Milano

[STAMPA] I giovani della “Paolo Grassi” nel teatro di Fo

Sai intitola "Mistero buffo e altre storie" lo spettacolo dei giovani attori diplomandi della Scuola “Paolo Grassi” di Milano sul teatro di Dario Fo e Franca Rame (sopra un disegno che l’attore-autore a donato alla scuola per l’occasione): un lavoro sul repertorio popolare e politico del Nobel che per l prima volta viene in Italia affrontato da giovani attori, anagraficamente nati dopo che molti di quei testi sono stati scritti. Anche per questo lo spettacolo ha un valore di studio e insieme di sperimentazione in teatro che è farsa, dramma, pantomima.
Lo spettacolo, che ha debuttato in anteprima stasera e poi il 7 luglio sarà al Festival d’Avignon Off 2012, raccoglie i testi più celebri del Nobel, La parpaja topola, La resurrezione di Lazzaro, Il primo miracolo di Gesù bambino, Il tumulto di Bologna e sarà interessante vedere l’impatto di queste storie a contatto con dei giovani di oggi.
“Per attori alle prime esperienze, il confronto con il virtuosismo recitativo richiesto da questo repertorio è una sfida appassionante e un’occasione preziosa per studiare un linguaggio d’alta teatralità” ha spiegato Massimo Navone, direttore della Scuola Paolo Grassi che ha curato il coordinamento artistico dello spettacolo affidato alla regia di Michele Bottini- “La presenza disponibile e affettuosa dei due Maestri, che ci sostengono in questo percorso, aggiunge un significato particolare al valore già così forte di questa esperienza: incoraggiare un passaggio di testimone tra le generazioni, perché continui a rinnovarsi la tradizione di quel teatro popolare e ‘politico’, che è alla radice della nostra cultura e del nostro modo di essere attori”.
Gli allievi in scena sono: Stefano Accomo – Francesca Cassottana – Luca D’Addino – Sara Dho – Alessandro Grima – Caterina Luciani – Marta Mungo – Giuseppe Palasciano – Nazzareno Patruno – Martina Polla – Andrea Romano – Selvaggia Tegon Giacoppo – Emanuele Turetta – Silvia Valsesia
Con la collaborazione degli allievi del corso organizzatori Giulia Iozzi e Emanuela Naclerio
 
Anno: 

[STAMPA] I giovani attori della Scuola Paolo Grassi incontrano il teatro di Dario Fo e Franca Rame.

28/06: Mistero Buffo e altre storie
 
dario fo pittore
A Milano, un’anteprima dello spettacolo, nato col sostegno e la collaborazione dei due grandi maestri, che debutterà il 7 luglio al Festival d’Avignon Off 2012. Un lavoro sul repertorio del teatro popolare e politico, che  ha il significato di un passaggio di testimone alle giovani generazioni di artisti.
 
28 giugno 2012 ore 19
Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, via Salasco 4 Milano
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria tel. 02/97152598
 
La parpaja topola, La resurrezione di Lazzaro, Il primo miracolo di Gesù bambino, Il tumulto di Bologna e altri tra i pezzi più famosi del repertorio di Dario Fo e Franca Rame, interpretati dagli allievi diplomandi del corso attori, verranno presentati al pubblico la sera di giovedì 28 giugno alla Scuola Paolo Grassi di Milano, prima della partenza degli allievi per il prestigioso Festival d’Avignon.
 
"Mistero Buffo" dal 1969, anno in cui Dario Fo e Franca Rame lo misero in scena per la prima volta a Milano in un capannone di Porta Romana, è stato replicato migliaia di volte in Italia e in tutto il mondo.
 
Lo spettacolo nacque con l'intento di dimostrare l'esistenza storica di un teatro popolare di grande valore, che nulla aveva da invidiare ai testi di tradizione erudita, che erano espressione della cultura della classe sociale dominante. C'erano monologhi di tradizione popolare, tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, non solo italiane, ma provenienti da tutta Europa.
 
A più di quarant’anni di distanza, in un contesto storico-sociale profondamente cambiato, l’impatto di queste storie sul pubblico continua ad essere forte, immediato, capace di far emergere emozioni,  pensieri  e ideali  condivisi di partecipazione.
 
Ne sono la prova i ragazzi che, vedendo oggi  Dario Fo e Franca Rame recitare in teatro,   riscoprono la possibilità di riappropriarsi della ‘Storia’  attraverso ‘ altre storie’, attuali e diverse da quella ‘ufficiale’, proprio come accadde a quella generazione di giovani che vide Mistero Buffo in scena nei primi anni ’70.
 
“Per attori alle prime esperienze, il confronto con il virtuosismo recitativo richiesto da questo repertorio è una sfida appassionante e un’occasione  preziosa per studiare un linguaggio d’alta teatralità”  spiegaMassimo Navone, direttore della Scuola Paolo Grassi “La presenza disponibile e affettuosa dei due Maestri, che ci sostengono in questo percorso, aggiunge un significato particolare al valore già così forte di questa esperienza: incoraggiare un passaggio di testimone tra le generazioni, perché continui a rinnovarsi la tradizione di quel teatro popolare e ‘politico’, che è alla radice della nostra cultura e del nostro modo di essere attori”.
 
L’anteprima dello spettacolo fa parte delle iniziative dedicate ai 60 anni della scuola Paolo Grassi.
 
Lo spettacolo, sarà ospite al Festival d’Avignone Off dal 7 al 28 luglio alla COUR D’HONNEUR DE LA FACULTE DES SCIENCES nell’ambito del progetto dedicato al teatro di Dario Fo e Franca Rame realizzatoin collaborazione con L’Accademia Nico Pepe di Udine e l’Academie Des Arts du Spectacle di Parigi.
 
Mistero Buffo e altre storie di Dario Fo e Franca Rame
coordinamento artistico Massimo Navone
regia  Michele Bottini 
assistente alla regia Lucia Sabba
con gli allievi del terzo anno del corso attori della Scuola Paolo Grassi
Stefano Accomo – Francesca Cassottana – Luca D’Addino – Sara Dho – Alessandro Grima – Caterina Luciani – Marta Mungo – Giuseppe Palasciano – Nazzareno Patruno – Martina Polla – Andrea Romano – Selvaggia Tegon Giacoppo – Emanuele Turetta – Silvia Valsesia
collaborazione drammaturgica degli allievi Eleonora Natilii, Emanuele Aldrovandi
allievi del corso organizzatori Giulia Iozzi – Emanuela Naclerio
luci di Paolo Latini e Simona Ornaghi
elementi scenici di Roberto Pio Manzotti, Alice Capoani, Mattia Franco
costumi Enza Bianchini conNunzia Lazzaro
 
Anno: 

[AUDIO] Dario Fo a "Io, Chiara e lo scuro"

E’ pericolosissimo staccare il Corpo dalla Testa! Come nelle favole,  il corpo non si può distinguere … (Però revedi che litighino tra loro le nostre parti?) Guai Guai se non ci fosse una contrapposizione! È permesso anche l’insulto.
 
Presenta la tua mostra dal punto di vista psicoanalitico…
Beh, diciamo che rappresenta la mia vita da quando avevo 14 anni quando mi sono presentato all’Accademia di pittura di Brera e ci sono rimasto per 8 anni. lì ho ricevuto viatici incredibili, crisi, situazioni di gioia e anche una specie di confusione che mi ha messo in crisi…
 
il tuo primo ricordo
Prima di tutto ho avuto una grande fortuna che all’inizio si era manifestata in forma d’angoscia. Sono arrivato sul lago Maggiore e lì c’era una fonderia importante e anche una struttura, quella della vetreria. A lavorare c’era gente che proveniva da tutta Europa, sto parlando di quasi 70 anni fa. Questi maestri che soffiavano il vetro erano capi tribù: venivano da tutto il mondo… io sono andato fuori di Testa! Parlavano tutti lingue diverse… ma La cosa divertente è che la lingua comune non era l’italiano ma il dialetto del lago Maggiore che io non conoscevo… Conoscevo altri dialetti ma non quello…  ho avuto un doppio trauma! poi però ho capito che era una gioia incredibile! Tutto questa buriana di termini, di linguaggi ti costringevano a inventare… Io ho inventato allora una forma di linguaggio onomatopeico che mi è stata utilissima per quando ho cominciato a fare teatro! Quelli lì facevano teatro ma non lo sapevano…
 
I maestri  per me sono stati le persone, la nuova popolazione che  incontravo. E loro sono stati un regalo della fortuna. Del resto I conflitti sono quelli che insegnano a svolgere in modo nuovo la nostra vita.
 
Quand’è che hai scoperto “io sono dario fo”?
… non lo so ancora! E’ importante non darsi mai dell’importanza oltre quella che ti danno le persone intelligenti.
 
Nemmeno il giorno del Nobel ti sei reso conto che..forse?
Beh, in quel momento ho vissuto una strana sensazione. Pensavo fosse una beffa. E poi ad un certo punto mi sono resa conto che era tutto vero. Me ne sono accorto dal commento successivo degli intellettuali veri, raffinati che dicevano “Com’è possibile che a un giullare… che a un comico… non si può!” C’è gente che si è ammalata, ha avuto delle crisi per colpa del mio successo. Lo so che me l’hanno raccontato degli amici, facendomi delle risate.
 
Oggi se diciamo Potere, che ti viene in mente?
Il Potere è sgomento, è pieno di paure. Sono saltate tantissime regole. La parte dominante del sistema sta avendo delle frane, una dopo l’altra. L’energia vera la vedo come sempre nei ragazzi, anche quando sbagliano, anche quando esagerano: c’è sempre un moto vivo, attivo.
 
Ma quando c’era Berlusconi non eri un po’ invidioso era quasi un giullare meglio di te?
E’ sempre stato di terza categoria!! E’ sempre stato banale, triviale. Si può anche essere provocatori: la sessualità, la violenza sessuale fanno parte della natura umana, del linguaggio, ma quando diventano banali, divenano l’offesa dei più deboli, allora veramente bisogna dire “No! stai andando fuori Chiave, fuori tempo”.
 
Dario ,Come sta tua moglie Franca Rame?
molto meglio.
Lei mi porta via tutto quello che è banale ,inutile… è lei che mi ha insegnato l’ironia, il grottesco. Bisogna fare in modo che le nostre diversità si competrino, che le nostre differenze non siano un fastidio ma un arricchimento. E’ importante andare avanti e rigenerarsi. E Se ci si scontra bene.
 
Ti accorgi che è la donna della tua vita quando non puoi stare senza. Se l’amore è dipendenza in questo modo… ben venga.
 
La sessualità è la forma più alta di tutto l’ingegno. Liberarsi dentro la sessualità e reinventarla è una chiave di volta straordinaria.
 
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[VIDEO] A Palazzo Reale con Dario Fo l'Orchestra Giovanile della Scuola Don Milani - Reggio Emilia

Domenica 20 maggio, nell'ambito della mostra "Lazzi sberleffi dipinti" di Dario Fo, nella sala delle Otto Colonne a Palazzo Reale a Milano, l'Orchestra Giovanile della Scuola Don Milani condotta dal M° Tatiana Caselli si è esibita insieme ad allievi dell'Istituto Superiore di Studi Musicali "Achille Peri" di Reggio Emilia. Inoltre nella stessa mattina si è esibita l'Orchestra Giovanile dell'Istituto Peri diretta dal M° Gabrielangela Spaggiari.
Le due orchestre fanno parte del sistema di orchestre e cori giovanili e infantili in Italia, che prende spunto dalla celebre esperienza venezuelana del Maestro Abreu.
Nell'ambito di un'unica mattina in questo modo si è sintetizzato l'inizio e la fine di un percorso.
Dario Fo, essendo venuto a conoscenza dell'esperienza reggiana, ha creato tre giornate di musica fatta da giovani, per onorare la cultura e la creatività che partono dall'infanzia...

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DARIO FO IN VISITA ALLA MOSTRA DI PALAZZO REALE NEL GIORNO DELLA CHIUSURA - DOMENICA 3 GIUGNO

Con un notevole successo di pubblico, oltre 20.000 presenze in due mesi e mezzo, domenica 3 giugno si chiude la Mostra di Dario Fo Lazzi Sberleffi Dipinti a Palazzo Reale di Milano.

Durante questo tempo sono state realizzate ben venti visite guidate all’esposizione con Dario Fo e i suoi collaboratori che di fatto hanno messo in scena veri e propri spettacoli itineranti nei quali si commentavano dipinti, fondali scenici, maschere teatrali, pupazzi e burattini per mezzo dei quali si narravano commedie antiche e satire moderne.

Ogni settimana sono stati organizzati incontri con il pubblico nei quali Dario Fo incontrava professori universitari, autori di testi storici e di narrativa come Chiara Frugoni, Salvatore Settis e Stefano Benni. Inoltre sono stati messi in scena concerti che vedevano come protagonisti centinaia di bimbi musici che eseguivano brani classici e moderni.

Domenica 3 giugno alle 17 Dario Fo e Franca Rame saranno presenti in mostra per salutare i visitatori che riusciranno a superare le transenne approntate per la visita del Santo Padre.

 

 

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[STAMPA] Family 2012: Dario Fo, non era il caso visita del Papa a Milano

(Adnkronos) - Sul momento travagliato per il Vaticano, in seguito agli arresti dei 'corvi' e alle fughe di notizie, Fo commenta: "Provo commozione umana per il Papa. Come Pontefice in questa situazione si sta trovando ad affrontare delle grane terribili".
 
Alla domanda se, visto che il Papa si trova a Milano, lo inviterebbe a un suo spettacolo Fo risponde ridendo. "Un Papa - racconta - ha gia' visto un mio spettacolo. Avevo recitato una commedia, 'Il Papa e la strega', e sono venuto a sapere che in Vaticano avevano registrato lo spettacolo, tramite la Rai. Io facevo la parte del Papa polacco. E deve essere arrivata a lui, Wojtyla che penso sia stato spiritoso. Si sara' fatto due risate e l'avra' fatto vedere ai cardinali".
 
Argomento: 
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APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

 

Appello al Presidente della Repubblica

di Franca Rame, Jacopo e Dario Fo

Dopo la catastrofe del terremoto in Emilia Romagna, Antonio Di Pietro e molti altri hanno chiesto al presidente della Repubblica di annullare il ricevimento del 1° giugno nei giardini del Quirinale e la parata militare del 2 giugno perché – ha detto Di Pietro - “è una follia sperperare tanti soldi: in un momento così difficile per il nostro Paese, colpito da una gravissima crisi economica e flagellato in queste ore dal terremoto, è opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarietà. Sarebbe il modo migliore per onorare la nostra Repubblica”. Ma il presidente Giorgio Napolitano ha risposto che non intende annullare nulla, e anzi  “non è il momento dei piagnistei”. Ne deduciamo che una popolazione terremotata con sedici morti si salva solo con i ricevimenti e con le sfilate, o abbiamo capito male? Signor, Presidente, per favore, ci illumini. E poi chieda scusa e cambi idea.

Argomento: 
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[STAMPA] Grecia: intellettuali contro neo nazi, siamo tutti ebrei greci

 

Grecia: intellettuali contro neo nazi, siamo tutti ebrei greci
Roma, 28 mag. (Adnkronos) - "Siamo tutti ebrei greci". Si intitola cosi' la lettera aperta pubblicata da diversi quotidiani europei, e online, da un gruppo di intellettuali, tra i quali Dario Fo, AB Yehoshua, Oliviero Toscani, Bernard-Henri Le'vy, Amos Gitai e Bernard Kouchner in cui si lancia l'allarme su l'ingresso nel Parlamento greco della formazione neonazista Alba Dorata.
 
"Con il suo emblema ispirato alla svastica, il saluto hitleriano, i riferimenti al Mein Kampf, l'ideologia antisemita e razzista, la negazione dell'Olocausto, la violenza contro i migranti, le minacce contro i giornalisti ed altre personalita', il partito e' l'erede del partito nazional socialista tedesco che ha guidato l'Europa e il mondo nel caos e nel bagno di sangue", si legge sulla lettera aperta che ha come primo firmatario Benjamin Abtan, presidente del Movimento di base europeo anti-razzista.
"Sfortunatamente la Grecia non e' il solo paese minacciato da questo revival dell'ideologia nazista", continua citando esempi di altri preoccupanti gruppi neonazisti in altri paesi europei. E sottolinea come "questa crisi economica e sociale in corso, favorisce una frenetica ricerca di capri espiatrori e rafforza la paura del declino del vecchio continente".
 
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Prefazione di Franca Rame al libro"La regina di Medò" scritto da Pia Rame e edito da Mondadori nel 1979

La regina di Medò: un racconto della nostra vita, uno squarcio pieno di fantasia sulla nostra storia di gente di teatro, una realtà mai completamente finita che continua nei nostri destini che hanno preso strade e significai diversi, ma che restano sempre uniti da radici indistruttibili. Pia... ride e riesce a piangere insieme, poi si ferma ed è triste con un bel sorriso. S’innamora perdutamente di uno, ma lo lascia lì, per giocare a carte con le amiche. Va in cucina e prepara u  pranzo solenne come per un battesimo, ma poi si mangia un panino in piedi. Si veste come una regina per mettersi a lavare i piatti. Lavora giorni e giorni senza dormire, poi dorme due giorni con il telefono vicino. Le piace sentire il telefono che squilla nel sonno senza rispondere; è pazza, concreta, casta, passionale,  infedelissima, fedele, asessuata e carica d’amore, generosa fino a dar via la  camicia che del resto non porta mai, urla espressioni irripetibili, ma s’indigna alle scurrilità dette fuori tempo, è un’attrice brava, consumata, ma non sa recitare quando occorre l’ipocrisia. Si inventa bellezze morali e fantastiche in uomini che valgono meno d’un soldo, ma li pianta disperata quando s’accorge che ha inventato tutto lei. Un’immorale moralista; un’atea religiosa; una ragazza madre, orfana come madre a carico, divorziata prima ancora di sposarsi: questa è mia sorella. E La regina di Medò la rispecchia con assoluta fedeltà.

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[STAMPA] Dario Fo, un giullare contemporaneo

Un percorso di fresca spettacolarità per raccontare la figura poliedrica di Dario Fo. Scrittore, autore teatrale, attore e anche pittore. Una mostra che comincia dal presente per accompagnare il visitatore in un percorso a ritroso fino alle origini. A Milano, nelle sale di Palazzo Reale, fino al 3 giugno.
 
lo sbarco di lampedusa
 
Un bell’allestimento, con un alto grado di varia, fresca teatralità. Davvero bravo il curatore Felice Cappa, che ha inserito in ogni sala uno o più elementi di scena: pedane, pupazzi volanti, asticelle di legno denudate dai teli delle quinte. È poi possibile seguire, lungo tutto il tragitto espositivo, nei molti schermi televisivi, frammenti di spettacoli teatrali e opere liriche, lezioni di storia dell’arte all’aperto di fronte a chiese e cattedrali o frizzanti affabulazioni colme di arguzie e ammiccamenti.
Dario Fo (Sangiano, 1926; vive a Milano) svela ovunque e sempre, nel dipingere e nel fare teatro, nei suoi testi come nelle regie, quale personaggio o divertito narratore, un’intima, profonda coerenza espressiva, una corrispondenza creativa dove la varietà, anche cromatica, è insieme reale e metaforica.
Sulla copertina del consistente e ben documentato catalogo campeggia uno dei primi quadri esposti, il vasto Quarto Stato con Dario e Franca (2011), con in primo piano il viso aperto di Fo e sullo sfondo alcuni volti mossi, ritoccati, rielaborati, ma ben riconoscibili, del popolo che avanza di Pellizza da Volpedo. La mostra inizia dalle opere più recenti, con molti lavori datati 2011 e 2012, insieme a video che mostrano la bottega di lavoro – in tanti che contribuiscono a dipingere – e Fo che interviene, magari con il pennarello, i colori particolarmente vivaci, spesso gialli e verdi acidi da evidenziatore. Ci sono spesso delle scritte sulle tele: denunce, accuse o amare riflessioni. “Ma noi italici abbiamo altro a cui pensare”, si può leggere all’interno di una delle barche dello Sbarco di Lampedusa, ma parole paiono scorrere sovrimpresse anche in Africa. Vi lasceremo un gran bidone e in Incidenti mortali sul lavoro” (2011).
 
saviano con leone e statua
 
In questo percorso a ritroso – incontrando anche i burattini della Famiglia Rame, un pubblico composto di “teste di legno” – ci si accorge a un certo punto che il tempo sembra condensarsi troppo in fretta. Si vorrebbero vedere, degli anni antecedenti e di poco successivi l’indimenticabile capolavoro di Fo, Mistero Buffo, più locandine e bozzetti del periodo d’oro, delle sue opere più spregiudicate, anticonformiste, piene di canzoni, di ritmi allegri, colme di proteste e smorfie, prese in giro e accuse ai potenti. È possibile tuttavia soffermarsi su alcune ricerche dei primi anni, dopo gli studi a Brera, dove si coglie l’ansia di cimentarsi in più stili cercando il proprio. Molti gli echi da Chagall, con quelle creature sospese, i colori che vanno oltre i contorni, dove la realtà pare sempre immersa in un’atmosfera onirica. Eppure sembra ancora che sia troppo poco, specie rispetto alle prime sale, dedicate alla sua attività attuale.
Dario Fo a Palazzo Reale: un’ulteriore conferma del valore di questo personaggio anche in campo artistico. Così recitava la motivazione del Premio Nobel a Fo, assegnato nel 1997: “Figura preminente del teatro politico che, nella tradizione dei giullari medievali, ha fustigato il potere e restaurato la dignità degli umili”.
 
Valeria Ottolenghi
Milano // fino al 3 giugno 2012
Dario Fo – Lazzi, sberleffi, dipinti
a cura di Felice Cappa
Catalogo Mazzotta
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo
02 54913
www.mostradariofo.it

 

Dario Fo AutoritrattoIl quarto Stato con Dario e Francatristano e isotta sorpresi nel bosco

Saviano con leone e statuatorre di babele e ponte di messinanatale al carcere di san vittore

adorazione dei magimaggio alla tempesta di giorgionelo sbarco di lampedusa

rapporto sessuale in sezionemaschere che riproducono storie realiil terremoto dell'aquila

omaggio a bosch e brueghelrecitare l'osceno è permesso. la satira è proibita

fonte: airtribune.com

Anno: 

DARIO FO RACCONTA LA SATIRA CON STEFANO BENNI - MILANO, PALAZZO REALE, LUNEDI' 28 MAGGIO ORE 18.30

Lunedì 28 maggio 2012 ore 18.30
Palazzo Reale, Sala delle Otto Colonne
Ingresso libero (fino ad esaurimento posti)

Dario Fo incontra Stefano Benni, scrittore, poeta e giornalista.  Nel 1976, con l’uscita del suo primo libro Bar Sport, Benni si è imposto come uno degli scrittori più importanti e prolifici del panorama letterario italiano; egli riesce a muoversi dai romanzi ai racconti, dalle raccolte di poesie al teatro e perfino al cinema.

Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, ha inaugurato il 23 marzo a Palazzo Reale la sua mostra di dipinti prodotti in più di cinquant’anni.  La mostra continuerà fino al 3 giugno 2012.

Durante la conferenza i due amici di lunga data tratteranno della difficile situazione in cui si trova a vivere il nostro Paese. Naturalmente si dovrà prendere in considerazione anche il cataclisma politico nato in seguito alle ultime elezioni. Si cercherà di analizzare l’argomento con ironia e serietà.

Con questo appuntamento si chiude il ciclo di incontri con i letterati e gli studiosi dell’arte e della satira. E’ prevista la presenza di numerosi allievi dell’Accademia di Brera e della scuola di teatro Paolo Grassi.
Tutti potranno partecipare al dialogo.

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[AUDIO] Dario Fo contro Macao (incontro Ansaldo a Mi 18/05/2012)

REGISTRAZIONE DELLO SFOGO DI DARIO FO CONTRO IL "COLLETTIVO" MACAO ANSALDO (MI)
 
ORE 19:30 Dopo l'apertura dell'assessore Boeri a MACAO, e la dichiarazione del collettivo di MACAO di non volersi presentare all' adunata pubblica organizzata dal comune di Milano, quindi di non accettare l'offerta, lasciando l'Ansaldo.
 
Di seguito lo sfogo di Dario Fo imperniato su:
1. carenza di idee del collettivo, dichiarerà che bisogna avere delle idee per occupare uno spazio, a che serve un'occupazione senza idee? Citerà il caso della loro occupazione della palazzina liberty a Milano e del teatro piccolo di Strelher
2. arroganza per non voler discutere in assemblea e poca umiltà "non ci siamo mai alzati andando via con un vaffanculo in questa maniera."
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