[STAMPA] Dario Fo, la pittura di un narratore
Galleria d'Arte Moderna, Udine – Guardare, osservare, ma soprattutto sentire. Per entrare pienamente in contatto con l'universo pittorico di Dario Fo, bisogna saper usare in libertà la capacità della nostra mente di abbattere le rigide barriere che imponiamo troppo spesso alle varie forme espressive, tra reale fisico e irreale immaginato, tra il confine voluto dalla cornice e l'infinito immaginifico che il quadro ci suggerisce.
Abbiamo seguito la sua evoluzione artistica grazie alla visita teatralizzata della mostra Dario Fo, la pittura di un narratore, condotta dalla stessa curatrice Marina De Juli che è una bravissima attrice, regista e collaboratrice di lungo corso del duo Fo-Rame.
Attraverso un percorso cronologico a tappe, la De Juli ha esposto chiaramente e con la giusta verve istrionica i momenti chiave delle svolte tecniche e dell'approccio alla pittura del grande Maestro: stili, influenze, significati si sono sviluppati, chiariti e di nuovo intrecciati in nuove e personali intuizioni/suggestioni di senso, come se quadri, tele e quant'altro fossero dotati di vita propria.
Abbiamo così apprezzato ogni passaggio del tratto fondante la sua poetica, dal periodo post cubista a quello metafisico e oltre, attraversato da (auto)ritratti, riproduzioni di scene mitologiche e di convivi popolari.
E abbiamo sentito sotto pelle il valore narrativo di ogni quadro, la sua volontà di (rac)cogliere il flusso impervio e caotico delle idee e renderlo testo per immagini di quella che poi sarebbe diventata l'evoluzione scenica teatrale.
Per Fo dipingere è un atto istintivo ma tecnico, essenziale e impulsivo, come fissare sulla tela le parole chiave, il dipanarsi del discorso teatrale, il suggerire l'anima del teatro: uno storyboard continuo.
Impressiona la musicalità, lo spostamento quasi ophulsiano di alcune sue opere di massa, baciate dal senso del movimento fluido; un lavoro profondo su se stesso che nasce dall'idea, prosegue con il gesto pittorico e (non) si conclude sotto il nostro sguardo ammirato.
Siamo ugualmente affascinati per i ritratti che colgono sì una somiglianza dei tratti fenotipici, ma soprattuto l'attimo espressivo di un sentimento, di una sensazione, di uno stato d'animo.
Grazie alla visita animata e alla recita di alcuni brani tratti da Mistero buffo e altri capolavori, c'è stato il tempo di respirare il risultato letterario di quanto dipinto, avvertendo per un attimo il brivido di trovarsi nel qui e ora dove l'idea è divenuta immortale e ha trovato la sua forma compiuta: la cristallizzazione del genio (di cui raramente si comprendono le origini e le spinte, ma del quale si apprezzano i frutti).
Abbiamo seguito la sua evoluzione artistica grazie alla visita teatralizzata della mostra Dario Fo, la pittura di un narratore, condotta dalla stessa curatrice Marina De Juli che è una bravissima attrice, regista e collaboratrice di lungo corso del duo Fo-Rame.
Attraverso un percorso cronologico a tappe, la De Juli ha esposto chiaramente e con la giusta verve istrionica i momenti chiave delle svolte tecniche e dell'approccio alla pittura del grande Maestro: stili, influenze, significati si sono sviluppati, chiariti e di nuovo intrecciati in nuove e personali intuizioni/suggestioni di senso, come se quadri, tele e quant'altro fossero dotati di vita propria.
Abbiamo così apprezzato ogni passaggio del tratto fondante la sua poetica, dal periodo post cubista a quello metafisico e oltre, attraversato da (auto)ritratti, riproduzioni di scene mitologiche e di convivi popolari.
E abbiamo sentito sotto pelle il valore narrativo di ogni quadro, la sua volontà di (rac)cogliere il flusso impervio e caotico delle idee e renderlo testo per immagini di quella che poi sarebbe diventata l'evoluzione scenica teatrale.
Per Fo dipingere è un atto istintivo ma tecnico, essenziale e impulsivo, come fissare sulla tela le parole chiave, il dipanarsi del discorso teatrale, il suggerire l'anima del teatro: uno storyboard continuo.
Impressiona la musicalità, lo spostamento quasi ophulsiano di alcune sue opere di massa, baciate dal senso del movimento fluido; un lavoro profondo su se stesso che nasce dall'idea, prosegue con il gesto pittorico e (non) si conclude sotto il nostro sguardo ammirato.
Siamo ugualmente affascinati per i ritratti che colgono sì una somiglianza dei tratti fenotipici, ma soprattuto l'attimo espressivo di un sentimento, di una sensazione, di uno stato d'animo.
Grazie alla visita animata e alla recita di alcuni brani tratti da Mistero buffo e altri capolavori, c'è stato il tempo di respirare il risultato letterario di quanto dipinto, avvertendo per un attimo il brivido di trovarsi nel qui e ora dove l'idea è divenuta immortale e ha trovato la sua forma compiuta: la cristallizzazione del genio (di cui raramente si comprendono le origini e le spinte, ma del quale si apprezzano i frutti).
Dario Fo, la pittura di un narratore
curatrice: Marina De Juli
Galleria d'Arte Moderna di Udine
c/o Casa Cavazzini
Dal 17/06 al 26/08/12
Orari: mar-dom, 10.30-19.00
Visite teatralizzate: 21 e 22/07; 18 e 19/08
www.udinecultura.it
curatrice: Marina De Juli
Galleria d'Arte Moderna di Udine
c/o Casa Cavazzini
Dal 17/06 al 26/08/12
Orari: mar-dom, 10.30-19.00
Visite teatralizzate: 21 e 22/07; 18 e 19/08
www.udinecultura.it
fonte: lnx.whipart.it
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