Donne

Franca Rame, il Nyt: «Bella e appassionata»

sede new york timesIl giornale: «Uno schianto di ragazza». Ma le negarono il visto.

 
Il New York Times ha reso omaggio a Franca Rame con un lungo articolo in cui ha ricordato la parabola artistica dell'attrice e commediografa «Uno schianto di ragazza italiana Anni 50 passando per Karl Marx».
 
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Franca Rame Project a Trani estratto intervista dal Tg di Teledehon

"Franca Rame Project - Per Maria e per tutte le Marie di questa terra" spettacolo denuncia - intervista a Roberta Schiralli del centro anti-violenza Save di Trani e a Dale Zaccaria (curatrice dello spettacolo denuncia) andata in onda nel tg del 5 dicembre su Teledehon - l'intervista è stata fatta poco prima dello spettacolo denuncia il 25 novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza su le donne - l'evento si è svolto nel Palazzo delle Arti Beltrani Pinacoteca Ivo Scaringi - Trani (Puglia)

 

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FRANCA RAME PER DANA BAKDOUNIS Con la collaborazione di Luca Vittorio Toffolon

Ho sempre un brivido di piacere quando vengo a conoscenza di donne che si uniscono per vincere una battaglia, ed ora il mio sorriso si allarga più del solito perché c’è stato un cambiamento fondamentale.

Fino a qualche anno fa mi arrivavano lettere da associazioni e gruppi nate nelle case di periferia, nelle sale di attesa dei consultori, nei luoghi comuni dei reparti di ospedale.

Quanto sono stata felice quando le lettere si son trasformate in mail, molto più veloci, tanto da permettermi serrate comunicazioni in pochi giorni.

Ed ora il passo finale, quello che ha dimostrato a tutti Dana Bakdounis quasi senza rendersene conto: il luogo dell’incontro è la rete, le donne si conoscono, si parlano e si sostengono partendo dal proprio computer.

Una volta si diceva “lotta senza quartiere”, ma oggi neanche più gli oceani riescono ad essere barriere. Ovunque vi sia la rete c’è la possibilità di partecipare, con un solo click o con una mail di protesta.

Quanto è forte questo mezzo? Più di quel che pensiamo, se è riuscito a far ammettere l’errore nientepopòdimeno che ad una portavoce di Facebook!

Non c’è stata nessuna marcia, nessuna piazza è stata invasa, non ci sono stati scontri con la polizia né striscioni esposti all’aria. Tutto è avvenuto virtualmente e ora Dana Bakdounis, la siriana residente in Arabia Saudita che si è ribellata al velo, è la paladina di migliaia di donne, senza averne incontrata mai nessuna.

Tutto è partito da una foto, anch’essa digitale, dove Dana si è mostrata senza velo e con un cartello: io sto con le donne del mondo arabo perché per vent’anni non ho potuto sentire il vento fra i miei capelli”.

Vedo una sottile ed elegante mano di colore che clicca da un pc vicino alla finestra in una casa di mattoni rossi senza porte in una terra dove non piove mai. Dita veloci e arrossate dal freddo caricano un post dallo smartphone di una ragazzina, rannicchiata vicino alla stufa mentre fuori nevica ininterrottamente da giorni nel profondo nord. Il “click” veloce e deciso di un dito dalle unghie curate ed in carriera, invia un “like” al mondo, prima di chiudere il portatile che fra poche ore servirà per una importante riunione.

Vite di donne così lontane e così diverse che mai si sarebbero altrimenti potute incontrare. Se si incrociassero per strada non si noterebbero neanche, ed invece ora sono tutte collegate, virtualmente ma saldamente, per una causa comune.

E da un ufficio di Milano, delle dita silenziose scivolano sulla tastiera che ha visto migliaia di parole formare commedie e monologhi, permettendomi di unirmi a questo abbraccio largo quanto il mondo.

Io, Franca Rame, sto con Dana Bakdounis perché voglio che abbia la possibilità di sentire fra i capelli il vento del suo paese e di tutti i luoghi da cui cliccano le donne che la sostengono.

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IL CANTO DELL’ALLODOLA SAPIENTE di Franca Rame

La ferocia e la crudeltà travolgono ogni dimensione umana quando si scontrano con la voglia di libertà e la bellezza. Guardate il volto di Malala: è una ragazzina di quindici anni, si batte per la dignità delle donne del Pakistan, mette per iscritto pensieri colmi di sogni aperti e irrinunciabili. La osservo e nel suo sorriso vedo una dolcezza inarrestabile, leggo la voglia di vivere di un’adolescente che sa intonare canti e muoversi nella danza. Chiedeva per sé e per le sue amiche che le si concedesse la dignità di essere libera e festosa.

Hanno cercato di eliminare il suo cervello. E’ un miracolo che non ci siano riusciti.

Io non sono una donna credente ma ogni tanto penso che l’impossibile, il magico esista e si faccia vivo quando serve.

Ho visto una ragazza di quindici anni che con altre figliole danzava sotto le piante di cedro sull’argine del fiume.

La leggerezza del loro gestire faceva pensare al volo delle allodole.

L’allodola canta al tramonto, muovendo alla tenerezza gli amanti.

Alcuni religiosi tristi sono convinti che quel volatile sia non gradito da dio e che sia quando canta al tramonto che quando si muove nel rito dell’accoppiamento, allude alla dissolutezza delle femmine libere.

Quei religiosi assicurano che l’aquila che aggredisce l’uccello dal canto lascivo è mandata dal creatore e l’altissimo è grato a chi punisce duramente ogni creatura indegna. Indegna è di certo la femmina che pone in evidenza il proprio ingegno, che parla e ragiona con saccenteria, che non curva il capo quando spunta il sole. Che non sa tacere quando l’uomo, suo padrone, ordina  e soprattutto ride di sottecchi quando quello inciampa pronunciando sciocchezze.

Non c’è quindi pena né pietà per la femmina che non sta al posto suo, cioè l’ultimo. 

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MOLESTI CONSIGLI DA UNA SINGLE CON ESPERIENZA QUINQUENNALE E AUTOMUNITA di Chiara Porro

 

Liberamente ispirato a “Modesti consigli per un’aspirante molestatrice” di Franca Rame e con l'aggiunta di nuovi consigli

Ricordati di cambiare le lenzuola prima di uscire: anche se ti sei ripromessa di non dargliela, due vodka-lemon ti faranno lo stesso effetto che la guerra ha fatto allo smemorato di Collegno. Ma non ti preoccupare: già dalle prime ore della mattina seguente te ne pentirai, visto che lui appena sveglio anziché darti il buongiorno pronunzierà una sola parola: Taxiiii!

Quindi, smaltiti i finti rimpianti per la tua ultima serata di volevoamoremahoavutosesso, prova a darti almeno la parvenza di un non-decalogo (che fa pure molto Movimento 5 Stelle, giusto per darsi un tocco engagé).

Prima regola: non provare a spiazzare il tipo che ti piace, tanto non ne sei capace. Prova comunque ad essere chiunque all’infuori di te stessa, tenendo conto che al massimo puoi aspirare ad imitare una modella russa alcolizzata in pensione o la signora coi baffi della lavanderia sotto casa.

Seconda regola: dimenticati la tua massima di vita “Penso, dunque sono single!”. Quella che l’ha detta era una delle tre donne al mondo più sole di te (le altre due sono la cagnolina Laika e la regina Elisabetta I).

Quindi, quando finalmente riesci a rimediare un’uscita al bar dei cinesi sotto casa, evita di mostrarti troppo colta o intelligente, tanto non lo sei. Ma non è un problema: se parli poco, lui ti adorerà!

Comunque sia fallo sentire brutto, un mostro inguardabile: è l’unico modo per fargli sentire in pieno di meritarti… Se è grasso come un insaccato, digli che sei vegetariana… se è smilzo come un wurstel di seitan parlargli del tuo allevamento di cinghiali. Se è alto, digli che il tuo modello di uomo è Paolo Rossi, se è basso parlargli di quel cestista famoso del tuo ex inesistente.

Se è vecchio, digli che ti ricorda tuo padre che ti picchiava. Se è giovane, digli che ti ricorda tuo fratello che ti picchiava. Se è stronzo, digli che ti ricorda tua madre e basta.

Correggigli tutti gli errori di grammatica che commette: la maestrina eccita sempre!

Guardalo come un carrello della spesa pieno: consapevole che presto ti presenterà il conto da pagare.

Fin da subito posa su di lui il tuo sguardo che spoglia, nei pochi attimi finché è ancora vestito.

Se sei tu a fare il primo passo, ricordati che gli uomini apprezzano quelle che non gli fanno perdere tempo perché così possono andarsene via prima (in base a questo principio dovrebbero amarti tutti alla follia).

“Sola o in compagnia, non allungare mai le mani” ovvero inizia con i piedi, cerca il suo sguardo mentre allunghi la gamba sotto il tavolo, preferibilmente depilata.

Mettiti la gonna, evita gli slip, chiedigli tutto quello che vuoi: no, non è l’estetista dalla quale ti dovevi far depilare la gambe, è sempre il tuo possibile amante.

Se invece è lui ad approcciarti, in base al luogo in cui vi trovate comportati di conseguenza: se siete in macchina protesta dicendo “forse a casa è più romantico…”. Sappi che non è così, almeno finché lui non ti lascia i soldi sul cruscotto.

Se è in casa, usa la solita scusa delle mestruazioni: ma attenta, certi uomini “in quei giorni” si trasformano nei tori di Pamplona.

Raccontagli di quanto è bella la tua vita, del tuo contratto da precaria, dei tuoi genitori che ti passano quanto basta per comprarti i cotton-fioc al discount e degli altri fantastici uomini da weekend che hai incontrato.

Se lui vuole una famiglia, è il momento giusto per ricordargli che non hai manco i soldi per permetterti una pianta grassa finta. 

Non lasciare che faccia di te una casalinga: per te stirare significa solo lisciarsi i capelli e i grembiuli sono quegli affari che allargano i fianchi…

Digli che vorresti fare un viaggio con lui, perché l’ultimo l’hai fatto in quinta liceo.

Insomma: terrorizzalo! Perché è l’unico modo per salvarti: così lui per una volta andrà a casa ancor prima di passare dal tuo letto. Ma sta tranquilla poi, l’indomani, ti richiamerà… aveva dimenticato il portafoglio sul cruscotto!

 

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MODESTI CONSIGLI PER UN’ASPIRANTE MOLESTATRICE di Franca Rame

Ricordati che cenare prima di andare a letto con qualcuno, permette di riflettere: moltissimi uomini è meglio immaginarseli tornati nel loro lettino piuttosto che trovarseli nel proprio, la mattina dopo. 

Se la riflessione non t'è servita comportati così:

Prima regola: spiazzare totalmente il tipo che ti piace. Sfrutta tutte le sue "incertezze-timidezze-insicurezze". Sii implacabile.   Sfoggia tutta la "tua" di insicurezza, ti farà sembrare "un tipo sicurissimo " Funziona sempre! Quasi . 

Seconda regola: cerca di mettere in atto la massima di Bernard Shaw "L'unica cosa a cui non ho saputo rinunciare è a tutte le tentazioni". 

Evita di mostrarti troppo colta o intelligente.   Ti gradirà molto di più se un po' sperduta… un po' sciocchina ma piena di candori infantili. Trova il modo di farlo sentire stupendo, se è grasso…   digli che adori il rotondo e il ridondante. Se è magro... che sentire le ossa in un abbraccio ti fa svenire, se è piccolo… digli che provi una tenerezza incredibile e che il tuo sogno è di amare un nano. 

Fallo sentire giovane se è vecchio: "Adoro i nonni… e poi tu sei straordinariamente intelligente… così "insolito"... un cervellone, insomma!"

Ogni tanto tira fuori una certa dose di strafalcioni perché lui ti possa correggere...   gongolante di sentirsi superiore. Ti troverà adorabile!

Non gli chiedere come si chiama la moglie.   Parlagli della mamma, la sua.  

Evita di guardarlo come un taxi libero. 

Evita di guardarlo con quello sguardo che riesce ad aprire una stanza da letto da sessanta metri di distanza. 

Sola o in compagnia, non allungare mai le mani, evita, specie se c'è gente, di precipitarti a slacciargli la braghetta, non strizzargli i testicoli, non tirargli giù con forza la cerniera dei pantaloni. Rischi di effettuare "strappi" dolorosi: "S. Bartolomeo con la sua pelle in spalla… è il simbolo di un amante che ha incontrato una donna travolta dalla voglia insaziabile di spogliarlo tutto, forse un po' troppo!"

Non tirarti su le sottane, se non dando la colpa al vento, non sfilarti le mutandine e non le calzare  sulla testa gridando "dammelo-dammelo!!" Potrebbe fraintenderti. Chiedigli di spogliarsi senza fare storie, e metti via la pistola. 

Se ti ritrovi in macchina e c'è la luna e tu lo desideri "taaantiiissimo", evita assolutamente, appena lui volta il viso dalla tua parte e sta parlando dell'Inter e della mamma, di ficcargli una spanna di lingua in bocca e gridare "com'è che non ce l'hai ancora duro?."

Puoi anche, sempre in macchina con la luna  raccontagli, senza piangere ma con gli occhi lucidi, (tu sai come si fa)… che da poco hai perso tuo padre...  forse anche la mamma... che hai più di una casa, che ti ritrovi travolta dal come gestire una eredità esagerata, che ti sei ritrovata con una piccola isola nelle Eolie,  che non ti sposerai mai, che prendi la pillola anche se non pensi di fare all'amore... perché non c'è nessuno che ti interessi, fagli intendere... senza dirlo, che sei intonsa… quasi vergine (fa niente se non lo sei, tanto lui non se ne accorge) che ami i bambini, ma per adesso, no, per carità!, non ne voglio avere: "Voglio godermi la vita, liberata!" Che tra due giorni partirai per un lungo viaggio… non si sa per dove… forse senza ritorno. Drammatica sì... orfana sì... ma non troppo mi raccomando… altrimenti si spaventano e addio erezione. Sono così sensibili!

Lui, convinto di essere "il primo" e oltretutto di realizzare una "sveltina" simpatica e senza impegno, sarà tuo quel tanto che a "te" basta.   Forse. E non provare imbarazzo quando una settimana dopo lo incontrerai avvinghiata ad un altro al quale stai dicendo "ho appena perso mio padre... sono ricca, sono vergine…".

Ridigli in faccia e gridagli: "Questa è la vita, coglione!"

Se siete a cena, guardalo-sbircialo-puntalo-addocchialo, ma non appena lui posa i suoi occhi su di te, scivola via come un'anguilla! Chiedi con voce isterica una sigaretta. Fa niente se non fumi...   anzi, meglio.   Fatti sentire nervosa…   turbata, indifesa... timida, tremante... Resisti alla voglia di fare "piedino-ginocchino", di pizzicargli il sedere e con la banale scusa di frullargli un orecchio non gli bisbigliare: "Ma che bel culo che hai!".  

Non strappargli le mutande con le dita dei piedi mentre lo mordi dietro la nuca: lo fa sentire inferiore sessualmente.

Almeno all'inizio mostrati impacciata, titubante, inesperta come farfalla! In poche parole, lascia che sia lui a strappartele, le mutande... e tu, mi raccomando, dì "noo, nooo..." ma dagli una mano, altrimenti te le rompe per davvero!

Se nonostante l'ammirazione adorante, l'interesse per la sua mamma, per l'Inter e per il porco Giuda, lui non fa una piega prova con: "M'hanno detto che sei impotente..." Ti dimostrerà immediatamente il contrario... capace che ti fa un tre amori uno dietro l'altro (anche se siete al ristorante) gridando: "A chi impotente?! Qui ce n'è per tutti!" e sviene. Se dopo le tue avance, appostamenti vari spuntando anche dai tombini, dichiarazioni di stupendezza e quelle 400 telefonate lui non ci sta, lascialo perdere e che sia stramaledetto! Vuol dire che non è il tuo tipo!

Prova col suo amico, c'è sempre un uomo pronto a farsi raccontare che è bello, intelligente, colto, spiritoso... Pronto a farsi circuire, spogliare, baciare, leccare...   Insomma, come si dice?

Ah sì... pronto ad essere usato... molestato!

Ps. Ricordarsi che è sempre bene avere in Banca quel milione di dollari.                                     

                                

 

   Franca Rame

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Nobel per la Pace a Malala Yousufzai firmano anche Dario Fo e Franca Rame

"La ferocia e la crudeltà travolgono ogni dimensione umana quando si scontrano con la voglia di libertà e la bellezza", ha detto il grande commediografo che ha ottenuto il riconoscimento per la Letteratura nel 1997. Continua la campagna che ha già raccolto 130mila firme nel mondo. L'appello ai parlamentari italiani

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"A casa non si torna" - L'agognata parità tra i sessi

a casa non si torna

"Storie di Donne che svolgono Lavori Maschili" è il più che esplicito sottotitolo del documentario "A Casa non si Torna" di Lara Rongoni e Giangiacomo De Stefano.

Un lavoro introdotto dalla voce fuori campo di Franca Rame ("…i lavori “faticosi”, oggi, come nel passato sono considerati lavori preclusi alle donne…ah ah…ma cosa mi raccontate? Le donne li hanno sempre svolti questi lavori ma senza che nessuno li riconoscesse"), e che propone interviste e riprese di un tenace gruppe di donne al lavoro.

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CHIAMATEMI STREGA - un bellissimo Monologo di Barbara Giorgi scritto per Franca Rame

Non importa chi sono. Non importa come mi chiamo. Potete chiamarmi Strega.

Perché tanto la mia natura è quella. Da sempre, dal primo vagito, dal primo respiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo.

Sono una di quelle donne che hanno il fuoco nell’anima, sono una di quelle donne che hanno la vista e l’udito di un gatto, sono una di quelle donne che parlano con gli alberi e le formiche, sono una di quelle donne che hanno il cervello di Ipazia, di Artemisia, di Madame Curie.

E sono bella! Ho la bellezza della luce, ho la bellezza dell’armonia, ho la bellezza del mare in tempesta, ho la bellezza di una tigre, ho la bellezza dei girasoli, della lavanda e pure dell’erba gramigna!

Per cui sono Strega.

Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un’altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale…  sono io!

Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e … folle ingegnere della mia vita.

Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.

Sono Strega perché spesso dò fastidio alle Sante Inquisizioni di questo strano millennio, di questo Medioevo di tribunali mediatici e apatici.

Sono Strega perché i roghi esistono ancora e io – prima o poi – potrei finirci dentro.

 

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Donne, quei “no” pagati con la vita

Questo articolo di Lidia Ravera sul sito de Il Fatto Quotidiano è bellissimo. Mi piace condividerlo con voi...
 
Donne, quei “no” pagati con la vita
 
Era andata a cena con le amiche, Andrea Toccaceli, 18 anni, studentessa. Con Saimo era finita da mesi. Aveva voglia di parlarne, forse anche di riderne. Lui era un’ossessione, con quel suo telefonare e telefonare. Fino a un certo punto che uno sia pazzo di te è gratificante, poi diventa una palla. Ma quando diventa pericoloso?Quand’è che devi smettere di uscire con le amiche e farti assegnare una scorta?
 
Andrea non poteva immaginare che Saimo, 23 anni, muratore, potesse buttarle giù i denti a pugni e schiaffi, poi trascinarla semisvenuta in macchina e infine, buttarla giù da un viadotto, spaccandole le ossa, spappolandole il fegato. Adesso è in coma, Andrea. La sua colpa? Aver detto di no a un uomo.
 
Nel 2012 sono state uccise, finora,37 donne, per lo stesso motivo. Una ogni due giorni. È un ritmo intollerabile. È intollerabile che una parte così cospicua del genere maschile non sappia accettare il “No” di una donna. Sono pazzi e criminali, certo. Ma incominciano a essere troppi. E allora una domanda si delinea come inevitabile: che cultura c’è dietro? Quale profonda inconscia indicibile convinzione? Che le donne sono pure funzioni del desiderio altrui. Bambole con le coscie aperte. Costrette a starci. O a pagare con la vita.
 
fonte: ilFattoQuotidiano.it  20 marzo 2012
 
Franca Rame
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[STAMPA] Franca Rame: "lo Stupro"

di Sabrina Scolari
franca rameFiglia d'arte (il padre Domenico Rame era un attore da generazioni e la madre Emilia Baldini fu prima maestra poi attrice), Franca Rame è nata in una famiglia con antiche tradizioani teatrali, maggiormente legate al teatro dei burattini e delle marionette, risalenti al 1600.  Debuttò nel mondo dello spettacolo appena nata: fu subito impiegata, infatti, per i ruoli da infante nelle commedie allestite dalla compagnia di giro familiare. Il 24 giugno 1954 ha sposato l'attore Dario Fo a Milano e dall'unione il 31 marzo 1955 nasce a Roma il figlio Jacopo. Nel 1958, insieme col marito, fonda la Compagnia Dario Fo-Franca Rame (il marito è il regista ed il drammaturgo del gruppo, la Rame la prima attrice e l'amministratrice) che, negli anni seguenti, otterrà grandissimo successo commerciale nel circuito dei teatri cittadini istituzionali. Nel 1968, sempre al fianco di Dario, abbraccia l'utopia sessantottina: ciò porterà alla nascita di un gruppo di lavoro, detto La Comune con cui interpreta spettacoli di satira e di controinformazione politica anche molto feroci. Si ricordano almeno "Morte accidentale di un anarchico" e "Non si paga! Non si paga".
 
A partire dalla fine degli anni anni settanta la Rame aderisce al movimento femminista: inizia a interpretare testi di propria composizione come "Tutta casa, letto e chiesa", "Grasso è bello!", "La madre fricchettona". Nel 1999 ha ricevuto la laurea honoris causa da parte dell'Università di Wolverhampton insieme a Dario Fo. Nelle elezioni politiche del 2006 si candida capolista al Senato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria tra le file dell'Italia dei Valori. Viene eletta senatrice in Piemonte.
Antonio Di Pietro la propose come Presidente della Repubblica e ricevette 24 voti.
Ha lasciato il Senato nel 2008, non condividendo gli orientamenti governativi.
Nel 2009 ha scritto assieme al marito Dario Fo la sua autobiografia intitolata "Una vita all'improvvisa".
 
Il Monologo
 
franca rameEra il 9 marzo del 1973, giorno in cui Franca Rame fu aggredita da 5 neofascisti. Questi la portarono su un furgoncino e la violentarono, lasciandola poi sulla strada in uno stato di totale confusione mentale. La violenza fu raccontata dall’attrice nel 1975 attraverso il monologo “lo stupro”, senza dichiarare di averla vissuta personalmente, dichiarazione che fece solo nel 1987 alla trasmissione Fantastico della Rai. La stessa Franca Rame spiega che per lei quell’evento fu così angosciante che non riuscì a parlarne per due anni nè alle persone più care e a lei vicine (tra cui il suo compagno Dario Fo) nè alle forze di polizia e al tribunale (che avrebbero dovuto proteggerla).
Evidentemente, spiegherà Franca Rame, cercavano di convincerli a non fare più della loro professione (il teatro) uno scenario per parlare di politica. Successivamente la testimonianza del neofascista Angelo Izzo, chiarì che vi fu sicuramente una collaborazione dei carabinieri.
Il procedimento penale è giunto a sentenza definitiva solo dopo 25 anni: ciò ha comportato la prescrizione del reato.
 
 
 

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