2013

Cgil Villaggio Mosè: "Il ricordo di Franca Rame"

dario fo e franca rame"Bella, sì, era bellissima, di una bellezza femminile sensuale e prorompente che nessuna altra grande attrice aveva saputo contenere altrettanto nel talento artistico e nella dedizione generosa per gli altri, facendone una donna speciale".
 
Ho conosciuto Franca Rame, in un momento particolare della mia vita. Un momento nel quale ti ritrovi senza pane, affamato di giustizia , dove tutto sembra perso, dove la disperazione ti può trasformare l'anima. Un momento dove tutto ciò che pensi, può ricaderti addosso senza pietà, un momento, dove il Mondo ti fa un po' "schifo".
 
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Franca Rame, il Nyt: «Bella e appassionata»

sede new york timesIl giornale: «Uno schianto di ragazza». Ma le negarono il visto.

 
Il New York Times ha reso omaggio a Franca Rame con un lungo articolo in cui ha ricordato la parabola artistica dell'attrice e commediografa «Uno schianto di ragazza italiana Anni 50 passando per Karl Marx».
 
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"Franca vive in ciò che ha fatto", e Dario inaugura il 'suo' murales

funerali franca rame
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Milano, 9 giugno 2013 - Come un canovaccio o un testo teatrale, la vita di Franca continua a rivivere nelle affabulazioni di Dario Fo, a dieci giorni dalla scomparsa. Due giorni fa il Premio Nobel si è commosso davanti al murales dedicato alla moglie su una parete del liceo Agnesi dagli studenti coordinati dal «poeta urbano» Ivan Tresoldi. Con i giovani artisti, l’attore è ritornato a parlare di Franca, «una donna che non era per le parole ma per i fatti».Milano, 9 giugno 2013 - Come un canovaccio o un testo teatrale, la vita di Franca continua a rivivere nelle affabulazioni di Dario Fo, a dieci giorni dalla scomparsa. Due giorni fa il Premio Nobel si è commosso davanti al murales dedicato alla moglie su una parete del liceo Agnesi dagli studenti coordinati dal «poeta urbano» Ivan Tresoldi. Con i giovani artisti, l’attore è ritornato a parlare di Franca, «una donna che non era per le parole ma per i fatti».

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Rame: Consiglio comunale Torino la ricorda, un minuto silenzio

repubblica di torino

Torino, 3 giu. - (Adnkronos) -  Con un minuto di silenzio in Sala Rossa il Consiglio comunale, questo pomeriggio, ha ricordato Franca Rame scomparsa lo scorso 29 maggio a Milano. Moglie del premio Nobel Dario Fo, Franca Rame per alcuni giorni, dal 5 al 29 luglio del 1985, e' stata consigliera comunale di Torino nella nona tornata amministrativa, eletta nella lista dei 'Verdi'. 

"Franca Rame e' stata una donna straordinaria che ha dedicato la sua vita al teatro ed all'impegno politico - ha ricordato durante il suo intervento in aula il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris - in prima linea nelle battaglie civili, e' stata il simbolo della volonta' di emancipazione delle donne e della lotta femminista in Italia".

(03 giugno 2013 ore 20.48)
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Rame: su Twitter #unaviaperfranca, intitolare via all'attrice-attivista

logo twitterRoma, 3 giu. (Adnkronos) - Spunta su Twitter l'hashtag #unaviaperfranca, nato per stimolare il dibattito sulla necessita' di intitolare una via a Franca Rame. L'iniziativa parte da Maria Pia Ercolini, che dalle pagine dello storico 'street magazine' Terre di Mezzo lancia la proposta. Ercolini, da oltre un anno, conduce una battaglia per una "toponomastica al femminile", asserendo che l'esclusione delle donne dalla societa' si comincia a vedere proprio dalle vie: "nella penisola - scrive nell'ultimo numero di Terre di Mezzo - soltanto il 4% di vie e piazze ha nomi di donne e ogni 100 strade dedicate agli uomini solo 7,9 ricordano figure femminili. Intitolare una via a Franca Rame e' il modo migliore per ricordare il suo impegno. E combattere le discriminazioni di genere".

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Jacopo Fo nel saluto alla madre ha ricordato la battaglia per la chiusura del Manicomio di Aversa

 

ospedale psichiatrico santa maria maddalena aversa
Nel corso dell'ultimo saluto a Franca Rame, l'attrice moglie del premio Nobel Dario Fo, scomparsa mercoledì scorso a 84 anni, si è parlato anche di Aversa. Un saluto al quale hanno partecipato moltissime persone intervenute con indosso 'qualcosa di rosso', esaudendo così il desiderio che l'attrice aveva espresso nella sua ultima 'Lettera d'amore a Dario'.
 
L'arrivo del feretro, accompagnato dalle note di 'Bella Ciao', poco prima delle 11 davanti al teatro Strehler, dove sabato si è svolta la cerimonia laica. Dopo il saluto del Sindaco di Milano Giuliano Piasapia, ha preso la parola Jacopo Fo, figlio dell'attrice: "Tutti mi hanno detto che mia madre ha fatto qualcosa per gli altri - ha detto Jacopo -. A 16 anni mi disse che dovevo fare un fumetto sul manicomio criminale di Aversa, un luogo dove venivano fatte cose orribili. Lei da parlamentare riuscì a far chiudere quell'orrore. Ora quando sento i compagni delusi che dicono che non abbiamo combinato nulla in questi 40 anni io dico: 'Non è vero'. Oggi - ha aggiunto tra gli applausi - abbiamo dei problemi enormi, ma 40 anni fa era peggio e noi abbiamo lottato per questo". Poi ha concluso: "Vorrei che andaste a casa con un po' di fiducia perché, come diceva mia madre, Dio c'è ed è comunista. E vorrei dire che è anche femmina".
 

 

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Don Gallo e Franca Rame: due facce, una stessa moneta

logo fatto quotidiano

 

Testa o croce? La testa è laica, quindi Franca, la croce è simbolo di religione, quindi Don Gallo. Ma mai come in questo caso, se tiri la moneta, che venga testa o croce non ti accorgi della differenza. Franca Rame e Don Gallo lottavano e raccontavano le stesse cose.
Sempre dalla parte degli ultimi, ma anche da quello dei primi, perché per loro le persone erano tutte uguali, tutte con le contraddizioni proprie dell’essere umano. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerli ed entrambi ci hanno insegnato e lasciato qualcosa. E il bello è che che ci hanno insegnato senza insegnare, perché bastava vedere come guardavano e parlavano con le persone.
 
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LA GELMINI CONSIGLI A B. DI TRASFERIRSI ALL'ESTERO di Dario Fo su Il Fatto Quotidiano 12/05/2013

La signora Mariastella Gelmini, splendida creatura, in una nota rilasciata all’Ansa ieri sera, dice che solo una mente annebbiata potrebbe essere d’accordo con me quando dichiaro che la condanna di Silvio Berlusconi in uno dei suoi numerosi processi sarebbe una dimostrazione che nel nostro paese la giustizia è veramente uguale per tutti.

Certo, vivere nella speranza che la giustizia risolva i problemi di equità nella vita sociale del nostro paese è una pretesa a dir poco paradossale.

Anche perché pochi sanno che quasi tutti gli avvocati che si ritrovano a far parte del Popolo della Libertà sono stati ingaggiati da Berlusconi per difenderlo nei processi in cui è stato coinvolto. Il fatto di averli fatti assumere spesso imponendoli nei vari governi alla Camera e al Senato è una straordinaria “drittata”, giacché così in gran parte il Cavaliere fa pagare gli stipendi dei suoi avvocati direttamente al popolo italiano.

Ma poi la Sig.ra Gelmini mi dovrà spiegare che c’entra questa “drittata” con la giustizia uguale per tutti. Ma quanti sono gli italiani che possono godere dello stesso privilegio che si è regalato il boss di Arcore?

Ma andiamo avanti. Perfino il segretario del Popolo della Libertà ha partorito una legge messa in atto per sospendere i processi a carico del Cavaliere: stiamo parlando del Lodo Alfano che infatti rende nulli i processi penali nei confronti delle quattro cariche più alte dello stato, e il quinto protetto è stato quasi sempre lui.

E quindi c’è la ex Cirielli, che diminuisce i tempi di prescrizione, così che gran parte dei suoi processi siano allungati fino a diventare nulli, vedi caso Mills. Poi c’è la legge Gasparri, redatta dal Gasparri stesso: egli oggi è senatore e anche senza essere laureato ha elaborato la legge in questione che regala un’infinità di privilegi a Berlusconi e alle sue televisioni.

Vi è inoltre la depenalizzazione sul falso in bilancio grazie alla quale il Cavaliere si è salvato da ben due processi.

Ultimamente è stata inventata anche la legge sulle rogatorie internazionali che trova applicazione anche al processo "Sme-Ariosto 1" per corruzione in atti giudiziari. 

Vi è poi la Legge Cirami (il cui autore, addirittura un ex magistrato, è passato in pochi anni da una formazione all’altra con un’agilità straordinaria): questa legge, creata un’altra volta per Berlusconi, introduce il  "legittimo sospetto sull'imparzialità del giudice” per far trasferire i processi con la speranza di perderli per strada.

Di leggi ad personam ve ne sono altre cinque, tra queste anche il condono tombale, il Lodo Schifani (che per fortuna è stato dichiarato incostituzionale), il decreto Salva Rete4, il condono edilizio esteso alle aree protette (inclusa Villa Certosa), la legge Pecorella (quest’ultimo Professore di Diritto in un’università di Milano).

Inutile dire che tutti questi privilegi giuridici ai quali abbiamo accennato hanno portato beneficio alle società di cui il Cavaliere è proprietario.

Un’altro docente universitario che è stato al servizio dell’Accademia di Arcore, anch’egli avvocato, è il Prof. Tremonti che abolì l’imposta sulle successioni e donazioni per grandi patrimoni. Vuoi vedere che anche qui c’è stato un vantaggio particolare per il presidente Berlusconi?

Ma non è finita... abbiamo anche il decreto salva-calcio, di cui beneficiò la squadra del Milan che secondo notizie riservate pare sia un’organizzazione di cui è proprietario il Satrapo della Brianza.

Vi è inoltre l’incentivo per l’acquisto dei decoder: casualmente il principale distributore in Italia di tali apparecchi è una società controllata al 51% da Paolo e Alessia Berlusconi, per il momento non ancora eletti nel nostro Parlamento.

E dire che ci sono ancora delle cittadine e dei cittadini italiani a loro volta dirigenti politici leggermente a destra che lamentano la mancanza di giustizia nei processi italiani. Fra questi c’è anche la Sig.ra Gelmini verso la quale mi sento solidale fino al midollo. Tanto che se fossi in lei, consiglierei a Berlusconi di rifiutare la cittadinanza italiana e recarsi a vivere in altri paesi d’Europa.

Lì sì che si troverebbe bene: posso assicurarle che dispongono di ottime galere.

 

 

DARIO FO

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Dario Fo a Un Giorno da Pecora 09/05/201

Un Giorno Da Pecora 9 maggio 2013 - Il premio Nobel Dario Fo ci spiega che Brunetta non voleva offenderlo per la statura fisica e che lui non lo apprezza per la sua 'bassezza' di pensiero, spiega che la Santanché Vicepresidente della Camera lo farebbe soffrire e dice che Papa Francesco gli piace perché ha una forte spiritualità....

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A lezione di teatro con Dario Fo, Jacopo Fo e Franca Rame all'Alcatraz di Gubbio

dario foIl primo appuntamento con il seminario all'università libera eugubina sarà domenica 19 maggio alle 21.30

Partirà il 19 maggio e terminerà il 25 un corso di teatro con Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo alla Libera Università di Alcatraz Santa Cristina, a Gubbio. Al centro dell’iniziativa la recitazione, la regia, l’interpretazione mimica, la costruzione dello spazio scenico e della relazione con il pubblico. In questo seminario verranno anche affrontati gli aspetti fondamentali della scrittura e della rappresentazione di un testo teatrale. Ma non si limiterà alle questioni teoriche della professione. Gli allievi potranno misurarsi con la recitazione.

Verrà inoltre data vita ad un laboratorio nel quale verrà costruito uno spettacolo.

leggi l'articolo completo su corrieredellumbria.it

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Dario Fo, Problema Bersani era tenere il potere 19/04/2013

video di dario fo su youtubeDario Fo interviene su RAITRE ad Agorà - 19 aprile 2013.

"Bersani aveva un problema evidente: doveva tenere il potere. Non si muoveva per realizzare qualcosa di nuovo e di fermo in una direzione che fosse il vantaggio della popolazione per farla uscire dalla disperazione e dalla miseria. La sua preoccupazione era il proprio potere, insieme alla sua troupe di persone che gli stanno sulle spalle e che lo conducevano verso il disastro che sappiamo".

 "Per me Beppe Grillo è stato una sorpresa, ha giocato con freddezza e con tecnica da giocatore di quelli che sanno come condurre il gioco: pulito, senza isterismi, dando al punto giusto la grande svolta che ha spiazzato il gioco".
"I 5 Stelle hanno dimostrato di essere molto più seri di tanti anziani, sono lineari e puliti".

"Prodi? È una situazione nuova e positiva rispetto a quello che avevamo vissuto ieri, ma personalmente preferivo Rodotà, che ha un'altra storia. Da lui poteva venire il nuovo e il diverso. Lo stimo come uomo, per intelligenza, cultura e soprattutto per il suo coraggio".

La scelta di Franco Marini da parte di Bersani "era una mossa disperata perché si sentiva il fiato al collo del Fiorentino che vuol rottamare tutto e non accetta l'indicazione. Allora si è buttato a destra e ha sfasciato tutto, perché si è trovato contro tutta la base, dando la possibilità al Toscano di fumare tutta l'aria e soprattutto le idee". 
"L'importante -- ha aggiunto Fo -- è che si mettano in equilibrio perché non possiamo andare avanti con questi rimandi e con queste furberie".

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No ad un burattino al Quirinale

dario fo e franca rame

NO, NOI NON CI STIAMO

Come dice Dante: da noi cresce il mal seme d’Adamo. E chi son questi? Coloro che in questo preciso istante si trovano in combutta per distruggere ogni chiara lealtà e con giochi infami s’apprestano a governare truccando leggi e giustizia in orrendo mercato.
L’incontro è già avvenuto, di nascosto hanno patteggiato. Sull’alto colle, hanno contrattato: lassù porranno un loro burattino facile da gestire. I loro solidali stanno frementi pronti ad applaudire, e il popolo che ha votato questi al governo perché sterzassero verso un profondo innovamento, muto resta?
No, noi non ci stiamo, è tempo di urlare tutta la nostra rabbia e lo sdegno.
Attenti, quel che sta succedendo, se non spezziamo questo indegno intrallazzo, cambierà tristemente la storia per un lungo avvenire. Vogliamo lasciarci seppellire dentro il vuoto del nulla?
No, noi non ci stiamo, cominciamo, qualcosa lo dobbiamo inventare. Mettiamo in campo tutta la nostra disperazione, una soluzione la dobbiamo trovare, altrimenti non possiamo poi lamentarci dando colpa alla casualità.
Nella storia dei popoli, nulla è casuale: ogni caduta ed ogni levata stanno nelle mani di noi che ancora liberi viviamo.
No, noi non ci stiamo.

Franca Rame e Dario Fo

Se siete d’accordo con questa nostra protesta sottoscrivetela anche voi.

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