Mamma pace non abita più qui

il manifesto del 30 Maggio 2007

  

Il movimento per la pace americano perde la sua icona più rappresentativa «Questa è la mia lettera di dimissioni da volto del movimento anti-guerra americano». Tradita, insultata, malata, divorziata, la «peace mom» Cindy Sheehan scrive al «suo» sito: basta, raccolgo i cocci e torno a casa

 

 

Cindy Sheehan

 Dopo che Casey è stato ucciso ho dovuto sopportare un sacco di calunnie e di odio, soprattutto dal momento in cui sono diventata la cosiddetta faccia del movimento americano contro la guerra. Ma soprattutto da quando ho rinunciato anche ai pochi legami che mi erano rimasti con il partito democratico, altro fango mi è stato gettato addosso da blog «liberal» come Democratic Underground. Essere chiamata «puttanella egocentrica» e sentirmi dire «che liberazione» sono stati tra gli insulti più teneri.

Oggi, il Memory day per i veterani, sono arrivata ad alcune strazianti conclusioni. Non sono il frutto di riflessioni del momento ma di una meditazione che va avanti da almeno un anno. Le conclusioni alle quali sono lentamente e con estrema riluttanza giunta sono davvero strazianti per me.

La prima conclusione è che sono stata la beniamina della sinistra finché mi sono limitata a protestare contro Bush e il partito repubblicano. Certo, sono stata diffamata ed etichettata dalla destra che mi ha definito uno strumento del partito democratico per emarginare me e il mio messaggio. Come potrebbe una donna avere un pensiero originale o lavorare al di fuori del sistema bipartito?

Ma quando ho cominciato a trattare il partito democratico con lo stesso metro di giudizio usato per quello repubblicano, il sostegno alla mia causa ha cominciato ad erodersi e la «sinistra» ha cominciato a gettarmi addosso gli stessi insulti della destra. Suppongo che nessuno mi abbia ascoltato quando ho detto che la questione della pace e di coloro che muoiono senza ragione non è questione di «destra o sinistra» ma di «giusto e sbagliato».

Mi ritengono una radical perché credo che le politiche partisan dovrebbero essere accantonate quando centinaia di migliaia di persone muoiono a causa di una guerra fondata su bugie, sostenuta allo stesso modo da democratici e repubblicani. Mi meraviglia che persone così acute nelle argomentazioni e precise come un raggio laser quando esaminano le menzogne, i travisamenti e gli espedienti politici di un certo partito, rifiutino di riconoscerle nel loro proprio partito. La cieca lealtà di partito è pericolosa da qualunque parte venga. I popoli del mondo ci considerano, noi americani, come delle caricature perché consentiamo ai nostri leader politici tanta libertà omicida. Se non troviamo alternative a questo corrotto sistema bipartitico la nostra repubblica rappresentativa morirà e sarà sostituita da quello verso cui stiamo rapidamente discendendo senza incontrare resistenza: il deserto fascista delle corporations. Io vengo demonizzata perché quando guardo una persona non ne vedo il partito o la nazionalità ma il cuore. Se qualcuno sembra, veste, agisce, parla e vota come un repubblicano, perché dovrebbe meritare sostegno solo perché si definisce democratico?

Sono anche arrivata alla conclusione che se faccio quel che faccio perché sono «una puttanella egiocentrica» allora c'è davvero bisogno che mi impegni di più. Ho investito tutto quel che avevo nel tentativo di portare pace e giustizia a un paese che non vuole né l'una né l'altra. Se una persona vuole entrambe, normalmente non fa niente di più che passeggiare in una marcia di protesta o sedere al computer criticando gli altri. Io ho speso ogni centesimo che avevo, quel denaro che un paese «grato» mi ha dato quando hanno ucciso mio figlio, e ogni penny guadagnato da allora con conferenze o vendita di libri. Ho sacrificato un matrimonio durato 29 anni e viaggiato a lungo dalle sorelle e dal fratello di Casey. La mia salute ne ha risentito e sono in arretrato con i conti dell'ospedale dall'estate scorsa (stavo quasi per morire), perché ho usato tutte le mie energie per cercare di fermare il massacro di innocenti compiuto da questo paese. Sono stata chiamata con ogni nome spregevole che una mente miserabile può pensare e sono stata più volte minacciata di morte.

La conclusione più devastante raggiunta questa mattina, tuttavia, è che Casey è davvero morto per nulla. Il suo prezioso sangue versato in un paese lontano dalla sua famiglia che lo amava, ucciso dal suo stesso paese che è legato e guidato da una macchina da guerra che controlla anche quel che pensiamo. Da quando è morto ho tentato di tutto per dare un senso al suo sacrificio. Casey è morto per un paese che si preoccupa più di chi sarà il prossimo american idol che di quante persone saranno uccise nei prossimi mesi mentre democratici e repubblicani giocano alla politica con le vite umane. E' davvero doloroso rendermi conto di aver creduto a questo sistema per tanti anni, e Casey ha pagato il prezzo di quella obbedienza. Ho ingannato il mio ragazzo, ed è ciò che mi fa più male.

Ho anche cercato di lavorare all'interno di un movimento pacifista che spesso pone gli ego al di sopra della pace e degli esseri umani. Questo gruppo non lavorerà con quell'altro; lui non parteciperà se ci sarà anche lei; e perché Cindy Sheehan ottiene tutta quell'attenzione? Difficile lavorare per la pace quando il movimento che a questa si richiama è così diviso.

I nostri coraggiosi giovani uomini e donne in Iraq sono stati abbandonati lì indefinitamente da leader codardi che li muovono come pedine su una scacchiera di distruzione, e il popolo iracheno è destinato alla morte e a un destino peggiore della morte da gente a cui stanno più a cuore le elezioni che le persone. Tuttavia in cinque, dieci, quindici anni le nostre truppe torneranno a casa zoppicando dopo un'altra abietta sconfitta e dieci, venti anni dopo i figli dei nostri figli capiranno che i loro cari sono morti per nulla, perché anche i loro nonni avevano creduto in questo sistema corrotto. George Bush non sarà mai sottoposto a impeachment perché se i democratici scavano troppo, potrebbero dissotterrare anche i propri scheletri. E il sistema si perpetuerà all'infinito.

Io riprenderò tutto ciò ho lasciato e tornerò a casa. Tornerò a casa per fare da madre ai figli sopravvissuti e cercare di riguadagnare qualcosa di ciò che ho perduto. Cercherò di mantenere e alimentare alcuni rapporti positivi trovati nel corso del viaggio al quale sono stata costretta dalla morte di Casey, e tenterò di ripararne alcuni altri tra quelli che sono andati in pezzi da quando ho iniziato questa solitaria crociata per cercare di cambiare un paradigma che ora, temo, è scolpito in inamovibile, inflessibile e menzognero marmo.

Camp Casey è servito allo scopo. Ora è in vendita. C'è nessuno che vuole cinque splendidi acri a Crawford, Texas? Esaminerò ogni ragionevole offerta. Sento dire che anche George Bush traslocherà presto... il che incrementa il valore della proprietà.

Questa è la mia lettera di dimissioni da «faccia» del movimento americano contro la guerra. Questo non è il giorno della mia sconfitta, perché non rinuncerò mai a tentare di aiutare i popoli del mondo danneggiati dall'impero dei buoni, vecchi Stati uniti d'America. Ma ho finito di lavorare dentro, o fuori, questo sistema. Questo sistema resiste con forza a ogni aiuto e divora chi cerca di aiutarlo. Io ne esco prima che consumi totalmente me o ogni altra persona che amo, e quel che resta delle mie risorse.
Good-bye America. Non sei il paese che io amo, e alla fine ho capito che per quanto mi sacrifichi non posso fare di te quel paese, a meno che non lo voglia anche tu.

Ora, tocca a te.

 

 

 

 

 

Argomento: 

disegno di legge sui collaboratori parlamentari

La vicenda dei portaborse pare non essere ancora conclusa. Anche dopo l'intervento dei Presidente della Camera Fausto Bertinotti, la situazione rimane nebulosa. Stiamo quindi per presentare un disegno di legge per la regolarizzazione del lavoro dei collaboratori parlamentari, i portaborse.
Dopo molti dibattiti, confonti e discussioni, con il prezioso aiuto della Dott.ssa Mancini, Della Dott.ssa Francesca Parisi e del Dott. De Cesare, è stato prodotto questo testo, che nei prossimi giorni verrà depositato.
Speriamo possa essere almeno l'inizio di una discussione seria sull'argomento!
 
 
DISEGNO DI LEGGE 
 

 
 
 
 
Di iniziativa della Senatrice RAME
 

 
 
 
 
Norme per l'ordinamento della professione di collaboratore parlamentare
 

 
 
 
 

Onorevoli Senatori. - Il presente disegno di legge si pone l'obiettivo di affrontare il problema delle collaborazioni parlamentari, ovverosia di quelle circa ottocento persone che supportano il lavoro dei parlamentari e che ancora non si vedono riconosciuta, contrattualmente, la loro professionalità. Sicché, proprio per evitare abusi, forme surrettizie di sfruttamento, sacche di lavoro in nero e, al tempo stesso, per far emergere alla luce del sole professionalità tanto importanti ed utili che operano nel Parlamento, nelle sue strutture e attraverso i suoi mezzi, per supportare il lavoro quotidiano degli eletti, il presente disegno di legge mira a porre in essere delle norme che garantiscano questa figura professionale, dandole dignità e pieni diritti all'interno del nostro ordinamento.
 

 
 
 
 
In questo senso, rivestendo questa figura professionale il carattere di atipicità, si è previsto che ai collaboratori parlamentari debba essere applicato il contratto collettivo nazionale per i dipendenti degli studi professionali e che, proprio in considerazione del necessario vincolo fiduciario che lega questi al parlamentare, tale contratto debba essere a tempo determinato e con scadenza al termine della legislatura.
 

 
 
 
 
Si è previsto, altresì, per rendere più evidente e certificato questo tipo di contratto l'istituzione di un Albo dei collaboratori parlamentari che consenta a questi ultimi di godere, anche in termini professionali, di maggiore visibilità e di dimostrare, da parte dei loro datori di lavori, un'ampia trasparenza al pubblico rispetto alle persone che li assistono nelle loro attività.
 

 
 
 
 

 

 
 
 
 

 

 
 
 
 
Art. 1
 

 
 
 
 
(Oggetto)
 

 
 
 
 
1. - Si intende come collaboratore parlamentare colui o colei che supporta nella sua attività quotidiana il Parlamentare e che, conseguentemente, si iscrive in un apposito «Albo dei collaboratori parlamentari».
 

 
 
 
 
Art. 2
 

 
 
 
 
(rapporto di lavoro)
 

 
 
 
 
1. - Ai collaboratori parlamentari, identificati ai sensi dell'articolo precedente, si applica il contratto collettivo nazionale per i dipendenti degli studi professionali e quindi i diritti e i doveri che, per entrambe le parti, il collaboratore e il Parlamentare, da questo tipo di contratto collettivo ne discendono.
 

 
 
 
 
2. - In considerazione del fatto che il vincolo fiduciario rappresenta l'essenza di questo tipo di contratto, la durata del rapporto di lavoro con il Parlamentare è definita a tempo determinato e comunque non può essere definita oltre il termine della Legislatura.
 

 
 
 
 
Art. 3
 

 
 
 
 
(licenziamento)
 

 
 
 
 
1. - Il collaboratore parlamentare può essere licenziato, ai sensi del contratto collettivo nazionale previsto all'art. 2, per giusta causa, ragione nella quale si ricomprende anche il venir meno del rapporto fiduciario.
 

 
 
 
 
Art. 4
 

 
 
 
 
(albo)
 

 
 
 
 
1.- AI momento della stipula del contratto di collaboratore parlamentare, questi è tenuto ad iscriversi, senza alcun costo, ad un «Albo dei collaboratori parlamentari», a pena di inibizione dall'ingresso nelle sedi del Parlamento. Questo Albo sarà aggiornato periodicamente a cura di ciascuna Amministrazione parlamentare e sarà depositato presso gli Uffici dei Parlamentari Questori.
 

 
 
 
 
2. - L'«Albo dei collaboratori parlamentari» sarà pubblicamente accessibile e disponibile al pubblico anche via internet rispettivamente nei siti internet di ciascun ramo del Parlamento.
 

 
 
 
 
3. - L'iscrizione all'«Albo dei collaboratori parlamentari» è un titolo valido per la frequenza dei corsi di aggiornamento e di studio promossi dalle Amministrazioni degli organi parlamentari.
 

 
 
 
 
Art. 5
 

 
 
 
 
(Disposizioni finali)
 

 
 
 
 
1.- Nessun obbligo né vincolo deriva alle Amministrazioni parlamentari a seguito della stipula di un contratto di collaboratore parlamentare ai sensi della presente legge.
 

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

 

 
 
 
 
 


Napolitano: piu' etica nella politica, ma la tendenza e' opposta - Osservatorio sulla legalità

Napolitano : piu' etica nella politica , ma la tendenza e' opposta Osservatorio sulla legalità - 29 maggio - La senatrice Franca Rame, IdV, ha presentato un pdl sul codice di procedura per i giudizi innanzi alla Corte dei conti, che annulla il condono emanato da ...

L'onorevole va due volte in pensione

 

 La Stampa, di  Pierluigi Franz

  Ci sono anche due volti noti del mondo del pallone, Giancarlo Abete e Guido Rossi, fra i beneficiari del vitalizio regalato dallo Stato agli ex parlamentari. Il neo presidente della Figc riceve 6.590 euro al mese per i suoi 13 anni a Montecitorio, mentre l’ex Commissario straordinario della Figc riceve ogni mese 3.108 euro per i suoi 5 anni trascorsi al Senato dall’87 al ’92. E pensare che il 76enne ex presidente di Telecom Italia non ama incassare pensioni. Preferisce gestirsele direttamente tanto è vero che citò la Cassa Forense per riavere in contanti tutti i contributi che vi aveva versato come avvocato. E nel 2003 la Cassazione gli dette ragione: la Cassa gli rimborsò parecchi milioni di euro, ma cambiò poi le regole per evitare che altri legali lo imitassero. Sono circa 2 mila gli ex parlamentari e poco più di mille gli eredi di deputati e senatori che ricevono gratis da Camera e Senato un vitalizio, variabile da 3 mila 108 (più di 6 volte la pensione sociale) a 9 mila 947 euro al mese a seconda della durata in carica. Costo annuo per l’Erario: 187 milioni di euro (127 pagati dalla Camera e 60 dal Senato). Il vitalizio non può essere rifiutato. Unica alternativa è quella seguita dal Sindaco di Roma Walter Veltroni, già ministro dei Beni Culturali, che con un nobile gesto ha devoluto in beneficenza alle popolazioni africane l’assegno di 9.014 euro mensili. Ma quanti seguiranno il suo esempio? Se il vitalizio può essere in qualche modo giustificato come segno di riconoscenza dello Stato per chi ha rappresentato la Nazione, sedendo sui banchi di Montecitorio o di palazzo Madama senza avere altre forme di pensione, fa invece discutere l’entità dell’assegno anche per chi è rimasto poco tempo in carica e la sua cumulabilità con altri redditi.

Da 37 anni c’è poi un’altra anomalia che nessun politico intende correggere: i dipendenti pubblici e privati eletti deputati, senatori, europarlamentari, governatori di Regioni e sindaci di grandi città - grazie all’art. 31 dello Statuto dei lavoratori - possono conservare il posto di lavoro mettendosi in aspettativa con il diritto di vedersi accreditare i contributi figurativi dall'Inpdap, dall'Inps o dall'Inpgi.

In pratica, quasi per magia magistrati, professori universitari, militari, ambasciatori, insegnanti, bancari, piloti, medici ospedalieri, ferrovieri, telefonici e giornalisti hanno diritto al vitalizio dello Stato ed ai contributi in gran parte gratuiti (fino al ’99 il regalo era, invece, totale) sulla loro futura pensione per tutta la durata del mandato se al momento dell’elezione era già aperta una posizione previdenziale. Molti vitalizi finiscono così per sommarsi a pensioni maturate a spese di “Pantalone” o di enti previdenziali di categoria. E d’incanto ottengono quasi gratis 2 pensioni per lo stesso arco di tempo in cui hanno svolto funzioni pubbliche. Il costo per l’Erario è stato calcolato in almeno 5 miliardi di euro, pari a circa 10 mila miliardi di lire, ma nella legge n. 300 del ’70 non era prevista alcuna copertura di spesa. Ad esempio, molti giornalisti parlamentari hanno chiesto l’accredito dei contributi figurativi: dal leader di An ed ex ministro degli Esteri Gianfranco Fini al ministro degli Esteri ds Massimo D'Alema, dall'ex ministro delle Poste Maurizio Gasparri (An) all'ex ministro della Sanità Francesco Storace (An), dall'ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti (Forza Italia) all'ex segretario Udc e ideatore del Movimento dell'Italia di Mezzo Marco Follini. In pratica, la loro pensione finisce per essere in parte pagata dai loro colleghi in attività perché l’Inpgi è un ente privatizzato senza più l’ombrello dello Stato. Altri loro colleghi hanno, invece, già maturato la pensione: il ministro della Giustizia Clemente Mastella (Udeur), il presidente della Rai Claudio Petruccioli, gli ex direttori del Tg2 Alberto La Volpe, del Gr Rai Gustavo Selva, di “Panorama” Carlo Rognoni, de “L’Europeo” Gianluigi Melega, de “Il Tirreno” Sandra Bonsanti, de “La Gazzetta del Mezzogiorno” Giuseppe Giacovazzo, de “L’Avanti” Ugo Intini, nonchè Corrado Augias, Alberto Michelini, Carla Mazzuca, Luciana Castellina e Gianfranco Spadaccia. Solo due giornalisti hanno sinora rinunciato ai contributi figurativi gratis sulla loro pensione: l’ex direttore de “il Tempo” ed ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il Vicedirettore de “il Giornale” Paolo Guzzanti.

Persino chi ha frequentato poco o niente Montecitorio come il professor Toni Negri, eletto nell’83 nelle file dei radicali, e che ha preferito restare in quei 5 anni a Parigi perché ricercato, incassa 3.109 euro al mese oltre ai contributi gratis per 5 anni sulla pensione di docente universitario. Anche l’ex ministro della Difesa Mario Tanassi condannato nel ’79 dalla Corte Costituzionale per lo scandalo Lockheed gode di un vitalizio di 7.709 euro. Ricevono lo cheque tre ex presidenti della Corte Costituzionale: Leopoldo Elia (6.590 euro) e Aldo Corasaniti (3.108 euro) poi eletti al Senato, mentre l’ex ministro, Mauro Ferri, riceve 9.387 euro per i suoi 25 anni trascorsi alla Camera. Per la loro attività parlamentare assegni anche per due ex vicepresidenti della Consulta: Ugo Spagnoli (9.760 euro) e Francesco Guizzi (3.108).

Duplice vantaggio (vitalizio di 8.455 euro più contributi gratis sulla futura pensione Inpdap) per il presidente di sezione di Cassazione ed ex sottosegretario agli Esteri Claudio Vitalone e per l’ex ministro dei Lavori Pubblici Enrico Ferri (3.108 euro). Pensione di magistrato con contributi figurativi per l’ex Capo dello Stato e senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, che ha indossato la toga solo per pochi anni nel dopoguerra. Anche l’ex P.G. di Roma ed ex ministro della Giustizia Filippo Mancuso beneficia di un vitalizio della Camera di 4.725 euro. Stesso importo per l’ex p.m. del pool di Mani Pulite Tiziana Parenti, mentre l’ex deputato di An Publio Fiori percepisce 9.947 euro, ma gli spettano anche i contributi gratuiti sulla pensione di avvocato dello Stato.

Altri legali beneficiano del vitalizio: 3.108 euro sia al professor Carlo Taormina, ex difensore della signora Annamaria Franzoni, sia all’ex presidente della Commissione pari opportunità Tina Lagostena Bassi. Più consistenti, invece, gli importi per il radicale Mauro Mellini rimasto per 16 anni a Montecitorio (6.963 euro) e per l’Udeur Lorenzo Acquarone (9.387 euro) . A questa cifra risultano ex-aequo l’attuale presidente del Cnel ed ex ministro per le Attività produttive Antonio Marzano, l’ex ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi, il demoproletario Mario Capanna e il sindaco di Venezia Massimo Cacciari.

Lunga la lista di altri ministri della Prima Repubblica: Franco Bassanini, Giuseppe Zamberletti, Remo Gaspari, Luigi Gui, Virginio Rognoni, Vincenzo Scotti e Franco Nicolazzi (9.947 euro ognuno), Antonio Gava (9.636 ), Filippo Maria Pandolfi (9.512), Salvatore Formica (9.387), Salvo Andò, Pietro Longo e Claudio Martelli (8.455), Renato Altissimo (8.828) ed Emilio De Rose (4.725). Tra i medici incassa un vitalizio di 3.108 euro il celebre cardiochirurgo Gaetano Azzolina. Stessa cifra per il regista Pasquale Squitieri, mentre a Franco Zeffirelli vanno 4.725 euro. Tra i beneficiari del vitalizio come ex parlamentari non mancano, infine, personaggi del mondo della finanza, ma nel loro caso non vi è, però, il cumulo con i contributi figurativi a spese di “Pantalone”: l’ex ministro degli Esteri Susanna Agnelli (8.455 euro), l’ex ministro dei Lavori Pubblici Francesco Merloni (9.947), Luigi Rossi di Montelera (8.455), Franco Debenedetti (6.590), Vittorio Cecchi Gori (4.725) e Luciano Benetton (3.108).  

 


Due miliardi e i rifiuti sono ancora in strada

da Corriere della Sera del 17 maggio 2007

di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.

 

 

 

Chiudete gli occhi e mettetele in fila, le cinque milioni di eco-balle di spazzatura accumulate in Campania: vedrete un nauseabondo serpentone di 7.500 chilometri.

Oltre mille più della Grande Muraglia. Niente più di questa immagine può dar l'idea della catastrofe ecologica, amministrativa e sociale che sta togliendo il sonno e rovinando i polmoni a un decimo della popolazione italiana. Ormai esausta di un'«emergenza» che, tra nuove promesse e subitanee rivolte e cassonetti in fiamme dura da un'eternità.
Sono tredici anni che a Napoli e nelle province vicine c'è, sancita coi timbri ufficiali, l'«emergenza rifiuti». Uno più del regno di Umberto I, due più della interminabile guerra del Vietnam, quattro più dell'impero napoleonico, sette più degli anni di potere assoluto di Giulio Cesare. Sono tantissimi, tredici anni.

Ad Alessandro Magno bastarono a conquistare il mondo.

Ai nostri amministratori, di destra e di sinistra, sono stati appena sufficienti a costruire uno dei sei inceneritori che erano stati decisi. E che via via sono stati tagliati per scelte ideologiche pseudo-ambientaliste o per placare certe rivolte infiltrate dalla camorra, fino a ridursi a quello di Acerra. Che dopo essere sopravvissuto a ostilità callose capaci di compattare perfino il sindaco rifondarolo Espedito Marletta e il vescovo Giovanni Rinaldi, dovrebbe (dovrebbe...) entrare in funzione all'inizio del 2008. Quando qualche giudice, potete scommetterci, arriverà a dire: no, l'impianto non va bene per bruciare questo tipo di ecoballe.
Sapete quanto è stato speso, finora, per questa emergenza ultradecennale?

Almeno 1.825.000.000 euro. Una montagna di soldi pubblici ancora più alta e massiccia della montagna di pattume che avrebbe dovuto essere rimossa. Senza che, nella sostanza, sia stato risolto nulla. Anzi. Secondo Michele Bonomo, presidente regionale di Legambiente, la stima ufficiale che per Napoli e l'hinterland parla di una raccolta differenziata al 10% (contro una media italiana intorno al 24% con punte virtuose in tre paesi trevisani che arrivano al 90%), va ritoccata al ribasso: «Intorno all'8%». Il che vuol dire che dopo tredici anni di pattume dilagante non solo i campani continuano a produrre 7.345 tonnellate di rifiuti urbani (da aggiungere a 11.084 tonnellate di industriali) al giorno ma nel 92% dei casi buttano questa loro produzione (un quintale in più a testa rispetto alla media nazionale) tutta insieme nei cassonetti. Da dove finisce tutta insieme in «ecoballe» di qualità così scadente da annullare ogni ritorno economico.

Il sistema di Padova, per fare un solo esempio, serve anche 19 comuni ed è economicamente in attivo come in attivo sono un sacco di altri termovalorizzatori del pianeta che sfruttano le ecoballe come combustibile. Quelle napoletane non le vuole nessuno. I sette impianti nati per trasformare l'immondizia in «Cdr» (cioè ecoballe) operano infatti in condizioni tali, per colpa del materiale che arriva e per inadeguatezza propria, da essere stati declassati a semplici impianti di «tritovagliatura». Sminuzzano e suddividono grossolanamente la spazzatura, ma alla fine sfornano la stessa roba che per le sue caratteristiche dovrebbe finire in discarica. Il 65% è «Cdr» di infima qualità, il 25% «fos» (frazione organica stabilizzata) di qualità altrettanto pessima e il 10% è il cosiddetto sovvallo, scarti della lavorazione.

Tagliamo corto: non servono a niente. Tanto è vero che, dalle inchieste giudiziarie, è arrivata la definizione di «sacchetti talequale». Pattume impacchettato così com'era. Pattume che a smaltirlo, ammesso che la magistratura non intervenga subito come ipotizzano i pessimisti, impegnerebbe il nuovo stabilimento di Acerra per un periodo che alcuni valutano in 45 anni e altri addirittura in 56. Non bastasse, mancano ormai perfino le puzzolenti discariche tradizionali: ce ne sono una ogni 117 mila abitanti nel resto della penisola, una ogni 209.351 in Campania. Ufficialmente, si capisce. Dopo avere soffiato sul fuoco delle rivolte popolari contro la gestione scellerata di certi siti infernali come Schiava o Palma, così inquinati dal versamento criminale di rifiuti tossici da allontanare perfino i topi, la camorra le «sue» discariche clandestine (225 censite ancora nel 2003 dal Corpo Forestale) le ha tenute aperte. Anzi, paradosso dei paradossi, pare continui a smaltire immondizia velenosa che viene da fuori mentre il Commissariato spende, per portar fuori la propria, una tombola.

Da venti giorni, nonostante avanzassero ancora 45 milioni di euro mai pagati dei viaggi precedenti, due treni della Ecolog, la società specializzata delle Ferrovie, hanno infatti ripreso a portare il pattume in Germania, a Lipsia. Seicento ecoballe da una tonnellata per ogni treno. Costo del viaggio e dello smaltimento: 160 euro a ecoballa. Cento di più di quanto costa smaltirne una a Roma. Alternative? Zero. Al momento. Anche se qualcuno ha cominciato a buttar lì l'idea, colonialista, di smaltire tutto in Romania.

Non hanno gli inceneritori giusti? Affari loro... E intanto il povero Guido Bertolaso, seduto sul vulcano di pattume tra incendi e rivolte, assalti e insulti, tappa di qua e sistema di là.
Chiedendosi ogni mattina: chi me lo ha fatto fare? Il punto è che, anche al di là della responsabilità dei singoli, a partire da quella dei primi due commissari e cioè i governatori Antonio Rastrelli e Antonio Bassolino, la gestione dell'emergenza rifiuti in Campania è una storia di errori, assurdità, scelleratezze stupefacenti.

Decisioni prese, annunciate, contestate e rimangiate. Subcommissari pagati 400 mila euro l'anno, come per esempio, afferma il rapporto della commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti, Riccardo Di Palma, poi presidente della Provincia. Politiche clientelari generosissime con tutti, dalla destra alla sinistra. Consulenze per 9 milioni di euro pagate a 500 «esperti» dal 2000 al 2005. Indecenti compravendite dei terreni (ormai sono circa mezzo migliaio) via via individuati per accatastare le ecoballe, terreni che secondo la commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sono arrivati a volte ad essere «nello stesso giorno, acquisiti da società di dubbia origine e successivamente rivenduti o fittati per un valore più che quintuplicato».

Per non dire delle assunzioni a raffica compiute per la «raccolta differenziata». Lavoratori socialmente utili ed ex detenuti e disoccupati organizzati e precari vari: 2.316 persone mai schierate davvero, seriamente, nella guerra santa (lo sarebbe davvero, santa) contro la raccolta caotica e sprecona e demenziale di oggi. A partire dai 34 giovanotti schierati al «call center» ambientale dove, secondo «l'esplicita ammissione dei vertici» della società, ricevono «quattro o cinque chiamate al giorno». Cioè una a testa alla settimana. Che senso c'è, mentre bruciano i cassonetti? 


ANNOZERO: Sicurezza - di Marco Travaglio

Gentile Ministro Amato, 

 

mi rivolgo a lei perché è in politica da trent’anni come Mastella. Ma lei sa far di conto. Come ha ricostruito Luca Ricolfi sulla Stampa, al tempo del I° governo Prodi, di pari passo con un certo ottimismo per l¹economia, i reati erano diminuiti. Poi arrivò Berlusconi: promise di dimezzarli ma non fecero che salire. 

 

Lui infatti non diminuiva i reati: ne depenalizzava qualcuno, di solito i suoi. A fine legislatura bastò una lieve ripresina economica per farli di nuovo calare. Ma il nuovo Parlamento, sebbene l’economia ricominciasse a tirare, si diede subito da fare per aumentarli e varò il famoso indulto per sfollare le carceri. Una ricetta, come dice Davigo, ispirata a quel che si fa a scuola con gli alunni discoli: chi disturba, fuori! Così chi disturbava dentro va a disturbare fuori. Geniale. E’ un po’ come sfollare i treni dei pendolari gettandone giù qualcuno dal finestrino, o liberare gli ospedali intasati lanciando qualche malato in barella per la strada. 

 

Risultato: nel secondo semestre del 2006 i reati son tornati a salire: +15,2% di furti e +5,7% di rapine: 30 mila furti e 2000 rapine in più solo da agosto a ottobre. Le rapine in banca, che erano scese del 17%, dopo l’indulto sono cresciute del 30,5%. Un trionfo. Si dirà: non si poteva fare altrimenti, le carceri scoppiavano. E’ vero che le carceri scoppiavano, ma si poteva fare altrimenti. Bastava dire la verità. Invece il ministro della Giustizia annunciò che, per liberare 15 mila detenuti, ci voleva un indulto di 3 anni. Gli esperti, come D’Ambrosio, risposero: ne usciranno almeno il doppio, per quei 15 mila basta e avanza un indulto di 1 anno, massimo 2. Ma fu subito zittito come un menagramo. Anche perché un indulto di 1 o 2 anni avrebbe lasciato Previti agli arresti domiciliari. Gliene occorrevano 3 per farla franca con i servizi sociali. E ne ebbe 3. Ora si scopre che in 9 mesi sono usciti non 15 mila, ma 26.201 condannati definitivi, più almeno 10 mila imputati in custodia cautelare: oltre il 100% in più di quelli annunciati. Il preventivo era falso. 

 

A quel punto scattò un’altra balla: quella sui recidivi, cioè sugli indultati che sono rientrati in carcere. Prima erano “solo l’1%”, poi “solo il 2%”, poi “solo il 3%”. Ora sono “solo il 12%”. Ma comunque è un calcolo che non sta in piedi. Intanto perché son passati solo 9 mesi e chi esce di galera senz’alternativa se non tornare all’antico, ha bisogno di riorganizzarsi. Dategli tempo, che diamine! Poi il 12% dei riacciuffati non sono quelli che son tornati a delinquere: ma solo quelli che son tornati a delinquere e sono stati ripresi. 

 

In Italia il 70-90% dei delitti rimane impunito: il 12 andrebbe moltiplicato per 7 o per 9. Tra qualche anno potremmo sentirci dire che i recidivi sono ³solo il 60, il 70, o l¹80%². In ogni caso, quel “soltanto” suona lievemente stonato, agli orecchi delle vittime dei reati: il 12% dei 26 mila indultati corrisponde a 3144 malfattori che han potuto tornare a delinquere, facendo almeno 3144 nuove vittime, che senza indulto non sarebbero tali.

 

A questo punto, terza balla: prima o poi, anche senza indulto, i detenuti sarebbero usciti lo stesso. Bel ragionamento. Ricorda quel tale che aveva ammazzato il padre e si difese dicendo: “Signor giudice, alla sua età mio padre sarebbe morto comunque”. Ci dicono che la recidiva post-indulto è in finitamente più bassa di quella dei detenuti scarcerati a fine pena: “solo il 12% contro il 60-70”. Dunque l’indulto sarebbe molto più dissuasivo del carcere: fa diventare tutti più buoni. E allora perché non istituzionalizzarlo? 

 

Invece di mandare in galera i rapinatori, li condanniamo alla pena dell’indulto. Così escono subito, anzi non entrano nemmeno, e diventano santi subito. Basta sostituire la parola condannati con “condonati” e il gioco è fatto.

 Che qualcosa non quadrasse, lei l’aveva intuito in autunno, quando esplose la criminalità in Campania e fu costretto a sguinzagliare 7 mila nuovi poliziotti per inseguire gli 8 mila indultati.E disse d’aver votato l’indulto “con grande sofferenza”. Visto che non è un passante, ma è il ministro dell’Interno, avrebbe potuto interpellare qualche esperto e farlo conoscere a Mastella.

 Ancora qualche giorno fa Mastella parlava di “reati in lieve ma costante diminuzione”, riferendosi forse alla Scandinavia, mentre il Viminale diceva il contrario: più rapine, più furti, più spaccio di droga: prima era calato dell’11,8%, poi liberando migliaia di spacciatori è tornato a salire: +1,4 per gl’italiani, +10,4 per gli stranieri. La pericolosità degli stranieri è quintupla rispetto a quella degli italiani, per ovvi motivi: ma prima dell’indulto stava diminuendo. Ora risale vertiginosamente, visto che lo straniero ha meno chances di reinserimento. Così il boom dei reati degli extracomunitari rende la vita più difficile ai regolari che lavorano onestamente e sono comunque la stragrande maggioranza.

 Ultimo punto: i dati del Dap dicono che nei primi 8 mesi dopo l’indulto il ritmo di crescita della popolazione carceraria è triplicato (sestuplicato per gli stranieri). Siamo di nuovo ai limiti della capienza (42.702 detenuti su 43.500 posti cella), e il dato crescerà ancora, perchè quelli che entrano sono più di quelli che escono. Ecco, ministro Amato: non sarebbe il caso di ammettere che quel tipo d’indulto è stato un tragico errore? Già che c’è: non potrebbe prendere Mastella da una parte e, con calma e tatto, tentare di spiegargli qualcosa?

 In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.

                                                                     Marco Travaglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Via gli intoccabili!!!

INDIRIZZI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Presidenza del Consiglio dei ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna 370
00187 Roma - Italy
tel. (+39) 0667791 

[email protected]  [email protected]

Fuori subito tutti i funzionari pubblici condannati per corruzione, reati sessuali e pedofilia.

Il Parlamento sta per prendere in esame la nuova legge sul licenziamento dei funzionari pubblici condannati. Questo è il momento per una battaglia che possiamo vincere. Firma qui la nostra lettera a Prodi! Sui temi di questa petizione ti invitiamo a visionare la puntata di Report trasmessa domenica 19 maggio disponibile su questa pagina.

 

Via gli Intoccabili!!!

Gentile Presidente del Consiglio Romano Prodi, noi cittadini le chiediamo di porre rimedio a un'infamia che mina l'efficienza e l'onestà della pubblica amministrazione. Chiediamo di affermare il patto di correttezza tra lavoratori e aziende anche all'interno della pubblica amministrazione. Chiediamo che tutti i funzionari pubblici condannati vengano automaticamente licenziati senza possibilità di scappatoie. Esiste una un progetto di legge in bozza ,avanzato all'interno della maggioranza, che determinerebbe il licenziamento soltanto per i dipendenti pubblici condannati a più di due anni per corruzione, violenza sessuale, pedofilia. In questo modo il 98% dei condannati resterebbe nella Pubblica Amministrazione! Si tratta di una proposta intollerabile e insultante per i cittadini e i funzionari pubblici onesti!

 

 

 

 

Un funzionario pubblico rappresenta lo Stato. Quindi deve essere persona integerrima. Oggi individui come l'ex ministro De Lorenzo sono ancora sul libro paga delle istituzioni. Addirittura restano al loro posto insegnanti condannati per pedofilia!

 

 

 

 

Se vogliamo rifondare il rapporto tra cittadini e istituzioni è indispensabile partire da qui.

 

 

 

 

Chiediamo che la Pubblica Amministrazione pretenda un risarcimento per il danno di immagine che reati  del genere comportano. Chiediamo inoltre con che insieme a questa legge sul licenziamento dei dipendenti pubblici corrotti sia approvata anche la proposta di legge presentata da Franca Rame sul codice di procedura per i giudizi innanzi alla Corte dei conti, che annulla il condono emanato dal Governo  Berlusconi, condono  che permette ai funzionari pubblici condannati di evitare il pieno risarcimento dei danni arrecati. Chiediamo infine che sia revocato il trasferimento di Luigi Magistro, creatore del sistema di controllo informatico contro le truffe fiscali dell'Audit: e' mai possibile che una volta che c'è un funzionario che combatte con successo la corruzione lo si debba punire?

 

 

 

 

Nella certezza che Lei vorrà impegnarsi in questa “operazione di pulizia e giustizia” dando un segno forte e chiaro al Paese, La salutiamo cordialmente

 

 

 

 

Associazione “Franca Rame - Basta sprechi!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 


IRAQ: VIA I SOLDATI, ARRIVANO I CONTRACTORS, MILIZIE PRIVATE

Abbiamo ricevuto questa interessante lettera, che con piacere pubblichiamo.

 

Salve Senatrice,

Ciao Carlotta,

sono Federico di GIV Forlì.
Volevo segnalarvi questo articolo dell'indipendente su come stiamo portando avanti la "protezione dei civili" in Iraq.
L'Iraq è terra dimenticata dagli italiani dopo il ritiro dei nostri militari, messa in secondo piano dal dibattito sull'Afghanistan. Tuttavia cooperanti e tecnici impiegati dagli enti di idrocarburi, Eni in testa, sono ancora là e, grazie anche alle nostre anticipazioni, è noto che il governo Prodi, nel decreto che finanzia le missioni italiane, ha inserito uno stanziamento di 3 milioni e mezzo di euro per i "contractors", altrimenti detti mercenari o paramilitari, che devono proteggere i civili.

Ma quello che non è ancora noto è la società a cui sono destinati questi soldi. Si tratta della Aegis Defence Services, con sede a Londra, che ha già stipulato con il Pentagono, per i suoi servizi in Iraq, un contratto da 293 milioni di dollari, che ha sollevato le proteste di buona parte del Congresso Usa. Gli uomini dell'Ads, fondata e diretta da Tim Spicer, sono accusati di violazioni dei diritti umani e di aver sparato contro civili iracheni inermi.

Il nome di Tim Spicer in passato è stato accostato alla repressione di una ribellione per conto del governo di Papua Nuova Guinea nel '97 e, nel ' 99, all'esportazione di 35 tonnellate di armi bulgare in Sierra Leone, nonostante l'embargo imposto dall'Onu. Inoltre, Spicer nel 1992, quando era ufficiale britannico in Irlanda del nord, fu coinvolto nella uccisione di un ragazzo cattolico e due soldati posti sotto il suo comando per questo delitto furono condannati.

 

Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema e quello della Difesa, Arturo Parisi non smentiscono la notizia né spiegano il motivo della singolare scelta del governo che non ha stabilito nessuna regola per il controllo delle attività dell'Ads contro la quale negli Stati Uniti si battono Hillary Clinton, Barak Obama e Ted Kennedy. Un silenzio condiviso dalla sinistra radicale che, con poche eccezioni, ha comunque ritenuto che le pallottole sparate da mercenari sono diverse da quelle di chi indossa una divisa. Una bella fiera dell'ipocrisia e un brutto spettacolo politico.

Ho fatto un paio di accertamenti perchè il nome Tim Spicer (insieme a Simon Mann ed al più noto figlio della Thatcher) è legato a tantissimi "operazioni sporche" in africa. Vi segnalo questo articolo, http://www.disarmo.org/rete/articles/art_21447.html e questi video sull'inchiesta della RAI:
http://www.rainews24.it/video.asp?videoID=2071

 

Federico-Balestra-Giovani IDV Forlì-Cesena

 

Caro Federico,
grazie per la segnalazione. Ci siamo occupati di AEGIS ed ENI in APRILE, con un articolo della Voce della Campania davvero approfondito.
Prova a cliccare
http://www.francarame.it/?q=node/329

Vi è poi un’interessante interrogazione a riguardo, presentata dal Sen. Bulgarelli:

 

Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01810
Atto n. 4-01810

Pubblicato il 2 maggio 2007
Seduta n. 145

Titolo: Su un contratto del Governo con la società di sicurezza privata Aegis in Iraq

BULGARELLI - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri. -
Premesso che:
nella relazione tecnico-finanziaria che accompagna il decreto di rifinanziamento delle missioni militari all'estero approvato dal Parlamento nel marzo 2007è previsto lo stanziamento di 3.498.000 euro da destinare a una private military company (società di sicurezza militare privata) incaricata di operare in Iraq, nella regione di Nassiriya, a tutela dell'incolumità del personale italiano dell'Unità di sostegno alla ricostruzione (Usr) di stanza in quel territorio;
secondo alcuni organi di informazione, tra i quali il quotidiano nazionale "l'unità", la scelta del Governo italiano sarebbe ricaduta sulla società Aegis Defence Services, con sede a Londra, tra le più grandi aziende del settore e in grado di vantare contratti per centinaia di milioni di dollari per il solo anno 2006; tale società, che dispone di sei uffici internazionali con sede in Afghanistan, Bahrain, Iraq, Kenya, Nepal e Stati Uniti e di 75 squadre di “agenti per la sicurezza”, ha stipulato, tra l'altro, un contratto con il Ministero della difesa degli Stati Uniti, dell'importo di 293 milioni di dollari, per operare in Iraq, con un progetto denominato "Matrix", in supporto delle truppe americane;
fondatore e capo della Aegis è Tim Spicer, mercenario scozzese veterano delle Falklands, resosi protagonista negli anni passati di varie atrocità in numerosi Paesi del mondo, tra le quali, nel 1992, l'uccisione di un ragazzo disarmato in Irlanda del Nord, la feroce repressione, nel 1997, dei movimenti indigeni delle isole di Bouganville, in Papua Nuova Guinea, l’esportazione, nel 1998, di 35 tonnellate di armi bulgare in Sierra Leone, nonostante l’embargo posto dalle Nazioni Unite; vari uomini politici americani, tra i quali l'ex presidente Bill Clinton, i senatori Barak Obama e Ted Kennedy, hanno denunciato negli anni scorsi le attività illegali delle società di sicurezza capitanate da Spicer e, nell’agosto del 2004, Marty Meehan, membro del Congresso statunitense, ha inviato una lettera all’allora capo del Pentagono, Donald Rumsfeld, nella quale ripercorreva puntualmente la "carriera" di Spicer e protestava per il suo impiego da parte del Governo degli Stati Uniti;
la Aegis, tra l'altro, si sarebbe resa protagonista di efferati crimini anche in Iraq: in un video apparso nel novembre 2005 su Arcoiris Tv i contractor della Aegis sono immortalati mentre attuano una vera e propria “battuta di caccia” nelle strade di Baghdad, l'emittente televisiva Channel Four ha diffuso recentemente un video nel quale si vedono i mercenari dell'Aegis sparare raffiche di mitra contro auto civili (con numerosi feriti) e, infine, l'emittente televisiva "Rainews 24" ha mandato in onda venerdì 20 aprile 2007 un servizio in cui, oltre a riprendere le immagini di Channel Four, si ricostruisce la figura di Spicer, servendosi anche delle testimonianze di un ex membro di Aegis,
si chiede di sapere:
se risponda al vero che il Governo ha stipulato un contratto con la società Aegis per proteggere gli operatori italiani a Nassiriya;
quali siano i criteri che hanno indotto il Governo a preferire la Aegis, nonostante i numerosi crimini contro i diritti umani di cui tale società si è resa protagonista negli anni passati;
se non si ritenga opportuno, alla luce anche delle violenze compiute da Aegis nei confronti della popolazione civile irachena, riconsiderare una scelta che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza degli operatori italiani a Nassiriya.

 

Argomento: 

Afghanistan: Appello Mondo Della Cultura Per Liberazione Hanefi - Yahoo! Italia Notizie

Afghanistan: Appello Mondo Della Cultura Per Liberazione Hanefi Yahoo! Italia Notizie - 23 mag 2007 - Tina Anselmi, Guido Martinotti, Rosellina Archinto, Andrea Camilleri, Dario Fo, Franca Rame, Giulio Giorello, Eva Cantarella, Carlo Feltrinelli. ...

AFGHANISTAN: LA GUERRA DELL’OPPIO

foto: archivio Corriere della Sera

Le ferite ancora aperte nella storia afghana dell’ultimo secolo sono un’economia necrotizzata dalla guerra, con irrisolta dipendenza dagli aiuti internazionali e la piaga del mercato dell’oppio.

L’Afghanistan è, come noto, una regione poverissima, con picchi di inflazione al 240%. In passato il bilancio interno si è in qualche modo fatto forza dei pochi frutti della terra, ortaggi, datteri, noci e poco altro. Oggi l’Afghanistan è un lembo di terra arso dal fuoco dei bombardamenti; dove contadini e allevatori sbarcano il lunario coltivando papaveri oppiacei. Invasioni sovietiche, guerre civili, occupazione talebana, intervento militare americano, nulla è riuscito a scalfire la produzione dell’oppio, perché nel corso del tempo è diventato la moneta di scambio delle varie fazioni religiose- tribali e dei signori della guerra per alimentare i conflitti, incassando proventi da investire in armi e assurgendo a strumento di ricatto nelle relazioni internazionali. Ma questo non è che un lato della medaglia; perché dall’altro, offre ai moltissimi afghani che vivono sotto la soglia di povertà una delle poche possibilità di sussistenza.

I bombardamenti hanno lasciato una pesante eredità: terreni sconquassati e servizi di approvvigionamento idrico distrutti: anche chi volesse coltivare sui propri terreni uva, pomodori o noci, non può più farlo, l’unica alternativa, senza la ricostruzione civile, è piantare papaveri: crescono ovunque, necessitano poca acqua, e il raccolto è l’unico che viene retribuito dai capi-tribù locali, i quali concedono ai contadini, con un sistema simile a quello feudale, un lembo di terra per la coltivazione di oppiacei e un piccolo spazio per la sussistenza.

L’agricoltore entra così in una spirale: la pratica del salaam fa si che i trafficanti concedano un credito ai contadini, acquistando l’oppio prima che venga raccolto, ma se la produzione non copre la cifra, il debito viene trascinato di anno in anno, creando una rapporto di dipendenza economica. Tanto è diffuso questo sistema che sono state abbattute il 55% delle foreste di cedri, prima dedicate alla produzione di legni pregiati, per fare spazio ai papaveri rossi.

Tradizionalmente, le province più compromesse nella produzione sono l’Helmand, il Nangarhar e il Badakshan e le fasce sociali maggiormente coinvolte sono quelle più povere (e numerose): donne, bambini ed esuli.

L’oppio garantisce la sussistenza di tutti coloro che non vivono nelle città, al di fuori delle quali non è assolutamente riconosciuta l’egemonia del Presidente Karzai, e il codice di comportamento viene ancora dettato dalle regole non scritte religiose ed etniche. Secondo il World Food Programme, 4,3 milioni di abitanti delle zone rurali sono al di sotto delle condizioni minime di sopravvivenza, solo il 23% della popolazione dispone di acqua potabile, e solo il 12% po’ usufruire di strutture sanitarie adeguate. Per quanto riguarda i bambini, la mortalità infantile è altissima, il 60% risulta essere cronicamente malnutrito, e il 60% dei decessi infantili sarebbe facilmente evitabile.

Percorrendo la scala sociale e gerarchica fino al governo centrale, si trova ovunque un alto tasso di corruzione, che fa perno proprio sul mercato dell’oppio e sul traffico d’armi, capace addirittura di dirottare in alcuni casi anche i fondi internazionali per la ricostruzione in favore dei mercati illeciti. Non c’è fazione politica che non abbia tratto vantaggio dai proventi dell’oppio; ed è quindi intuibile il motivo per cui gli aiuti internazionali sono riusciti a coprire solo una minima parte delle esigenze della popolazione.

Il problema è talmente radicato nel tessuto economico-sociale che il suo contrasto è stato inserito fra i principi della carta costituzionale afghana. Facendo un paio di conti, escludendo gli aiuti internazionali, solo il 7% del fabbisogno economico è coperto dalla produzione locale, il resto è quell’area grigia che sottende ad oppio e traffici illeciti.

Insomma, senza questo mercato l’Afghanistan subirebbe un tracollo economico senza pari.

A livello internazionale ci si è interrogati su come spezzare questa catena che alimenta direttamente la guerra civile: gli Stati Uniti hanno optato per una linea dura, attuando un severo programma di sradicamento e repressione, congiunto ad assistenza all’agricoltura, che ha causato inizialmente un abbassamento della produzione d’oppio, ma sul medio termine si è poi dovuto riconsiderare a ribasso questo risultato, che ha portato in realtà solo ad uno spostamento della produzione nelle campagne lontane dal controllo USA, sotto l’egida dei capi-tribù.

I fondi internazionali non sono sufficienti: l’80% è dedicato ai contingenti militari e alla sicurezza, il restante 20%, non sono che briciole da dedicare alla ricostruzione civile: infrastrutture, e sussidi all’agricoltura.

Nel corso del 2006 la sola provincia dell’Helmand è diventata roccaforte dell’oppio e seconda produttrice mondiale, pare a causa di un utilizzo "improprio" da parte dei contadini dei nuovi fertilizzanti distribuiti dalle autorità governative originariamente destinati allo sviluppo di colture alternative al papavero.

Quello che appare sempre più evidente è la mancanza di uno sviluppo alternativo con un sistema di diritto e di garanzie, unitamente a una ricostruzione civile che garantisca ai cittadini la sussistenza. La presenza internazionale sul territorio afghano sembra sempre più fragile nel portare avanti queste istanza, essendo sempre più focalizzata in qualcosa di simile alla guerra che alla "missione di pace".

E’ cronaca di questi giorni l’invio di ulteriori mezzi militari d’attacco alle truppe italiane, e lo stanziamento di fondi che al 70% coprono necessità militari-belliche, e solo nella restante parte vanno in sostegno dei civili e della ricostruzione.

Tutta quest’esportazione di democrazia che s’è fatta, questi disastrosi anni di guerra, hanno lasciato un Afghanistan diverso, ma ugualmente povero, devastato, inginocchiato ai signori della guerra e della droga, dove il 50% dei lavoratori percepisce un reddito annuale che non supera i 500 dollari, poco più di un dollaro al giorno, con nuclei familiari di 10 persone. Il salario medio di uno statale ammonta a 40 dollari, e dei 400.000 dipendenti un quarto è colluso col narcotraffico.

Oltre il 70% della popolazione non h un lavoro legale, il 60% non ha elettricità, e tanta è la povertà che in molti sono costretti a vendere i propri figli per saldare i debiti.

Si tratta di statistiche che definiscono un bilancio amaro della nostra presenza in Afghanistan, dimostrando che saremmo indispensabili nel dare una svolta nella lotta alla guerra e alla corruzione partendo proprio dalla ricostruzione civile ed in particolare quella rurale. Se i fondi che l’Italia utilizza per fini militari fossero in parte dirottati in sostegni alle fasce sociali più povere e a quelle rurali, con incentivi all’agricoltura e una campagna di sradicamento che offra alternative plausibili atte a garantire il mantenimento delle famiglie di braccianti, offriremmo loro la possibilità di rompere le catene che li legano ai signori della guerra.

Sarebbe anche questo un modo di reprimere le recrudescenze etniche, alimentando una cultura di pace. Ci sarebbe quindi molto da fare, senza elicotteri mangusta.

Argomento: 

rendiconto attivita' svolta in senato

 

Troverete qui sotto un "riassunto" di quanto consultabile alla pagina del sito del senato:

http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00022775.htm.

 

Attraverso i link potrete curiosare tra i testi delle leggi, le attività delle commissioni, o le schede degli altri senatori.

 

 

 

 

Membro della 8a Commissione permanente (lavori Pubblici e comunicazioni)

Membro della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito

Membro della Commissione di vigilanza per i servizi radiotelevisivi
Membro della  Commissione parlamentare per l'infanzia

 

Incarichi e uffici ricoperti nella Legislatura

Gruppo Misto:
Membro dal 28 aprile 2006 (IdV)

1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali) :
Membro dal 15 dicembre 2006 al 7 marzo 2007
5ª Commissione permanente (Bilancio) :
Membro dal 6 giugno 2006 all'11 settembre 2006
6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro) :
Membro dal 7 marzo 2007 al 27 marzo 2007
8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) :
Membro dall'11 settembre 2006 al 15 dicembre 2006
Membro dal 28 marzo 2007
Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alle cosiddette "morti bianche" :
Membro dal 13 novembre 2006 al 3 aprile 2007
Commissione di inchiesta sull' uranio impoverito :
Membro dal 18 novembre 2006

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi :
Membro dal 1 aprile 2007
Commissione parlamentare per l'infanzia :
Membro dal 12 ottobre 2006

 

 

 

  1. S. 702
    Delega al Governo per la redazione del " Codice di procedura per i giudizi innanzi alla Corte dei conti ".
  2. S. 1626
    Norme per l' ordinamento della professione di collaboratore parlamentare.
  3. S. 1733
    Nuove norme in materia di sanzioni per le aziende che praticano pubblicita' ingannevole.

E' cofirmataria dei DDL

 

D.D.L. Descrizione Primo firmatario

S. 18

Norme sul riconoscimento giuridico delle unioni civili

Vittoria Franco (Ulivo)

S. 19

Modifiche al codice civile in materia di cognome dei coniugi e dei figli

Vittoria Franco (Ulivo)

S. 20

Disposizioni in materia di pari opportunita' tra donne e uomini nell' accesso alle cariche elettive, in attuazione dell' articolo 51 della Costituzione

Vittoria Franco (Ulivo)

S. 21

Modifica dell' articolo 75 della Costituzione in materia di referendum abrogativo

Vittoria Franco (Ulivo)

S. 22

Norme sulle tecniche di fecondazione medicalmente assistita

Vittoria Franco (Ulivo)

 S. 23

Disposizioni a favore dei lavoratori e dei cittadini esposti ed ex esposti all' amianto e dei loro familiari, nonche' delega al Governo per l' adozione del testo unico in materia di esposizione all' amianto

 Felice Casson (Ulivo)

 S. 49

Istituzione di una Commissione bicamerale di inchiesta sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 in occasione del vertice G8 e delle manifestazioni del Genoa Social Forum

 Luigi Malabarba (RC - SE)

 S. 244

 Modifica alla legge 29 ottobre 1997, n. 374, recante norme per la messa al bando delle mine antipersona

 Nuccio Iovene (Ulivo)

 S. 332

Modifica dell' articolo 9 della Costituzione in materia di ambiente e di ecosistemi

 Francesco Ferrante (Ulivo)

 S. 333

Modifica alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza

  Francesco Ferrante (Ulivo)

 S. 334

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle responsabilita' per i gravi danni alla salute dei lavoratori ed all' ambiente derivanti dalla presenza delle industrie chimiche sul territorio nazionale anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, n. 175

  Francesco Ferrante (Ulivo)

 S. 336

Introduzione nel codice penale di disposizione in materia di ambiente

  Francesco Ferrante (Ulivo)

 S. 427

Disposizioni per la promozione e lo sviluppo della responsabilita' sociale delle imprese, nonche' delega al Governo per l' adozione di norme recanti incentivi alle imprese socialmente responsabili

 Francesco Ferrante (Ulivo)

 S. 489

Abrogazione dell' articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito con modificazioni dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia

 Giuseppe Caforio (Misto, IdV)

S. 519

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla situazione dello sport del calcio in Italia

 Gavino Angius (Ulivo)

S. 816

Estensione della disciplina della responsabilità amministrativa di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, i reati di omicidio e lesioni colpose gravi conseguenti ad infortuni sul lavoro

 Gerardo D'ambrosio (Ulivo)

S. 871

Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato degli stranieri

  Gavino Angius (Ulivo)

S. 872

Diritti politici dello straniero in Italia

 Silvana Amati (Ulivo)

S. 877

Semplificazione delle procedure per la immatricolazione dei veicoli

 Tommaso Barbato (Misto, Pop-Udeur)

S. 900

Istituzione della Giornata Nazionale del Braille

 Enzo Bianco (Ulivo)

S. 963

Riforma dell'ordinamento della professione di avvocato

 Guido Calvi(Ulivo)

S. 1010

Giornata in ricordo delle vittime e degli invalidi del lavoro in Italia e all' Estero

 Aniello Formisano (Misto, IdV)

S. 1021

Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli comunali per mancato conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani

 Tommaso Sodano (RC-SE)

S. 1076

Disciplina delle cause ostative alla candidatura alle elezioni politiche

  Aniello Formisano (Misto, IdV)

S. 1079

Disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse e istituzione di un Fondo di solidarieta' per i familiari delle persone scomparse

 Rossa Maria Villecco Calipari (Ulivo)

S. 1122

Nuove norme concernenti i veicoli di interesse storico e gli autocaravan

 Filippo Berselli (AN)

S. 1152

Modifica degli articoli 56, 57, 63, 72, 82, 92, 99, 114, 117, 118, 119, 120, 121, 123, 132, 133 della Costituzione, per la semplificazione istituzionale e la riduzione dei costi della politica e degli apparati pubblici

 Cesare Salvi (Ulivo)

S. 1153

Norme per la soppressione di enti inutili, e per la riduzione degli sprechi e dei costi impropri della politica, delle istituzioni, delle pubbliche amministrazioni

 Cesare Salvi (Ulivo)

S. 1155

Modifica all' articolo 27 della Costituzione concernente l' abolizione della pena di morte

 Nuccio Iovene (Ulivo)

S. 1173

Istituzione del "Giorno del Ricordo" dedicato ai civili e ai militari caduti nell'ambito di missioni internazionali

 Rossa Maria Villecco Calipari (Ulivo)

S. 1247

Nuove disposizioni in materia di parita' e di pari opportunita' tra donne e uomini

 Anna Maria Carloni (Ulivo)

S.1263

Disposizioni per l' accelerazione e la funzionalita' dell' amministrazione della giustizia penale e disposizioni conseguenti all' indulto

 Aniello Formisano (Misto, IdV)

S. 1343

Modifiche agli articoli 262 e 676 del codice di procedura penale, in materia di devoluzione allo Stato delle somme di denaro e dei titoli sequestrati e non reclamati

 Gerardo D'ambrosio (Ulivo)

S. 1423

Norme sull'accesso professionale dei laureati in Scienze motorie

 Giuseppe Caforio (Misto, IdV)

S. 1511

Modifiche alla legge 20 luglio 2004, n. 189, in materia di protezione delle foche

 Tommaso Sodano (RC-SE)

S. 1543

Modifica alla legge 22 maggio 1975, n. 152, in materia di tutela dell'ordine pubblico

 Emanuela Baio (Ulivo)

 

 

 

S.1545 Modificazioni al codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, al regolamento recante disciplina del risarcimento diretto dei danni derivanti dalla circolazione stradale, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2006, n. 254, ed alla legge 21 febbraio 2006, n. 102, in materia di procedura di risarcimento diretto e disciplina del sistema diretto di risarcimento

Giovanni Legnini (

Ulivo

)

S.1600

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione del paesaggio rurale

Loredana De Petris (

IU-Verdi-Com

)

S.1634

Disposizioni in materia di consenso informato e di direttive di trattamento sanitario

Erminia Emprin Gilardini (

RC-SE

)

S.1635

Delega al Governo per il riassetto della normativa concernente la durata dei diritti d' autore e dei diritti connessi

Fabio Giambrone (

Misto, IdV

)

S.1668

Modifica della legge 27 luglio 1978, n. 392, in materia di durata delle locazioni di immobili urbani adibiti ad attivita' recettiva di carattere sanitario

Aniello Formisano (

Misto, IdV

)

S.1683


Riforma del sistema della rappresentanza militare

Fabio Giambrone (

Misto, IdV

)

S.1689

Iniziative e manifestazioni per la celebrazione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell' uomo

 Silvana Amati (

Ulivo

)

 S.1704


Modifica all' articolo 11 della legge 24 ottobre 1977, n. 801, in materia di attribuzione delle funzioni di Commissione parlamentare di inchiesta al Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato in relazione a specifiche esigenze di riservatezza 

 Franco Turigliatto (

Misto, SC

)

 S.1706

 Modifica all' articolo 11 della legge 24 ottobre 1977, n. 801, in materia di attribuzione delle funzioni di Commissione parlamentare d' inchiesta al Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato

 Franco Turigliatto (

Misto, SC

)

S.1714

Norme a tutela dei lavoratori esposti ed ex - esposti al cloruro vinile monomero ( CVM ) - polivinilcloruro ( PVC )

 Felice Casson (

Ulivo

)

)

S.1841

Nuove norme in materia di determinazione dell' imponibile ai fini IRPEF per i proprietari di singola unita' immobiliare locatari di altro immobile adibito ad abitazione principale

  Aniello Formisano (

Misto, IdV

)

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Interventi in aula e in commissione

 

 

 

È intervenuta sui Disegni di legge

 

 

 

  • S. 325
    "Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l' emanazione di atti di natura regolamentare".

 

 

 

Nella 4ª Commissione permanente (Difesa) in sede consultiva: 27 giugno 2006 (pom)

Nella 5ª Commissione permanente (Bilancio) in sede consultiva: 27 giugno 2006 (pom)

 

 

 

  • S. 741
    "Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi in materia di entrate e di contrasto all' evasione fiscale".

 

 

 

Nella 5ª Commissione permanente (Bilancio) in sede referente: 13 luglio 2006 (ant), 18 luglio 2006 (nott), 19 luglio 2006 (pom), 20 luglio 2006 (pom), 21 luglio 2006 (ant)

 

 

 

  • S. 845
    "Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali".

 

 

 

In Assembleain discussione articoli: 27 luglio 2006 (ant)

 

 

 

  • S. 1013
    "Conversione in legge del decreto-legge 22 settembre 2006, n. 259, recante disposizioni urgenti per il riordino della normativa in tema di intercettazioni telefoniche".

 

 

 

Nella 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) in sede consultiva: 4 ottobre 2006 (pom)

 

 

 

  • S. 1132
    "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria ".

 

 

 

In Assembleain discussione articoli: 22 novembre 2006 (ant)

 

 

 

  • S. 1381
    "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali ".

 

      In Assembleaper dichiarazione di voto: 27 marzo 2007 (pom) 

  1. S. 1614

    "Regolamentazione del rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari".

    1. Nella 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale)
      1. in discussione congiunta con: S.1626
      2. in sede Deliberante: 3 luglio 2007 (pom), 18 luglio 2007 (pom)
  2. S. 1739

    "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria".

    1. In Assemblea
      1. su questioni procedurali: 1 agosto 2007 (ant)
    1.  

       

 

Presentazione di documenti

Come Senatrice

Atti di indirizzo e rapporto di fiducia

Ha presentato come cofirmatario
  1. Mozioni:
    1. n. 1-00073
    2. n. 1-00079
    3. n. 1-00084
    4. n. 1-00087
    5. n. 1-00095
    6. n. 1-00132
    7. n. 1-00144

Atti di Sindacato Ispettivo

Ha presentato come primo firmatario
  1. Interpellanze:
    1. 2-00248 pubblicata il 23 ottobre 2007
  2. Interrogazioni a risposta orale:
    1. 3-00843 pubblicata il 18 luglio 2007
  3. Interrogazioni a risposta scritta:
    1. 4-01396 pubblicata il 20 febbraio 2007
    2. 4-01572 pubblicata il 20 marzo 2007
    3. 4-01890 pubblicata l'8 maggio 2007
    4. 4-01921 pubblicata il 15 maggio 2007
    5. 4-01950 pubblicata il 15 maggio 2007
    6. 4-01984 pubblicata il 17 maggio 2007
    7. 4-02119 pubblicata il 7 giugno 2007
    8. 4-02175 pubblicata il 14 giugno 2007
    9. 4-02361 pubblicata l'11 luglio 2007
    10. 4-02856 pubblicata il 17 ottobre 2007
    11. 4-02902 pubblicata il 18 ottobre 2007
Ha presentato come cofirmatario
  1. Interpellanze:
    1. 2-00041 pubblicata il 28 luglio 2006
    2. 2-00182 pubblicata il 17 maggio 2007
    3. 2-00183 pubblicata il 17 maggio 2007
    4. 2-00203 pubblicata il 19 giugno 2007
    5. 2-00228 pubblicata il 2 agosto 2007
    6. 2-00250 pubblicata il 23 ottobre 2007
  2. Interrogazioni a risposta orale:
    1. 3-00304 pubblicata il 15 dicembre 2006
    2. 3-00671 pubblicata il 17 maggio 2007
    3. 3-00868 pubblicata il 25 luglio 2007
    4. 3-00946 pubblicata il 20 settembre 2007
    5. 3-01031 pubblicata il 24 ottobre 2007
  3. Interrogazioni a risposta scritta:
    1. 4-01025 pubblicata il 13 dicembre 2006
    2. 4-01244 pubblicata il 1 febbraio 2007
    3. 4-01602 pubblicata il 27 marzo 2007
    4. 4-01788 pubblicata il 18 aprile 2007
    5. 4-01802 pubblicata il 19 aprile 2007
    6. 4-02100 pubblicata il 6 giugno 2007
    7. 4-02348 pubblicata l'11 luglio 2007
    8. 4-02421 pubblicata il 18 luglio 2007
    9. 4-02464 pubblicata il 24 luglio 2007
    10. 4-02558 pubblicata il 2 agosto 2007
    11. 4-02787 pubblicata il 3 ottobre 2007

Inchieste parlamentari

Ha presentato come cofirmatario
  1. Doc. XXII n. 2 "Proposta di inchiesta parlamentare sull'"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 inoccasione del vertice G8 e delle manifestazioni del Genoa Social Forum"" il 28 aprile 2006
  2. Doc. XXII n. 3 "Proposta di inchiesta parlamentare sull'"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, nonché le popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico"" il 4 maggio 2006
  3. Doc. XXII n. 7-bis "Proposta di modifica della deliberazione di inchiesta parlamentare: Modifica del limite massimo per le spese di funzionamento della Commissione di cui all'articolo 4 comma 2 della deliberazione del 18 ottobre 2006 recante: "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette "morti bianche""" il 7 febbraio 2007

Interventi in Assemblea

Come Senatrice

Comunicazioni del governo

  1. Comunicazioni del Ministro degli affari esteri sulle linee di politica estera il 21 febbraio 2007 (seduta ant. n. 112), il 21 febbraio 2007 (seduta ant. n. 112) (per dichiarazione di voto)

Sindacato ispettivo

  1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, sulla vicenda di una bambina bielorussa ospite di una famiglia genovese il 12 ottobre 2006 (seduta pom. n. 53)

Interventi vari

  1. Discussione di mozioni e svolgimento di interpellanze e interrogazioni sull'ampliamento della base militare di Vicenza il 1 febbraio 2007 (seduta ant. n. 99)

Interventi in Commissione

Come Senatrice

Interventi nella 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali)

  1. Sulla competenza della Commissione per l'esame del disegno di legge di iniziativa del governo sui diritti delle persone conviventi il 14 febbraio 2007 (seduta ant. n. 80)

Interventi nella 5ª Commissione permanente (Bilancio)

  1. Elezione del Presidente, dei Vice Presidenti e dei Segretari il 6 giugno 2006 (seduta pom. n. 1)

Interventi nella 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni)

Comunicazioni del governo
  1. Comunicazioni del Ministro dell'economia e delle finanze sul Piano industriale 2007-2008 del gruppo Ferrovie dello Stato il 19 giugno 2007 (seduta pom. n. 81)

Interventi vari
  1. Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 28 "Schema di decreto legislativo concernente: "Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia"" il 24 ottobre 2006 (seduta pom. n. 29)

  2. Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 52 "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente: "Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2001, n. 258, recante il regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione all'opera del Ministro delle comunicazioni"" il 14 dicembre 2006 (seduta pom. n. 43)

  3. Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 149 "Schema di contratto di programma stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e Rete ferroviaria italiana S.p.A. per il periodo 2007-2011" il 17 ottobre 2007 (seduta ant. n. 118)

  4. Nomina ex art. 1 legge n. 14 del 1978 n. 11 "Proposta di nomina del signor Roberto Piccini a Presidente dell'Autorità portuale di Livorno" il 15 novembre 2006 (seduta pom. n. 35)

Interventi nella Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro

  1. Audizione dell'INAIL, dell'IPSEMA e dell'ISPESL il 30 gennaio 2007 (seduta ant. n. 4)

  2. Sui lavori della Commissione il 28 novembre 2006 (seduta pom. n. 1)

Interventi nella Commissione di inchiesta sull' uranio impoverito

  1. Audizione della dottoressa Antonietta M. Gatti, del dottor Valerio Gennaro e del dottor Domenico Leggiero il 27 marzo 2007 (seduta ant. n. 3)

  2. Audizione di esperti dell'Istituto superiore di sanità (dottor Sergio Caroli, dottor Pietro Comba, professor Martino Grandolfo e dottoressa Cristina Nuccetelli) l'11 aprile 2007 (seduta pom. n. 4)

  3. Audizione di esperti dell'Istituto superiore di sanità ( dottoressa Stefania Salmaso e dottoressa Susanna Lagorio ) il 17 aprile 2007 (seduta pom. n. 5)

  4. Audizione di esperti (professor Giorgio Trenta, professor Massimo Zucchetti, tenente Paride Minervini) il 2 maggio 2007 (seduta ant. n. 6)

  5. Audizioni di rappresentanti del Ministero della Difesa il 17 maggio 2007 (seduta pom. n. 7)

Interventi nella Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi (Bicamerale)

  1. Audizione del Direttore di Raiuno il 18 aprile 2007 (seduta pom.)

  2. Audizione del direttore di Rai Internazionale il 3 maggio 2007 (seduta pom.)

  3. Esame di una risoluzione sull'informazione in merito alle manifestazioni programmate per il 12 e 13 maggio 2007 l'8 maggio 2007 (seduta pom.)

  4. Esame di domande d'Acesso, ai sensi dell'articolo 3 del regolamento per l'Acesso radiotelevisivo il 17 ottobre 2007 (seduta pom.)

Interventi nella Sottocommissione permanente RAI per l' accesso (Bicamerale)

  1. Elezione del presidente della Sottocommissione permanente per l'accesso il 9 maggio 2007 (seduta pom.)

  2. Criteri generali di programmazione e trasmissione, ai sensi dell'articolo 4 del regolamento per l'Accesso radiotelevisivo il 20 giugno 2007 (seduta ant.)

Interventi nella Commissione parlamentare per l'infanzia (Bicamerale)

  1. Audizione del Ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, in materia di adozioni internazionali il 19 dicembre 2006 (seduta ant. n. 4)