ottimo, chiacchere e tanta euforia. Alla fine un panettone grande come una casa, con il ministro che tagliava fette su fette cantando. Che pazzo simpatico. Non l’avevo mai visto tanto in forma.

Auguri, auguri e baci e abbracci. “BUON NATALE!”.
Durante la cena a un certo punto salta fuori una storia che non posso fare ameno di raccontarvi. Accidenti, quel Di Pietro, è uno che fa sul serio!
“Non si può predicare bene e razzolare male – ha detto - Per questo ho iniziato la lotta agli sprechi e agli alti costi della politica facendo pulizia in casa mia…. al ministero. Subito dopo l’insediamento, ho dato un taglio a consulenze e incarichi al personale esterno, risparmiando in tal modo circa 12 milioni di euro. Un provvedimento che ha avuto anche l’obiettivo di ridare orgoglio al personale del dicastero, per lungo tempo penalizzato dall’affidamento all’esterno degli incarichi e delle responsabilità più rilevanti.

Un obiettivo che deve essere perseguito anche attraverso misure di giustizia e di perequazione.
È proprio per questo che, contemporaneamente alla riduzione delle consulenze, mi sono battuto anche per l’equiparazione degli stipendi del personale del dicastero a quelli del Ministero dei Trasporti.
Una misura – approvata in Finanziaria – che esula dal discorso sulla lotta agli sprechi, ma ha a che fare con la necessità di favorire misure di equità.
È infatti anche attraverso la motivazione e giusti riconoscimenti dei meriti delle lavoratrici e dei lavoratori che si rende meglio funzionante la macchina della Pubblica amministrazione.

Il Ministro delle Infrastrutture e leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sta improntando la sua azione politica – fin dal suo insediamento – alla lotta agli sprechi e al contenimento dei costi della politica. Molto è stato già fatto, ma molto resta ancora da fare, non solo all’interno del Ministero, ma più in generale sulle norme che regolano il funzionamento della Pubblica amministrazione.

È proprio in quest’ottica, che il Ministro Di Pietro ha messo a punto un insieme di norme che sarà presto sottoposto al Consiglio dei Ministri. Un pacchetto che contiene la razionalizzazione dei costi della politica, l’eliminazione di sprechi, la riduzione delle sacche di inefficienza e di privilegio che ancora resistono nel nostro sistema politico. In particolare, si intende porre un freno al proliferare delle spese per quanto riguarda le amministrazioni locali e le aziende pubbliche.

Per quanto riguarda le prime, sarà proposto un tetto al numero di assessori componenti le giunte più basso di quello attuale, portandolo da un terzo a un quarto del numero dei componenti il consiglio. Anche l’indennità dei consiglieri comunali e provinciali sarà ridotta dal 33% al 25% dell’indennità massima prevista per il rispettivo sindaco o presidente.

In materia di aziende pubbliche, verrà proposto un tetto di 500.000 euro quale compenso annuo massimo per i manager. Un limite massimo, nella misura del 70% delle indennità spettanti ai rispettivi sindaci e presidenti di Provincia, sarà imposto anche a membri e presidenti dei Cda delle aziende, pubbliche o miste, partecipate dagli Enti locali.


stampatevelo e leggete con calma... importante e incredibile!

è un documento molto lungo, ma va letto e diffuso. potrei pubblicarlo a puntate, ma è meglio averlo completo. trovate il tempo.
CONFESERCENTI

2005: lo spreco continua …
Cento esempi di cattivo utilizzo della spesa pubblica

Sommario
Introduzione
Nelle spire del Pappadai
Acqua e acquedotti
Le altre infrastrutture
Enti locali
Sanità
Stato
Altri sprechi

Introduzione
“2005: lo spreco continua” è il nuovo dossier della Confesercenti sulla spesa pubblica. Lo slogan “basta con gli sprechi” sembra scontato in tutti i dibattiti politici e in tutte le leggi finanziarie annunciate da alcuni anni a questa parte.
E da anni Confesercenti – da sempre attenta all’ impiego del denaro pubblico – ripropone le sue analisi e denunce. Così è stato dal 1996, cioè da quando Confesercenti promosse la ricerca Cento casi di spreco nella spesa pubblica, nella quale con semplicità e talvolta con ironia evidenziavano i perversi meccanismi di crescita esponenziale della spesa a carico dei contribuenti.
Quella ricerca indusse il legislatore a intervenire su alcuni casi per moralizzare l’uso del pubblico denaro. Gli esempi più clamorosi ed eclatanti riguardavano la spesa per infrastrutture, a partire da quelle che dovevano assicurare l’acqua alle regioni meridionali, l’acquisto di beni e servizi, le spese telefoniche dei Ministeri, gli sprechi delle nostre ambasciate. Su alcuni di questi sprechi, i governi sono intervenuti negli anni successivi con qualche risultato positivo. È stata inoltre costituita la CONSIP, un’agenzia statale che tra varie vicende ha consentito qualche risparmio, ma che ha discriminato le PMI, con gravi conseguenze sul sistema produttivo italiano dove esse sono prevalenti.
La lotta allo spreco è entrata a pieno titolo in questi anni nei programmi degli schieramenti politici, ma resta ancora una strada tutta da percorrere.
Alla prima pubblicazione sugli sprechi, nel 1996, ne seguì un’altra nel 2002, con altri cento esempi, che divennero oggetto di approfondimento anche da parte delle autorità competenti.
Nonostante alcuni interventi di correzione del disavanzo, la corruzione e la spesa pubblica improduttiva rimangono ancora nodi principali della nostra vita amministrativa e dei programmi di risanamento della finanza pubblica.
Quando parliamo di sprechi, è necessario chiarire di cosa si tratta. Ci viene in soccorso la magistratura contabile. Il procuratore generale della Corte dei conti nella sua relazione all'apertura dell'anno giudiziario ha denunciato che “frequenti sono stati gli eventi di danno al demanio e al patrimonio pubblico nella gestione del personale e, specialmente, in quello della sanità. Altre istruttorie hanno riguardato i casi di perdite in materia di cooperazione allo sviluppo". Tutti comportamenti che "producono un'unica, fondamentale figura di danno, quella che comunemente va sotto il nome 'spreco'".
E quanto lo spreco sia diffuso, lo dimostra anche la terza edizione della nostra analisi, comprendente molti casi limite, sia locali che centrali.
Come quello dell’invaso idrico del Pappadai (mai nome fu più appropriato) vicino Taranto, emblematico delle aspirazioni, delle frustrazioni, delle vicende kafkiane che sovente stanno dietro ai grandi sprechi della nostra Italia. Nel progetto si prevedeva la realizzazione di una condotta, parallela a quella già esistente costata circa 150 milioni di euro. Che non ha mai visto una goccia d’acqua.
Questa vicenda emblematica richiama i problemi tuttora irrisolti, delle infrastrutture, della trasparenza, dell’efficienza, sui quali la pubblica amministrazione resta al palo e non migliora con il decentramento.
Anche nell’odierna edizione, come in quella del 2002, abbiamo dedicato particolare attenzione alla spesa decentrata: regioni, sanità, enti pubblici, enti locali. Proprio questi enti, infatti, rappresentano la nuova realtà del federalismo istituzionale, le cui prospettive comportano una importante sfida di decentramento e democrazia, ma recano anche il rischio di duplicare i difetti e lo spreco del centralismo.
Abbiamo documentato quanto il localismo eccessivo influisca negativamente sulla realizzazione di grandi opere o dell’alta velocità, nella stessa maniera in cui il centralismo senza controlli produce enormi sprechi.
La situazione è sempre preoccupante. Da ospedali sempre in costruzione, ad enti regionali che spendono per corsi di formazione improbabili: veline, detective, tatuaggi e piercing. Come improbabili appaiono le ricerche finanziate dallo Stato su argomenti del tipo “diffusione delle conoscenze”, o l’attivazione di ben 200.000 contratti di consulenza.
Nel Rapporto, come era ovvio attendersi, si da ampio risalto a casi di spreco della spesa per la realizzazione di infrastrutture; su questo settore, infatti, continua a gravare la spada di Damocle dei tempi lunghi di realizzazione che portano con sé i rischi di lievitazione dei costi e che poi generano il paradosso della scarsità di risorse per completare le opere avviate.
Lo scorso anno il Servizio Studi della Camera dei deputati ha rifatto i conti alle “Infrastrutture strategiche”: le opere da realizzare sono diventate 228, i costi complessivi sarebbero quasi il doppio dei 126 miliardi di euro inizialmente previsti.
Infine, nel testo sono citati molti casi in cui si rilevano costi aggiuntivi dovuti alle infiltrazioni criminali nella realizzazione delle opere: questo è un argomento sul quale Confesercenti ha da sempre dimostrato sensibilità, segnalando e denunciando essa stessa numerosi casi di malaffare ed inquinamenti. L’impegno a prevenire e controllare va continuato, perché i rischi sono sempre presenti.
Come ogni anno, nonostante i richiami preventivi dei Presidenti dei due rami del Parlamento, accanto alla finanziaria ed alla manovra di correzione dei conti e alle grandi scelte di politica economica, nasce e si sviluppa tra le aule e i corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama, una sorta di micro-manovra parallela che reca molteplici interventi di spesa microlocalistici, settoriali.
E’ il famoso assalto alla diligenza che puntualmente ogni anno fa capolino nella discussione della manovra finanziaria. Nelle pieghe della finanziaria abbiamo trovato anche un finanziamento “spot” per la Presidenza del Consiglio, che si attribuisce ben 6 milioni di euro per sondare i cittadini sul proprio operato.
Le cifre stimate dal presente Rapporto sono molto elevate: pur considerando solo i casi (30) con dati economici certi ci si colloca sui 3,6 miliardi di euro.
La sola burocrazia, che grava pesantemente su imprese e cittadini, costituisce di per sé uno spreco che si può stimare pesi per quasi il 3% sul PIL, cioè circa 40 miliardi di euro, il 6,5% della spesa pubblica complessiva.
Se consideriamo anche il raddoppio delle previsioni dei costi delle “infrastrutture strategiche”, ci troviamo di fronte alla stratosferica cifra di circa 170 miliardi di euro.
Confesercenti crede che a quei politici, di qualsiasi colore, impegnati nel risanamento, sia oggi necessario dare una mano. Con questo lavoro proviamo a mettere in luce le contraddizioni di quella amministrazione pubblica che dovrebbe essere al servizio dei cittadini.
Questo in fondo è il senso del nostro contributo alla lotta agli sprechi nell'erogazione del pubblico denaro, al risanamento delle pubbliche finanze, alla moralizzazione della vita pubblica.

Nelle spire del Pappadai

1. L’invaso fantasma
L'invaso Pappadai è in costruzione dal 1984 a Monteparano (Taranto), con un costo complessivo che supera i 250 milioni di euro. Una volta ultimato, potrebbe contenere fino a 20 milioni di metri cubi d'acqua. Manca però l’acqua. Nel progetto originario doveva arrivare infatti dall'invaso di Monte Cotugno in Basilicata alimentato dal fiume Sinni. Ma tale operazione non era prevista dagli accordi di programma Puglia-Basilicata che regolano le concessioni d'acqua, sottoscritti nel 1999 e validi fino al 2015, che riguardano l’invio di acqua dal fiume Sinni fino a Ginosa. Ora la regione si è attivata per un nuovo accordo. Intanto l’invaso resta a secco. Al Pappadai sarebbero necessari 150 milioni di metri cubi l'anno per poter funzionare correttamente.
2. Adduzione sprecata
Rischiano di essere sprecati anche i quattrini per l’adduzione: sono stati già spesi quasi 40 milioni di euro per il primo ed il secondo lotto dell'invaso, 6,5 milioni per le opere di derivazione del sistema Chidro-Sinni e la vasca di regolazione di Monteparano, quasi 30 milioni di euro per l'adduzione delle acque del fiume Sinni, quarto tronco primo lotto tratto Monteparano-Chidro. Sono stati inoltre finanziati progetti riguardanti opere integrative per assicurare l'agibilità dell'invaso Pappadai e le opere di scarico del nodo idraulico di Monteparano e il completamento del nodo idraulico di Sava, che costa altri 26 milioni di euro.
3. Acquedotto al veleno
Costate oltre 120 milioni di euro ai cittadini di 49 comuni pugliesi, le tubature del Pappadai, che rientrano nel Progetto irrigazione Salento, costruite per irrigare circa 7.200 ettari di campagne nelle zone di San Pancrazio, Salice, Guagnano e San Donaci, Nardò e Veglie (Taranto e Lecce), non hanno mai erogato acqua. Inoltre, più di un terzo delle tubazioni è costruito con amianto e cemento (le zone di Cellino, Erchie, San Pietro, Torre, Villa Castelli, Squinzano, Torricella e Maruggio), che con il tempo rischiano di avvelenare il suolo e la falda.
4. Esoso consorzio
Il consorzio di bonifica Arneo di Nardò (Lecce), che gestisce il Pappadai, conta 270 mila consorziati per i servizi offerti dall'ente (responsabile della distribuzione dell'acqua per i campi del Salento). In realtà meno dello 0,4 per cento degli associati effettivamente riceve l'acqua. Gli altri solo cartelle esattoriali da pagare.
5. Arriva la mafia
Ma non basta: l’appalto per l’invaso era stato assegnato a una ditta di Catania che poi aveva subappaltato i lavori ad alcune aziende locali, tra cui una amministrata di fatto da un pregiudicato, braccio destro di un boss della zona.

Acqua e acquedotti

6. La moltiplicazione degli enti
In Italia ci sono 13.503 acquedotti. A questi corrispondono ben 5.513 enti che gestiscono i servizi idrici. Tranne municipalizzate, consorzi ed enti di diritto pubblico, mediamente questi enti non servono più di 5.000 utenze ciascuno.
7. Innaffiare stanca
In Italia si verifica una perdita media di 104 litri di acqua per abitante a causa delle dispersioni. Per assenza di manutenzione la percentuale delle perdite della rete acquedottistica in Italia è la più alta al mondo. Le tubature sono molto vecchie, tra i 25 ed i 42 anni in media: ciò provoca una dispersione di acqua che va dal 20% al 63%, con un valore medio nazionale del 39%. Le perdite idriche raggiungono picchi in Molise (63% di acqua perduta sul totale erogato), Puglia (54%), Calabria (52%), Basilicata (50%), nell’hinterland napoletano (48%), in Abruzzo (45%, ma con punte anche del 75%) e in Sicilia e Sardegna (40%). Addirittura del 70,3% è la percentuale di abitanti del Sud che devono fare i conti con ricorrenti crisi idriche, con quote che vanno dal 54,9% delle isole al 69,4% della Puglia fino all’88% in Molise e Calabria.
8. Idromafia
Ogni giorno quasi 4 miliardi di litri d’acqua sono sottratti illegalmente nelle regioni del Mezzogiorno. A Palermo un’operazione dei Carabinieri, con 600 sequestri e centinaia di denunce, ha portato al sequestro di 33 silos che smistavano e vendevano oltre 7 milioni di litri di acqua rubata al giorno. In Sicilia in un anno sono stati sequestrati ben 268 pozzi abusivi.
9. Dissalassati sardi
La rete acquedottistica di Cagliari fra dispersioni e furti perde il 30% dell'acqua. Nonostante i costi altissimi e i tempi di realizzazione dell'impianto (tre anni), il Comune di Cagliari ha ora in programma di realizzare il dissalatore come soluzione all'emergenza sete. La dissalazione, per via del dispendio di elettricità, è il sistema più costoso per produrre acqua (i costi si aggirano attorno ad 1 € per metro cubo, contro i pochi centesimi dell'acqua di rete). Risultato: acqua dissalata e cittadini … salassati.
10. Diga infinita
La Diga sul fiume Metramo, come da noi già denunciato nel precedente rapporto, è uno scandalo nazionale. Il progetto è degli anni Sessanta. Doveva servire un polo dell'acciaio da costruire negli anni del boom industriale. Il distretto dell'acciaio non è mai stato fatto, la diga sì: è stata prima riconvertita a bacino per l'agricoltura (doveva irrigare 20mila ettari di terreno incolti), poi a riserva idropotabile per i calabresi, sempre comunque oggetto di una attenzione particolare della magistratura. L'invaso ora, dopo 76 aumenti di prezzo (da 15 miliardi si è arrivati a 819), è terminato e vuoto: nessuno ha pensato infatti alle condutture.

11. Villaggio vacanze del tubo
A Taranto, alla foce del fiume Chidro, lungo la costa ionica, è stato costruito un enorme impianto di sollevamento, che doveva servire a trasportare l'acqua dolce da una sorgente fino alle vasche di miscelazione, aggiungendola a quella salmastra estratta dai 16 pozzi. L'impianto, costato 45 milioni di euro, avrebbe dovuto erogare 255 litri d'acqua al secondo, ma non funziona. La fonte d'acqua potabile è inquinata dalle infiltrazioni salmastre e nell’area dell’impianto si pensa di edificare un villaggio vacanze.

Le altre infrastrutture

12. Opere mangiasoldi
A tre anni dal varo della legge obiettivo per molti interventi il via ai lavori resta un miraggio e intanto i costi lievitano nelle varie aree del Paese. C’è un enorme gap fra la realizzazione di 300 opere previste in dieci anni e la relativa copertura finanziaria per le quali la legge prevedeva una spesa di 128 miliardi di euro. Ad oggi sono stati impegnati soltanto 15 miliardi di euro. Nel Mezzogiorno i cantieri legati alla legge obiettivo sono stati aperti solo sulla Salerno-Reggio Calabria. il costo previsto è lievitato dai 3,5 miliardi di euro stimati dall'Anas nel 1999 ai 7-8 miliardi di oggi. In Emilia-Romagna in cui sono stati avviati lavori per pochi interventi, il Cresme stima un costo delle opere in oltre 25 miliardi rispetto ad un preventivo iniziale di 15. In Veneto i costi stimati per le 17 opere previste sono raddoppiati rispetto a quanto contenuto nella delibera Cipe, superando i 108 miliardi.
13. Da Messina a Palermo in 40 anni
Errori di progettazione, imprese fallite, inchieste della magistratura, varianti e varianti delle varianti. L’autostrada Messina – Palermo è costata in tutto 773 milioni di euro. È stata alla fine inaugurata alla fine del 2004. Bene, ma funziona solo una metà in direzione Messina. La corsia opposta deve essere ancora ultimata.

14. Kioto, chi lo conosce?
L’Italia è leader per lo spreco di energia nelle abitazioni. La mancanza di un adeguato isolamento di tetti, solai e pareti costa infatti ogni anno all'incirca più di 1.164 mega joule, il valore più alto tra i paesi europei, pari al 17,5% del totale. Con un'attenta politica energetica, si potrebbe invece risparmiare il 90% dei consumi attuali. Il miglioramento delle condizioni di isolamento degli edifici permetterebbe, infatti, un minor consumo di energia e, di conseguenza, un minor impiego delle fonti di riscaldamento che, in buona parte, concorrono a mantenere alto il livello di inquinamento dei centri urbani.
15. Tanta luce per niente
Il 95% delle sorgenti luminose destinate all'illuminazione privata o pubblica esterna, utilizza sistemi inadeguati od obsoleti, che disperdono inutilmente il 45% della luce verso l'alto anziché sull'obiettivo prefissato, oppure in ore diurne. È stato dimostrato che, in media, i riflettori disperdono circa il 30% della luce: in questo modo in Italia si sprecano 250 milioni di euro all'anno. Questo vuol dire che, uniformando adeguatamente gli impianti di illuminazione, si potrebbe risparmiare il 45% dell'energia elettrica erogata e dei soldi spesi dall'amministrazione per illuminare il tutto mantenendo inalterata l'illuminazione di strade, edifici, parchi etc.
16. L’autoporto fantasma
Salutato come strumento strategico per la mobilità delle merci in Abruzzo. Progettato a tamburo battente. Finanziato con 5 milioni di euro. Realizzato e anche collaudato tre anni fa. Eppure, ora è abbandonato ed avviato al degrado. È la storia dell'autoporto di Roseto (Te), una struttura che rischia di rappresentare un autentico monumento agli sprechi dell'intero Abruzzo: tanto più nel momento in cui la regione (che ne è proprietaria) finanzia con 630 mila euro il completamento di una struttura gemella a Castellalto, sempre in provincia di Teramo, a pochi chilometri di distanza.

17. Porti in alto mare
I lavori infrastrutturali per la realizzazione di porti sono ancora in alto mare. Nell'arco di un quinquennio e' stato realizzato meno del 22% degli investimenti autorizzati dallo Stato per la realizzazione delle infrastrutture necessarie al debutto delle autostrade del mare. I finanziamenti complessivi stanziati dal legislatore per tali opere ammontano ad oggi a 3,5 miliardi di euro. Non utilizzati.
18. Sarno, campa cavallo
Dopo la tragedia che ha coinvolto i comuni di Sarno, Quindici, Bracigliano e S. Felice a Cancello (1998) per la ricostruzione sono stati resi disponibili dallo Stato e dalla Regione Campania oltre 640 milioni di euro: ad oggi ne sono stati spesi meno della metà e le case ricostruite non arrivano al 20% delle le 400 distrutte, abbattute o danneggiate.
19. Fogne in comune
Il comune di Isernia ha pagato il 25% in più del previsto il suo nuovo impianto fognario.
20. Scuole a rischio
Secondo una recente indagine solo il 27% delle scuole italiane è a norma per quanto riguarda la sicurezza, benché tutte abbiano piani e strumenti di emergenza. Inoltre, nel 45% degli istituti viene segnalata la presenza di barriere architettoniche: nel 27% dei casi si tratta delle scale, nel 9% dei casi si tratta di piani inclinati al 30%, nel 9% di bagni inadeguati. Solo nel 18% delle scuole c’è un medico d’istituto; gli altri si devono affidare alla cassetta del pronto soccorso.
21. Valico invalicabile
Dopo 23 anni di attesa per a realizzazione del tratto della A1 tra Bologna e Firenze non si è ancora raggiunta una decisione definitiva sulla variante di valico a causa delle microautorizzazioni locali che ancora frenano quest'opera. Tutto ciò costa caro alle casse dello Stato. Basti pensare che la mancata cantierizzazione della Variante di Valico entro il 2001 ha già prodotto un incremento dei costi per l'intera opera del 20 per cento. Così si dovranno spendere 500 milioni di euro in più.
22. L’affare dei rifiuti
Secondo l’ultimo Rapporto della Legambiente, la gestione dei rifiuti pericolosi in Italia con 6,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali frutta alla malavita 2 miliardi e mezzo di euro all’anno e causa danni all’ambiente (da bonificare) per almeno il doppio.
23. Costosissima cava
In Piemonte la concessione mineraria della cava della Val Lemme è costata al Governo una recente messa in mora della Ue a seguito di un esposto di Legambiente. Ora però la cava ha danneggiato gli acquedotti di due paesi e le sorgenti che li alimentano. Costo stimato della bonifica, 6,4 milioni di euro.
24. Molti costi, pochi benefici
La Torino-Lione non serve? A sorpresa la relazione della Commissione InterGovernativa franco-italiana per la linea ferroviaria Torino-Lione" fa notare infatti che, in materia di costi/benefici, questi ultimi complessivamente attualizzati (tasso di attualizzazione pari al 5%) sarebbero negativi, pari cioé a 2,4 miliardi di Euro. Mentre i benefici ambientali ipotizzati (spostamento del traffico da gomma a rotaia), come dicono gli studi realizzati da esperti del governo francese, non si avrebbero proprio, poiché la linea non sposta neanche l'1% delle merci.
25. La perduta via
In Toscana risultano dispersi i seguenti lavori: l'autostrada Tirrenica Rosignano-Civitavecchia, inserita nell'Intesa quadro sulle infrastrutture; l'appalto per il Centro di dinamica sperimentale dell'Osmannoro, bandito dalle Ferrovie più di un anno fa e non ancora assegnato; l'adeguamento della viabilità per i valici appenninici (336 milioni); gli interventi per la piana di Lucca (100 milioni); il raddoppio della ferrovia "Pontremolese" Parma-La Spezia (166 milioni); l'hub portuale di Livorno (25 milioni). Nel complesso si stima il blocco di quattro miliardi di investimenti con inevitabili lievitamenti di costi connessi ai ritardi e soprattutto con un danno notevole per l’economia del territorio.
26. Ecoballe teutoniche
In Campania si producono 7.500 tonnellate di rifiuti al giorno, per un totale di 2,5 milioni di tonnellate all’anno, cioè il 10 per cento di tutti i rifiuti prodotti in Italia. Di questi, 2.500 tonnellate ogni giorno sono avviate in Germania con treni sotto scorta. Altre 400 tonnellate vanno in Umbria, Toscana, Emilia e Marche. Il costo dello smaltimento in Germania è di 150 euro a tonnellata, con un onere annuo di 136 milioni di euro. Secondo il Ministro dell’ambiente Matteoli, ci vorranno 40 anni per smaltire tutte le ecoballe accumulate in Campania. Anche in Lombardia, Friuli e Trentino si esportano rifiuti in Germania.
27. La capitale delle opere perdute
E’ il comune di Priolo Gargallo (Siracusa) dove si contano: una casa albergo per gli anziani costata circa 1 milione di euro (inutilizzata), un centro diurno per gli anziani costato 500.000 euro (inutilizzato), un centro scolastico polivalente per scuole elementari e materne (abbandonato) del costo di oltre 2 milioni di euro. Un’altra opera abbandonata, costata quasi 500.000 €, è l’asilo nido.

Enti Locali

28. Smemorati in municipio
Secondo la Ragioneria Generale dello Stato il 25% dei Comuni non ha mai predisposto un programma di controllo e il 20% non ha neppure adottato indicatori specifici per misurare l’efficacia, l’efficienza e l’economicità della gestione. Inoltre il 50% dei Comuni non effettua il controllo strategico né sull’ attività, né sui risultati effettivamente conseguiti dai propri dirigenti rispetto alla programmazione decisa a monte.
29. Mani bucate
Aumento delle entrate riscosse dagli enti locali negli ultimi dieci anni: + 46 per cento. Aumento della spesa locale nello stesso periodo: + 55,2 per cento.
30. Sul filo di lana
Nell’ultima seduta prima delle elezioni, la Regione Calabria ha varato ben 55 provvedimenti. Tra cui misure per la zootecnia, il piano per i forestali ex detenuti, le fiere, la polizia locale, gli appalti, il demanio marittimo ed una raffica di nomine ai vari enti regionali e conferme di consulenze. La regione Veneto non è da meno. Nell’imminenza delle elezioni, ha messo all’ordine del giorno ben 70 progetti di legge.
31. I portaborse li pagano gli impiegati
La regione Abruzzo, nell’imminenza delle elezioni, ha deciso di assumere 200 portaborse. Il guaio è che i fondi necessari (15 milioni di euro) provenivano da spese già stanziate per gli stipendi dei dipendenti in servizio. Questi per protesta hanno bloccato i lavori del Consiglio regionale.
32. Costosi consiglieri
La regione Abruzzo batte ogni record per gli aumenti alle indennità dei consiglieri: ben 16 in 32 anni di esistenza della regione. Tanto che oggi un consigliere in Abruzzo ha una indennità pari all’80% di quella di un deputato nazionale.
33. Reinserimento
Fa ancora meglio il Piemonte, che ha portato l’indennità all’85% di quella di un deputato nazionale, e prevede un “premio di reinserimento” dei consiglieri, pari a due mensilità.
34. Tatuaggi alpini
La Provincia autonoma di Trento finanzia un corso di piercing e tatuaggi. Il corso comprende 60 ore di didattica ed è gestito dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari e dalla Scuola superiore di formazione sanitaria di Trento.
35. Elementare Watson!
Il Trentino-Alto Adige, nonostante la sua fama di buona amministrazione, impiega l'85 per cento del proprio bilancio per stipendi e funzionamento, insomma in burocrazia. In tutto, 7 mila dipendenti, uno ogni 64 abitanti. Forse pensando a metterne qualcuno in mobilità la Regione ha ora istituito per i propri dipendenti un corso professionale gratuito per diventare detective. Così trovare un nuovo lavoro sarà più semplice.
36. Pensioni al trancio
Fino al 2000 in Sicilia si poteva andare in pensione con 25 anni di servizio (20 le donne sposate), prendendo il 108,3 per cento dell'ultimo stipendio. Quando la regione decise di adeguarsi alla legge statale, consentì un'ultima coda per i baby pensionati. Risultato, quasi 5 mila richieste, che la regione ha scaglionato in sei tranche fino al 2005 per un totale di 4.020 nuovi pensionamenti, grazie ad una sentenza della Corte costituzionale, che ha annullato lo stop della Corte dei conti.
37. Gabinetto elastico
Nel 2003 la regione Sicilia ha portato gli organici degli uffici di gabinetto da 156 a 600 persone. Il costo complessivo è salito da 4,4 milioni di euro l'anno a 41,5. Inoltre i dirigenti siciliani sono al riparo da responsabilità personali: tutti sono assicurati a spese della collettività. Ogni polizza costa 258,23 euro. Se il dipendente regionale è iscritto a un ordine professionale, non paga la quota annuale: grazie a una circolare ci pensa sempre la regione.
38. Trinacria ridens
La regione Sicilia è la patria dell’impiego pubblico: 15 mila dipendenti, più 6 mila negli enti collegati. Il solo assessorato al Lavoro, 2.500 dipendenti e 3.800 precari, supera l'intero Lazio ed è pari alla Lombardia. I dipendenti della regione autonoma siciliana sono pari a quattro volte i dipendenti della Regione Lombardia, che pur avendo la stessa estensione territoriale della Sicilia, ha il doppio degli abitanti. Otto volte in piu' è il numero dei dirigenti della Regione siciliana rispetto alla Lombardia: 2315 contro 285. E tutti guadagnano di più che nel resto d'Italia.
39. Leggine ad hoc. La Regione Liguria ha provato a far passare una leggina costruita ad hoc per assicurare ad un consigliere regionale la possibilità di accedere al vitalizio per gli ex consiglieri pur non avendo raggiunto i 60 anni di età.
40. Notturno toscano
La città di Prato ha stanziato 60.000 euro per la tutela del pipistrello.
41. Ghini di Tacco
Il comune di Barberino del Mugello ha bloccato i lavori della Variante di Valico e non concede un'autorizzazione nella tratta Badia Nuova/Aglio finché Autostrade per l'Italia non contribuirà al rifacimento del suo acquedotto.
42. Costosa devozione
Pasqua costosa per il comune di Enna: la spesa destinata a sostenere la ''Settimana Santa'' nel 2004 ha superato del 305% gli stanziamenti di bilancio (Fonte: Corte dei Conti).
43. Patto colabrodo
Il bilancio pubblico italiano è vincolato dall'articolo 81 della Costituzione: ogni spesa deve avere la relativa copertura. Nulla di tutto ciò esiste per le regioni. Si è tentato con il cosiddetto Patto di stabilità interno sulla Sanità. Ma è stato abbondantemente traforato. Il risultato è un disavanzo di 5 miliardi nel 2004.
44. Partita doppia
Il comune di Benevento, già dichiarato in dissesto nel 1993, gioca ancora con i cosiddetti “residui attivi”, cioè somme che dovrebbe riscuotere. Ma i crediti indicati in Bilancio appaiono “gonfiati” cioè di dubbia esigibilità: proprio nel Conto di Bilancio 2003 vengono dichiarati insussistenti molti crediti inseriti nei bilanci degli anni precedenti per un totale di 3.443.407,39 euro.
45. A gonfie veline
Nel 2004, la Regione Campania ha finanziato con fondi Ue un corso per veline con un centinaio di ragazze che hanno sostenuto 600 ore di lezione, suddivise in 180 di teoria e 420 di pratica. Costo dell’operazione, 1,3 milioni di euro.
46. Le mura di Gerico
La società GERICO, incaricata dal comune di Venezia di riscuotere le tasse, ha causato un ammanco di circa 5 milioni di euro.
47. Calcio che passione
Amministratori e funzionari del Comune di Vicenza sono stati condannati a risarcire 396.000 euro stornati negli anni a favore della locale squadra calcistica.
48. Vesuvio allo spasimo
Le 59.927 case del Comune di Napoli fruttano in media 29 milioni 454mila euro l’anno, ma costano alle casse di Palazzo San Giacomo 45 milioni 216 mila euro. Ben dodicimila dei trentamila alloggi sono occupati abusivamente.
49. Sprechi sibilliniAnche nelle montagne si annidano gli sprechi. Per il piano dei monti Sibillini risultano spesi quasi 1,5 milioni di euro in consulenze.
50. Scuole private
Il comune di Caravaggio (BG) è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire un miliardo di vecchie lire per avere finanziato con soldi pubblici una scuola privata.

Sanità

51. Ghino di Tac
L’Italia detiene il primato mondiale delle TAC effettuate: ben 40 milioni all’anno. Tutte utili? Le regioni, che dovrebbero controllare, cosa fanno?
52. Giacimenti radioattivi
Nell’Ospedale Civile di Careggi (FI) nel reparto di Radioterapia, sono presenti apparecchiature con sorgenti di Co – 60 (cobalto 60) che giacciono inutilizzate da anni, anche con pericolo per la sicurezza e l’incolumità dei visitatori.
53. Ricette anomale
Sei aziende sanitarie locali del Friuli sono sotto inchiesta per 160.000 ricette anomale: si sospetta una gigantesca frode.

54. Pantalòn, chi paga el viagra?
La regione Veneto ha sì introdotto il ticket sulle ricette, ma rimborsa per intero farmaci anti impotenza come Viagra, Cialis, Levitra, Vivanza, Ixense, Uprima, Taluvian.
55. Controlli nel cassetto
Il progetto sanità elettronica (appena varato) potrà monitorare l'andamento della spesa per farmaci e prestazioni di laboratorio per livelli, per settori e per aggregazione (scala territoriale, tipologie di farmaco, medico prescrittore, tipo di esenzione ecc.). Con questo intervento si possono acquisire risparmi, razionalizzazione ed efficienza dell'ordine di centinaia di milioni di euro. Un esempio, fra i tanti, per delineare i vantaggi: una Asl, che ha già sperimentato questo sistema, effettuando la sola pulizia degli archivi ha conseguito un risparmio di oltre 200 mila euro in poche settimane. Ci si chiede allora perché il progetto è rimasto nel cassetto del Ministero per ben quattro anni. Producendo sprechi per milioni di euro?
56. Moralizzazioni sanitarie
La riforma Bindi del 1999 prevedeva l'esclusività del rapporto di lavoro per i medici che operano in aziende sanitarie pubbliche. Insomma impose ai medici di scegliere tra il lavoro per lo Stato e libera professione. Chi optò per le Asl ottenne un generoso aumento. Il governo attuale ha smantellato l'esclusiva, ma l'aumento è rimasto nello stipendio. Sommandosi ai benefici della libera professione.
57. Avanzamenti di massa
L’ultimo contratto sanitario ha consentito la promozione di un infermiere su due. Inoltre gli esclusi stanno ottenendo l'avanzamento grazie agli accordi nelle singole Asl. Costo per il sistema sanitario, valutato in 400 milioni di euro.
58. Nosocomi fantasma
Ben 5 miliardi di euro spesi per 134 nosocomi 'fantasma', incompleti o da realizzare completamente. Mancanza di fondi e di programmazione, contenziosi legali con le ditte appaltatrici dei lavori, lentezze burocratiche, interessi locali sono le cause principali di questa situazione. Dei 134 incompiuti, 128 (50 dei quali in Sicilia) non sono mai stati attivati. È il Sud ad avere il primato negativo degli ospedali 'fantasma', mentre in Toscana e Emilia Romagna non sono stati segnalati casi anomali. (dalla Indagine sul sistema sanitario condotta dalla Commissione sanità del Senato).
59. Pizzo Calabro
Per il centro di riabilitazione di Pizzo Calabro (istituito nel 1959) sono stati spesi oltre 2,5 milioni di euro. Ora non ci sono altri fondi a disposizione, la fine dei lavori è ignota.
60. Per il ricovero passi domani
L’altopiano di Asiago è l’ideale per l’elioterapia. Tanto che negli anni trenta fu realizzato un ospedale elioterapico nel bosco di Mezzaselva. L’Istituto Elioterapico di Mezzaselva sorge sulle pendici del Monte Erio, fra rigogliose abetaie a 1258 m. sul livello del mare. Negli anni 70 nacque anche una struttura per i pazienti neurolesi: il Reparto di Riabilitazione Neuromotoria. Ma l’Istituto, recentemente ristrutturato dalla Regione Veneto, resta misteriosamente chiuso.
61. Medicine a go go
L’Istat fa sapere che i prezzi dei farmaci, nel corso del 2004, hanno accusato una flessione dello 0,9 per cento. Una buona notizia. Ma quanto ha risparmiato il servizio sanitario? Nulla. Anzi, la spesa farmaceutica è cresciuta del 6 per cento. Il mistero sta nell'aumento delle ricette prescritte dai medici e dal tipo di farmaci a copertura pubblica, il cui prezzo è aumentato di più della media.
62. Cemento armato
A Boscotrecase (Torre Annunziata) i lavori per l’ospedale sono iniziati nel '65, abbandonati nel '72, ripresi nell'84 e oggi di nuovo bloccati perché tre anni fa al secondo piano del nosocomio gli inquirenti hanno scoperto un deposito di armi della camorra.
63. Il record del cinquantenario
L'ospedale San Bartolomeo in Galdo (Benevento) è in costruzione dal 1956: i lavori, più volte interrotti, sono in corso dal 1998 su una nuova progettazione del '96. il costo è nel frattempo lievitato del 2.350%.

Lo Stato

64. Top manager
La relazione della Corte dei Conti al Parlamento sul costo del lavoro pubblico per gli anni 2001 e 2003 indica che la spesa complessiva per la dirigenza ha registrato nel triennio 2000-2002 un incremento del 14,3%, "molto al di sopra degli obiettivi fissati dai dpef per gli anni considerati". Gli incrementi più significativi hanno riguardato, con riferimento alla spesa annua pro-capite, la dirigenza di ministeri, aziende autonome, enti pubblici non economici, università, enti di ricerca, oltre alla dirigenza scolastica.
65. Carriere osmotiche
La Corte dei Conti, nella relazione sul costo del lavoro pubblico per gli anni 2001 e 2003 ha avviato una ricognizione sull’inquadramento del personale. Le novità sono molte: in tutti i comparti della PA si verifica un imponente calo del personale appartenente a profili iniziali della categoria di appartenenza ed un corrispondente incremento nell'ambito del profilo economico superiore.

66. Caro portaborse
La Camera dei deputati spende ogni anno 28 milioni di euro per il funzionamento dei gruppi parlamentari, oltre a 31 milioni per portaborse e segretari dei deputati. In tutto, quasi sessanta milioni di euro per 750 dipendenti, vale a dire circa 80.000 euro a testa.
67. La carica degli statali
La riduzione del personale pubblico è la vera Cenerentola delle ultime leggi finanziarie. Basti pensare che nel periodo 1998-2002 la programmazione del fabbisogno di personale, l'introduzione di un tetto massimo complessivo delle assunzioni e il blocco delle stesse avrebbero dovuto consentire una riduzione complessiva del personale pubblico in servizio di circa il 4% rispetto al 1997. Invece la Corte dei Conti ha accertato un aumento del 4,2%.

68. Comuni virtuosi e Province sprecone
Nonostante le varie strette delle leggi finanziarie sulla spesa per acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione questa aumenta. Affidandosi all'Istat come fonte, si evince che la spesa dei Comuni per consumi intermedi (acquisto di beni e servizi) nel triennio 2001-2003 è aumentata dello 0,44%, quella delle province 34,46%, quella delle regioni del 12,74%.
69. Acquisti di Stato
La spesa per l'acquisto di beni e servizi dei Ministeri è aumentata nel triennio 2001-2003 dell'8,85%, nonostante le leggi finanziarie degli ultimi anni abbiano introdotto l'obbligatorietà del ricorso alla Consip.
70. Leggi suicide
Anche nel 2004 è aumentata la spesa per il personale pubblico, e in particolare per i dipendenti statali. Ciò è dovuto per la Corte dei Conti "alle innumerevoli deroghe al blocco delle assunzioni consentite dalle stesse leggi che si sono proposte di ridurre il personale".
71. L’evasione non rende
Secondo la Corte dei conti, nel 1998, furono investiti 2.402 miliardi di vecchie lire per contrastare l'evasione fiscale. Il risultato finale di questa lotta fu l'introito di 2.498 miliardi. A fronte dei 96 miliardi di lire di incasso positivo, nota la magistratura contabile, bisogna calcolare le centinaia di miliardi spesi dai cittadini per difendersi dalle migliaia di giudizi sbagliati da parte dei funzionari dello Stato oltre alle spese di gestione per queste controversie ed il costo del personale per recuperare tali somme.
72. Secondini all’ingrasso
Nelle mense per la polizia penitenziaria, i pasti consumati sono stati appena il 74,28% di quelli effettivamente pagati al gestore esterno. Come dire, 26 pasti su cento inutili con un maggior costo annuale di 6,6 milioni di euro.

73. Lo spreco corre sul filo
Grido di allarme lanciato dal Procuratore Generale della Cassazione sulle spese effettuate dalle Procure della Repubblica per affittare dai privati le apparecchiature per le intercettazioni telefoniche e ambientali. Si scopre così che per effettuare le indagini si utilizzano in modo abnorme l'esclusivo strumento delle intercettazioni ambientali e telefoniche tanto da spendere, nei soli primi sei mesi del 2004, oltre 146 milioni di euro, 112 dei quali versati a ditte private per noleggiare le apparecchiature. Inutile dire che con tale somma le apparecchiature di intercettazione potrebbero essere acquistate e messe a disposizione di tutte le Procure d'Italia.
74. Enti zombie
170 enti sono stati soppressi con decreto firmato dal Presidente della Repubblica nel 1987, ma continuano a sopravvivere e non si riesce a liquidarli. Tra questi le Casse Mutue di malattia per i coltivatori diretti e per gli artigiani di molte province italiane, le Aziende tranvie autobus e filobus dei comuni di Roma, Salerno e Napoli ed il fantomatico Comitato di coordinamento e compensazione casse mutue aziendali per l'assistenza, oltre a 13 casse di malattia dei dipendenti delle aziende municipalizzate del gas. Su ogni ente defunto veglia un commissario liquidatore, regolarmente stipendiato, con tanto di bilancio, contenziosi, debiti o crediti pregressi. La sopravvivenza di questi enti equivale a 170 stipendi per altrettanti commissari liquidatori, spese per la compilazione dei bilanci, per la custodia dei beni, per cause che proseguono da decenni.
75. Liquidatori non liquidabili
Mezzo secolo fa (1956) lo Stato decide di eliminare circa 600 enti, in parte eredità del fascismo, e affida la missione a un nuovo ente, incaricato di gestire le complesse liquidazioni. Nasce così l'Iged - Ispettorato generale per la liquidazione degli enti disciolti – che oggi esiste ancora presso il Ministero dell'economia e delle finanze come dipartimento che fa capo alla Ragioneria generale dello Stato e dotato di 14 uffici, ognuno guidato da un dirigente, per un totale di 100 funzionari ed una spesa di 50 milioni di euro. Nel giugno 2002, il Tesoro decideva di affidare le pratiche di liquidazione ad una società esterna, controllata dallo Stato, la Fintecna. Ma nonostante una legge abbia soppresso l'Ispettorato, questo continua a sopravvivere ed il passaggio delle pratiche dall'Iged alla Fintecna non è ancora avvenuto.
76. Ricerche pelasgiche
Il Dipartimento per le politiche di coesione e di sviluppo del Tesoro finanzierà quest’anno il “programma per la diffusione delle conoscenze per il mezzogiorno”. Tra le iniziative, l’inquietante “progetto Sensi”, relativo alla “diffusione dell’espressione artistica contemporanea” (600.000 euro), lo studio del sistema dei trasporti nei Balcani (120.000 euro), il “piano strategico delle Isole Pelasgie” e Masterplan di Lampedusa (160.000 euro), la “valutazione delle esternalizzazioni ambientali dei progetti infrastrutturali di trasporto (400.000 euro). In tutto, i molti progetti costeranno 55,9 milioni di euro.
77. Flussi e riflussi
Al fine di realizzare un efficiente sistema di flussi migratori per motivi di lavoro verso l’Italia, è stato siglato un affidamento oneroso con Italia Lavoro s p.a. affinché creasse un modello per la gestione dei flussi migratori. Peccato che ad oggi l’unico flusso sia quello della spesa: secondo la denuncia della Corte dei Conti, non è stato prodotto alcun modello. Di più, nelle clausole del contratto si rileva l'assenza di un'analisi dei costi preventivati. In pratica anche negli anni 2002 e 2003 la gestione dei flussi è stata effettuata "in via provvisoria, con provvedimenti che si sono limitati a confermare, in linea di massima, le quote previste negli anni precedenti in assenza di più approfondite valutazioni sulle effettive necessità del sistema economico e sulle reali possibilità di assicurare agli interessati adeguate misure di sostegno e integrazione". In più a pagamento!
78. Transamazzonica
Tra Italia e Brasile ancora si discute di un terreno acquistato nel 1939 dalle linee aeree littorie per farne un aeroporto. Sequestrato dallo Stato sudamericano come bottino di guerra, l’Italia ne rivendica la proprietà. Spesa stimata del contenzioso di 48 anni: 2 milioni di euro attualizzati; valore del terreno: 50.000 euro.
79. Scartoffie
Sono 350mila i metri cubi di carta (1,2 milioni di risme) che lo Stato e gli Enti locali si trovano ogni anno a dover gestire per le pratiche burocratiche. Costo stimato: 3 milioni di euro.
80. La solita musica
Caro burocrate. Ogni comunicazione burocratica dell’amministrazione, svolta con i metodi tradizionali, comporta alla pubblica amministrazione 49 minuti di lavoro, al costo di 22 euro. Una e-mail costa in tutto 2 euro, undici volte di meno.
81. Statali inamovibili
La riforma del pubblico impiego varata nel 2001 prevedeva di spostare 20 mila persone; è stata utilizzata solo da 9 mila. Motivo? Il 97 per cento della mobilità avviene con il beneplacito del dipendente e, nei rari casi in cui va a buon fine, richiede in media 43 giorni. Perfino nei trasferimenti volontari, il 10 per cento suscita contenziosi. Il risultato è che nel Nord esistono vuoti di organico del 60 per cento, al Sud eccedenze del 70.
82. Quanti alla Presidenza
Nel 1861 la Presidenza del Consiglio non contava nessun dipendente, dal 1876 al 1921 i dipendenti sono in media 9. Nel 1931, sotto il Duce, arrivano a 345. Nel 1988 sono 3.521: nel 2005 comprese le Segreterie e Gabinetti si superano abbondantemente i 4.500 dipendenti.
83. Fiumi di consulenze
Nel 2003, secondo la Corte dei Conti, lo Stato ha autorizzato quasi 200.000 incarichi di consulenze esterne, con un costo stimato dal ministero della Funzione pubblica in 680 milioni di euro. Secondo la magistratura contabile “si ha motivo di ritenere che nel 2004 siano ulteriormente aumentate”.

84. Caro commessi
Nel bilancio 2004 della Camera dei deputati, i pagamenti per il personale dipendente sono aumentati del 7,53%, quelli per collaboratori occasionali dell’8,19%. Ancora più elevata la crescita della spese per la pulizia ed igiene, che nel bilancio 2004 sono aumentate del 15,91%, da 6,3 a 7,3 milioni di euro.
85. Un ente di nome Damocle
Una spada di Damocle pende sulla testa del Ministero dell’economia: l’entità della liquidazione dell'Efim, l'ex ente delle partecipazioni statali soppresso dal Governo di Giuliano Amato nel luglio del 1992. Le opinioni sono discordi e quindi sul previsto rimborso al Tesoro di circa 665,3 milioni di euro che dovrebbe affluire nelle esauste casse statali. La cifra è però condizionata dall'incerto esito del contenzioso legale esistente. Pertanto, scrive la Corte dei Conti nella relazione sulla liquidazione dell'Efim, "si ritiene che vada usata prudenza nella valutazione delle indicazioni sulla stima del costo finale della liquidazione stessa". La Corte, esaminando i costi di gestione dell'Efim, evidenzia come essi "appaiano ancora elevati".
86. Contratti allentati
I contratti pubblici sono siglati dall'Aran, agenzia pubblica, che deve tener conto di governo, Parlamento, Corte dei Conti, Unioncamere, conferenze, comitati tecnico-scientifici e consulenti vari. I contratti che ne scaturiscono sono oggetto di centinaia di richieste di “allentamenti”. Se accolti, i ricorsi di sindacati o singoli estendono i miglioramenti a tutti. Ad esempio, il 20 maggio 2004 Aran e sindacati hanno esaminato il ricorso di una infermiera di Brescia che aveva frequentato un corso di qualificazione ottenendo un'indennità temporanea istituita «per ragioni di flessibilità e professionalità». La tesi del ricorso, accolta: “l'acquisizione di tecniche innovative rimane un patrimonio professionale del dipendente del quale l'azienda può beneficiare sempre”. Risultato: il premio flessibile è diventato stipendio fisso. E adesso vale per tutti.

87. Bilanci sotto tiro 1
Dalla Relazione 2003 dell'Ispettorato Generale di Finanza sui bilanci del ministero per i beni e le attività culturali: omessa indizione di gara per concessione di servizi ai privati; affidamento di lavori a mezzo cottimo fiduciario anche in mancanza delle condizioni previste dalla legge; mancata segnalazione all'anagrafe tributaria dei contratti non soggetti all'obbligo della segnalazione; frequenti redazioni di perizie di variante, allo scopo di recuperare le somme derivanti dai ribassi d'asta.
88. Bilanci sotto tiro 2
Per il Ministero della Difesa i rilievi dell’Ispettorato Generale della Finanza riguardano: l'artificioso frazionamento dei contratti; l'omessa richiesta di penali per ritardi nella consegna dei lavori; il mancato ricorso alle Convenzioni Consip per acquisti di beni e servizi; carenza nella programmazione delle attività e conseguente lievitazione dei costi; l'artificioso frazionamento di contratti con conseguente eccessivo ricorso alla procedura in economia; irregolare inventario di beni mobili ed immobili; irregolarità di utilizzazione del fondo scorta; mancato rispetto della normativa sugli appalti ed i contratti pubblici; irregolarità, inadempienze e mancati aggiornamenti nella tenuta delle scritture inventariali degli immobili amministrati.
89. Araba Fenice
L’Istituto nazionale gestione imposte di consumo, l’Ingic fu istituito dal fascismo, poi fu eliminato quindi rinato nel 1951, infine soppresso nel 1974. Da allora è ancora in fase di liquidazione. Salvo ripensamenti.

Altri sprechi

90. Giovani in bolletta
500.000 euro è la somma destinata dall’ultima legge finanziaria alla creazione di un non meglio specificato Fondo speciale per le politiche giovanili sul piano culturale. La somma in realtà è destinata al 70 per cento al finanziamento di un Forum nazionale dei giovani.
91. Piove governo ladro
La Presidenza del Consiglio ha stanziato quest’anno 6 milioni di euro per poter realizzare un attento monitoraggio “sull’effetto che le politiche pubbliche adottate producono sui cittadini”.
92. Nella giungla universitaria
Nell’università italiana il rapporto docenti studenti è 1 a 33, il più basso in Europa. Eppure Facoltà, Dipartimenti, Corsi di studio universitari realizzano circa 2.900 costosi corsi triennali con le denominazioni più fantasiose e le discipline più strane: dalla laurea in scienza della pace (in 15 università) a quella delle Scienze del fiore e del verde (Pavia). A Pisa c’è un corso di laurea in Informatica umanistica, ed a Perugia sul verde ornamentale, ricreativo e protettivo.
93. Grilli parlanti
Grilli parlanti. Il ministero dell’università ha calcolato che centinaia di corsi di insegnamento universitari sono tenuti solo a uno o due studenti. La Commissione Tecnica per la spesa pubblica produsse nel 1995 uno studio, abbastanza complesso, per una valutazione del sistema universitario a cui agganciare i finanziamenti. Per risparmiare, recentemente è stata soppressa la Commissione che doveva produrre economie.
94. Servizi protetti
Quanto costano al cittadino le mancate liberalizzazioni? C’è chi ha parlato di vera e propria tassa occulta che i cittadini nella veste di imprese di consumatori pagano per foraggiare le rendite di posizione che esistono in alcuni mercati. La risposta è: tra i 30 ed i 50 miliardi di euro. Una cifra enorme pari a ben otto riforme fiscali. Tuttavia questo è il solo effetto diretto e non considera le ricadute positive che l’apertura di quei mercati alla concorrenza avrebbe in termini di maggiore competitività per l’Italia. I settori la cui apertura produrrebbe maggiori vantaggi sono la telefonia fissa ed il credito. Seguono commercio, autostrade, ferrovie, trasporto aereo e quello locale, l’energia elettrica ed il gas. Tutte voci che gravano nel budget delle famiglie italiane.
95. Costosi concorsi
Quanto hanno speso finora le Università per ingaggiare i docenti secondo le nuove modalità concorsuali? Si calcola quasi 63 mln di Euro in 4 anni, cioè più di 15 mln/anno. Cifra cospicua, soprattutto se si tiene conto del fatto che il 95% dei vincitori sono i "candidati locali", che potrebbero a questo punto essere chiamati direttamente dalle facoltà, senza troppi bizantinismi formali. Così secondo gli esperti i concorsi, nella gran parte dei casi, servono a legittimare una "sostanziale ope legis ad attivazione locale".
96. Il tesoro dei pirati
Si stima (il calcolo lo hanno fatto i ricercatori dell’università La Sapienza di Roma) che la pirateria (di cinema, musica e software) è pari al 5% del pil: 1.000 miliardi di euro. In Italia sono 4 milioni le persone che scaricano illegalmente dalla rete (dati Nielsen). L'Italia, purtroppo, è prima in Europa per la pirateria cinematografica. I mancati introiti per lo Stato sono ingenti, e superano i 20 miliardi di euro.
97. Sbafo archeologico
Dal bilancio del Museo archeologico di Napoli, anno 2001: paganti 157.010, biglietti ridotti 12.640, biglietti gratuiti 146.390. Anno 2002, primo quadrimestre: paganti 39.137, biglietti ridotti 6.001, biglietti gratuiti 115.321. (Fonte Corte dei Conti, 2004).
98. Voli infiniti
Chissà, anche Italo Balbo attende da lassù lo scioglimento dell’ente Linee Aeree Transcontinentali (Lati), costola dell’Ala littoria, da lui fondato nel 1938 con lo scopo di collegare Roma oltre Atlantico. Ma l’ente è ancora in fase di liquidazione.
99. I soldi per l’Abissinia
Circa il 70 per cento del costo di un litro di benzina verde è costituito da accise ed imposte per spese quantomeno singolari: della guerra di Abissinia del 1935, per la crisi di Suez del 1956, ed altri disastri ecologici come il Vajont, l'alluvione di Firenze, il terremoto del Belice del 1968. Per chiudere con i due centesimi per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 e 2005. A parte quest’ultima finalità, dove diavolo andrà a finire il prelievo che gli automobilisti pagano ancora oggi per la Guerra d’Abissinia?
100. Cremazioni
Il comune di Treviso ha ottenuto dallo Stato 500mila euro per la realizzazione del Tempio della cremazione.

AVEVO RAGIONE A DIRE CHE ERA IMPORTANTE?
BACI franca


sicilia - i nuovi invalidi

In Sicilia non ci sono più gli invalidi di una volta: adesso tocca ai politici size=4>

Tratto da “Corriere della Sera”, 6 dicembre 2006 Gian Antonio Stella:

vendita della fontana di trevi dal film "Totò truffa"size=1>

Non un cieco, non uno zoppo, non un affetto da alluce valgo bilaterale: niente. E così, rimasta a corto di invalidi e orfani di guerra alternativi, la Crias (la Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane sicule, benedicente braccio finanziario della Regione) ha finito per assumere in “quota disabili” quattro politici.

Tre della destra e uno della sinistra. Tanto perché i “rossi” non facessero troppo casino. È proprio vero: non ci son più gli invalidi di una volta. L’isola sapeva sfornarne di straordinari.
Alle Poste di Palermo, prima che l’apparizione d’una commissione d’inchiesta avesse l’effetto di una visione mariana e miracolosamente guarisse una massa di infermi, c’era ad esempio una signora, Nunzia Calabria, che per una misteriosa malattia ai polpastrelli non poteva toccare alcuna cosa: non una matita, un foglio, una busta... L’unico lavoro che poteva fare era di carattere “visivo”. Cosa che escludeva non solo ogni mansione che richiedesse l’uso delle mani ma, almeno in teoria, anche quelle di carattere orale: “Posso avere un’informazione?”. Muta.

Un altro aveva trovato un medico che gli aveva diagnosticato una carenza immunitaria che lo esponeva al virus della “straordinarite”: cascasse il mondo, non poteva assolutamente, per motivi di ordine psicofisico, svolgere alcun compito se non all’interno di un orario rigido: “dalle ore 8 alle ore 14”. Non un minuto in più.

Un altro ancora, il postino Alfio Barraco, fu beccato col pennello da imbianchino in mano sulle impalcature di un palazzo di 15 piani nonostante avesse fatto in un solo anno 152 giorni di malattia su 302 lavorativi per spaventose crisi di vertigini che gli facevano girar la testa appena saliva in bicicletta.




Per non dire del mitico impiegato comunale di Modica che si batteva in accaniti tornei di tennis per vincere quella sclerosi a placche che, stando ai certificati, gli impediva d’andare in ufficio. Che invalidi, gli invalidi di Sicilia! Eppure, quando si è trovata a dover inserire in organico quattro persone che fossero disabili o orfani di guerra, come ha raccontato Emanuele Lauria nelle pagine isolane di Repubblica, la Crias, commissariata e affidata a Giuseppe Corvaja, consigliere comunale a Messina per il centrodestra, ha avuto evidentemente qualche problema.

Madonna dei raccomandati, Lippo Memmisize=1>

In altri tempi avrebbe potuto rivolgersi, per un suggerimento, al talento di Vincenzo Lo Re, il medico-sindaco che con la sua fama di Padre Pio all’incontrario aveva richiamato a Militello Rosmarino folle imploranti: “Don Vince’, fatemi la grazia: una pensione per angina pectoris!”. Macché, tempi andati... Cerca e ricerca, però, tre disabili e un orfano di guerra per la Crias sono stati infine individuati. Il primo, Santo Arcidiacono, fa il consigliere provinciale di Forza Italia a Catania.




Il secondo, Gianfranco Tosto, è stato candidato a San Gregorio per l’Ulivo. Il terzo, Salvatore Tuttolomondo, è assessore comunale a Raffadali (il paese di Totò Cuffaro) in una giunta dell’Udc. Il quarto, Vincenzo Mannino, ha corso per le comunali di Taormina ed è legato all’ex assessore regionale alla Cooperazione Carmelo Lo Monte, che dopo aver lasciato l’Udc si è messo con il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo. Perfino l’ufficio regionale che vigila sull’attività dell’istituto, rimandando due volte gli atti al mittente, si è detto perplesso di quelle appartenenze al mondo della politica: minchia, che coincidenza! E il deputato regionale diessino Antonino Di Guardo ha denunciato: “La selezione degli invalidi è stata dettata da criteri clientelari, in dispregio di ogni norma di imparzialità”. Ma il commissario, anche lui vicino a Lo Monte, pur ammettendo di aver avuto lui pure dei dubbi (ma davvero?) ha dovuto cedere e ha firmato la delibera: “Non ravvisando irregolarità formali...”.


Indice dei post

Elenco materiale sprechi pubblicato sul blog:
- I Puntata 13/11/2006: Il Ponte di Messina – articolo di Curzio Maltese sull’espresso e otto per mille alla guerra in Iraq
- II Puntata 14/11/2006 : Da settimo ruba un po’ meno: il Quirinale (1992) Enti disciolti da articolo della Stampa
- Buvette al pantheon e portaborse: 17/11/06
- III Puntata 21/11/2006 : Da Settimo Ruba un po’ meno: Montecitorio e Presidenza del Consiglio (1992)
- IV Puntata 29/11/2006: resoconto spese senato 2004 – materiale ricavato da resoconti di spesa del senato
- V Puntata: 05/12/2006Aerei blu – articolo Gian Antonio Stella, corriere della sera, 10/11/2006
- VI Puntata auto blu articolo di Gian Antonio stella , corriere della sera, 06/12/2006
- VII Puntata: i privilegi della chiesa (sezione articolo espresso) 07/12/2006
- VIII puntata: Franca Rame tra i Lavoratori MEF Lombardia 08/12/2006
- IX Puntata:Tromboni: (costo difesa) 10/12/2006
- X puntata: fogne13/12/2006
- XI puntata: ammazzali che cifre!
- Comuni - l'armata dei morosi
- Sicilia - i nuovi invalidi
- Stampatevelo e leggete con calma...Importante e incredibile!
- Finalmente una serata di festa, buona Natale!
- Ma noi cosa possiamo fare?
- Vado a letto...
- informazioni e auguri
- buon anno nuovo!
- sono riuscita a collegarmi!
- nuovi sprechi
- per l rilancio a costo zero del paese - di Jacopo Fo e Francesco Meneguzzo
- lettera per ILMIONOMEèNESSUNO
- comunicato
- comunicato importante
- vedo che vi state svegliando!
- saluti da Forlì
- Urge riunione!
- dal blog di Jacopo
- Dario Fo: troppi ghetti in città e la sinistra non ha più coraggio
- caro Accattone
- organizzazione incontro
- Una serie di opere incompiute
- Raccontate voi per favore
- sabato: i contributi dei partecipanti
- spariti tutti i soldi delle penioni italiane! di Jacopo Fo
- Ambasciate: prima puntata
- Ambasciate seconda puntata
- testo intervento di Franca Rame al convegno di Milano
- Audio intervento di Franca Rame a Milano
- Un esempio positivo: l'ospedale di Forlì
- Attenzione!Attenzione!!!
- Il business dei rimborsi elettorali
- Pensioni d'Oro!
- Per la Pace... che vuol fare la guerra!
- correte a vedere!
- nepotismi istituzionali
- La Presidenza della Repubblica "taglia"
- Nemmeno il dolore di Adele Parrillo
- intervento di Franca Rame in aula sulla base di Vicenza
- Messaggio di Franca
- Franca non può...
- La morte di mia madre di Franca Rame
- ranio impoverito:morti ad oggi 43 soldati italiani, 512 ammalati, alcuni sul letto di morte
- attenzione!
- Per Vir e per tutti
- Spese staff premier + 186%
- Medicina penitenziaria - tagli per 13 milioni di euro
- operazione Vicenza - NO dal Molin
- Ambasciate di lusso
- Vicenza: manifestazione per dire NO!
- cari italiani siamo di guerra - di Giorgio Bocca
- Pasticciaccio brutto di Fernando Rossi, Fosco Giannini e Franca Rame
- Analisi dei bilanci del Senato del Dott. Carlo Ungarelli
- Un'altra vittima dell'uranio impoverito
- Escatologia e scatologia: come dire lo spirito e lo sterco
- Previti condannato ai servizi sociali
- appello contro le guerre
- intervento della Senatrice Franca Rame in aula sulle comunicazioni del Ministro D'Alema
- sottoscrizione in favore delle vittime dell'uranio impoverito
- Comunicato stampa dell'osservatorio militare per la sottoscrizione
- sprechi e costi della burocrazia
- La banca d'Italia
- sondaggio: vuoi che mi dimetta da senatrice o che continui il mio lavoro in senato?
- Vi chiedo un consiglio: devo dimettermi da senatrice a causa del voto sull'Afghanistan?
- perchè ritirarsi dall'Afghanistan di Tariq Ali
- 8 marzo
- Le sentinelle di Ratzinger di Dario Fo
- il portale italia.t l'ennesimo spreco italiano?
- portaborse sfidano deputati... a calcio
- Licenziati d'oro - Lunardi ripaga l'ANAS
- E spuntò il comma villa certosa

- sprechi oltreconfine del Ministero affari esteri
- leggi vergogna 1
- leggi vergogna 2
- salviamo la vita di Abdullah Ocalan
- Franca ripensaci, lettera sulle dimissioni
- comunicato dell'Osservatorio militare
- scari bugiardi della fase due, che fine ha fatto la fase 1?
- sspreco Nassirya
- intervento di Franca Rame in aula sul rifinanziamento della missione in Afghanistan
- lettera di Sergio Zini, gli sprechi nelle forze armate
- Uranio Impoverito su striscia la notizia
- riprendiamo con gli sprechi: il mancato incasso della giustizia
- Uranio impoverito, l'Osservatorio militare risponde agli insulti nei miei confronti
-
Iraq, nel DDL 3 milioni di euro per i contractors

- report: com'è andata a finire sull'amministrazion dei denari confiscati dalla magistratura
- presentazione del disegno di legge dell'Italia dei Valori : condannati fuori dal Parlamento!
- soL'onda blu del privilegio
- era ora che tornassi!
- piena solidarietà a Emergency
- otto per mille alla chesa Valdese - appello laico
- la guerra in casa - articolo dott.ssa Gatti
- Umberto Scapagnini, gli sprechi di Catania
- Uranio, ancora un decesso: siamo a 46 morti
- i conti dei terremoti
- chi scorta e chi no
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- Appello per il Darfur
- Gen. Cecchi: "causa di servizio per l'uranio impoverito

- Al cittadino non far sapere di Marco Travaglio

- Gli impieghi dell'otto per mille

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- Scuole per mercenari

Franca Rame e Dario Fo a Napoli (manifesto)

Il Santo Padre tra le acque di Dario Fo

Unità:Uranio Impoverito Bari, si facciano nuove indagini

La guerra invisibile - di Antonietta Gatti

comunità montane, sprechi d'alta quota

Una giornata qualunque di Dario Fo e Franca Rame

- intervista del settimanale OGGI a Dario Fo

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- 258 € al mese, tanto vale un soldato malato di uranio impoverito di Water Falgio, Liberazione

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- striscia la notizia, grazie Antonio Ricci!

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- Le due Guerre - della Dott.ssa Antonietta Gatti

- Dell'Utri condannato a braccetto col boss, la notizia non s'ha da dare

- interrogaizoni sul caso Enel-Wind e rischio diossine a Treviso

- rendicontaizone sottoscrizione per uranio impoverito

- l'acqua battesimale è gratis!

- L'assenteismo di stato

- rendiconto attività svolta in Senato

- Afghanistan, la guerra dell'oppio

- Iraq, via i soldati, arrivano i contractors, milizie private

- Annozero: Sicurezza - di Marco Travaglio

- Due Miliardi, e i rifiuti sono ancora in strada di gian Antonio Stella, Corriere della Sera

- L'onorevole due volte in pensione

- Disegno di legge d'iniziativa della Senatrice Rame sui collaboratori parlamentari

- Mamma pace non abita più qui (Il Manifesto)

- Harakiri - di Marco Travaglio, Unità

- Per Francy da Franca

- Franca: ho scritto una lettera ad un amico

- Fermiamo lo spreco di Stato! E'nata l'associazione Franca Rame - basta sprechi!

- Interrogazione sul caso ENI - Ferlenghi

- Sommersi dai veleni radioattivi - di Primo De Nicola, Espresso

- Il 9 giugno di www.francarame.it

- Il tribunale dove i magistrati fanno 6 udienze l'anno

- Disegno di legge d'iniziativa dell'On. Cannavò sul taglio delle pensioni degli ex parlamentari

- I compensi degli amministratori nelle società pubbliche

- interrogazione sullo sfruttamento minorile in CIna per la produzione di gadget olimpionici

- Palermo, assunti 110 autisti senza patente di Gian Antonio Stella, corriere della Sera

- M'è venuta un'idea...

- Leggete la storia di Giuseppe anni 6...

- Corrotti e rimborsati di Marco Travaglio, Unità

- Convegno 7 leggi per cambiare l'Italia

- La guerra di tutti - Dott.ssa Antonietta M. Gatti

- Franca e il piccolo Giuseppe

- Dopotrasmissione di Annozero di Dario Fo

 - Notizie su Giuseppe, il nostro bambino

 - Lettera sulla precarietà

- Costi della politica, tagli ai giornali di partito

-I "Palazzi" - le novità, di Mauro Suttora, Oggi

- Oggi, il piccolo Giuseppe

-Via gli intoccabili! lettera al Presidente Romano Prodi

- Morire di Uranio impoverito - seconda lettera al Presidente Prodi

 

- DDL riforma del trattamento previdenziale dei Senatori d'inidiativa dei Senn. Bobba e Lusi

- Mirate bene? Desistete - di Tommaso di Francesco, il Manifesto

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- 10 leggi per cambiare l'Italia - il video del convegno

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- Franca Rame: aiutiamo Libera e SpazioAperto a salvare il bar antimafia di Buccinasco

- Il blog sul corriere della sera!

- L'inquinamento ambientale e il cibo

- resoconto fondi sottoscrizione uranio impoverito

- Disegno di legge disciplina in materia di sanzioni sulla pubblicità ingannevole

- Gli sprechi della RAI: quesito a risposta immediata

- Ridiamo in po' Da tutta casa letto e chiesa

- Ridiamo un po' ? Da tutta casa letto e chiesa - seconda parte

- Appello per l'Afghanistan di 46 Senatori

- Sconti alla Chiesa sull'ICI, l'UE ora processa l'Italia

- In risposta a Mammamarina - pensione di invalidità civile

- L'Uranio impoverito contamina la popolazione - Secolo XIX

- Pedofilia e Class Action

- Risposta di Gigi Malabarba a Vergara

- Lu cuntu di Mariglianella

- L'onorevole? E' fuori stanza La Stampa, di Ugo Magri

- Fannulloni, sprechi e rimborsi - Il folle federalismo delle Regioni di Gian Antonio Stella - Corriere della Sera

- interrogazione sul piccolo Giuseppe

- Rabbia da Uranio 2 - da Franca

- Mineurs: minatori e minori

- La casta - l'inchiesta dell'Espresso sui costi della politica di Alessandro De Feo

- l'affido dei minori in Italia

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- Donca Donca Tri Trunchett Fa Una Cunca (Risparmio Energetico)

 


Comuni, l'armata dei morosi

FRANCA E CARLOTTA...

CORRIERE DELLA SERA (05-12-2006)

Sergio Rizzo Gian Antonio Stella

IL CASO / L'AsI di Napoli ha un arretrato di 14 milioni e mezzo di bollette

Comuni,l’armata dei «morosi» 43 per cento non paga L’Enel

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II debito complessivo è 305 milioni di euro. Il record in Campania

Chi vuoi che stacchi le luci alle sale operatorie?


O ai lumini dei cimiteri, ai riflettori dello stadio, alle lampade della Cattedrale?

Così, approfittando dell’imbarazzo altrui, un numero sempre più grande (spaventosamente grande) di Comuni e regioni ed enti pubblici ha trovato un bel sistema per affrontare le bollette Enel: se ne infischia.

La più morosa di tutti nella classifica dei debitori è la Asl Napoli1, la più grande, sgangherata e squattrinata di tutta Europa.

Convinti che nessuno oserà mai staccare la spina dell'energia elettrica alle sale rianimazione e neppure di chiedere il sequestro dei macchinari della risonanza magnetica, gli amministratori
(tra i quali c'era fino a qualche tempo fa il direttore generale Angelo Montemarano, poi promosso assessore regionale alla sanità) hanno via via ammucchiato le bollette in un cassetto, ammesso che non le abbiano cestinate, fino ad accumulare un debito con la società erogatrice di energia di 14 milioni e mezzo di euro: ventinove miliardi di lire.
Un'enormità. Che straccia perfino i due immediati inseguitori nella hit parade stracciona. Due amministrazioni, diciamo così, cugine:

la Regione Campania e il Comune di Napoli, seconda e terza con bollette mai pagate rispettivamente per 9 e per 6 milioni di euro. Segue al quarto posto, con tré milioni e 200 mila euro, l'Azienda sanitaria locale di Salemo. Il che, a questo punto, legittima un sospetto: vuoi Vedere che in famiglia si sono passati la voce che, tra tutte le spese obbligate che proprio non si possono evitare, quello dell'energia elettrica è in fondo in fondo un peso sul quale è possibile fare spallucce?



All'Ente Nazionale per l'Energia elettrica non nascondono di essere preoccupati. Ma come: le amministrazioni trovano i soldi per le autoblù e i sòldi per i voli privati e i soldi per la Commissione sul Mare e quella sul Mediterraneo e i soldi per i gettoni di presenza e i soldi per andare in folta comitiva al Columbus Day di New York al seguito di Alessandrina Mastella, per fare il solo esempio della Regione Campania, e poi se ne infischiano di pagare le bollette?



Non è solo una questione, ovvia, di principio. Fatta la scelta di privatizzare e andare sul mercato, l'Enel è oggi solo parzialmente pubblica, dato che il socio di riferimento è sempre il Tesoro, con circa il 32%. Per il restante 68% appartiene agli azionisti privati: quella del 1999, quando cominciò la privatizzazione dell'Enel, fu anzi la più grande offerta pubblica in Europa e la seconda al mondo sia per valore che per numero di sottoscrittori. E sono loro, invitati a investire con la l'impegno che la società avrebbe perseguito gli obiettivi con l'ottica di un'azienda privata senza regalie politico-clientelari, i primi ad essere colpiti dalla morosità degli enti pubblici.


Una morosità di massa. Basti dire che i comuni italiani che devono pagare almeno mille euro di bollette arretrate sono 3.531. Su un totale di 8.101: il 43 per cento. E il debito complessivo di tutte le pubbliche amministrazioni nei confronti dell'Enel è di 305 milioni di euro. Quasi settecento miliardi di lire. Un buco enorme. Che di giorno in giorno, con l'andazzo che c'è, rischia di farsi sempre più profondo. Causando un danno non solo ai conti dell' azienda elettrica, ma al tessuto stesso della nostra società. Che esempio può dare ai suoi cittadini un comune come Catania se risulta in arretrato di 2.395 bollette non pagate per un totale di 1.915.494,74 euro?


Come può il sindaco della cosentina Acri chiedere ai compaesani di pagare l'Ici o la tassa sui rifiuti o l'acqua (evasio-ne media in Calabria secondo la Corte dei Conti: 93,5%) se il suo comune è in arretrato sulla luce di 928 bollette? La casertana Roccamonfina, a gironzolare per il sito comunale, ricco di fotografie e informazioni e servizi e curiosità intomo al Santuario di Maria Santissima dei Lattari e il gruppo vulcanico che culmina nel Monte Santa Croce e la Sagra della Castagna, non appare miserabile: ogni abitante ha in banca oltre 700 euro in più della media regionale e risultano oltre 49 automobili ogni cento abitanti. Eppure il municipio, lanciando ai cittadini un messaggio che definire diseducativo è poco, è riuscito ad accumulare un debito con l'Enel di 440.710,26 euro, pari a 312 euro per ognuna delle 1.409 famiglie.


Sia chiaro: non è un problema solo dei municipi. Ne del solo Mezzogiorno. Sono tra i morosi, ad esempio, la Soprintendenza Archeologica Toscana o la Soprintendenza Monumenti e Gallerie di Pisa o il Provveditorato alle opere pubbliche di Perugia o l'Ufficio provinciale di Viterbo dell'Inpdap o l'Asl Roma G che sul suo sito Intemet se la tira con parole come mission e restyling e impegni a «monitorare la custumer satisfaction» (letterale: ammazza!!!) e poi è indietro coi pagamenti delle bollette per 979.722,30 euro. Non mancano neppure, tra i debitori, tré reparti della Guardia di Finanza del Piemonte. E perfino qualche struttura, come ha confidato Giuliano Amato, del Viminale: «Mi secca che una amministrazione nobile come quella dell'Interno compaia nella lista dei debitori particolarmente morosi dell'Enel e dell'Acca non per ritardato pagamento ma per il mancato pagamento delle bollette».


Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E' accecante, però, la sproporzione tra gli arretrati più o meno contenuti di (limitati) enti pubblici del Centro e del Nord e gli abissi di una miriade di comuni e acquedotti e regioni e province e comunità montane del Sud. Dove l'accumulo di centinaia o addirittura migliaia di bollette mai pagate, per il campo da calcio o le cappelle votive, l'irrigazione della piazza o il cinema municipale, l'orologio sul torrione o la fontana; può dimostrare una cosa sola: che sono tutti convinti che nessuno avrà mai il fegato di tagliar loro la luce.

Quindi perché mai dovrebbero pagare: solo perché lo dice la legge? Uffa...


ammazzali, CHE CIFRE!

e anche il maxiemendamento è andato!
ma che giornata! urla, insulti, schiamazzi, discesa minacciosa opposizione con lanci di decine di fogli di carta, corrono i commessi a bloccare lassù qualcuno che si sta lanciando contro qualcun’altro.
Il peggio del peggio.
Dalla mattina alle 21,30.
Manco ho mangiato perché nell’intervallo c’era commissione. Me ne sono andata a casa con un gran mal di testa.
Il cuore stretto.
Venerdì sono stata a letto tutto il giorno… (mi è permesso dire che ero stanca senza affliggere nessuno?) pensierosa… piena di dubbi e di scontento.
Mi sono letta tutti i giornali.
Di tutto un po':
"Tagli: la rivolta dei rettori"
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“il cavaliere: mantenere la ferita aperta
Fassino: atteggiamento irresponsabile”
"il canone rai aumenta a 104 euro"
"l'unione convince la cdl - Previti, via alla decadenza" (buona
notizia, era ora! farò il conto di quanto ha intascato da quando è andato in carcere a oggi. Ma secondo voi in quale altre Paese può avvenire un fatto simile? Arrestato, condannato seppur in prima istanza, ma condannato!, e sempre stipendiato! MA CHE BEL PAESE!)

"la Bce promuove la finanziaria (...) ma il debito resta il più alto"

"CANCELLATI I REATI CONTRO LO STATO".

porco qua

e poco là…

ma come possono capitare sviste così macroscopiche?!

Il fatto, pardon… IL FATTACCIO!

IMPORTANTE LEGGERE TUTTO!
da Repubblica, 15/12/2006

CORTE DEI CONTI: prescritto il 70 per cento dei processi. Berlusconi: norme ad Personam.

Una legge Cirielli con la prescrizione breve anche per i reati contabili e i danni all’erario. Il sospetto di un colpo di spugna soprattutto sulle inchieste calabresi.
Centinaia di dipendenti della pubblica amministrazione o di società a capitale misto o partecipato liberi da indagini (ricordo ai lettori che ho presentato il 29 giugno 2006 un disegno di legge – n° 702, che prevede la responsabilità penale per chi compie questi reati).
Lo scandalo del comma 1346 del maxiemendamento alla finanziaria, che ha scatenato i fulmini del pg della Corte dei Conti Claudio de Rose esplode alla commissione giustizia del Senato. Lì arriva una secca missiva del pg. indirizzata al Presidente Cesare Salvi (DS):

Sen. Cesare Salvi (DS)size=1>


venti righe di fuoco perché il 70% dei processi andrebbe in fumo.
De Rose scrive che se la norma passasse “causerebbe l’estinzione della maggior parte dei provvedimenti di responsabilità amministrativa in corso, e per il futuro, inciderebbe sulle possibilità concrete di dare avvio all’azione di responsabilità per danno alle pubbliche finanze”.

La prescrizione è ancorata al reato commesso e non al momento in cui si materializza il danno all’erario. Così il compimento della prescrizione li anticipa notevolmente. Una modifica che il pg considera incostituzionale.
Salvi protesta con il Presidente del Senato Franco Marini, chiede che il comma sia abolito. Altrettanto fa il diellino Roberto Manzione che vede favoriti “amministratori scorretti” e parla di norma vergognosa.
Ma chi è il responsabile? La caccia parte subito, mentre la Finocchiaro punta i piedi; Quando l’ho letta sono caduta dalle nuvole perché il 12 dicembre sera stata bocciata. Me lo ricordo perché avevo chiesto un appunto tecnico.

Sen. Pietro Fuda (Misto)size=1>


L’emendamento è del calabrese Piero Fuda, ex presidente forzista della provincia di Reggio, confluito nell’Unione, unico eletto al Senato della lista Consumatori, politico molto vicino al governatore della Calabria Agazio Loiero, uscito dalla Margherita per fondare il partito democratico meridionale. Ancora ieri Fuda difendeva la propria proposta perché “la prescrizione era e resta di cinque anni e non incide sui processi in corso”.

Le rassicuranti parole di Fuda non hanno però convinto i senatori dell'Ulivo, che all'unanimità, nel corso della riunione di questo pomeriggio, hanno ribadito in maniera netta che in un modo o in un altro dovrà essere cancellata dal maxiemendamento, anche a costo di far tornare la finanziaria in quarta lettura, nel bel mezzo delle feste, al Senato.
Fatto sta che in Calabria sono numerosi gli amministratori nel mirino della Corte. LA stessa inchiesta sulla sanità che coinvolge Loiero potrebbe avere riflessi del genere. Ma Fuda era solo il primo firmatario dell’emendamento sottoscritto da Zanda, Sinisi, Boccia, Bruno, Ladu, tutti diellini, e dal DS Iovene. Una volta soppresso com’è finito nel maxi emendamento?
E’ stato un errore ha ammesso il relatore diellino Morgando. “In una notte di confusione, tra mille modifiche, il comma è comparso ed è finito dentro. L’ho scoperto stamattina”. Ora è impossibile cancellarlo. Rifondazione vorrebbe toglierlo alla Camera e andare a una quarta lettura della Finanziaria, la Finocchiaro replica:

Sen. Anna Finocchiaro (DS)size=1>


“Sulla mia parola d’onore quella norma non entrerà in vigore. C’è l’impegno totale del governo. La elimineremo nel decreto di fine anno.”
Un errore, l’ennesimo. Non di poco conto, se si considera che la «cabina di regia» maggioranza-governo aveva bocciato l’emendamento proposto dal senatore Pietro Fuda del Partito Democratico Meridionale. Il perchè non si sa. I maligni suggeriscono che in questo modo il governo abbia cercato un po’ furbescamente di ingraziarsi Fuda, chiudendo un occhio sull’emendamento che stava tanto a cuore al senatore calabrese, allo scopo di ottenere un voto in più in Senato.

Sì, è successo anche questo. Si può sperare in un futuro migliore?

INTANTO, BECCATEVI QUESTI ARTICOLI PRESI DA "L'ESPRESSO" del 7-12 2006.

INDIGNATEVI, FA BENE ALLA SALUTE!

OTTIMI CONSIGLIERIsize=4>

Evviva il federalismo, evviva le regioni: ogni capoluogo si sente
capitale, ogni assemblea vuole imitare


Montecitorio size=1>

Ma che bel mestiere fare il consigliere: Lombardia, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna, Calabria gli elargiscono il 65 per cento del compenso riconosciuto al deputato. E più si sentono autonomi, più si premiano.
I sardi,

infatti portano a casa l’80 per cento dell’indennità nazionale a cui vanno aggiunte tutte le voci previste alla Camera: la diaria, i rimborsi, la segreteria. A conti fatti si superano i 10 mila euro. E non è finita qui. I consiglieri isolani hanno inventato anche i fondi per i gruppi: 2 mila e 500 euro per ogni consigliere più altri 5 mila al gruppo di almeno cinque persone. Inoltre, quando sono a Roma, hanno diritto a un auto blu con autista

In passato la Sardegna si distingueva anche per le sue generose buonuscite: 117 mila euro per consigliere.




La chiamavano “indennità di reinserimento”, come si fa con i tossici usciti da San Patrignano.

Ora è stata ridotta a 48 mila euro, speriamo che non ricadano nel vizio. Quella del reinserimento è una moda diffusa. Il Molise ha appena varato un sostanzioso «premio di reinserimento nelle proprie attività di lavoro» a tutti i consiglieri trombati o non ricandidati:
così l’onorevole Aldo Patricello dell’Udc, dimessosi per diventare europarlamentare, si prende più di 72.700 euro ed è primo della speciale classifica, al pari dei diessini Nicolino D’Ascanio (attuale presidente della Provincia di Campobasso) e Antonio D’Ambrosio e a Italo Di Sabato di Rifondazione. Ai privilegi infatti ci si affeziona.


Raffaele Fitto size=1>


L’ex governatore pugliese Raffaele Fitto di Forza Italia aveva ottenuto l’auto blu per alleviare i primi cinque anni senza

carica.
La delibera è stata cambiata dopo le contestazioni, ma la giunta di sinistra non si è dimenticata degli ex: le pensioni sono state ritoccate. Al rialzo. Perché in Puglia il benefit è ecumenico: anche alcune delle 19 Lancia Thesis noleggiate dalla Regione sono a disposizione dei 12 assessori uscenti.


Le strade del bonus sono infinite. Un’altra veste giuridica per coprire l’ennesima erogazione va sotto il nome di indennità di funzione per i vertici di giunte e commissioni su misura. Per questo ogni giorno ne nasce una nuova. La Campania deteneva il record nazionale: l’anno scorso le commissioni erano 18.

Ognuno dei presidenti intasca 1.650 euro in più al mese, oltre allo stipendio di consigliere regionale (circa 7 mila euro). Poi ci sono le spese di rappresentanza (in media 400 euro mensili) e quelle per il personale distaccato (9.550 euro al mese per un massimo di sei dipendenti a organismo): totale, 180 mila euro. La settimana scorsa, dopo un’ondata di indignazione, la Regione ne ha abrogate sei. Ma dal 2000 al 2005 le indennità dei consiglieri sono passate da 18 milioni a 30 milioni di euro all’anno mentre i benefit sono saliti da 18 a 30 milioni. Nella regione dell’emergenza perenne quei fondi potevano trovare impiego migliore.

DOBBIAMO DECIDERE COME MUOVERCI, COSA FARE. COME FERMARE L'IRA DI DIO DEL NOSTRO PAESE.


Dies Irae, senza autore, pittura di stradasize=1>

CAMERE A CINQUE STELLE da L’Espresso 7/12/2006 L’Italia dei Privilegi size=4>

Stipendi smisurati e una vita spesata, questo è il bello del rappresentare i cittadini.

Forse troppo, tanto che, come dimostra il sondaggio Swg per “L’Espresso”, gli italiani sarebbero felici di limare questo montepremi. Già, perché deputati e senatori incassano ogni mese più di 14 mila

euro tra indennità, diaria e rimborsi vari. Allo stipendio di 5 mila e 500 euro bisogna aggiungere il rimborso di 4 mila euro per il soggiorno a Roma e altre 4 mila e 200 euro per “le spese inerenti il rapporto tra il deputato e l’elettore”. Al Senato questa voce è aumentata di circa 500 euro al mese. Poi c’è il capitolo trasporti: il parlamentare si muove come l’aria nel territorio nazionale.


Infila la porta del telepass in autostrada
senza ricevere nessun estratto conto, al check-in prende posto in business senza mettere mano al portafoglio e all’imbarco del traghetto non fa fila né biglietto. E i taxi? Niente paura. È previsto un rimborso trimestrale pari a 3 mila e 300 euro. Mentre per i deputati che abitano a più di cento chilometri dall’aeroporto più vicino, il rimborso sale a 4 mila euro.



L’angelo custode del bonus non abbandona il parlamentare nemmeno quando varca i confini nazionali per “ragioni di studio o connesse alla sua attività”: gli spettano fino a 3.100 euro all’anno. Per avere un’idea del costo degli “onorevoli viaggi” basti un dato: i soli deputati nel 2005 sono costati alla collettività 40 milioni.


Non paga nemmeno il telefono, fisso o mobile, fino a una bolletta massima di 3.100 euro. E ha diritto a un computer portatile e alla fine della legislatura (per tutelare la riservatezza dei dati) può tenerselo.

Di tutti i privilegi, però quello che costa di più è il dopo. Ossia il trattamento pensionistico. Deputati e senatori, anche se in carica per una sola legislatura, maturano il diritto a una pensione straordinaria. Si chiama vitalizio e dovrebbe maturare al compimento dell’età di 65 anni.
In realtà, se ha fatto più legislature il deputato, come un lavoratore usurato, può andare in pensione a 60 anni (che scendono a 50 per quelli delle precedenti legislature).

Il vitalizio varia da un minimo del 25 per cento dell’indennità (2.500 euro circa) per chi ha versato solo i canonici cinque anni di contributi della singola legislatura.





Ma arriva fino a un massimo dell’80 per cento dell’indennità per chi ha più legislature alle spalle. Comunque, per maturare il diritto alla pensione non è necessario restare in carica cinque anni.
In passato bastavano pochi giorni. Ora ci vogliono due anni, sei mesi e un giorno.
E gli eletti dal popolo contano doppio: possono sommare la pensione dovuta per la loro attività professionale a quella ottenuta per rappresentare i cittadini.

La liquidazione parlamentare, poi, non è meno regale: 80 per cento dell’indennità moltiplicato per gli anni della legislatura, ossia minimo 35 mila euro.

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risposta ai commenti negativi sul voto di fiducia missione afghanistan E NOVITà

RISPONDO A TUTTE LE LETTERE RICEVUTE, USANDO QUELLA DI DANIEL, COME LETTERA CAMPIONE.
Caro Daniel, riporto qui quanto da lei scritto a proposito della trasmissione di santoro di ieri sera.

"..il giornalista che le andava contro (ndr. testata il giornale) sul discorso del finanziamento alla missione di "pace" aveva più che ragione.
La giustificazione che il governo ha posto la fiducia a mio parere non regge per il semplice fatto che in quel caso lei ha preferito tenere il governo in piedi piuttosto che portare avanti le sue idee e fare il bene dei cittadini."
SE LEI HA VOGLIA DI LEGGERSI QUELLO CHE HO SCRITTO IN QUEI GIORNI FORSE POTRà FARSI UN'IDEA DEL "TRAVAGLIO" PASSATO. ERO DECISA A VOTARE NO. L'HO DETTO E RIPETUTO.
LEI SA QUANTE MAIL SONO ARRIVATE ALLA MIA CASELLA E PRIVATA E SENATO? OLTRE 2000: NON FARE CADERE IL GOVERNO". E SMS? MI SI SONO INTASATI 2 CELLULARI. E NON BASTA. LA GENTE PER LA STRADA A FERMARMI, A RACCOMANDARMI. AMICI E NEMICI: ATTENTA A QUELLO CHE FAI. HAI UNA GROSSA RESPONSABILITA'... VUOI FAR TORNARE BERLUSCONI?
SE LO RICORDA, LEI, CHE IL GOVERNO PRODI ALLA SUA PRIMA ESPERIENZA CADDE PER 1 VOTO?
NON ERO CERTO CONTENTA DELLA RICHIESTA DA PARTE DEL GOVERNO DI DARE LA FIDUCIA.... MA TUTTI GLI ALTRI COMPAGNI (CON MAGGIOR ESPERIENZA DELLA MIA) CHE STAVANO SULLE MIE IDENTICHE POSIZIONI, HANNO DECISO PER IL Sì.

POTEVO IO SOLA PRENDERMI UNA RESPONSABILITà COSì PESANTE?
LEI, è CERTO CHE AL POSTO MIO SE LA SAREBBE PRESA?

e prosegue: "Se il governo pone la fiducia su tante altre cose che a lei non vanno bene e che non vanno bene al resto del paese che farà?

SEMPLICE CARO AMICO: DARò LE DIMISSIONI.

NON MI VANNO BENE MOLTE DELLE COSE CHE STANNO AVVENENDO CON QUESTO GOVERNO. NON SONO STATI DATI SEGNALI ALLA GENTE DEL CAMBIAMENTO... LA LEGGE SUL CONFLITTO D'INTERESSI TANTO PROMESSA... L'INFAMITà DELLA CIRIELLI...

E IL GRAVE, PER ME, AVENDO VISSUTO UNA VITA ONESTA E ONORATA, DI NON ESSERE NELLA POSSIBILITà DI POR RIMEDIO A NULLA.
NESSUNO TI INTERPELLA, TI CHIEDE COME LA PENSI, SE SEI D'ACCORDO O NO.
TU, RAPPRESENTI SOLO UN VOTO. SEI UNO STRUMENTO CHE DEVE ESSERE CIECO, MUTO E SORDO. STO MALE MA COSì MALE...
MI Dà INFELICITà PENSARE A 77 ANNI DI ESSERE UNO "STRUMENTO".
ME NE VERGOGNO ANCHE UN PO'!
NON CREDO DI POTER REGGERE A LUNGO QUESTA "PROFESSIONE" IN UNA SITUAZIONE COSì FRUSTRANTE. NON DESIDERO FARE CARRIERA POLITICA.
I 15 MILA EURO CHE PERCEPISCO MENSILMENTE MI FANNO SOLO ARROSSIRE. (NELLA MIA PROFESSIONE NON SONO CIFRE CHE STRAVOLGONO...SONO NORMALI COMPENSI PER UNA SERATA) SE NON MI è DATA LA POSSIBILITà DI DECIDERE "IN COSCIENZA" EH Sì... LASCIO. MI DIMETTO. PENSO PURE CHE SARà A TEMPI BREVI.

POSSO SERENAMENTE DIRE DI AVER PASSATO I 7 MESI PIù TRISTI E PRECARI DELLA MIA VITA.

NELLA MIA FAMIGLIA MI CHIEDONO COME POSSA AVERCELA FATTA... COME SOPRATTUTTO SIA RIUSCITA A SUPERARE I PRIMI MESI, VISSUTI IN UNA SOLITUDINE TOTATE.

IN QUESTI ULTIMI TEMPI L'ATMOSFERA è IN PARTE CAMBIATA. SENTO COLLEGHI CHE HANNO IMPARATO A CONOSCERMI E A STIMARMI. HANNO APPREZATO IL MIO IMPEGNO. NON SONO MANCATA MAI Né A UNA SEDUTA D'AULA Né A QUELLE DI COMMISSSIONI. COMINCIANO NASCERE AMICIZIE... O QUALCOSA DI SIMILE...
C'è CHI NON SALUTA... PEGGIO PER LORO, AVRANNO ACQUISITO POTERE MA PERSO IN UMANITà.
ODDIO, VEDO CHE SONO LE 13,10. ALLE 14 HO LA I COMMISSIONE, E DEVO CORRERE... RIPRENDERò IL DISCORSO QUESTA SERA O DOMATTINA. COL MAXI EMENDAMENTO DOVREMMO FINIRE TARDI.

UN SALUTO A TUTTI

SCUSATEMI, NON HO TEMPO DI RILEGGERE...
franca rame
By Franca Rame at Ven, 2006-12-15 13:06 | padre | elimina | modifica | rispondi

SABATO 16 DICEMBRE
ultime novità... siamo ricchissimi ma non lo sappiamo... PARDON: NON LO SANNO!
CASERME DISMESSE, facciamone ospedali e uffici
di Antonio Rossitto
29/11/2006
La caserma Monte Pasubio, a Cervignano (Ud): non è più utilizzata dai militari da una decina di anni.
In Friuli-Venezia Giulia sono 407. Nell'elenco c'è di tutto: palazzi storici, terreni enormi, edifici in pieno centro. Valgono molti miliardi di euro. E ai sindaci farebbero comodo.
Prendete il Palazzo Cordero Lanza di Montezemolo, a Palmanova, in provincia di Udine: cominciarono a costruirlo nel 1616, e fu finito nel 1630. Una bellissima fortezza di pietra bianca squadrata che si affaccia su Porta Aquileia, uno degli ingressi alla città famosa per la forma a stella.
L'edificio è stato la fastosa sede della Brigata Pozzuolo fino al 1997. Da quell'anno è abbandonato. La casermetta napoleonica all'interno è sepolta da erbacce e incuria. Il comune, per avere il palazzo, ha scritto al governo, alla regione, alla provincia. La risposta è stata sempre picche. Il ministero della Difesa dice che, prima o poi, potrebbe tornare utile.

Storia sorprendente, ma che in Friuli-Venezia Giulia è un caso di ordinario spreco, da moltiplicare per il numero di 407: tanti lì sono, secondo un'inchiesta della Procura militare di Padova, i beni delle forze armate lasciati nell'abbandono. È la prima indagine del genere fatta in Italia, visto che sull'argomento non ci sono numeri ufficiali.
Nell'elenco della procura c'è di tutto: ex caserme, arsenali, depositi, ospedali, basi, poligoni, polveriere, alloggi. Un patrimonio di svariati miliardi di euro. Strutture enormi nella maggior parte dei casi. Non servono più a scopi militari, ma restano lì a marcire: monumento a un potere che non c'è più, ma che continua a pesare, anche sulle tasche degli italiani.

I 407 beni della Difesa sono sparsi in ogni angolo della regione. A Pontebba, in provincia di Udine, ci sono 1.768 abitanti e 7 caserme non più in funzione. A Travesio, in provincia di Pordenone, che di abitanti ne fa dieci in meno, ce n'è solamente una, il deposito munizioni, che però è grande quasi 667 mila metri quadrati, all'incirca quanto 93 campi di calcio.
Le situazioni più eclatanti sono però quelle delle città, dove c'è una grave carenza di spazi e sia i terreni sia gli immobili hanno prezzi altissimi.
A Trieste e dintorni ci sono ben 12 strutture abbandonate. L'ex Distretto militare, un bel palazzo con vista panoramica, è invaso dai topi: si trova a due passi dal Castello di San Giusto, una delle zone più belle della città. Nei quartieri di San Giovanni, Roiano, Santa Maddalena e all'Ippodromo vanno in malora interi complessi che erano usati dalle forze armate.

Sempre restando in zona, un mausoleo allo sperpero è la caserma Ferruccio Dardi di Sgonico: nell'area furono costruite nel 1994 alcune palazzine per i militari in servizio, dotate di ogni comfort. Pochi mesi dopo però venne decisa la dismissione. Uscito l'ultimo soldato e interrotta ogni sorveglianza, entrarono in azione ladri e vandali, che in tempi record fecero sparire tutto l'arredamento (pure gli stipiti delle porte) e le apparecchiature elettroniche. A pagare, tanto, era stato Pantalone.
La vecchia polveriera di via Brigata Casale occupa invece un'intera collina. Foto Ettari a ridosso di pregiate zone residenziali: i terreni valgono oro, ma sono abbandonati dal 1987. Stessa storia per il deposito munizioni di Borgo Grotta Gigante, vasto 149.741 metri quadrati e abbandonato dal 1994. Qualcuno ha mai pensato di vendere? In teoria sì, in pratica però al ministero della Difesa non hanno mai mosso una matita.

Nella frazione di Opicina, una delle zone più esclusive della città, c'è invece la splendida villa di Banne. Una volta ospitava l'Ottavo gruppo di artiglieria semovente Pasubio; chiusa nel 1995, oggi i tetti dei quattro edifici sono stati divelti, l'enorme pineta che circonda la villa è un immondezzaio e i carabinieri ci trovano periodicamente clandestini e tossicodipendenti. Foto Il comune vorrebbe costruirci una cittadella del divertimento con cinema, negozi e centri sportivi. Da otto anni chiede di avere l'area, non ha mai avuto risposta.
«Sono situazioni inaccettabili: qui ci sono spazi molto ristretti, e poter utilizzare le caserme in disuso sarebbe fondamentale: potremmo veramente cambiare l'aspetto della città» sostiene Piero Tononi, assessore al Patrimonio di Trieste. Per ognuna di queste aree, assicura, sono già pronti progetti e finanziamenti per farne parcheggi, asili, giardini pubblici, case, scuole. «Eppure, in otto anni siamo riusciti a rilevare appena due complessi.

Per gli altri eravamo pronti a pagare la cessione, anche tramite l'intervento dei privati. Invece niente. In conclusione non ci guadagna nessuno: lo Stato non incassa un centesimo e questi edifici e terreni vengono abbandonati a un'incuria che ne diminuisce il valore. Un'assurdità».
A Udine, l'altra grande città della regione, sono in capo al ministero della Difesa almeno un centinaio di ettari. Risultano dismessi dieci immobili, alcuni di enormi dimensioni. Come l'ex caserma Ferruccio Dardi, che potrebbe ospitare tutti gli uffici della provincia. «Abbiamo cercato di sbloccare le cose in ogni modo, ma non c'è stato niente da fare» lamenta Giorgio Cavallo, assessore all'Urbanistica di Udine. «Uno spreco enorme, che pesa sullo sviluppo della città».


fogne

SE AVETE FOTO O DISEGNI SPIRITOSI DA ALLEGARE AI VARI INTERVENTI, FORZA, INVIATELI!

La Repubblica (19 settembre 2006)
Settanta dipendenti per censire le bocchette delle fognature

Quattrocento nuovi ingressi in tre anni tutti assunti senza concorso

Palermo, pagati per contare i tombini
Nelle ex municipalizzate mogli e figli
di ATTILIO BOLZONI
Settanta dipendenti per censire le bocchette delle fognature

PALERMO - C'è anche chi viene pagato per contare, ogni giorno, i tombini di una città. E c'è chi prende lo stipendio per controllare, ogni giorno, quanti sono quei loro colleghi che contano i tombini. Tutti hanno la qualifica di ispettori ambientali. Sono una settantina solo a Palermo e guadagnano 800 euro al mese. Prima erano precari, adesso hanno un lavoro fisso. Come quei 397 assunti senza concorso nelle aziende comunali. I loro nomi sono stati tenuti segreti per un po'.

Gli interessati e i loro sponsor si erano appellati alla tutela della privacy, il presidente per la protezione dei dati personali però ha preferito renderli pubblici per la legge sulla trasparenza. Non è stata una gran sorpresa: sono tutti parenti di uomini politici.

Nella Sicilia degli sprechi e degli imbrogli, degli accordi sottobanco, della Regione idrovora con i suoi stellari costi sanitari e i suoi debiti miliardari, si continuano a buttare soldi e a moltiplicare poltrone e compensi e consulenze.
È sempre festa a Palermo.
Si cancellano 1700 posti letto negli ospedali pubblici, si chiudono guardie mediche, ma quando c'è da assumere figli e mogli e cognati non si bada a spese. L'ha fatto anche il neo presidente dell'Assemblea regionale Gianfranco Micciché. Nello stesso giorno in cui annunciava tagli a Palazzo dei Normanni - venerdì 15 settembre - ha chiesto anche due autisti in più: voleva uomini di fiducia per i suoi spostamenti nell'isola per i prossimi quattro anni. E siccome le auto blu della Regione le possono guidare solo i dipendenti, il presidente del parlamento siciliano prima o poi sarà accontentato.

Con 15mila e 500 dipendenti e quasi 100mila stipendi pagati ogni mesi, la bancarotta della Regione non ci sarà certo per i due prossimi fortunati autisti.
È un circolo vizioso. Denaro investito per sperperare denaro. È il caso di quei settanta lavoratori di "Palermo Ambiente", azienda costituita tra la Provincia e i comuni di Palermo e Ustica per la gestione integrata dei rifiuti. Formati in un corso finanziato in parte dalla Comunità europea, per sette anni sono stati precari e poi - nove mesi fa - l'assunzione a tempo indeterminato. Una cinquantina di loro ogni mattina esce dall'ufficio, sale in auto e va verso un quartiere. Lì cominciano a contare i tombini e le feritoie sui marciapiedi, quelle per il deflusso delle acque piovane. Poi tornano in ufficio con un foglio zeppo di numeri: la lista dei tombini di Palermo.

A volte ricevono l'ordine di fotografarli, uno per uno, rione per rione. Fino a qualche mese fa gli ispettori ambientali andavano in giro per le vie della città a intervistare i palermitani. Dovevano fare solo una domanda, sempre la stessa: "Palermo è sporca o pulita?". Quell'altra ventina di ispettori ambientali è invece "distaccata" negli uffici con un compito specifico: controllare le presenze dei cinquanta che stanno fuori a contare tombini. L'amministratore delegato di "Palermo Ambiente" ha fatto sapere che "si tratta di una situazione temporanea e che le attività della società devono essere ancora delineate".

Molto tracciate invece le scelte di quelle che una volta erano chiamate le "municipalizzate", oggi società a partecipazione pubblica come l'Amg (azienda del gas), l'Amia (ambiente), l'Amat (trasporti), l'Amap (acquedotti) la Sispi (servizi informatici) e la Gesip (gestione dei lavoratori precari). Queste aziende hanno fatto 397 assunzioni negli ultimi tre anni, tutte per chiamata diretta. Lo scandalo (non c'è nulla di penalmente rilevante se non per quegli 11 reclutati senza titoli), era esploso una prima volta nell'agosto dell'anno scorso. In un'interrogazione al sindaco Diego Cammarata, il consigliere dei ds Diego Faraone voleva conoscere l'elenco dei lavoratori ingaggiati senza concorso.
Dalle società era arrivato un secco rifiuto: "Per ragioni di privacy noi quei nomi non ve li diamo". E spiegava il vice sindaco Giampiero Cannella: "Io li renderei pubblici, ma si rischia la gogna mediatica, un clima da Unione Sovietica, mi sembra una violenza ingiusta verso chi era disoccupato e ora ha finalmente un posto di lavoro".

Dopo un anno di polemiche qualcuno aveva chiesto anche al difensore civico Antonino Tito un suo intervento, l'avvocato Tito però si è defilato: "Non ho il potere di fare questa richiesta". Si è scoperto poi che il figlio e la figlia del difensore civico erano anche loro in quell'elenco dei 397 assunti, il primo preso alla Sispi e la seconda alla Gesip. Il commento dell'avvocato a liste note: "È tutto regolare, i ragazzi hanno un lunghissimo curriculum".

Tutto regolare, tutto secondo legge. E per tutti assunzione assicurata da parente. Proprio per tutti.
Qualche giorno fa il Garante della privacy si è pronunciato: "In nome della trasparenza, divulgate gli elenchi".
E così ora i nomi della lista stanno per uscire, uno dopo l'altro. Non ce n'è uno solo che non sia parente di qualcuno. Tantissimi sono anche i personaggi minori della politica cittadina che si sono autosistemati, che hanno fatto in modo di essere assunti loro stessi nelle aziende finanziate per intero o per quote maggioritarie dal Comune di Palermo.

Ogni ex municipalizzata è un feudo. Per esempio all'azienda del gas ha trovato posto Cinzia Ficarra, moglie di Alberto Campagna, assessore comunale con la delega alle "risorse umane" e alle "risorse non contrattualizzate", cioè i precari che attendono un lavoro stabile. Gli altri favoriti dalla sorte all'Amg: Antonino D'Arrigo, figlio del consigliere comunale dell'Mpa Leonardo D'arrigo; Eva Benzi, che è la nuora del direttore dell'azienda; Stefano Mileci e Michele Avvinti, tutti e due candidati trombati alle ultime elezioni provinciali, il primo di Forza Italia e il secondo di An.

All'Amap è stato assunto Giovanni Puleri, genero dell'assessore regionale al Bilancio Guido Lo Porto di An. All'Amia sono entrati in organico Giuseppe Milazzo, presidente forzista della VI circoscrizione e il compagno di partito Giuseppe Federico, consigliere della II circoscrizione. E poi anche Debora Civello, cognata di Francesco Scoma, il primo degli eletti di Berlusconi alla Regione.

La Sispi ha un marchio molto Udc. Il primo degli assunti è stato Antonino Pisano, fedelissimo del governatore Cuffaro. E poi c'è Zaira Cintola, figlia dell'ex assessore regionale al Bilancio Salvatore. Alla Gesip altra infornata di Udc. Tra i figli fortunati di Palermo anche quello di un sindacalista. Si chiama Tiberio Cantafia, suo padre Francesco era il segretario della Camera del lavoro di Palermo fino a quando a giugno è stato eletto deputato per i Ds a Palazzo dei Normanni.