Il Tibet libero e le Olimpiadi

tratto dal sito www.peacelink.it
Sono stato un atleta per molto tempo. Ho indossato la maglia azzurra e, come tutti gli atleti degni di esser chiamati tali, ho sempre sognato le Olimpiadi. Ma ho un'altra idea di Olimpiadi.

17 marzo 2008 - Flaviano Bianchini

"Assegnando a Pechino i Giochi, aiuterete lo sviluppo dei Diritti Umani." Con questa frase, che di fatto ammette le violazioni dei Diritti Umani, Kiu Jingming, vicepresidente del Comitato olimpico di Pechino, riuscì a convincere il CIO ad assegnare alla Cina i Giochi olimpici del 2008.
Ecco. In questi giorni in Tibet potete vedere come la Cina sta sviluppando i Diritti Umani. 

Pochi mesi fa il governo centrale, guidato da Hu Jintao, ex governatore del Tibet che represse nel sangue la rivolta dell'89, ha emanato una legge che consente alla polizia di incarcerare tutti i potenziali dissidenti per evitare brutte figure durante i Giochi. Altra mossa di valorizzazione dei Diritti Umani.
Così come valorizzazione dei Diritti Umani è reprimere nel sangue una rivolta pacifica. O assediare i monasteri dove si rifugiano i monaci. O sparare sulla folla che sfila pacificamente per le strade del Barkor.
Tutti i Paesi occidentali, Stati Uniti ed Europa in testa, si sono lanciati in mirabolanti dichiarazioni di gioia e felicità per l'indipendenza del Kosovo. Ma nessuno mai si pronuncia per l'indipendenza del Tibet. Addirittura in Italia nessun membro del Governo, né dello Stato, né della Chiesa, ha ricevuto il Dalai Lama in visita nel novembre scorso. Il Dalai Lama è venuto in Italia, ha fatto le sue conferenze, ha incontrato gli altri Nobel per la Pace, ha fatto le sue interviste ed è ripartito senza che nessuno lo ricevesse in via ufficiale. Come un "turista" qualsiasi...
Sono stato un atleta per molto tempo. Ho indossato la maglia azzurra e, come tutti gli atleti degni di esser chiamati tali, ho sempre sognato le Olimpiadi. Ma ho un'altra idea di Olimpiadi. Vorrei qui ricordare che nell'antica Grecia durante le Olimpiadi venivano sospese le guerre e che il Sudafrica non ha potuto partecipare ai Giochi fino a quando non ha abolito l'apartheid e che a Mosca '80 gli Stati Uniti non parteciparono e l'Italia partecipò senza bandiera per protestare contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan.
E oggi?
Oggi, non solo si da l'organizzazione dei Giochi al Paese che più in assoluto viola i Diritti Umani, ma nessuno si preoccupa di boicottarli se il governo di questo Paese reprime nel sangue una legittima e pacifica manifestazione di indipendenza di un paese occupato.
Non un solo Paese ha in mente di boicottare i Giochi. E in Italia gli unici partiti politici che si pronunciano in tal senso sono i leghisti che ne approfittano per rilanciare le loro idee di protezionismo economico e i Radicali che da sempre si battono per i Diritti Umani.
Gli altri? Tacciono. O fanno un timido rimprovero alla Cina per la repressione e si augurano che tutto si sistemi al più presto.
Mario Pescante, presidente del CONI, ha addirittura dichiarato che la sua preoccupazione per le Olimpiadi non è il Tibet ma i possibili attentati dei terroristi islamici...
Ci sono diverse manifestazioni davanti alle ambasciate cinesi di tutta Europa; ma, secondo me, non è lì che vanno fatte. Queste manifestazioni bisognerebbe farle davanti ai governi.
Io VOGLIO vedere il nostro governo e i nostri candidati premier fare qualcosa.
VOGLIO vedere i leader mondiali discutere dell'opportunità dei Giochi in Cina.
VOGLIO vedere il CIO discutere di una sede alternativa anche se in extremis.
VOGLIO sentire il CONI che si pronunci sul ritirare i nostri atleti, o quanto meno la nostra bandiera, dalle Olimpiadi.
Nel 2001 furono assegnati i Giochi a Pechino nella speranza che ciò contribuisse a far aprire la Cina al mondo, ed è solo boicottando i giochi che si può far capire alla Cina che per aprirsi al mondo non basta un'economia forte. Ci vuole anche il rispetto dei Diritti Umani.
 

Copyright © Flaviano Bianchini


Commenti

Come er fiume sacro, che core sotto Ponte Sublicio, tutto passa e va': l'acqua score via senza che tu possa fa' gnente pe' fermalla.

M'aricordo che 'na' vorta, pe li vicoli de sta' Vecchia Signora, ce s'ammazzava pe' 'n'idea, oppure pe' 'n par de corna malportate.

Oggi, 'nvece', ce s'ammazza pe 'n parcheggio oppure pe' du' sordi 'n croce.

Le nazzioni 'n tutto sto caose che l'omo chiama progresso, se so' adeguate: da oggi s'ammazza pe pote' venne de ppiù.

"E' la globalizzazione" - dice quarcuno.
"E' na coijonatura" - dice er Gufo.

Tutti staranno zitti, tutti s'addimenticheranno li morti, tutti faranno finta de nun ave' visto 'n cazzo.

Ma li morti ce stanno e nissuno li po' toije.

Ma a tutto c'è 'n rimedio: se fa' come li regazzini che vonno la caramella.

Voi venne de ppiù?

Famme costrui' quarcosa dentro casa tua, e io te faccio venne quarcosa dentro casa mia.

Tutti escheno felici e contenti, dimenticannose li morti ammazzati.

Magara, tanto pe' fa' più figura, dicheno ar popolo che so' morti suicidati, ma ricordate popolo: quanno te dicheno che 'n morto s'è suicidato, vordi' che l'hanno assassinato.

Er popolo coijone, continuerà a fa finta de gnente, continuanno a comprà quer vestitino che tiene 'n ber colore: er colore der sangue.

Tutto passa e tutto score via, come er fiume sacro sotto Ponte Sublicio.

Alcune immagini che documentano la violenza usata dall'Esercito Cinese contro i manifestanti e i monaci tibetani sono state diffuse oggi dall'agenzia AsiaNews, del Pontificio Istituto Missioni Estere. Le foto, spiega l'agenzia del Pime, sono state scattate il 16 marzo scorso nella provincia tibetana autonoma di Amdo, che attualmente fa parte della provincia settentrionale cinese del Sichuan e inviate dal monastero di Kirti al Free Tibet Campaign. Secondo il Free Tibet Campaign, riferisce AsiaNews, il massacro e' iniziato dopo che i religiosi del monastero di Kirti hanno inneggiato al ''Tibet libero'' ed al Dalai Lama. Ai monaci si sono aggiunte 400 religiose buddiste e gli studenti della scuola media tibetana locale. La polizia cinese, che controllava a vista il monastero sin dall'inizio delle proteste (il 10 marzo scorso), ha aperto il fuoco contro la folla. Secondo i dati del governo tibetano in esilio, circa 20mila tibetani del Sichuan hanno protestato in segno di solidarieta' con i monaci tibetani. Delle 20 vittime accertate della repressione, 9 sono state identificate: fra questi, ragazzi di 15 e 17 anni, come documentano le immagini di AsiaNews.

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=11805&size=A

dal sito www.liberacittadinanza.it
IL TIBET INSANGUINATO
di: Governanti - www.governanti.blogspot.com

Gli scontri a Lhasa tra i dimostranti tibetani, tra cui numerosissimi e pacifici monaci, e le forze di sicurezza cinesi, hanno causato almeno una cinquantina di morti tra i manifestanti.
Sono mortificato, innanzi tutto come uomo e poi come cittadino occidentale, per una così feroce violenza verso un Paese, colpevole solo di rivendicare la sua libertà.

Non dimentichiamo che la Cina ha invaso il Tibet, uno Stato libero e sovrano, nel 1949, completando l’operazione militare nel 1950.
E l’Occidente? Allora, come adesso, si limita alla protesta... Gli interessi economici occidentali in Cina sono sacri.

Gli Stati Uniti, solo alcuni giorni fa, hanno depennato la Cina dalla “lista nera” dei Paesi responsabili del maggior numero dei diritti umani (Rapporto Annuale del Dipartimento di Stato), anche se continua a negare alla sua popolazione diritti umani e libertà di base. Ma il Tibet è forse una colonia, come la Cecenia o il Sudan…meglio, allora, non disturbare il manovratore.

Ma il governo cinese ha dimostrato una discreta disponibilità al confronto. Ha …concesso un ultimatum: o vi consegnate spontaneamente, entro Lunedì (il tempo che una colonna, si dice, di 200 automezzi blindati raggiunga Lhasa), o sarete puniti “severamente”.

E le stelle, pardon, i potenti e meno potenti della Terra stanno a guardare! Oggi, all’Angelus, il nostro beneamato Benedetto XVI avrà parole di solidarietà per i morti e un formale richiamo a questi benedetti cinesi che osano disturbare le elezioni in questo santo Paese.

L’Occidente deve svegliarsi dal torpore in cui è precipitato e prendere dei provvedimenti unitari e gravi nei confronti di un Paese che non ha nemmeno l’accortezza dell’ipocrisia. Tra alcuni mesi avranno inizio le Olimpiadi, assegnate alla Cina per avvicinarla al novero delle nazioni civili. Ebbene, bisogna disertarle, senza se e senza ma.

Tutti i Paesi Occidentali, dall’Unione Europea agli USA! Perfino il falco Richard Pele, ex sottosegretario alla difesa statunitense sostiene la necessità di disertare le Olimpiadi.
Se fu possibile bombardare l’Iraq, perso che sarebbe, non solo possibile, ma necessario boicottare le Olimpiadi e sospendere gli “affari” con la Cina, che le armi di distruzione di massa li ha per davvero.

Ma l’ipocrisia occidentale non ha limiti: basta pensare alla recente visita del Dalai Lama in Italia quando, né le autorità politiche né il portatore di pace, Sua Santità Ratzinger, lo hanno ricevuto.
Un appello di solidarietà sul sito:

http://www.firmiamo.it/solidarietaalpopolotibetano

FASCISMO!!!!

Salve a tutti, sono ROGER e per scrivervi ho dovuto utilizzare il computer di un amico in quanto la “democratica” redazione di questo blog ha pensato bene d’invalidare il mio nick… ora se permettete vorrei fare alcune considerazioni, tranquillizzando i più o comunque tutti gli adoratori che questa sarà l’ultima volta, dopodichè mi censurerò da solo lasciandovi sguazzare nel vostro autoincensamento nonché cieca adorazione, consapevole del fatto che chi pensa di chiudere la bocca ai “dissidenti” impedendogli di esprimere i propri concetti (anche se in modo “arrogante”) in questa società è e sarà sempre ai margini, in poche parole al massimo potrà rappresentare se stesso.
Chi vorrà potrà andare a rileggere i miei interventi (sempre che la lunga mano non tolga pure quelli) per verificare che io non ho mai offeso nessuno, sicuramente ho usato un linguaggio ruvido, certamente provocatorio, ma in questo credo di aver avuto come maestri l’intera famiglia Fo, o forse ciò che possono fare loro non è concesso ad altri?
Il sig. gargantua e il sig. gufo triste ma anche unadonna e clara61 sono molto bravi nell’utilizzo delle parole, ma nei fatti rappresentano “i servi sciocchi” del potere perché non sono riusciti ad andare oltre le critiche personali senza pensare minimamente di entrare nella questione e cioè: PERCHE’ NON SI FA NULLA PER IL TIBET?
Certo è che come paladini della libertà siete proprio dei ridicoli, ops! scusate se vi ho offesi.
Per ultimo vi allego una definizione sul fascismo, termine che conoscete molto bene e che usate a sproposito in molte, troppe occasioni, avvertendo chi legge e vuole continuare a scrivere in questo blog di “allinearsi” cercando di fare almeno uno o due complimenti al giorno alla signora, pena la cancellazione coatta dal blog, che fino ad oggi credevo strumento di democrazia e di discussione.

“…Poiché il fascismo si manifesta sempre e ovunque come un movimento sorretto dalle masse umane, tradisce tutti i tratti e tutte le contraddizioni della struttura caratteriale delle masse umane: non è, come si crede generalmente, un movimento puramente reazionario, ma costituisce un amalgama tra emozioni ribelli e idee sociali reazionarie.
Se per rivoluzione si intende la ribellione razionale contro condizioni insopportabili nella società umana, la volontà razionale di “andare a fondo a tutte le cose” (“radicale” – “radix” – “radice”) e di migliorarle, allora il fascismo non è mai rivoluzionario. Non vi è dubbio che esso può fare la sua comparsa ammantato di sentimenti rivoluzionari .
La ribellione fascista nasce sempre laddove una emozione rivoluzionaria viene trasformata in illusione per paura della verità.
Il fascismo, nella sua forma piú pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. Il sociologo ottuso, a cui manca il coraggio di riconoscere il ruolo predominante della irrazionalità nella storia dell’umanità, considera la teoria fascista della razza soltanto un interesse imperialistico, per dirla con parole piú blande, un “pregiudizio”. Lo stesso dicasi per il politico irresponsabile e retorico. L’intensità e la vasta diffusione di questi “pregiudizi razziali” sono la prova che essi affondano le loro radici nella parte irrazionale del carattere umano…”.

Buona continuazione a tutti e complimenti per il vostro concetto di democrazia

Propongo la cancellazione del commento di roger-Ste_Mie.
Forse certe considerazioni andrebbero fatte in altra sede.
In sedi dove non è ancora chiara la condanna avverso il "massacro Tibetano".
Nessuno obbliga la frequentazioni di spazi la cui interazione ispira solo critica distruttiva, veleni, offese.
Peggio se la frequentazione è finalizzata a rendere inagibile il blog: in questo caso valutiamo insieme l'ipotesi suggerita da Claudio.

rendere inagibile il blog??????? ma cosa bevi? comunque tranquillo non "romperò" più... sonnecchia pure in pace.

Scusatemi la risata, non sono riuscita a trattenerla! Che io sia un'irrazionale fascista in adorazione del potere?
roger ha dovuto scomodare W. Reich... che immagini di essere,come lo è stato lui, bandito da un sito 'comunista'?
Sarà un escluso anche da un qualche ricettacolo di aspiranti psicanalisti?
Chissà, in ogni caso la sua rinuncia a questo blog farà piacere ai lettori e ai partecipanti del bog stesso che non gradiscono non solo le incursioni fuori tema ma anche la mancanza di rispetto per Franca Rame e le persone che qui cercano di dare un contributo alla comprensione del mondo in cui si vive.
L'impazienza e l'aggressività sono tipche dei fascisti, caro roger, tanti auguri!

Ho qualche difficoltà a capire le rimostranze di questo roger, alias Ste_Mie.
Ricapitolando: è' entrato in una sezione in cui si trattava il tema della 194 accusando in primo luogo Franca Rame e Dario Fo, ma anche i partecipanti al blog, di non leggere una denuncia sulla sanguinosa repressione in Tibet, forse immaginando che in questo "covo di comunisti" si appoggiasse il massacro cinese.
Quando poi si è aperta una sezione dedicata all'argomento, in cui vengono espresse dure condanne all'operato della Cina - e quindi le sue accuse sono risultate essere fantasiose illazioni senza fondamento - ha ritenuto bene accusarci di fascismo e di pregiudizio, con la pretesa di darci una lezione sul significato di tali termini.
Mi chiedo se costui abbia idea di cosa sia l'interazione con gli altri e se non viva un suo mondo rovesciato.
Ma cascano tutti qua?

Ma perché, quando hai voglia di dire stupidaggini, non esci e vai ad un parco?
L'aria aperta giova alla salute e fa bene al cervello.

Dimenticavo...

Ovviamente il cervello bisogna averlo: è un requisito essenziale per trovare il giovamento.

Un altra cosa... prima di usare dei termini che la tua età rende possibili solo per il sentito dire, studia la storia e solo dopo, parla.

Certo che è possibile firmare l'appello, ma dubito che basti.
Possiamo anche cominciare, se già non lo facciamo, a evitare di comprare cose con la scritta 'made in china'.
In fondo siamo da anni definiti come consumatori e da anni viviamo in un mondo cosiddetto occidentale che si regge, oggi barcolla, sul libero mercato.
La Cina sta usando i criteri del liberismo nella sua interazione economica col mondo occidentale, compresa la schiavitù di chi, cinese, lavora all'aumento nazionale del famigerato pil.
Penso che siamo proprio noi quelli che possono imprimere una svolta non solo economica, ma anche politica.

...dopo 10 giorni!!!
Mannaggia :-(

Cara Bruna, ci vogliono stomaci forti, e non sempre basta. Davvero difficile digerire il fatto che il potere economico della Cina sarà il motivo per cui non ci sarà un'adeguata condanna da parte delle grandi potenze.

...ma meno male che siamo in tantissimi capaci ancora di inorridire, e di non voltare la faccia dall'altra parte in nome del dio denaro!!!
Stringiamoci forte...e la prossima volta andiamo in trattoria a mangiare un bel carciofo alla romana!;-)
Un abbraccio immenso.

dal sito: www.ansa.it (18.03.2008)
Processo dissidente Hu Jia, si dichiara innocente
PECHINO - L' attivista democratico Hu Jia si é dichiarato innocente del reato di "istigazione alla sovversione dei poteri dello Stato" per il quale è stato processato oggi dal Tribunale del Popolo Numero Uno di Pechino. Lo ha detto il suo avvocato, Li Fangping. Il verdetto, ha aggiunto l' avvocato, verrà emesso probabilmente la prossima settimana. Il dissidente rischia cinque anni di prigione. L' avvocato ha precisato che le prove presentate dalla pubblica accusa contro Hu Jia sono sei articoli e due interviste che ha rilasciato a giornali stranieri. Li ha sostenuto che gli scritti e le interviste sono "espressione della libertà di pensiero" e non costituiscono in alcun modo incitazioni alla sovversione. La madre di Hu ha potuto assistere al processo. A suo padre e a sua moglie Zeng Jinyan, anche lei un' attivista, non è invece stato consentito di essere presenti all' udienza, che è durata circa tre ore. Secondo Sophie Richardson, responsabile per l' Asia del gruppo umanitario Human Rights Watch, "il caso di Hu Jia è stato costellato sin dall' inizio da violazioni dei diritti umani. Il suo arresto è stato politico, le accuse sono politiche e il processo è politico". Hu è stato arrestato il 27 dicembre scorso e da allora Zeng Jinyan è tenuta agli arresti domiciliari di fatto con la figlia di quattro mesi. In precedenza, i due coniugi erano stati tenuti agli arresti domiciliari per quasi un anno. Hu Jia, 34 anni, è stato tra i primi a denunciare lo scandalo della vendita di sangue infetto nella provincia dell' Henan, che ha provocato la morte per Aids di migliaia di persone. In seguito ha partecipato a campagne per la libertà di religione e per la riforma del sistema giudiziario. Con l' avvocato Teng Biao ha scritto nel settembre del 2007 una "lettera aperta" intitolata "La vera Cina e le Olimpiadi" con la quale i due attivisti hanno chiesto alla comunità internazionale di prestare attenzione alla situazione dei diritti umani in Cina nell' anno delle Olimpiadi. Due settimane fa Teng Biao è stato sequestrato da un gruppo di poliziotti in borghese che lo hanno trattenuto per due giorni in una località segreta e che gli hanno ingiunto di smettere di incontrare giornalisti stranieri. Secondo la Fondazione Dui Hua (Dialogo), un gruppo umanitario che si occupa dei detenuti cinesi, "...non si può sfuggire dalla conclusione che l'arresto di Hu Jia sia legato alle Olimpiadi". Oggi il premier cinese Wen Jiaobao, rispondendo in una conferenza stampa a una domanda sulla sorte di Hu, ha affermato che il suo caso verrà trattato "in accordo con la legge". Wen ha anche negato categoricamente che sia in corso una "stretta" nei confronti del dissenso in vista delle Olimpiadi: "non esiste", ha detto il premier.

Sono totalmente d'accordo con l'ideale olimpico qui ribadito, sono perfettamente d'accordo sull'aberrazione della scelta di Pechino come città olimpica, sono schifata dalle dichiarazioni ufficiali dei governi occidentali che non fanno altro che tenersi buoni i cinesi, sono una nostalgica delle vere olimpiadi, ma...
Non sono per niente d'accordo sul boicottarle, per rispetto nei confronti degli atleti, degli allenatori, di tutti i tecnici che lavorano nello sport, e per cui le olimpiadi sono un sogno, sono allo stesso tempo il traguardo e la partenza per nuovi risultati e nuove soddisfazioni. Per loro credo non sia giusto boicottare le olimpiadi. Invece proporrei di far gareggiare gli atleti (di tutte le nazioni) con sotto la magliette frasi tipo "la cina viola i diritti umani" "noi non volevamo le olimpiadi qui" "solo un paese libero merita le olimpiadi", da mostrare al termine della gara e/o in caso di vittoria. Questo lo ritengo un dissenso civile e più che legittimo.
Mi chiedo anche perchè tutti quelli che adesso si muovono per il boicottaggio non si sono attrezzati allora per impedire questa scelta da parte del CIO; come sempre si parla sempre tardi, ci si lamenta -giustamente e in modo informato e consapevole- ma non ci si riesce ad organizzare in tempo. Dobbiamo capire il trucco per fare questo, perchè il fatto che non agiamo mai in tempo utile consente a chiunque di fare ciò che vuole guadagnandoci.

Scusate se intervengo ancora su questo argomento (domani parto e così per un po’ sarò “silenziosa”... ) ma è da un po’ che lo sto seguendo e che seguo le campagne e gli appelli di Amnesty International e di altre associazioni per il rispetto dei diritti umani in Cina.
Sono d’accordo con Sara Mn la scelta di Pechino come città olimpica è stata un aberrazione e doveva essere impedita. Però, se il governo cinese, non cambierà atteggiamento, io sono per il boicottaggio delle Olimpiadi insieme a misure economiche e anche diplomatiche nei confronti della Cina. Indubbiamente c’è il rispetto degli atleti, degli allenatori, dei tecnici, del loro lavoro, del loro sogno, ma questo passa in secondo piano di fronte alla continua violazione dei diritti umani.

(Notizie tratte dagli articoli di Fabio Cavalera e Marco Del Corona, pag 10 e 11 del Corriere della Sera di venerdì 8 febbraio 2008):

Per la costruzione delle strutture olimpiche un milione e mezzo di persone sono state sfrattate e le loro case demolite. Nei cantieri mezzo milione di operai stagionali a 60 euro al mese senza garanzie, e i 400 mila volontari che vigileranno sulle Olimpiadi subiscono un controllo di "affidabilità politica".
Due anni fa Amnesty International ha stilato un rapporto dichiarando che le promesse sui diritti umani non sono mantenute e anzi le Olimpiadi sono state un ulteriore occasione di stretta nei confronti dei dissidenti. Human Rights Watch (HRW) segnala una serie di abusi legati all’Olimpiadi: dalle campagne indiscriminate per deportare dalla capitale gli indesiderabili, cioè persone che presentano petizioni o lamentale al governo, immigrati dalle campagne senza lavoro, prostitute, malati mentali, fino alla chiusura delle scuole per i figli di lavoratori immigrati, alla stretta censoria su internet e nei confronti di organizzazioni e gruppi della società civile.
Il partito comunista ha inasprito le misure, blindato ulteriormente internet e teme, a giochi avviati, gesti clamorosi, azioni di disturbo da parte dei dissidenti. Ci sono tanti "sediziosi" che potrebbero esprimere il loro disagio. Oltre ai dissidenti politici, oltre ai tibetani ci sono altri appartenenti a minoranze etniche come i musulmani uiguri del Xinggjiang, i praticanti del Falun Gong (culto avversato da Pechino), gli attivisti provenienti dall’estero, operai licenziati, contadini cui siano state confiscate le terre, pensionati senza pensioni.
E’anche la sorte e dei dissidenti (oltre che quella dei tibetani) che preoccupa Amnesty International e Human rights watch: restano in cella 35 giornalisti e 51 cyber dissidenti. Dopo 223 giorni di arresti domiciliari, in dicembre è stato arrestato Hu Jia , (attualmente sotto processo), oppositore vivacissimo e primo firmatario della “lettera dei mille”recapitata ai media stranieri l’anno scorso.
Lo slogan dei giochi è "One world, one dream" ma un gruppo di intellettuali ha inviato al presidente Hu Jintao un appello nel quale si chiedono "quale tipo di mondo rappresenta questo One world One dream ? (...) Un mondo in cui i fondamentali diritti umani non sono rispettati e garantiti è un mondo separato e spezzato dove non esistono la dignità e l'equità" E ancora : "Pensiamo che lo slogan di Pechino debba essere One World, One Dream the same Human Rights (Un mondo solo, un sogno da condividere, gli stessi Diritti Umani)".

Spero che si riesca ad arrivare ad un confronto tra Tibet e Cina, ma i morti ci sono stati e non c’è solo la questione del Tibet e, a mio parere, solo un’azione corale, decisa e immediata potrebbe fare desistere la Cina dalla continua violazione dei diritti umani.
In mancanza di un'azione immediata le Olimpiadi si svolgeranno ad agosto e, con il passare dei mesi, l’emozione per i fatti del Tibet si spegnerà …e tutto continuerà come da copione : the show must go on.

Se volete saperne di più e firmare gli appelli per la salvaguardia dei diritti civili e per la solidarietà ai dissidenti arrestati e in carcere senza equo processo, ai tibetani il sito di Amnesty International Italia:
www.amnesty.it
HRW (Human Right Watch) ha lanciato un sito per monitorare le censure, gli sfratti illegali, e gli abusi sul lavoro che si verificano nella corsa verso il 2008.
http://hrw.org/campaigns/china/beijing08/

SE QUESTO E' UN GIOCO

Io so che non si deve andare in Cina.
Io so che non si deve partecipare alle Olimpiadi.
Io so che il principio di autodeterminazione di un popolo è sacro.
Io so che il Tibet deve essere libero.
Io so che il popolo tibetano ha diritto ad avere un proprio governo espresso dal libero voto dei Tibetani.
Io so che i potenti del mercato non vogliono questo.
Io so che i potenti del potere non vogliono questo.
Io so che i signori della guerra non vogliono questo.
Io so che i soldati cinesi stanno massacrando civili tibetani.
Io so che i soldati cinesi stanno massacrando monaci tibetani.
Io so che la Cina è un grande mercato.
Io so che la Cina è una grande potenza.
Io so che il Tibet è soltanto il Tibet.
Io so che il Tibet deve morire.
Io so che il Tibet morirà.
Io so che le Olimpiadi si faranno.
Io so che i campioni verranno premiati.
Io so che gli inni verranno suonati.
Io so che i vessilli nazionali verranno issati.
Io so che gli sguardi fieri dei campioni vedranno la gloria del mondo.
Io so che gli sguardi fieri dei campioni non vedranno l'infamia delle stragi nel mondo.
Io so che gli sguardi fieri dei campioni non vedranno i morti per la libertà del Tibet.
Io so che non vedranno il Tibet del Tibet.
Io so che vedranno il Tibet della Cina.
Io so che vedranno soltanto la Cina.
Io so che queste saranno le Olimpiadi del potere.
Io so che queste saranno le Olimpiadi del mercato.
Io so che il potere ha già vinto i giochi olimpici.
Io so che il mercato ha già vinto i giochi olimpici.
Se questo è un gioco....
Ivan Della Mea

in tempi non sospetti mi ritrovai a scrivere sul blog di grillo a proposito della moratoria sulla pena di morte, dicevo che non mi sentivo felice di questo risultato raggiunto perchè gli stessi che se ne rallegravano stavano facendo affari col paese dove maggiormente si fa uso della pena di morte.

boicottare le olimpiadi?
troppi interessi in ballo, troppi milioni di dollari
ho letto di chi è contrario per gli attleti che sognano il mitico traguardo.
bhè non dico nulla altrimenti dovrei mettere un lungo infinito beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeep

le olimpiadi si faranno e le bandiere delle nazioni sventoleranno, tutto andrà secondo copione

sor.riso

E cosa vuol dire?
Che un passo in avanti, sebbene piccolo, non deve indurre a rallegrarsi?
Che sarebbe stato meglio che la moratoria non fosse passata?
Non condividerò mai logiche come la tua, sor.riso, quelle logiche che equiparano il poco al niente, che danno giudizi negativi all'ingrosso.
Proprio mai.

caro sig Gargantua il fatto della mancanza di allegria da parte mia deriva semplicemente dalla consapevolezza che fatto un piccolissimo passo in avanti se ne sono fatti decine e di grossi all'indietro
io non ho detto che la moratoria non doveva passare ma ho semplicemente sottolineato l'ipocrisia che c'èra nell'enfatizzare questa "vittoria" che di fatti rappresenta una sconfitta nel momento stesso che si sottoscrive un qualsiasi trattato commerciale con la cina
io non equiparo proprio un bel nulla e quando è possibbile evito di dare giudizi ne al dettaglio ne all'ingrosso, dare giudizi non è il mio mestiere, ma mi sento libero di esprimere il mio pensiero
se lei sig. Gargantua vuole essere contento di questo risultato e non vuole vedere la realtà delle cose è liberissimo di farlo però se permette è azzardato da parte sua voler gestire anche i miei pensieri.

p.s. è di pochi giorni fa la notizia che gli USA hanno tolto la cina dalla lista nera dei paesi dove non vengono rispettati i diritti minimi delle persone

sor.riso

Le sarei grato, sig. sor.riso, se mi spiegasse, e che lo spiegasse soprattutto a quelli che grazie a quella moratoria hanno avuto e avranno salva la vita, come e perchè rappresenti una sconfitta. Le sue affermazioni mi lasciano davvero allibito. Sarà solo una questione di punti di vista? O il problema è di un'altra entità? Magari relativa alla capacità di discernimento.

caro gargantua, l'affermazione del principio universale che nessuno può decidere della vita di nessuno ribadita attraverso la moratoria, è una grande conquista
dare delle deroghe a questa affermazione invece è decisamente una sconfitta
i paesi dove questo principio non è applicato dovrebbero essere messi alle corde, pressati quotidianamente affinche venga affermato anche nei loro territori questo principio
il pressing che ricevono invece è per fare affari con loro.
da un lato ricordiamo loro, a parole, che la vita è sacra dall'altro diciamo ok non importa se applichi disinvoltamente la pena di morte, l'importante è che facciamo affari insieme
potrebbe anche passare una incoerenza del genere, se gli affari fatti con questi paesi fossero nel rispetto dei diritti umani, ma non è così
sappiamo benissimo dello sfruttamento delle persone, sappiamo benissimo dei dani provocati all'ambiente
ora mi faccia capire lei caro sig. gargantua come si fa a ritenere una vittoria tutto questo
è solo fumo negli occhi gettato dalle stesse persone che si glorificano per questa moratoria, che in realtà rappresenta una luce dietro la quale si creano zone d'ombra dentro le quali in deroga appunto a questi principi si può fare di tutto e di più

il mio discernimento arriva a tanto, mi piacerebbe al contrario poter gioire dei passi in avanti fatti dal genere umano per migliorarsi, ma non ci riesco perchè penso all'ombra che si crea sempre dietro a questi accadimenti e sono zone d'ombra dentro le quali avvengono atrocità impensabili, taciute e derogate in nome del dio denaro.

sor.riso

Caro sig. sor.riso vuole spiegare a nome di quale Dio la Cina ha accordato con il Vaticano la nomina di X Vescovi ?
Quanto può influire questa tipologia di accordi sulle dinamiche delle deroghe citate?

non so a nome di quale dio ciò sia avvenuto, non so neanche questo come possa influire sulle deroghe e fare in modo che siano sempre meno, però so di certo una cosa
quando si combatte una guerra, in questo caso per l'affermazione planetaria dei diritti dell'individuo, non si mandano i soldati al fronte senza avere una adeguata retrovia che pensi agli aspetti logistici
i vescovi cinesi sono lasciati allo sbaraglio senza adeguato supporto logistico
mi spiego un vescovo che parla con i fedeli cinesi e spiega loro che non è permesso lo sfruttamento delle persone, farà dannatamente fatica ad incidere su queste persone e sulla loro presa di coscienza se "altri" occidentali per mero affarismo, sfruttano quegli stessi cinesi a cui è indirizzato il mesaggio dei vescovi

sor.riso

Quindi anche "altri" occidentali che attraverso ideologie sfruttano quegli stessi cinesi ?

Sui diritti:
Aborto: lettera aperta di Paolo Pobbiati, presidente di Amnesty International Italia, al presidente della Cei, Angelo Bagnasco. “Mai detto che l’aborto è un diritto umano, difendiamo le donne che hanno subito violenza sessuale. Mai ricevuti né sollecitati finanziamenti dalla Santa Sede.”

“Eminenza,

ieri, in occasione dell’apertura dei lavori del Consiglio episcopale, Ella ha voluto commentare la politica adottata da Amnesty International, lo scorso mese di agosto, su alcuni specifici aspetti riguardanti l’aborto.

A questo proposito mi permetto di fare alcune considerazioni. Nonostante le numerose precisazioni e smentite che siamo stati costretti a fare nell’ultimo mese (e che, peraltro, il quotidiano “Avvenire” ha rifiutato di pubblicare, in spregio al diritto di replica), Ella ha attribuito ad Amnesty International un’affermazione mai fatta: che l’aborto sia stato da noi considerato un diritto umano.

Ieri, Ella ha voluto indicare Amnesty International tra i responsabili di una crisi morale del nostro paese, per il semplice fatto che la nostra associazione, dopo tre anni di ricerca e di missioni in paesi in cui la violenza sulle donne è tanto diffusa ed endemica quanto impunita, ha voluto prendere le difese delle migliaia e migliaia di donne che ogni anno subiscono stupri (sulle nostre strade, durante le guerre così come nei tanti Darfur che hanno luogo tra le mura domestiche) e delle migliaia e migliaia di donne che vanno in carcere o rischiano la pena di morte per aver cercato di interrompere una gravidanza a seguito di violenza sessuale o perché essa mette a rischio la loro vita o quella del nascituro. Donne derise e umiliate, cui viene negata giustizia, che vedono i loro stupratori girare impuniti, davanti al portone di casa o a un campo profughi.

I resoconti delle nostre missioni in Darfur sono pieni di testimonianze di donne che ci raccontano che preferiscono uscire loro dalle tende, perché se lo fanno gli uomini verranno uccisi dalle squadre della morte sudanesi, mentre loro, le donne, verranno ‘solo’ stuprate. In situazioni di guerra, lo stupro è diventato una vera e propria arma di distruzione di massa. Nell’ex Jugoslavia, in Ruanda e in Darfur sono tantissime le donne che sono state violentate sistematicamente perché partorissero un ‘figlio del nemico’.

Alla violenza devastante dello stupro, queste donne devono aggiungere quella che poi ricevono dalla comunità di origine, che spesso le considera impure o addirittura responsabili di ciò che hanno subito. Vengono isolate, allontanate, picchiate e talora uccise.

In tali condizioni, quali argomenti si possono imporre a una donna che sceglie di non portare avanti una gravidanza frutto di violenza, magari subita da quegli stessi uomini che un attimo prima hanno massacrato, davanti ai suoi occhi, il marito e i figli?

Quella che Le ho descritto è la realtà che molte missioni di ricerca di Amnesty International hanno conosciuto, nel corso della nostra campagna ‘Mai più violenza sulle donne’. Una realtà che ha portato due milioni di soci a scegliere di prendere una posizione. Amnesty International non auspica, non chiede che una donna violentata abortisca, ma se decide di farlo, vogliamo che non sia obbligata a rischiare la propria salute. Chiediamo, inoltre, che non finisca in prigione per aver preso quella decisione.

Amnesty International ha deciso di profondere il massimo impegno per eliminare le condizioni che favoriscono la violenza sessuale nei confronti di centinaia di migliaia di donne ogni anno. Come abbiamo ribadito anche nel corso del nostro Consiglio internazionale, svoltosi ad agosto in Messico, Amnesty International lavorerà per contrastare tutti quei fattori che favoriscono gravidanze indesiderate o che contribuiscono a portare una donna a scegliere di abortire.

Questo è il cuore della posizione di Amnesty International, che però non trova menzione nelle Sue parole di ieri né nelle precedenti dichiarazioni di altri autorevolissimi esponenti della Chiesa Cattolica.

Infine, Le sarà probabilmente noto che Amnesty International non ha mai ricevuto, poiché a norma del suo Statuto non potrebbe mai sollecitarli né accettarli, finanziamenti dalla Santa Sede. La ‘sospensione’ di tali finanziamenti è tuttavia riportata oggi da alcuni organi di stampa, nel contesto delle critiche che Ella ha rivolto alla nostra associazione.

Nel massimo rispetto per il Suo ruolo e per la Sua persona, Le chiedo la disponibilità a lavorare insieme ad Amnesty International perché si pongano in essere tutte le misure necessarie, legislative ma anche di educazione e informazione sulla salute sessuale e riproduttiva, affinché si riducano al massimo i rischi di gravidanze indesiderate e, di conseguenza, si riduca l’incidenza del ricorso all’aborto.

Mi auguro, Eminenza, di ricevere una Sua cortese risposta.

Con i miei più deferenti saluti”

Paolo Pobbiati
Presidente della Sezione Italiana
di Amnesty International

http://blog.panorama.it/marcomazzei/2007/09/18/aborto-amnesty-italia-ris...

ho perso il filo del discorso, non capisco se questo post è a sostegno della mia tesi oppure no
la discussione avviata col sig. gargantua era riferita al gioire o meno della moratoria sulla pena di morte
io sostengo che non si può gioire di questa moratoria perchè la ritengo una sconfitta, nei fatti
gargantua sostiene che bisogna gioirne in quanto la considera una grande vittoria
le ripeto ho perso il filio del discorso con lei

sor.riso

non so come fare, se non vuol seguire perchè segue e pro-segue ?

caro Servillo, mi spiace del tempo che le ho fatto perdere
nel prosieguo eviterò di risponderle
intanto le rispondo per chiudere ogni qualsiasi discussione
odio giocare
ma soprattutto odio interaggire senza costrutto
le rinnovo le mie scuse per il tempo perso e la saluto

sor.riso

Vorrebbe dire dove avrei sostenuto che è una "grande vittoria"? Rilegga bene, sign. sor.riso, e non usi modi furbeschi di stravolgimento delle parole altrui.
Resta il fatto che lei, con argomentazioni fuorvianti e lacunose, non considera le vite umane fatte salve dalla moratoria.
Reitero perciò la mia richiesta di spiegare a quelli che sono vivi grazie ad essa, che quel provvedimento rappresenta "una sconfitta" (sue testuali parole).
E' in base a quella sua affermazione che esprimo seri dubbi sulla sua capacità di discernimento.

le devo delle spiegazioni? o bella e perchè mai?
è forse lei il propretario del blog? è lei che ha dettato le regole?
eppoi suvvia pretendere delle spiegazioni da una persona senza discernimento
mi permetta di ricordarle la mia unica regola che mi fa interaggire con i blogghisti:
lo scambio, il travaso, il diverso punto di vista, tutto quello che MI da nuove chiavi di lettura e soprattutto che possa colmare la mia ignoranza.
lei con la sua visione ristretta non apporta nulla di cio

sor.riso

Non è a me personalmente che deve spiegazioni, ma a quelli la cui vita ha considerato "inutile" con la sua affermazione. E' verso di loro che ha mancato di rispetto e di sensibilità umana.
Ma vedo che non è in grado di argomentare.
Considero perciò confermate le perplessità che ho espresso nei suoi confronti.

ritenere che la moratoria sulla pena di morte sia, di fatto, una sconfitta nel momento in cui si continua a fare affari coi paesi a più alta diffusione della pena capitale equivale per Lei a sostenere che le persone salvate da questa moratoria sono inutili.(ricade di nuovo nel voler gestire i MIEI pensieri)
sarebbe interessante continuare ad interloquiare con Lei, in base al mio primo principio di bloggher, se io mi occupassi di pschiatria o connessioni neurali ma aimè mi occupo di altro e non ho molto tempo da perdere dietro a farneticazioni ed invenzioni che sanno tanto di maschio che marca il territorio
la discussione era incentrata sullo gioire o meno di questa moratoria, la prego sig. gargantua resti in tale ambito, continui pure a gioire di ciò ma soprattutto eviti di "falsificare" i miei pensieri.
può stare tranquillo a me del suo territorio non frega na cippa, si rilassi.

p.s. le spiegazioni a questo punto non le "devo" a nessuno visto che non ritengo affatto inutili le persone vive grazie alla moratoria

sor.riso

Proverò, passando sopra alle sue risibili illazioni, ancora una volta ad indurlo al ragionamento sul significato di alcune sue affermazioni.
Lei ha scritto: "...non mi sentivo felice di questo risultato raggiunto perchè gli stessi che se ne rallegravano stavano facendo affari col paese dove maggiormente si fa uso della pena di morte...."
Gli esseri umani, la cui vita è stata fatta salva dalla moratoria, (quindi i primi a rallegrarsene), sono gli stessi che fanno affari coi paesi dove si fa uso della pena di morte? Dalla sua affermazione si evince questo.
Quando, sempre sulla moratoria, scrive "che di fatto costituisce una sconfitta" , ancora la invito a pensare se sia da considerarsi tale da parte di chi, grazie a quella, ha evitato ed evita l'esecuzione. Avere salva la vita non è un piccolo particolare, egregio sor_riso.
Non mi sembra un concetto nè difficile nè oscuro.
Lei è certamente libero di esprimere il suo pensiero, e non sarò certo io a impedirglielo, ma mi riservo il diritto di rilevarne l'assurdità quando questa emerge in modo così evidente.

GLI STESSI CHE SE NE RALLEGRAVANO LEi caro sig gargantua ha dedotto che questa frase fosse riferita alle persone scampate alla pena di morte?
mi spiace per Lei e le sue traballanti connessioni neurali, ma dedurre ciò dal contesto è alquanto bizzarro.
gli stessi che se ne rallegravano e che poi facevano affari con la cina evidentemente non possono essere le persone scampate alla pena di morte.
la frase era scritta bene e sinceramente era impossibile comprendervi fischi per fiaschi, ma si sa ognuno legge quello che vuole leggere evidentemente a Lei caro sig. gargantua faceva comodo leggervi questo.
comunque a chiarimento, GLI STESSI sono intesi coloro che hanno promosso la moratoria alle nazioni unite (specifico meglio non si sa mai. prodi e il suo governo e tutti gli altri che gli hanno fatto coro, dove per TUTTI GLI ALTRI è da escludersi CATEGORICAMENTE, le persone salvate dalla moratoria)
bene tutte QUESTE PERSONE, e nessun altro, hanno promosso e se ne sono anche glorificate, azioni affaristiche con la cina e questo per la mia sensibilità è da ritenersi una sconfitta.
a tale proposito tengo a precisare quanto segue:
1) le persone che sono state salvate dalla moratoria non sono inutili, fanno bene a rallegrarsi della moratoria, non è detto che ritengano la cosa una vittoria ( non conosco nessuno salvato dalla pena di morte e quindi non ho elementi probanti sia in un senso sia nell'altro)
2) IO personalmente ritengo la moratoria realizzata e attuata in questo modo una sconfitta, perchè vittoria sarebbe stata se affianco alla moratoria se ne fosse fatta un'altra contro gli affari realizzati con questi paesi
mi permetta una domanda, nel tentativo di chiarire definitivamente questa stucchevole questione.
sottoscrivere con qualcuno un trattato economico sapendo che questo stesso qualcuno era è e sarà uno dei principali indiziari della moratoria sulla pena di morte a Lei sig. gargantua pare una cosa normale?

sor.riso

In uno dei miei ultimi post del mio blog(http://www.comunicazioneadevento.net/files_dblog/post/pubblicita-insangu...) a proposito del momento "olimpico" cito M.L.King
"L'ingiustizia commessa in un luogo qualunque è una minaccia alla giustizia ovunque.",per dire che accettare l'inumano è di per se perpetrarlo.
Per maggior conoscienza sulla questione tibetana invito alla lettura del libro scritto da una donna coraggiosa Ama Adhe, "La voce che ricorda", edito Sperling & Kupfer,che ci insegna come la verità non si piega.

- GIANETICO -

Reporter senza frontiere, Robert Ménard e la contestazione alle Olimpiadi

di Gennaro Carotenuto
da Znet-it-news

Riuscite a pensare a qualcuno di più ipocrita del capo di Reporter Senza Frontiere, Robert Ménard, il più spregiudicato pseudo difensore dei diritti umani disponibile sulla piazza (a pagamento)?

Ieri era ad Olimpia ad orchestrare la (giusta) contestazione contro la Cina e a farsi pubblicità in mondovisione con la trovata (efficace invero) delle manette al posto dei cerchi olimpici.

Purtroppo, contro la Cina che tortura, gonfia il petto proprio l’impresentabile Robert Ménard, capo dei capi da sempre di RSF, sinistro personaggio che difende apertamente la tortura stessa, quando a dare il tormento a individui ammanettati sono quelli che gli pagano lo stipendio.

Come la CIA, oppure il NED, National Endowment for Democracy, agenzia nota per occuparsi di "cambi di regime" in favore degli interessi degli Stati Uniti e che a quel fine finanzia lautamente RSF come, di fronte a circostanziate denunce, lo stesso Ménard dovette ammettere.

Ménard (e Reporter Senza Frontiere) è un vero speculatore dei diritti umani. Appena poche settimane fa l’UNESCO si vide costretta ad emettere un duro comunicato contro RSF perché questa si era presa il patrocinio di questa stessa istituzione. Che l’UNESCO debba emettere un comunicato in grave dissenso con una grande ONG che organizza un evento pomposamente intitolato "Giornata mondiale per la libertà di espressione in Internet" la dice lunga. E nel 2003 la stessa RSF fu sospesa per un anno dall’ONU dopo una serie di episodi violenti che avevano coinvolto membri di questa organizzazione.

Nemica degli organismi internazionali (non vi ricorda la retorica di George Bush alla vigilia dell’invasione dell’Iraq?) RSF appoggia tutte le cause, ma solo quelle, che fanno comodo al governo degli Stati Uniti. Ed è ben triste che la difesa della libertà di espressione (senz’altro violata in Cina) sia al servizio di interessi di parte e serva a lugubri personaggi come Ménard.

Cari amici,
prima che la la violenza inaudita della Cina si manifestasse in tutta la sua bruttura, ci eravamo occupati proprio in questo blog di olimpiadi,  e con un atto di sindacato ispettivo, che vi ripropongo...
 
 
Al Ministro della Solidarietà Sociale
 
Al Ministro dello Sviluppo Economico
 
Al Ministro degli Affari Esteri
 
Al Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive
 
Premesso che
L’Italia parteciperà con le sue delegazioni ai giochi Olimpici di Pechino nel 2008, le cui basi fondanti sono sancite dalla Carta Olimpica, che definisce spirito ispiratore il “valore educativo ed esempio di rispetto per i principi etici fondamentali ed universali” e annovera tra gli obiettivi il “perseguimento della dignità umana” e che “ogni forma di discriminazione con riferimento alla persona, razza, religione, pensiero politico, e genere è incompatibile con l’appartenenza al Movimento olimpico”.
 
Si apprende con sconcerto dal rapporto di Playfair 2008, redatto da sindacati operanti a livello internazionale e ONG, di gravi violazioni dei diritti umani perpetrate a danno di minori, costretti a lavorare in stato di segregazione per le aziende incaricate alla produzione dei gadget ufficiali in vendita, in Cina e nel mondo, con il marchio ufficiale dei Giochi: borse e zainetti, T-shirt, berretti, quaderni, figurine e album illustrati per bambini. Il quotidiano “La Repubblica” informa in proposito di un “marketing degli oggetti griffati che vale da solo 70 milioni di dollari, per gli organizzatori cinesi delle Olimpiadi. Ma dietro questo business ci sono fabbriche-lager dove si sfruttano i bambini, vige un clima di terrore, non vengono rispettati neppure i modesti diritti dei lavoratori previsti dalla legislazione cinese (…) alcune delle aziende che risultano essere sfruttatrici del lavoro minorile risultano essere a Shenzhen e nel Guangdong in quattro stabilimenti chiaramente identificati: Lekit Stationery (prodotti di cancelleria), Mainland Headwear Holdings (berretti sportivi), Eagle Leather Products (pelletteria) e Yue Wing Light Cheong Light Products (zainetti e accessori). Tutti lavorano alla luce del sole per conto delle autorità olimpiche cinesi” e non è assolutamente da escludersi che siano molte altre le fabbriche coinvolte in questo sistema produttivo.
 
La reazione del comitato olimpico locale, risultata in una revoca delle le licenze alle quattro aziende incriminate nel rapporto PlayFair è da ritenersi deficitaria, in quanto non prevede neppure una serie di controlli diffusi atti a verificare le condizioni lavorative nella altre ditte produttrici dei gadget olimpionici
 
Si chiede di sapere
Se quanto esposto nella premessa corrisponde al vero,
 
Se i Ministri interpellati non ritengano di intervenire fattivamente e con quali misure, per porre fine a questa inconcepibile violazione dei diritti umani anche con un intervento del C.O.N.I. ,
 
Se i Ministri non intendano richiedere una “certificazione etica” dei prodotti recanti il marchio ufficiale dei giochi di Pechino 2008 che verranno commercializzati in Italia e forniti in dotazione agli atleti italiani coinvolti nelle Olimpiadi, quale segno tangibile della severità del Governo Italiano nella condanna del lavoro minorile.
 
Roma, 14 giugno 2007                                                                                Sen. Franca Rame

appoggio totalmente quanto scritto da te Franca, ma ora a questo punto che possiamo fare noi semplici cittadini senza interessi in CINA ?

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Vorrei sapere se a questa interrogazione di Franca è stata data risposta e se si potresti, cortesemente, pubblicarla? Un abbraccio. Bruna.

Cara Bruna, niente risposte! già i tempi sono biblici aggiungi le elezioni, e il risultato è scontato... In ogni caso una risposta arriverà. Non si sa bene da chi, ma arriverà, anche se se Olimpiadi di Pechino potrebbero già essere passate da qualche lustro!!!
bacioni!
 

Cari amici,
leggo i vostri commenti e rifletto su quanto affermate.
Purtroppo avete ragione tutti e due, ma allo stesso tempo anche torto.
Se è pur vero che la moratoria doveva esser fatta per inchodare alle responsabilità tutte quelle nazioni che fanno scempio dei diritti umani ed usano la pena di morte come deterrente, è altrettanto vero che non è sufficente per eliminare tale ignoranza e arroganza che l'uomo propina a se stesso.
Come dice Gargantua, senza di essa non si sarebbe potuto innescare un processo di denuncia, ma come dice Sor.riso, la moratoria da sola non sortisce effetto.
Si continua a morire nel mondo, si muore per un sasso, si muore per una infibulazione, si muore per un credo, si muore per una giustizia corrotta e inefficiente.
Forse un giorno, i nostri figli potranno vedere questa pena estinta, o forse no, ma dobbiamo continuare a fare qualcosa.
La moratoria è un primo passo verso una direzione dove i diritti umani sono il centro del pensiero.
Fermate le vostre ire reciproche, state dicendo la stessa cosa solo che non riuscite a vedervi.
Sor.riso ha ragione nel dire che non si deve fare commercio con chi propina la pena capitale con il libero arbitrio, ma in questo senso dovremmo smettere di fare affari con: Stati Uniti, Cina, Russia, Nigeria, e molti altri paesi.
Non è possibile questo, moriremmo tutti di fame.
La moratoria è un velo imbarazzante che toglie l'ombra infamante del silenzio su coloro che sono morti per una giustizia infame e folle.
Cerchiamo di trovare insieme, la giusta via per continuare a dire con fermezza la nostra contrarietà all'arroganza e all'ignoranza di chi siede nelle poltrone del potere.
La vita non ha padrone.

grazie del suo intervento "appacificatore" ma credo che il sig gargantua avesse compreso bene il senso delle mie parole, solo che a quanto pare al sig gargantua non piace confrontarsi sulla essenza, ma preferisce farfugliare di apparenza.

"""ma in questo senso dovremmo smettere di fare affari con: Stati Uniti, Cina, Russia, Nigeria, e molti altri paesi.
Non è possibile questo, moriremmo tutti di fame."""

caro sig Gufo Triste morire di fame la spaventa?
a me non spaventa. spaventa di più l'ipocrisia e quanti predicano amore con le parole ma non nei fatti.
il mondo non cambierà con le cose possibili da fare, bensì con le cose che oggi qualcuno chiama impossibili:

sor.riso

Ho provato perfino a inserire un link da panorama, che certo non è un giornale che si possa annoverare tra quelli usi in questo blog, ma non è stato possibile proseguire con sor.riso.
Gargantua invece ha ragione non foss'altro per il fatto che un soggetto ben preciso ha sfruttato l'onda lunga della moratoria della pena di morte per proporre quella sull'aborto. Gargantua lo sa e traccia confini ben precisi, rispetto al dopo moratoria sulla pena di morte, sor.riso persegue altri scopi non ben chiari.
Le ipotesi di Claudio, sul blog e il da farsi, sono sempre più attuali , riflettiamo insieme.

Bene sor.riso, un piccolo passo avanti l'abbiamo fatto anche noi , ma che fatica! Per farle ammettere che a qualcosa la moratoria è servita c'è voluta una discussione di una settimana.
Si renda conto che non è superfluo chiamare le cose per nome e che le vite umane salvate da quel provvedimento non sono un niente. Per cui mi pare legittimo se qualcuno se n'è rallegrato. Non crede?
Per questo, già all'inizio di questa nostra discussione, le ho attribuito una grossolanità di giudizio. E' lei che si è espresso negativamente, in toto, riguardo alla moratoria, quando le facevo presente che poco è meglio che nulla.
Se poi non è stata sufficiente a sanare le contraddizioni e a cancellare le aberrazioni del mondo globalizzato, credo che il problema rivesta altri ambiti ed altre motivazioni, e sarebbe ingenuo pretendere un potere salvifico di tale entità da un provvedimento delle Nazioni Unite. Ma da lì a disprezzare un piccolo passo verso un cammino di civiltà ce ne corre.
Per questo, già all'inizio di questa nostra discussione, le ho attribuito una grossolanità di giudizio. Grossolanità che non giova nè alla realtà delle cose nè alla possibilità di migliorarle.
Sa quanto devono essere lunghe le gambe dell'uomo?
Tanto da arrivare fino a terra.
Intenda se vuole intendere, da parte mia ho fatto di tutto per renderle la cosa più agevole.

fatica che si poteva risparmiare visto che io non ho mai inteso inutile la moratoria
resto fermamente convinto però che sia una sconfitta, proprio perchè ci sono persone come Lei che se ne rallegrano facendo intendere che sia un punto di arrivo e non un punto di partenza, sicuramente questo non è il suo punto di vista e sono sicuro che Lei lo ritenga un punto di partenza, ma quanti hanno "acceso" il senso critico?
è sconfitta perchè non sortirà nessun effetto, anzi rende "gradevoli" certi personaggi che dei diritti umani si fanno beffa facendo dimenticare che proprio tali figuri si arricchiscono indebitamente facendo affari con la cina, anzi aggiungo, auspicando come cosa buona e giusta far entrare le imprese italiane nell'affare cina
è una sconfitta perchè questi affari si faranno con l'oppinione pubblica iptonizzata che farà la ola per questo grandioso traguardo raggiunto
è sconfitta perchè l'opinione pubblica non ricorderà affatto la moratoria e nemmeno sarà a conoscenza che è proprio la cina il paese dove maggiormente viene applicata la pena di morte, guarderà il dito (bussiness cina) e non la luna (calpestio indisciminato dei diritti civili)

p.s. gioire del poco? certo ma non dimenticarsi di PRETENDERE il tanto
sor.riso

Volevo aggiungere qualcos’altro circa la moratoria della pena di morte. Senz’altro è un primo passo, tenendo conto anche del fatto che due moratorie erano transitate in passato dall’Assemblea generale : nel 1994 e nel 1999. La prima era stata battuta per otto voti e l’ultima venne ritirata all’ultimo minuto.
Ma non bisogna dimenticare che, come si legge nel testo, la moratoria, è solo un invito a tutti gli Stati a: “ Rispettare gli standard internazionali che prevedono le garanzie che consentono la protezione dei diritti di chi è condannato a morte...“, "Limitarne progressivamente l’uso e ridurre il numero dei reati per i quali la pena di morte può essere comminata” a “ Stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena di morte”
L’Onu è un insieme di stati e non ha nessun potere di coercizione sugli stati che lo compongono quindi può solo lanciare appelli, saranno gli stati membri ad adeguarsi o meno alle sue “direttive”, inviti, appelli.
E’ questo in fondo il limite dell' Onu ma se fosse diverso si potrebbe profilarsi un attacco alla sovranità degli stati, alla democrazia stessa per certi aspetti.Sarebbe bello un’organizzazione che portasse avanti la tutela dei diritti umani e che potesse imporla agli stati, che assumesse decisioni generali di protesta (come ad esempio il boicottaggio delle olimpiadi) ma fino a che punto questo non lede l’indipendenza dello stato singolo?

E poi c’è un’altra questione a mio parere importantissima.
La pena di morte è senz’altro un atto esecrabile in uso anche negli Stati Uniti d’America ma almeno là dove essa viene applicata su di un punto occorre insistere : la pena di morte non può prescindere da un giusto ed equo processo. E qui ci troviamo di fronte a diverse situazioni. Mentre gli Stati Uniti hanno un ordinamento giudiziario che assicura processi equi, Iran, Cina, Pakistan, Sudan non hanno un tale ordinamento giudiziario. Non esiste democrazia, non esiste libertà di stampa, lo Stato è il padrone. Non c’è un equo processo perché non c’è uguaglianza di fronte alla legge, non c’è difesa per l’imputato, non c’è un giusto contraddittorio e il potere politico influenza le decisioni dei giudici. Spesso il processo si svolge in una lingua incomprensibile per l’imputato o questi sa di essere giustiziato alcune ore prima della condanna…

Un altro punto è come la sentenza viene applicata, il modo di esecuzione. Mentre gli Stati Uniti si pongono il problema fino a sospendere un’esecuzione per il dubbio che la iniezione letale provochi “punizioni crudeli” , in Cina, Iran, Arabia Saudita, Giappone le esecuzioni in piazza proliferano e avvengono per impiccagione, fucilazione e anche lapidazione. Amnesty International ha raccolto casi emblematici che fanno comprendere come in questi paesi vengono eseguite le condanne. La lapidazione è una delle morte più orrende riservata in genere alle donne accusate di avere avuto rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Le pietre sono scelte in base a dimensioni tali da provocare una morte lenta, dolorosa. In Arabia Saudita ci sono stati casi di processi sommari di imputati stranieri che non capivano la lingua e hanno scoperto di essere stati condannati solo pochi minuti prima dalla esecuzione .
Certamente questi paesi dove la libertà non esiste e la giustizia è calpestata non si adegueranno mai alla moratoria dell’Onu e sarebbe importantissimo non solo continuare a battersi per l’abolizione della pena di morte ma mobilitarsi perché, in questi paesi, i diritti dell’imputato siano tutelati e sia istituito un giusto processo, con diritto di appello e della grazia e perché , laddove comminata, la pena di morte debba essere la meno dolorosa possibile per il condannato.

cara clara61 il suo post è puntuale e preciso, ma racchiude in se un terribile pericolo.
la pena di morte è in netta contrapposizione col principio cardine che sancisce che nessuna persona può decidere della vita di un'altra persona.
detto questo provo a chiarire la mia posizione in merito
cercare delle correzioni, aggiustamenti, "miglioramenti" all'applicazione della pena di morte, di fatto, ne leggittima l'uso e quindi bisognerebbe evitare proprio di parlarne in questi termini
il principio dovrebbe essere perseguito ad oltranza senza se e senza ma, mi spiego meglio, la moratoria così come è intesa tende appunto a dare "aggiustamenti" e se poi questi aggiustamenti vengono spacciati per grandi conquiste di fronte all'opinione pubblica il danno è fatto si tenderà a considerare meritevole un governo che ad esempio dia garanzia di difesa ai suoi cittadini condanati a morte, facendo dimenticare che comunque questo governo va contro il principio che sancisce che nessuna persona può decidere della vita di un'altra persona.
certo ne convengo che qualsiasi miglioramento all'applicazione dei diritti dell'individuo non può essere considerato un male, ma attenti a definirlo vittoria poichè di vittoria non si tratta, ma di una piccolissima battaglia vinta.
Altro tema che mi sta particolarmente a cuore è l'atteggiamento che si tiene di fronte alla pena di morte.
cosa può fare l'italia per diffondere sempre di più l'applicazione di tale principio, bhè converrai con me che è forviante e deleterio affermare a parole la planetarietà di tale principio mentre nei fatti si fanno affari coi paesi dove tale principio non viene nemmeno preso in considerazione.
l'opinione publica attenta resterà confusa se le imprese italiane vengono incentivate a delocalizzare le loro attività in quei paesi proprio perchè la non applicazione di tale principio rende più competitivo il loro prodotto
in conclusione si adottano due modi di fare
uno di facciata ( è impensabile che qualcuno possa dire va bene avere degli schiavi che lavorano gratis per le mie imprese) che sa di romanticismo e utopia, es. scrivere a caratteri cubitali sulla dichiarazione dell'Uomo, che ogni individuo è uguale all'altro;
l'altro di sostanza, cioè nei fatti non si fanno sufficenti pressioni per l'applicazione di tale principio, perchè altrimenti si perderebbero gli enormi profitti derivanti proprio dallo sfruttamento

comprenderai che di fronte ad atteggiamenti tanto contraddittori tra di loro il cittadino è disorientato
altra cosa e ne converrai ne sono certo, sarebbe troncare qualsiasi rapporto con qualsiasi paese dove tale principio non sia applicato.

p.s. non si può troncare qualsiasi rapporto con paesi che ti riforniscono di energia?
e perchè non si può?
non mi direte che mettere tutti i giorni la benzina nell'automobile sia più importante di qualche schiavo in catene?
da qualche parte bisognerà pur cominciare no?

sor.riso

Hai ragione a richiamare alla coerenza , ma è tale il marasma (frutto del liberismo) in cui viviamo che è improbabile che uno stato si assuma la responsabilità di chiudere un mercato nel nome della difesa della vita.
E' una constatazione amara, ma è a questo che siamo arrivati.
Sta a noi cercare , nella nostra singola vita, di non cedere a quella logica e tentare di assumerci la responsabilità di ogni scelta denunciando contemporaneamente gli abusi e le aberrazioni a cui questa logica porta.
Tu sor.riso, hai una macchina che va a benzina o a gasolio?

ne ho due una a benzina e una a gasolio

"Sta a noi cercare , nella nostra singola vita, di non cedere a quella logica e tentare di assumerci la responsabilità di ogni scelta denunciando contemporaneamente gli abusi e le aberrazioni a cui questa logica porta."

certo sarebbe auspicabile quello che asserisci, ma questo dovrebbe implicare per primissima cosa che ognuno di noi abbia la consapevolezza che le nostra scelte, tutte, hanno delle conseguenze e che quindi andrebbero valutate anzitutto per le conseguenze che esse comportano e non credo che questa consapevolezza sia così diffusa, altrimenti non sarebbe spiegabile il perchè di tanta sofferenza
ovviamente non bisogna abbassare la guardia e continuare ad insistere sella diffusione di questa consapevolezza, ma comprenderai le difficoltà di tutto ciò
un esempio ne è anche questo blog, che racchiude diversissimi punti di vista anche se posso affermare che nell'insieme si "pensa" nella stessa direzione

p.s. a proposito delle macchine io sarei per una legge che impedisse la commercializzazione delle macchine col motore a scoppio a favore di auto elettriche, ma qualcuno in questo blog, non ricordo chi, ha detto che sono "un pazzo visionario" non era la frase esatta ma il senso era più o meno quello

sor.riso

Direi che se qualcuno che si rendesse conto di cosa implicano le sue scelte agisse poi di conseguenza sarebbe già un passo avanti, non credi?