2011

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[PETIZIONI] Facciamo Piazza Pulita!

volantino piazza pulitaDue giorni in piazza per dire basta ai privilegi della Casta, alla corruzione, al malaffare, ai condannati in Parlamento. Per dire che non vogliamo che a pagare i costi della crisi e del fallimento economico del governo siano i giovani e le famiglie mentre la classe politica si guarda bene dall’intervenire sugli enormi costi della politica. Da Dario Fo ad Antonio Tabucchi, da Margherita Hack a Paolo Flores D’Arcais la parte migliore del nostro Paese si mobilita e lancia un appello: torniamo in piazza a Roma il 10-11 settembre.

 

L’APPELLO
Siamo stufi di vivere quotidianamente i soprusi della Casta che pensa soltanto a conservare potere e privilegi.
Siamo stufi di chi ci governa, che fa pagare la crisi finanziaria esclusivamente agli italiani dai redditi più bassi e medi, i lavoratori, le donne, i pensionati e gli studenti e le famiglie.
Siamo stufi di questi politici che fino a ieri negavano l’esistenza della crisi economica e che anzi affermavano che sarebbe stata  necessaria solo una piccola manovra fiscale, in quanto l’Italia era sana dal punto di vista economico, addirittura il Paese messo meglio in Europa.
Siamo stufi di indagati e pregiudicati che siedono impunemente in Parlamento.
Siamo stufi di una Casta bugiarda che adesso rastrella i 70 miliardi di euro necessari a impedire il fallimento dell’Italia senza toccare i redditti alti e gli speculatori finanziari.
Siamo stufi di questa Casta che non ha la minima intenzione di ridurre gli enormi costi della politica che frena la crescita e penalizza le imprese sane a vantaggio degli evasori fiscali e di chi vìola le regole.
Per questo pensiamo che sia arrivato il momento di ribellarsi, facciamo Piazza pulita, con una mobilitazione che cominci con presidi in tutte le cittá italiane e che culmini con una manifestazione per il giorno sabato 10 settembre a Roma e una assemblea permanente il giorno 11 settembre.
 
  • 1897 miliardi euro Debito pubblico
  • 79 miliardi di euro Manovra finanziara
  • 17 miliardi all’anno Costo Province
  • 8.000.000 Italiani in poverta’ assoluta
  • 11.000 euro lo stipendio dei parlamentari
Chiediamo immediatamente:
  • La diminuizione del numero dei parlamentari
  • Il dimezzamento delle indennitá dei parlamentari
  • La revisione dei rimborsi elettorali ai partiti
  • Una seria e severa legge anticorruzione
  • L’abolizione delle province
  • L’eliminazione dei vitalizi dei politici a tutti i livelli
  • La cancellazione dei privilegi della politica: abuso di scorte ed auto blu, viaggi gratis non giustificati da impegni istituzionali, eccetera.

PRIMI FIRMATARI:

Oliviero Beha, Amedea di Somma, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Jacopo Fo, Francesca Fornario, Alessandro Gilioli, Giulia Innocenzi, Margherita Hack, Massimo Malerba, Franz Mannino, Gianfranco Mascia, Adele Palazzo, Marco Quaranta, Franca Rame, Valeria RossiniGuido Scorza, Antonio Tabucchi, Emanuele Toscano.

 

fonte: letteraviola.it

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[STAMPA] Intervista di Dario Fo a Radio Babboleo

12 luglio 2011 - ore 14:43

"Berlusconi adesso deve vendere tutti i giocatori del Milan all'Inter, perchè non ce la fa a pagare il debito...".

E' una delle battute del premio nobel Dario Fo - in una lunga intervista a Zona Mista su Radio Babboleo News - nel giorno del raduno dei rossoneri, in cui era molto attesa la presenza di Silvio Berlusconi. Sarebbero state le sue prime dichiarazioni ufficiali dopo la sentenza sul lodo Mondadori, che condanna la Fininvest al pagamento di 560 milioni al gruppo De Benedetti. Il blitz al raduno è stato però annullato, ufficialmente per il lutto dopo la morte di un soldato italiano in Afghanistan. Il premio nobel Dario Fo ha parlato - oggi a Radio Babboleo News - non solo di sport, ma anche di teatro e, naturalmente, impegno politico.

Riascolta il suo intervento sul sito di Radio Babboleo.

fonte: babboleo.it

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[VIDEO] Dario Fo sulla conoscenza, il rispetto e la Libertà

CITTADINANZA ATTIVA
Percorso di promozione della partecipazione sociale e del dialogo tra adolescenti ed amministratori locali della Bassa Friulana.

I ragazzi incontrano il Premio Nobel Dario Fo e si confrontano con lui sul protagonismo giovanile e sul tema della Libertà, del Rispetto e della Conoscenza...

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FELTRI, PENSIONATO A 53 ANNI CON 179MILA EURO L'ANNO, VUOLE LE PENSIONI A 67 ANNI.

Puntata 'IN ONDA' su La7 del 5/7/2011 - ospite Feltri:

"Tutti sanno che in Germania si va in pensione a 67 anni. mentre noi ci ostiniamo ad andarci a 58,59, 60".

Tutto vero, Feltri per esempio ce l'ha fatta a soli 53 anni, nel 1997. Una pensione d'oro: ben 347 milioni di lire all'anno, circa circa 179 mila euro. Da allora Feltri ha continuato a scrivere e a dirigere giornali, ricevendo ricchi e meritati compensi e spiegando al mondo intero che è meglio per tutti se si va in pensione a 67 anni.

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Salone del Libro, Dario Fo: ''Oggi non c'è la satira, c'è la barzelletta, lo sfottò''

Torino, 14 mag. (Adnkronos) - "Oggi la satira non c'è, c'è la barzelletta, lo sghignazzo più triviale, ma la differenza tra l'ironia e lo sfottò è fortissima, una impone l'eleganza, l'altro è becero e razzista".

Così il premio Nobel Dario Fo, al Salone del Libro per presentare un libro sul Boccaccio curato da Franca Rame riflette con i giornalisti sul ruolo della satira oggi. "La satira è lo specchio che determina il rovesciamento dell'ovvio e del banale - sottolinea Fo - mette per così dire il re in mutande, ne evidenzia l'ipocrisia, oggi invece tutto è affidato alla barzelletta, al sarcasmo verso i più deboli, i sofferenti quelli che nella vita non hanno avuto fortuna".

E oggi - conclude il premio Nobel - "la politica si basa sulla menzogna, sull'ipocrisia, sulla trappola, dove l'altro è il nemico".

 

fonte: notizie.it

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VENTO NUOVO, CARCERI E TERRITORIO

LE  UDIENZE
Il 23 giugno si svolgerà l’udienza del processo riguardante gli abusi di tipo sessuale da parte di due agenti dei carceri di San Vittore e di Bollate nei confronti di due detenute transessuali. Ci  scusiamo per il silenzio delle ultime settimane. Abbiamo preferito non disturbare scadenze civiche cronologicamente prioritarie. Riannodando l’informazione, segnaliamo che la scorsa udienza si concluse con un rinvio, chiesto dalla difesa per sua indisponibilità. Confidiamo che questo processo risvegli la consapevolezza di alcuni

PUNTI  INDISCUTIBILI
Le persone detenute possono essere limitate nella libertà personale ma non nei  diritti fondamentali di ogni essere umano. Anche le autorità, che regolano la vita dei penitenziari, sono sottoposte alla  legge. Gli abusi, compresi quelli sessuali, non sono giustificati dalla divisa, che anzi in tali casi costituisce aggravante di violenza.

L’ARIA NUOVA
Ovviamente si estenderà anche ai  penitenziari cittadini. Urge recuperare allora parole e progetti su “carcere e territorio”, per riprendere relazioni di base essenziali tra dentro e fuori. Solo così il carcere cesserà d’essere un feudo  impenetrabile, dove l’unica legge è l’arbitrio di chi  dirige e dove gli abusi affogano nel segreto omertoso. Sembra anche tempo di differenziare, nel giudizio dell’opinione pubblica, le diverse metodologie di gestione, evidenziando i modelli di trasparenza e umanizzazione e uscendo così dalle irreali lamentele monotone dei baroni, che bloccano ogni autocritica e originalità. Porte aperte alla cittadinanza, ai media e soprattutto alla magistratura esterna.

 

Gruppo Calamandrana

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[STAMPA] Dario Fo e Arlecchino, una coppia “contro”

(30 giugno 2011) Chi non è mai stato moderato né ieri né ora è il premio nobel, il giullare, l’affabulatore Dario Fo. Detto questo, il celebre attore e drammaturgo torna in libreria con uno dei suoi testi più sentiti: Arlecchino. La maschera della Commedia dell’Arte che, con il suo temperamento ondivago, tentennante un’arguzia fuori dal comune unita ad una oscillante sbadataggine che sfiora la stupidità, ha consegnato al suo apparire, nel XVI secolo, uno dei caratteri principali dell’italiano. Con la ricostruzione del testo, curato e tradotto nelle sue parti dialettali da Franca Rame e dai suoi collaboratori, contenente anche gli ormai proverbiali disegni-bozzetti-cartoni del maestro, Einaudi rimette in circolo, in edizione dvd, anche la ripresa dello spettacolo che debuttò in anteprima nazionale al Palazzo del Cinema del Lido di Venezia nell’orami lontano 1985, per le cure del “grotowskiano” Ferruccio Marotti e in occasione dei 400 anni della nascita del personaggio.

Così Fo descrive la sua amatissima maschera:
«Arlecchino era fondamentalmente un amorale. Quelle sue provocazioni suscitarono un successo incredibile; con le sue entrate in scena oscene aveva rotto le normali convenzioni dello spettacolo». Dunque, è un progetto già di spettacolo a venire il lazzo del “personaggio” bergamasco. Il nascondimento è di epoca successiva. Il costume è pezzato ma non losangato che come la maschera arriverà dopo. Le losanghe, infatti, arriveranno con Goldoni, nel 700 più avanzato".

 

FRANCA RAME (a cura di) Dario Fo. Arlecchino,Einaudi Stile Libero, Torino, 2011, pp. 178

 

fonte: ilcittadino.it

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Dario Fo: "La Villa Reale è anche mia"

Dario Fo, sollecitato dal Comitato "La Villa Reale è anche mia" interviene sulla questione del complesso monzese e critica la scelta di Regione e Comune di metterla nelle mani di un privato

"Ho assistito alla messa in scena della consegna della chiave della Villa Reale per i ministeri del nord a Pontida e mi è sembrato di assistere a una commedia grottesca, a un vero e proprio sfottò. Risulta evidente che, di fatto, non c’è alcun interesse a salvaguardare la Villa, la sua memoria storica – anche quella tragica del regicidio – e la sua valenza architettonica e culturale. L’unica cosa certa è che la parte centrale della Villa sta andando a finire nel calderone del business: è stata lottizzata, svenduta e consegnata alla speculazione di un privato che ci potrà fare di tutto. È abbastanza facile prevedere che cosa succederà alla Reggia da qui ai prossimi ventidue anni (tanti quanti sono previsti dalla concessione).

La parte centrale, staccata da tutto il resto, si riempirà di qualsiasi cosa possa rendere economicamente al concessionario: dal ristorante, alle presentazioni di marchi, alle convention aziendali, ai negozi e ai laboratori artigianali. Nessuno ci assicura che potrà ospitare manifestazioni davvero degne delle aspettative di tutti: mostre d’arte, il museo della Villa stessa, manifestazioni di grande respiro, come festival culturali. La Villa sarà sì aperta tutto l’anno, ma con la logica del centro commerciale, per i clienti, non per gli utenti di quello che dovrebbe essere rispettato come uno dei beni culturali nobili d’Italia e che, invece verrà snaturato e asservito al business.

Temo lo sfruttamento intensivo che si farà del monumento, l’esperienza ci insegna che gli stucchi, le maioliche, i pavimenti Maggiolini risentiranno della fruizione, basta ricordare la nefasta esperienza della Mostra dell’Arredamento nella Villa.

Il problema serio è che di cultura non c’è nulla: non si fanno musei, non si aprono accademie, anzi, si butta fuori l’Istituto Statale d’Arte, una scuola che ha le sue radici nella biennale d’Arte di Monza – poi trasferita a Milano come Triennale – che ha avuto tra i docenti maestri dell’arte e della cultura, da Marino Marini a Giuseppe Pontiggia, e che continua a dare un contributo importante alla formazione artistica e alle scienze applicate. Purtroppo non c’è da stupirsi: a Brera sta succedendo la stessa cosa, ristoranti e negozi piuttosto che cultura e formazione.

Anche questa ipotesi di metterci dentro i ministeri “padani” è qualcosa d grottesco, una specie di polvere argentata da gettare negli occhi dei creduloni per cercare di recuperare il consenso che si è perso.

Però i cittadini non devono dimenticare che la Villa è roba loro e l’Amministrazione dovrebbe raccogliere fondi per renderla, restaurata e attiva culturalmente, al pubblico, alla collettività."

Dario Fo
22 giugno 2011

 

fonte: vorrei.org

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Dario Fo sugli esami di maturità

Dario Fo: oggi è un quiz tv da 'prendere o lasciare'

Della maturita' ha un bel ricordo Dario Fo, che ricorda con piacere il suo esame all'Accademia di Belle Arti di Brera: "c'era un coinvolgimento cosi' stretto fra allievi e professori e un'atmosfera che faceva di quell'evento davvero il coronamento di un percorso di studi", racconta all'Adnkronos. "Oggi invece intorno alla maturita' c'e' un senso di esame finale da 'prendere o lasciare', un'angoscia da fine del mondo. Sembra piuttosto che i ragazzi partecipino a un quiz televisivo dove giocarsi il tutto per tutto", sostiene il Premio Nobel per la Letteratura. "Ai miei tempi - aggiunge - l'esame di maturita' non era cosi' carico di tensione, angoscia e disperazione, e soprattutto non era vissuto come una scommessa, qualcosa dove bisognava farla franca. Un clima da gioco al massacro, quello di oggi, che forse non ci sarebbe se ci fosse un reale rapporto profondo tra la scuola e gli alunni. Io ho imparato molto da professori e maestri - sostiene - che si comportavano davvero come degli amici, erano nostri compagni di scuola e ci dicevano che erano loro a imparare da noi. Quella si' - conclude - che era davvero una scuola di vita". Infine, sugli argomenti proposti nella prova scritta di oggi, Fo confessa che "si sarebbe aspettato un tema sul nucleare e invece - conclude -non si sa bene dove sono andati a parare...".

fonte: adnkronos.com

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