2011

anno

Franca Rame vi saluta tutti!

Franca sta molto meglio e ringrazia tutti per l'affetto e i preziosi consigli lasciati su facebook...

"...solo oggi ho potuto leggere l'affetto di tutti voi. Sto riprendendo a vivere dopo circa 1 mese di letto, dolorante e prostrata. Il dtt. Usai omeopata, al telefono ha fatto a Jacopo la sua diagnosi: male hai muscoli? polmonite. Il guaio è che me la sono fatta in piedi. Altri medici prima di lui mi hanno visitata. A nessuno è passato per la testa di auscultarmi. Inutile piangere sul latte versato. questa giornata per me è molto importante: con fatica mi sono alzata, docciata, vestita e sono andata a pranzare con la mia famiglia. Sono dimagrita in modo eagerato... cammino come avessi 100 anni, appoggiata a Dario e Jacopo..."
lunedì alle 14.20
"...mi è sfuggito il messaggio prima ke lo finissi. mi riprenderò. GIURO! grazie a tutti... contraccambio il vostro affetto. domani starò meglio.. e dopodomani... meglio ancora. sono circondata d'amore: Jacopo, Nora, Jaele, Mattea, e il mio dolcissimo Dario... e tutti voi. KE DEVO VOLERE DI PIU' DALLA VITA? sono un po imbranata. è la prima volta ke lascio un messaggiio su fb.
"
lunedì alle 14.27
Franca Rame

 

il post di facebook con tutti i commenti lo trovate qui.

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PERCHE' FINI HA GRIDATO A LA RUSSA: "COCAINOMANE, FATTI CURARE!"??

Non sarà sfuggito ai più attenti che recentemente alla Camera La Russa, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, ha rivolto un eclatante "vaffa" (in pieno stile Grillo) al Presidente della Camera Gianfranco Fini. Di tutta risposta, Fini gli ha dato del «cocainomane»  e poi, sempre davanti a tutti, lo ha invitato a farsi curare con urgenza*.

Ora, la cosa curiosa di questa faccenda sta proprio nella specificità dell'insulto. Mentre La Russa ha esortato Fini genericamente ad andare a quel paese, invito/augurio che centinaia di volte al giorno noi comuni mortali ci rivolgiamo vicendevolmente nella speranza che prima o poi si avveri, la risposta del leader del Fli è stata molto più puntuale e circostanziata. Non gli ha rivolto un vago «coglione» oppure che so, «stronzo» che, quando gli animi si scaldano, sono le contumelie che vengono per prime in mente (soprattutto se di fronte hai La Russa). No. Fini è stato preciso e dettagliato: ha detto proprio «cocainomane». Un improperio che sembra meditato, lucido, quasi frutto di una riflessione. O almeno di una cognizione di causa.

Si sa bene da quanto tempo Fini e La Russa si conoscano, e da quanto tempo i due si frequentino, oggi un po' meno piacevolmente di ieri. La deduzione che siamo portati a fare, dunque, è che l'offesa del Presidente della Camera possa non essere proprio una calunnia, ma che abbia un qualche fondo di verità. E che sia piovuta sulla testa del Ministro con accuratezza adamantina. Un'ingiuria chirurgica, se vogliamo. Come i missili intelligenti a cui La Russa è tanto affezionato. E che stavolta sembrerebbero effettivamente aver meritato appieno l'aggettivo che li contraddistingue. 

*Proprio La Russa e Giorgia Meloni l'anno scorso si fecero promotori di un test tricologico anti-droga sui parlamentari che, secondo La Russa, rappresentava «una importante misura anti-corruzione» per il mondo della politica. Un test che seguiva le polemiche sorte dopo i famosi tamponi delle Iene da cui risultava che un parlamentare su tre (fra quelli esaminati) faceva uso di stupefacenti.
Effettivamente riconosciamo anche noi l'urgenza di test di quel genere, dopo l'intervento di ieri di La Russa.
Da L'Unità

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CLAMOROSO: LA SANTANCHE' SI INVENTA UN MASTER ALLA BOCCONI. ALLA BOCCONI NON RISULTA....

La notizia è piccola ma saporita. Il sottosegretario Daniela Garnero, in arte Santanchè, si sarebbe inventata un master alla Bocconi per impreziosire il suo curriculum sul sito del governo. Interpellata dal settimanale «Oggi», la celebre università milanese non ha trovato tracce della signora nella propria banca dati. La Santanchè ci è rimasta male: sostiene di essersi masterizzata per un anno. Se in tutto quel tempo alla Bocconi non si sono accorti di lei, dipenderà dalla sua ben nota riservatezza. Prima che la situazione degeneri e «Il Giornale» accusi il rettore della Bocconi di aver preso 4 in aritmetica all’esame di quinta elementare, vorrei spezzare una lancia, o almeno un’unghia, a favore dell’accusata.

Ammettiamo che abbia un po’ esagerato, dilatando a master uno dei tanti seminari che le università organizzano nei fine settimana. Ma non vi sfuggirà l’assoluta gratuità del gesto. L’opposizione invoca le sue dimissioni, ricordando quelle del ministro tedesco che aveva copiato la tesi di laurea. Ma gli elettori tedeschi danno importanza alla preparazione culturale di un politico e quindi non accettano di essere ingannati sui suoi titoli di studio. Invece agli amici della Santanchè non interessa che lei abbia o non abbia calpestato col suo tacco 12 i pavimenti della Bocconi. Ciò che la rende ammirevole ai loro occhi è che non ha mai smesso di calpestare quelli del Billionaire. Ecco: se avesse davvero voluto guadagnare dei punti presso i fan, la Santanchè non avrebbe messo sul curriculum i suoi master veri o fasulli, ma la lista dettagliata delle sue vacanze. (Massimo Gramellini)

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[VIDEO] "Se non ora quando" - gli interventi di Franca Rame e Dario Fo

Gli interventi della ex Senatrice Franca Rame e del premio Nobel per la Letteratura Dario Fo alla manifestazione "Se non ora, quando?" svoltasi a Milano.
Migliaia le donne che agitando le sciarpe bianche, simbolo della lotta contro la mercificazione femminile, hanno rivendicato il ruolo della donna nella società.

Milano 13 febbraio 2011

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"Finalmente l'Italia si sta svegliando"

franca rame attrice

Franca Rame, attrice, autrice. Non c’è ragazza che, dagli anni Sessanta in poi, non conosca le sue battaglie in difesa della donna, della sua libertà di scelta, della sua dignità. Sola una così poteva trasformare una violenza orrenda subita con dolore, in una consapevole e generosa scelta di campo a favore di chi ha poco o niente. Partendo dal palcoscenico, è ovvio, perché Franca non si è mai dimenticata di essere un’attrice che racconta storie insieme a suo marito Dario Fo, ma anche da sola, avendo sempre ben presente il consapevole orgoglio della sua condizione. Anche per questo è entusiasta della manifestazione che si terrà il giorno 13, alla quale parteciperà. Dice: “È un momento di grande fiacca generale, la gente è disinteressata, non ha soldi ed è preoccupata soprattutto di apparire e non di essere. C’è bisogno di una sveglia. Già la manifestazione del 29 gennaio a Milano, è stata bellissima: tantissima gente, uomini e donne, tanti applausi, un grande affetto che ci univa… mi sono commossa. È importante che questa manifestazione accada proprio in questi tempi in cui “il povero Berlusconi” è lì con le mutandine delle sue ragazze in testa. È importante questo svegliarsi, questo campanello d’allarme. Da parte mia spero in un risveglio totale di donne e di uomini da questo sonno profondo. Non mi è mai capitato di vedere un periodo così imbevuto di egoismo, di perdita di dignità, di denaro facile. E queste ragazze che si umiliano e l’uso umiliante che se ne fa per soldi, soldi, soldi. Il 13 ci sarò anch’io. Quello che succede in questi giorni testimonia che in ognuna di noi covava qualcosa. E quando ho letto sull’Unità della “chiamata” per testimoniare il nostro rifiuto, il nostro lutto, mi è sembrato che mi avessero letto nel pensiero perché io credo veramente che in ognuna di noi, casalinga, miliardaria, prostituta, ci sia un forte desiderio di comunicare, di esistere, di esprimere quello che sentiamo. È stata proprio come una grande spinta. E pensare che tutto nasce dal comportamento del signor B., il signore con le mutandine in testa, da un’idea, da un’immagine mortificante della donna. E queste belle ragazze cresciute a pane e televisione, nel culto di una società che premia solo l’apparire, sono un po’ vittime di questa cultura, sembrano non rendersene conto, si tolgono sorridendo le mutandine, guardano alla busta “pesante”… A un certo punto qualche anima bella ci ha definite l’altra metà del cielo. Da parte mia non sentendomi la metà di questo cielo non l’ho mai neanche voluto tutto per me. Non voglio essere al centro delle cose. Penso sempre agli altri, non solo alle donne ma anche agli uomini, al precariato, al debito pubblico che sale, cerco di vedere dove posso essere utile. Credo che per cambiare ci sia bisogno di una politica diversamaquesto non sarà possibile fino a quando la sinistra non si risolleverà.

Da l'Unità 13 febbraio 2011

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DONNE! IL 13 FEBBRAIO A MILANO PZZA CASTELLO, TUTTE IN PIAZZA CONTRO LA CULTURA DEI CULI FLACCIDI!

 “SE NON ORA QUANDO?”.... A MILANO.

 
DOMENICA 13 FEBBRAIO, ORE 14,30 - PIAZZA CASTELLO

Anche a Milano, come in molte altre città italiane, domenica 13 febbraio le donne scenderanno in piazza per rispondere all’appello nazionale “Se non ora quando?”, intorno al quale si stanno mobilitando in centinaia di migliaia in tutto il Paese.
A organizzare l’appuntamento milanese saranno le stesse promotrici della grande manifestazione di sabato 29 gennaio in Piazza della Scala, alla quale hanno partecipato oltre diecimila persone per dire con decisione che “Un'altra storia italiana è possibile”.
Dando continuità a quel primo momento di mobilitazione, ci ritroveremo alle 14,30 in Piazza Castello, ancora una volta con le sciarpe bianche, simbolo del sentimento di lutto per lo stato in cui versa il Paese. Il degrado morale nel quale è precipitato non è infatti questione che riguardi una sola persona e pochi altri: questa lunga stagione politica ha prodotto “culture”, immaginari, modelli pervasivi e dilaganti ai quali vogliamo dire basta prima che sia troppo tardi. Tutto questo non è più tollerabile per noi, cassaintegrate, commesse, ricercatrici precarie, artiste, studentesse, pensionate, operaie e professioniste che con il nostro lavoro e il nostro impegno civile tentiamo di rendere migliore questo Paese.
A motivarci non è un giudizio morale su altre donne, ma il desiderio di prendere parola pubblica per dire la nostra forza, “una ricca e varia esperienza di vita”, com’è scritto nella lettera-appello Se non ora quando?, “che è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale offerta da giornali, televisioni, pubblicità”. Vogliamo invece che tutte, a cominciare dalle più giovani, possano dire il proprio bisogno di libertà, di giustizia, di una vita fatta di scelte consapevoli, di riconoscimento della dignità della loro persona, delle intelligenze, dei meriti, delle competenze. E che gli uomini, soprattutto i più giovani, venendo in piazza con noi possano esprimere il loro rifiuto del modello sessista, violento e mercificato delle relazioni tra uomini e donne, per rompere la complicità maschile che lo tiene in piedi e sconfiggere un’idea di asservimento che riguarda anche loro.
Con noi in piazza ci saranno personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della società civile.

Per adesioni e informazioni: [email protected]
Milano 6 febbraio 2011  

 
P.S.
Chi volesse contribuire all'organizzazione della manifestazione, può farlo
inoltrando questo comunicato al maggior numero di persone possibile
e/o stampando la locandina allegata per affiggerla in luoghi strategici

 

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"Un sasso nello stagno"

Franca stamane mi ha accolto dicendo: «Ieri con Dario abbiamo trascorso un magnifico pomeriggio, evento del tutto eccezionale… quel film dovrebbe essere presentato nelle scuole!»

Ieri abbiamo assistito alla proiezione di “Un sasso nello stagno”, un film di Felice Cappa. Si tratta di un film-documentario che attraverso ricostruzioni e spezzoni di filmati Rai, percorre vita e carriera di Gianni Rodari, personaggio che non solo ha imposto una virata in tutta la letteratura infantile, ma che ha modificato la didattica stessa delle scuole elementari, inventando metodi per l’immaginazione.

Ho trovato bellissima questa concezione dell’immaginario (nel film è un argomento centrale) che non è semplice e vigliacca fuga in un mondo dei sogni lontano dalla realtà: Rodari ha spostato l’ambiente delle fiabe nel vivo della città, nel suo tempo, nell’era dei telefoni e della televisione. Questo significa tener conto dei cambiamenti sociali e civili e dei nuovi valori umani.

Lui stesso è stato personaggio vivo e attivo del suo tempo: maestro di scuola sotto regime fascista, poi partigiano durante la guerra e attivista politico in tempo di pace. Aveva ben chiaro il fatto che educare i bambini significa costruire i cittadini del futuro, la società di domani. E nello stesso modo concepiva il senso del proprio lavoro di giornalista, inteso come un cittadino che interpreta e riordina il pensiero della gente, semplificando così la comprensione e la sintesi davanti alle questioni quotidiane.

Era inevitabile l’amicizia con i Fo, che dell’ironia e del fantastico hanno fatto le armi del loro teatro politico: hanno condiviso l’idea dell’arte come destinata non alle elite ma al popolo stesso, l’idea di un linguaggio comprensibile, universale, l’ipotesi possibile di una società non violenta ma profondamente attiva e attivata in prima persona.

Bellissime le scene di repertorio nel docu-film nelle quali Rodari parla con i bambini e i ragazzini, incitandoli ad utilizzare sempre la propria testa, tanto per creare storie (anche in chiave surrealistica) quanto per “leggere” la realtà filtrata da giornali e televisione. Con un ritmo eccezionale, vivace e sempre nitido, il film percorre momenti e pensieri di un personaggio a cavallo di un momento storico fondamentale, che coraggiosamente si impone non come intellettuale chiuso in un mondo di speculazione ma come immaginatore professionista che tenta di smuovere una cultura immobile: un sasso nello stagno, appunto.

Insomma la fantasia, come la concepisce il giornalista-scrittore-partigiano Rodari, è uno strumento eccezionale, potente, contro la repressione del pensiero: la fantasia porta con sé quella libertà incondizionata dell’infanzia, quell’ironia del rovesciamento che costituisce la più grande forma di lotta contro la logica del potere che appiattisce tutto in un grigiore omogeneo.

“Un sasso nello stagno” dovrebbe essere trasmesso in televisione: racconta una storia importante per la formazione di chi deve crescere e affrontare la vita.

Per la stessa ragione Franca diceva che dovrebbe essere presentato a scuola, non solo per i ragazzini, quanto soprattutto per i loro insegnanti. E sarebbe proprio da questi, o da quelli tra loro vivi e politicamente impegnati, che potrebbe iniziare un miglioramento, anche attraverso opere e personaggi che con il proprio lavoro hanno prodotto un vero cambiamento.

 

(il film è distribuito da Rai3 - Rai Trade e prodotto da Fondazione Aida. Lo trovate in dvd qui. )

 

Giselda Palombi

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MOBILITAZIONE 13 FEBBRAIO

Barbara Spinelli, Michele Santoro e Marco Travaglio, Il Popolo Viola, Articolo 21 e molti altri: un appello per difendere i valori della Costituzione. Apartitico e senza bandiere, eccetto il tricolore!
L'appuntamento è per il 13 febbraio, davanti al tribunale!
Firmiamo tutti l'appello:
http://www.indignati.org/

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